- Eravate davvero uguali, papà.
- Lo so.
- E facevate tutto insieme?
- Tutto.
Già… Tutto. Da quando erano nati fino al momento in cui Fred… Si, insomma… Non era stato più in grado di farlo. George aveva setacciato la foresta proibita alla ricerca della Pietra della Resurrezione ma senza successo: alla fine pensò che forse era meglio così. Una volta rivisto il fratello non sarebbe riuscito a lasciarlo andare.
- Perché siamo venuti proprio oggi a trovarlo?
- Perché Halloween era la nostra festa. Eravamo i migliori negli scherzi. Lui era il migliore.
- E tu?
- Io ero e rimango il più bello.
- Ma se eravate uguali! – disse Fred II scuotendoli la manica della giaccia.
- No, non eravamo uguali. Era Fred quello più simpatico, quello che concludeva le battute, quello che ci sapeva fare con le ragazze. Era lui che…- gli si bloccarono le parole in gola. Possibile che il ricordo del fratello potesse fargli ancora così male?
- Ehi, papà. Non piangere. Sono sicuro che ci guarda e non vorrebbe che lo facessi...
George mise una mano sulla testa del figlio e gli spettinò i capelli. Aveva ragione, non doveva piangere. Gli rimase comunque un groppo alla gola. - Hai ragione. Ora salutalo che dobbiamo andare a prepararti per stasera: sarai il pirata migliore di tutti i tempi.
Il bimbo si avvicinò alla lapide e gli mandò un bacio.
- Ciao, zio Fred. Ti vogliamo bene.
George prese in braccio il figlio e fece per andarsene.
“Prenditi cura del mio fuorilegge, Gred”.
Lui si girò ma non vide nessuno. Forse se l’era solo immaginato eppure…
- Andiamo papà?
- Si.
Mentre camminava sorrise.
“E tu prenditi cura del mio orecchio, Forge”.