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Autore: Adele_Herondale    25/11/2012    0 recensioni
Finnick non la vedeva come la vedevano gli altri. Lei lo intrappolò in una rete da cui lui non poté più liberarsi, lo legò in un nodo che non sarebbe stato sciolto. Non da loro, almeno. Ma come è iniziato tutto?
Vi avverto che questa fan fiction vede Annie come più grande di Finnick, quindi ora lui non ha ancora vinto gli hg, è... "Innocente". Buona lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4, prima parte: 

Mi sveglio.
Il dolore della ferita mi consuma e sento molto freddo. L’unica cosa che mi protegge da quel gelo è Annie.
Annie… deve aver aspettato che mi svegliassi per poi arrendersi al sonno. Mi tiene stretto per non farmi portare via dalla morte.
Sono in una stanza con le pareti di un bianco abbagliante, inondate dalla luce del sole che entra dalla finestra. All’inizio penso di essere all’ospedale, ma poi mi ricordo di quando ci sono andato per i miei genitori, il giorno in cui sono morti, e rifletto che questo posto sia troppo luminoso e accogliente per essere una stanza d’ospedale.
Guardo Annie, che dorme raggomitolata sotto le coperte accanto a me:  probabilmente il suo non deve essere un sonno tranquillo, ma tormentato dal pensiero di non sentire più il battito del mio cuore al suo risveglio, però il suo viso è rilassato in una espressione serena.
-       Annie.. – dico con voce roca e debole – Annie, sono qui, svegliati.
Apre gli occhi di botto e appena vede il mio sguardo acceso e non vitreo come si aspettava che ricambia il suo, si tuffa tra le mie braccia. Ignorando il dolore, la stringo ancora più forte. Affondo il viso nei suoi capelli, avvolto dal suo profumo e bagnato dalle sue lacrime.
-       Finnick..  pensavo che non ti saresti svegliato più… mi dispiace tanto ..
Preme le mani sulle orecchie per non sentire la propria voce e allontanare da se quel pensiero terribile.
Delicatamente, costringo le sue dita a intrecciarsi con le mie.
-    Per cosa ti dispiace? Mi hai salvato, Annie.
Sussurro, perché ho paura che ogni mia reazione possa distruggerla, come se fosse una farfalla tra le mie mani. Fragile e bellissima.
-        No, non ti ho salvato io, Finnick. E’ stata Mags.
-       Chi è Mags?
Scioglie il mio abbraccio e si alza dal letto.
-       Aspetta, la vado a chiamare.
-       No, resta qui. Ho bisogno di te.
E’ colpita da questa frase e quando si gira verso di me il suo volto è acceso da una luce che prima non avevo mai visto. Gioia? Meraviglia? Gratitudine? E’ indescrivibile.
 
Dopo un po’ mi riaddormento ma al mio risveglio Annie non c’è più. 
Una donna è seduta accanto al letto e mi medica la ferita. Sembra vecchia di centinaia d’anni eppure giovane. Ha capelli bianchi  raccolti in una massa bene ordinata dietro la testa e i suoi occhi vivaci esaminano le ferite, spartendo ordini alle mani tanto esperte da non provocarmi dolore.
–      Quella ragazza ci tiene davvero a te, sai? 
 Stanotte è rimasta tutto il tempo a guardarti. Ha detto che si sentiva inutile, e allora le ho detto che poteva aiutarti solo standoti vicina, e che il suo amore ti avrebbe guarito.
La sua voce è poco più che un borbottio, ma le parole mi giungono chiare. Nota il mio rossore e dice:
-       Sì, ragazzo, con il suo amore.
Amore? Non ho mai pensato che quella ragazza sperduta fosse ancora capace di un sentimento tale, ma poi mi accorgo che qualcuno da amare e da cui essere amati è tutto quello che ci serve.
Ripenso alle parole che le ho detto prima di sprofondare di nuovo nel sonno:
“resta qui. Ho bisogno di te.”
 
CONTINUA…

 
 
  
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