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Autore: cardcaptorvincy    25/11/2012    3 recensioni
“Già… è passato molto… quanto, due anni?...” continuò il bambino senza staccare gli occhi da quelli di lei
“Sì, è stato proprio due Natali fa che ci siamo visti l’ultima volta…” la bambina sorrise amaramente al ricordo di quel giorno
“Mi sembrava molto di più…” il bambino abbassò lo sguardo “Ti va di fare una passeggiata?... così parliamo un po’…” propose aspettandosi un secco no come risposta
“Sì, volentieri”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Idiots


Si guardarono negli occhi, mentre il tempo attorno a loro sembrava essersi  fermato,  proferendo solo poche parole “E’ un eternità che non ci vediamo…” proferì la bambina tormentandosi il labbro inferiore con i denti
“Già… è passato molto… quanto, due anni?...” continuò il bambino senza staccare gli occhi da quelli di lei
“Sì, è stato proprio due Natali fa che ci siamo visti l’ultima volta…” la bambina sorrise amaramente al ricordo di quel giorno
“Mi sembrava molto di più…” il bambino abbassò lo sguardo “Ti va di fare una passeggiata?... così parliamo un po’…” propose aspettandosi un secco no come risposta
“Sì, volentieri” sorrise invece lei “Andiamo al parco?” chiese mettendosi al suo fianco mentre lui la guardava, felice che avesse accettato.
La neve stava cominciando a cadere e il profilo del parco era visibile grazie alla luce che i lampioni gettavano sulle sue mura.
L’erba era completamente ricoperta di quel manto bianco quando arrivarono.
Ai sorrise al detective pronta ad affrontare l’argomento che tanto premeva ad entrambi “Mi sei mancato…” sussurrò più a se stessa che al detective che aveva di fianco
“Anche tu…” rispose flebilmente Conan
I due continuarono a camminare per un po’ rimanendo in un religioso silenzio che diceva più di mille parole, il freddo cominciò a farsi sentire e i due si strinsero nei cappotti
“Cosa ci è successo?” domandò ad entrambi Ai osservando il cielo che cominciava a mostrare le prime stelle
“Siamo improvvisamente diventati degli idioti, ecco cosa!” esclamò, con gli occhi bassi, il piccolo detective
Ai sorrise liberando una nuvoletta di fiato che andò man mano a scomparire nell’aria “Già, hai proprio ragione, per una stupidaggine come quella non ci siamo più rivolti la parola per due anni… siamo proprio degli idioti…”
Conan si fermò di botto seguito da Ai “Scusami se non ti ho più chiamata o niente… è che, avevo paura che tu fossi ancora arrabbiata…”
“Sono io che devo scusarmi, me ne sono andata in America per paura che tu non volessi continuare a vedere colei che ti ha ridotto in questo stato..”
“Già… siamo proprio due stupidi…” sorrise anche lui, di un sorriso che scaldò il cuore di Ai e la fece arrossire, dopo due anni era riuscita a rivedere quel sorriso che le mancava così tanto
“Sediamoci” Conan indicò una panchina ed Ai annuì seguendolo
“Ti ricordi questo parco?”  disse la scienziata dopo un attimo di silenzio
Conan sorrise “Sì, qui ci siamo dati il nostro primo bacio…”
“Due anni senza vederti, non so come ho fatto a sopravvivere” continuò lei avvicinandoglisi
“Lo stesso vale per me, non ho dato un solo bacio da allora, nemmeno a Ran… era troppo straziante stare senza di te” le strinse le spalle con un braccio e appoggiò la propria testa sulla sua spalla
“Un’eternità ecco cosa mi è sembrata…” esclamò tristemente Ai 
La neve cominciò a scendere più copiosa mentre Ai e Conan rimanevano in silenzio ad osservarla cadere.
“Forse dovremmo andare a casa…” disse Conan osservando il cielo “O rimarremo coperti di neve”
“Perché non vieni a casa mia?” propose Ai speranzosa
“Va bene, in fondo abbiamo molto tempo da recuperare” sorrise Conan
Si avviarono verso la casa della bambina ramata mentre la neve scendeva a raffiche sempre più forti.
“Comincia a nevicare forte, dovremmo aumentare il passo!” Urlò Conan per sormontare i rumori della bufera che stava per imperversare.
“Hai ragione!” Urlò Ai di rimando
 
“Beh direi che siamo fortunati…” sospirò Conan guardando la neve cadere fitta, dalla finestra il paesaggio era stato cancellato e non si riusciva a vedere nulla “Dov’è il professore?”
“A una conferenza, è uno dei tanti motivi per cui siamo tornati…”
“Uno dei tanti?”
“Già uno dei tanti…” rispose Ai vagamente
“E’ per questo che mi piaci…” sorrise Conan vedendola arrossire
“C-come?” chiese Ai sorpresa
“Sei un mistero, qualsiasi cosa faccia non riesco a capirti in nessun modo…”
“E quindi sarei solo questo per te?” rispose ironica Ai “Un altro dei tuoi misteri?”
“Sei il mio mistero con la M maiuscola” sorrise Conan “Mi mancavano anche queste frecciatine che mi lanciavi sempre” sorrise meditabondo Conan
“A cosa pensi?” si incuriosì Ai
“Ti avevo comprato un regalo, per quel Natale…”  Si cacciò una mano di tasca mostrando una collana d’oro bianco ad Ai “Me lo sono portato appresso per tutto questo tempo… Penserai che sia ridicolo, ma…” non fece in tempo a finire che Ai lo abbracciò con tutta la foga che aveva in corpo
“Mi dispiace così tanto Shinichi…”
“Baka” a sentirsi chiamare così Ai si distaccò dal detective guardandolo negli occhi “Tu non hai niente di cui essere dispiaciuta, sono io l’idiota che ti ha lasciata andare, sono io che devo rimpiangere i nostri momenti insieme, le tue frecciatine, i tuoi sguardi.  Sono io che devo rimpiangere te. Sono io quello che lo merita, non tu…”
“Baka” rispose per le rime Ai “siamo stati entrambi idioti, quante altre volte vuoi che te lo dica” entrambi zittirono per un momento.
Scoppiarono a ridere all’unisono fino ad arrivare alle lacrime “Non credo di essermi dato dell’idiota così tante volte in un giorno solo prima d’ora”
“Avresti dovuto più spesso” sorrise maligna Ai
“Beh non solo l’unico che avrebbe dovuto darsi una regolata con la superbia, cara la mia ricercatrice genetica a 15 anni” rispose a tono Conan sorridendo delle sue stesse parole
“Beh mi sembra che definirsi lo Sherlock Holmes del terzo millennio sia qualcosa di più sostanzioso” continuò imperterrita Ai
“Ha parlato la signorina –sono un genio al massimo grado-” la guardò malignamente Conan
“Ti va una cioccolata calda?” sospirò Ai accendendo il riscaldamento e ponendo fine allo scambio di battutine
“Sì, grazie” sorrise Conan.
Mentre sorseggiavano la cioccolata calda discutendo su tutto ciò che era loro accaduto durante quei due anni il telefono squillò facendoli sobbalzare
“Chi è?” rispose Ai
“Ai, sei tu?” chiese la voce dall’altro lato del telefono
“Ran, sì sono io, sono felice di risentirti… Cercavi Conan? Sì è qui, vuoi che te lo passi?... E’ per te” sussurrò Ai a Conan
“Conan!”
“Ran…” rispose Conan spaventato dal fatto di non averla avvertita di dove fosse
“Avresti dovuto avvertirmi di essere dal Professore…”
“Sì, scusa Ran, ma mi è passato di mente… va bene… sì lo chiederò ad Ai, a domani allora” Conan riattaccò l’apparecchio e si rivolse ad Ai
“Sembra che questa notte dovrò Passarla qui…”
“Ci stai facendo l’abitudine, nonostante siano passati due anni è ancora una richiesta frequente” sorrise Ai “Ti preparo la stanza degli ospiti…”
“No, aspetta!” esclamò Conan attirando l’attenzione di Ai
“Cosa?”
“E’ inutile fare due letti…” arrossì Conan
“Che vorresti dire?” sorrise Ai
“P-perché non d-dormiamo entrambi n-nel letto d-del professore?” Conan divenne rosso come un pomodoro maturo prima che Ai scoppiasse a ridere per la sua faccia
“A me va bene, ma a te?”
“Ma che domande l’ho proposto io, è ovvio che mi va bene” fece Conan girandosi per evitare che Ai vedesse il rossore che stava tornando a dipingergli le guance
Entrambi sorrisero e si diressero verso la cucina, per mettere qualcosa sotto i denti prima di andare a letto.
 
“E’ strano…” disse Conan contorcendosi sotto le coperte per cercare di stare comodo
“Cosa?” domandò curiosa Ai
“Ritrovarmi qui dopo tanto tempo, a dormire nel letto del professore… insieme a te…” avvampò all’ultima frase
Ai lo abbracciò ancora una volta senza dire niente, Conan rispose all’abbraccio rimanendo anch’egli in silenzio.
Fu Ai a parlare “Mi mancava…”
“Cosa?” chiese Conan
“il tuo profumo…”
“Il mio profumo?”
“Sì” annuì Ai stringendo la presa “Non voglio più andarmene” la voce ebbe un fremito che non sfuggì a Conan che aumentò la presa per tranquillizzarla.
Il calore delle lacrime di Ai si presentò prepotentemente sulla spalla di Conan “Ero così triste senza di te, così sola…”
“Shhh, va tutto bene” Conan prese a carezzarle i capelli cercando di calmarla “Ora sono qui con te, e non ti lascerò andare via una seconda volta” sciolse l’abbraccio e avvicinò il viso a quello di Ai coronando la sera con un bacio che sembrò bloccare il tempio e durare all’infinito.
Nessuno dei due voleva staccarsi dall’altro, niente aveva più importanza in quel momento.
Il mondo sarebbe potuto finire, il pavimento crollare sotto di loro, il soffitto franare sopra i due, ma niente avrebbe potuto disturbarli, dopo due anni si erano ritrovati e niente avrebbe potuto separarli ancora.
Quando il professor Agasa rientrò a casa la mattina dopo li ritrovò a dormire abbracciati e un sorriso di felicità spuntò sul suo viso “Era ora…”
  
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