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Autore: Jessica Fletcher    25/11/2012    1 recensioni
"Rimasto da solo, in piedi, sugli scalini della centrale di polizia, quasi improvvisamente, Ryan Wolfe ebbe la percezione precisa della propria situazione"
Ambientata proprio alla fine dell'episodio della settima stagione in cui Ryan viene fatto prigioniero dalla mafia russa, è una storia breve e, credo, molto dolce.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexx Woods, Ryan Wolfe
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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JUST FOR YOU
 
Rimasto da solo, in piedi, sugli scalini della centrale di polizia, quasi improvvisamente, Ryan Wolfe ebbe la percezione precisa della propria situazione. L'adrenalina che lo aveva sostenuto per tutto il giorno agendo anche da antidolorifico era svanita ed ora lui sentiva male un po' dappertutto. Gli dolevano il torace e l'addome laddove i pugni e i calci avevano colpito, impietosi; la gengiva  da cui gli era stato strappato un molare pulsava inesorabile ed era pressochè sicuro che le ferite  di coltello sul petto e sul braccio avevano ricominciato a sanguinare. Come se tutto ciò non bastasse Ryan aveva la sensazione di strangolamento da quando gli avevano stretto quel filo di ferro intorno al collo: aveva la nausea già da parecchie ore e non era riuscito a mangiare niente per tutto il giorno. Presto i lividi sarebbero comparsi e la mandibola si sarebbe gonfiata dandogli un aspetto veramente miserabile; per fortuna Horatio gli aveva dato qualche giorno di riposo, così sarebbe potuto tornare al lavoro perfettamente ristabilito......fisicamente, almeno.
Si era fatta sera e il sole al tramonto stava accendendo di rosso il cielo, “rosso come il sangue” si sorprese a pensare Ryan “come il mio sangue” pensò ancora ricordandosi quanta pena aveva provato a dovere processare quel lembo di camicia insanguinato.
 
Solo, lo avevano lasciato solo; Horatio se ne era andato, gli aveva detto di andarsene pure a casa ed era rientrato. Ryan era rimasto con i suoi pensieri, con la delusione di non essere stato capito dai suoi colleghi, e la certezza di avere fatto la cosa giusta era, a quel punto, ben poco consolante dopo che i suoi colleghi  si erano rivoltati contro di lui e gli avevano dato del bugiardo- Tutti, li aveva sentiti tutti ostili, nessuno escluso; e si era sentito sconfitto e amareggiato.
 
Sospirò, ricacciando indietro alcune lacrime di  rabbia che si erano affacciate prepotentemente agli occhi e si preparò ad andare a casa.
 
Una volta parcheggiata la propria autovettura in strada, percorse, non senza una certa fatica,  il vialetto che conduceva fino a casa, si fermò un istante a frugare in tasca per prendere le chiavi, sollevò lo sguardo e rimase sorpreso: lì,  appoggiata alla porta, con le braccia strette intorno al corpo e lo sguardo preoccupato c'era Alexx.
 
Alexx Woods, la sua vecchia amica, era lì che lo guardava, gli occhi colmi di materna preoccupazione; “Piccolo, cosa ti è successo?” gli chiese notando il labbro spaccato, il dente mancante, la mandibola gonfia e i lividi che si stavano formando sul viso.
“Ho incontrato i cattivi” fu la laconica risposta.
“Tu adesso vieni con me” il tono della donna non ammetteva repliche.
“Dove?”
“Al Pronto Soccorso, ti devo visitare” lo afferrò per un braccio e lo condusse con se.
“Come pensi di farmi entrare?” chiese Ryan, mentre la vettura di Alexx si dirigeva verso il Miami Dade Hospital
“Dirò che hai avuto un incidente”
“Un incidente” Ryan ridacchiò amaramente “sì, potremmo definirlo così”.
 
Una volta ammesso in ospedale, Alexx lo portò in una stanzetta un po'isolata del Pronto Soccorso. “Vuoi che ti aiuti a spogliarti?”gli chiese,
“Sì, grazie; però fai attenzione Alexx, fa un male cane!”
Delicatamente, Alexx lo aiutò a togliersi prima la giacca poi gli sbottonò la camicia e la sfilò lentamente; la ferita da coltello sul petto aveva ricominciato a sanguinare e il sangue, seccandosi, aveva fatto appiccicare il tessuto al corpo  rendendone difficile e doloroso il distacco dalla pelle e dalla carne viva.
Ryan gemette dal dolore “Fai piano” pregò la donna.
“Si, piccolo. Tranquillo, ho quasi finito”
Alexx, sfilò con delicatezza la camicia e sfiorò dolcemente la ferita con la punta delle dita; poi  lo guardò sgranando gli occhi: “Mio Dio. Che cosa ti hanno fatto?” Le braccia, il petto, l'addome di Ryan, fino al bassoventre, erano ricoperti di lividi, c'erano ferite di coltello sul braccio, oltre che sul petto e, tutto intorno al collo, il segno rosso e livido del laccio che lo aveva stretto come un cappio.
Rimandando indietro le lacrime, Alexx provava una pena infinita a vedere il suo amico ridotto a quel modo, lo fece sdraiare sul lettino e cominciò a medicare le ferite e ad applicare l'unguento sui lividi. Preparò  una borsa del ghiaccio per il gonfiore alla mandibola e gli disse di tenerla sulla parte interessata e di non muoversi perchè sarebbe tornata subito, poi uscì dalla stanza.
Ritornò portando con se su di un carrello un  grosso apparecchio e un altro più   piccolo in una valigetta  “RX ed ecografo portatili” disse “ti faccio le radiografie e l'eco-addome, voglio essere sicura che tu non abbia qualche costola rotta o qualche problema agli organi interni”
 
Non risultarono danni gravi all'organismo né dalla radiografia, né dall'ecografia, 
 
“Stai tranquillo, piccolo mio. Non hai niente di rotto o di danneggiato. Ora ti do' un antidolorifico e qualcosa per dormire. Poi ti riporto a casa” Alexx si avvicinò a Ryan per fargli una carezza sui capelli, lui socchiuse per un attimo gli occhi e sospirò.
 
In piedi davanti alla porta di casa di Ryan, Alexx gli prese la mano “Sono contenta che tu non abbia niente di serio. Cerca di riposare”
“Sì, Alexx, buona notte e grazie”
“Di niente, questo ed altro per un amico. Hai bisogno di qualcosa?”
“Mmhh, no.......anzi: una cosa ci sarebbe”
“Dimmi”
“Mi abbracceresti? Come fai con tuo figlio. Ho bisogno del conforto di una madre”
Alexx non rispose ma allargò le braccia a  cingergli dolcemente le spalle.
Ryan abbassò il capo per affondare il viso sulla spalla della donna, ne respirò il profumo e una sensazione familiare lo pervase, Era lo stesso profumo che era solita usare sua madre e lì, fra le braccia di Alexx, si sentì di nuovo come a casa, come quando era piccolo e tutto andava bene e le sofferenze e le disgrazie del mondo erano ancora lontane. Si sentì al sicuro e confortato e amato, e per un attimo dimenticò il dolore e l'angoscia.
Rimasero così per alcuni minuti, poi Ryan si scostò dall'abbraccio. Si accorse di avere gli occhi umidi, mentre Alexx aveva il viso rigato dalle lacrime.
“Va tutto bene, piccolo mio” disse ella “ è finita, i cattivi sono stati sconfitti. Non ti faranno più del male”
Ryan accettò con piacere la carezza sul viso che gli fece la donna, poi la guardò con riconoscenza.
“Grazie, Alexx, grazie di tutto”
“Qualsiasi cosa per il mio piccolo. Cerca di riposare,ora. E se hai bisogno di qualcosa, per qualsiasi cosa anche solo per parlare, per te io ci sono sempre. Non esitare a chiamarmi, ok?”
“Ok, buona notte Alexx e ......quando senti Horatio, ringrazialo da parte mia per l'angelo che mi ha mandato”
“L'angelo sarei io, vero? Non ti si riesce proprio a fregare, piccolo”
“Sono uno sbirro, certe cose le afferro al volo. E poi, questa volta, era facile”
Sorridendo, Ryan scivolò dentro casa.
“Buonanotte, piccolo” gli disse la donna.
 
Alexx si stava dirigendo verso la propria autovettura quando il telefono  squillò
“Sì, Horatio, l'ho lasciato ora. Sta bene, almeno fisicamente, psicologicamente è molto provato. Sono certa, però che ne uscirà fuori; è molto forte, lo sai. No, non mi ha detto che cosa gli è successo, di preciso. Non credo che lo dirà mai, non a noi, almeno........Ah, ha capito tutto e mi ha detto di ringraziarti per avergli mandato un angelo. Ti saluto ora, buonanotte Horatio.”
 
Ryan guardò fuori dalla finestra giusto in tempo per vedere la donna allontanarsi “No, che non sei solo, Ryan, disse a se stesso, hai degli amici, hai qualcuno che ti vuole bene, che si preoccupa per te. Proprio per te”
 
 
Someone to love you
Someone who cares
Someone to hold you
When you are scared
 (canzone Just for you di Julian Lennon)
 
 
Questa  fan fiction l’avevo scritta qualche mese fa, questa primavera, mi pare. Riguardando l’episodio “Il Ricatto Russo” della settima stagione, avevo trovato abbastanza assurdo che Ryan dopo aver subito sevizie per otto/dieci ore venisse, alla fine dell’episodio, lasciato da solo sulle scale della Centrale di Polizia senza che nessuno si preoccupasse se stava bene, se era scosso o solo psicologicamente provato da quello che gli era successo. E così ho provato ad immaginare che qualcuno ci fosse stato ad aiutarlo e a prendersi cura di lui.
Ho messo il rating giallo più per sicurezza che per altro dato che ci sono riferimenti a situazioni piuttosto violente.
 
La canzone che da’ il titolo alla storia è di Julian Lennon (il figlio del grande John)  e si trova nel suo ultimo album Everything Changes. Ho provato a cercare un link su youtube per farvela ascoltare ma c’è praticamente tutto l’album eccetto questa canzone. Peccato perché è molto bella.

Che altro dirvi? recensite, prego!
  
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