Erano già passate tre settimane da quel giorno e ancora non riesco a darmi pace. Di notte ormai non dormo più e i giorni mi sembrano eterni. Al R.i.s. le cose da fare sono sempre molte ma è la voglia e la forza di farle che ormai mi manca. Anche oggi come tutti i giorni da tre settimane a questa parte me ne sto chiusa nel mio ufficio a pensare mentre fingo di interessarmi ai vari casi. Mi rendo conto di essere totalmente inutile come capitano in questo periodo ma ho perso una parte di me e non riesco a rassegnarmi. Fortunatamente Ghiro mi da una mano e coordina la squadra alla perfezione senza far capire a nessuno che io con la testa sono assente. Se penso a quanto si sta impegnando per me mi viene quasi da sorridere, è proprio un tesoro di amico…nonostante anche lui soffra.
Oggi però, regna una strana calma che non mi permette di distrarmi da questi dolorosi pensieri nemmeno un attimo. In questi mesi sono successe un sacco di cose e ora che Mario Pugliese è finalmente morto e il resto della banda sta in carceri diversi tutti siamo tornati a vivere più serenamente.. Milo e Bianca finalmente hanno avuto il coraggio di vivere la loro storia alla luce del sole, Bart dopo un lungo periodo di confusione ha capito che senza la sua divisa non sarebbe nessuno e ha anche molto approfondito il suo rapporto con Isabella anche se quanto l’abbia approfondito non è dato a sapere a nessuno, Ghiro ha chiesto a Selvaggia di sposarlo e lei naturalmente ha accettato di buon grado! E io… beh io ho cercato di sopravvivere senza lui.
 
Non posso fare a meno di pensare a quel pomeriggio. Avevamo appena catturato il lupo ed eravamo tutti felicissimi. Ricordo che al ris non c’era mai stato più casino di quel giorno, Ghiro aveva addirittura portato i pasticcini e così terminati tutti gli interrogatori della banda abbiamo iniziato a festeggiare. Eravamo davvero felici! Terminata la nostra piccola festicciola tutti sono andati a casa ansiosi di poter dormire finalmente tranquilli e contenti. Tutti tranne me. Quella sera non potevo andare a casa presto perché dovevo firmare i verbali di tutti gli interrogatori ma non mi dispiaceva farlo anzi.. prima di andare in ufficio però notai che anche Orlando era ancora alla sua scrivania, non so cosa stesse facendo e in quel momento non gli diedi nemmeno tanta importanza. Quando entrai nel mio ufficio però notai sopra alla mia scrivania una strana cartellina e subito la aprii. Quando i miei occhi iniziarono a leggere quelle parole il mio cuore si fermò. Rimasi totalmente pietrificata, non riuscivo a pensare, mi ripetevo come un mantra che non poteva essere vero e all’improvviso tutto mi fu chiaro: era la domanda di trasferimento del Tenente Orlando Serra.