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Autore: MissGomez    25/11/2012    4 recensioni
Dal primo capitolo
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-Quanti anni ha? Cinque, sei,dieci?- insomma se devo distrarre la figlia significa che è piccola.
-Venti- lo sento sbuffare annoiato dalla mie domande. Ha venti anni ed io diciotto.
Dovrebbe distrarre lei a me e no viceversa.
Venti anni. Perfetto, mi divertirò sicuramente. Io diciotto lei venti. Significa una cosa sola: sesso in auto.
-Si papà, contaci, so io come distrarla- sorrido malizioso e noto il suo sguardo severo.
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Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Papà, ho capito, smettila- sbottai improvvisamente cominciando a camminare verso il divano
per distendermici e rilassarmi, non mi andava di ascoltarlo per due ore cavolo, era troppo pesante.
-Justin…- pronunciò il mio nome con un tono di rimprovero.
Non mi disturbai neppure di guardarlo in faccia, tanto mi avrebbe ripetuto la stessa cosa.
-Ho capito: hai un incontro importante questa sera, a cena, e noi siamo i cattivi e non dobbiamo farci fregare dai buoni, no?- sorrisi divertito.
Mio padre è un uomo di affari, imbroglia, ma non mi lamento.
La donna con cui ha l’appuntamento, affare a quanto pare grande,
fa parte dei buoni ma si schiera dalla nostra parte per questa volta, non mi preoccupo,
so che mio padre non è uno che si lascia ingannare dal bello aspetto di una donna e lo stesso vale per me.
Quella donna, poliziotta, ha cercato più volte di incastrare mio padre ma non ci è riuscita e
se questa sera papà dice qualcosa di sbagliato finisce in carcere.
-Verrai anche tu- ignora le mie parole ma io, a malincuore, ascolto le sue. Sospiro pesantemente, annoiato.
-Perché devi incasinare anche a me?- cambio canale, tenendo lo sguardo fisso sul televisore,
che mi pare sia perfetto, ecco, io invece di sposarmi una ragazza mi sposerei un televisore,
il mio televisore: perfetto e non tradisce mai, non lo farebbe mai, perché dovrebbe tradire Justin Drew Bieber?
Non ce ne sarebbe motivo.
-Perché ci sarà sua figlia e ho bisogno che tu la distragga- parla con un tono sempre severo.
-Quanti anni ha? Cinque, sei,dieci?- insomma se devo distrarre la figlia significa che è piccola.
-Venti- lo sento sbuffare annoiato dalla mie domande. Ha venti anni ed io diciotto.
Dovrebbe distrarre lei a me  e no viceversa.
Venti anni. Perfetto, mi divertirò sicuramente. Io diciotto lei venti. Significa una cosa sola: sesso in auto.
-Si papà, contaci, so io come distrarla- sorrido malizioso e noto il suo sguardo severo.
-E’ fidanzata Justin, a letto con te, come fanno le altre, non ci verrai mai- sbuffa aprendo la porta di casa,
deve uscire, vuole andarsi a comprare qualcosa di elegante ma poco mi interessa, io preferisco essere sexy.
Esce di casa, sbatte la porta interrompendo i miei pensieri.
-Lo vedremo- sorrido spegnendo il televisore, salgo in camera mia, mi distendo sul letto, addormentandomi.


#a c e n a

Siamo di fronte al ristorante da quasi mezz’ora  e quelle due ancora non arrivano.
Inizio a stancarmi di tutto ciò. Non ci vuole molto per mettersi un vestitino sexy e truccarsi un po’.
Cavolo, casa di quella è gigante, avranno minimo venti bagni, e ci mettono tutto questo tempo?
Non capisco. Mi sto innervosendo e ciò non è positivo anzi è negativo e mio padre la pagherà.
Faccio sbattere più volte la scarpa a terra provocando il nervosismo di Jeremy, mio padre.
Alzo le mani in segno di resa, come se volessi dire “scusami tanto”.
Noto uno schianto di ragazza: magra, non molto alta, capelli lunghi e neri, occhi nocciola,
labbra rosse carnose e un nasino talmente perfetto, per  non parlare del suo viso angelico ed innocente.
Indossa  un abito rosso scuro, senza spalline, con delle scarpe sull’arancio.
Posa lo sguardo su di noi infatti in meno di due secondi si posiziona di fronte a mio padre.
-Fatemi indovinare, tu sei Justin e lei è Jeremy- sorride beffarda compiaciuta del mio sguardo.
La sua voce è talmente perfetta che vorrei ascoltarla e ascoltarla all’infinito.
Una donna, penso sia la madre perché paiono uguali, le si affianca.
-Selena, dovresti presentarti prima di piombarti da loro- la ragazza, a quanto ho capito si chiama Selena,
sbuffa alzando e abbassando le braccia –sai, la figura di merda non la vorrei fare. Sono una che va dritto al sodo e lo sai mamma-
afferma velocemente guardando la madre con aria superficiale.
-Sono Mandy, lei deve essere Jeremy Bieber, abbiamo un appuntamento- mio padre le sorride incantato.
Ecco, come avevo detto “mio padre non è uno che si incanta facilmente di una donna sconosciuta”.
-Piacere Jeremy, certo entriamo e ne discutiamo. Vi presento mio figlio, Justin- sussurra senza togliere
lo sguardo da Mandy. La donna mi sorride gentilmente. Non la voglio come madre, mi basta quella che ho.
-Lei è Selena, mia figlia- fa un cenno con la testa annoiata.
-Scusate ma siete qui per filtrare?- chiede ironica Selena
no perché se è così io me ne posso anche andare- ribatte ancora guardando i due con aria disgustata.
Scoppio a ridere e l’affianco, portando una mano sul suo fianco, per attirarla a me.
Alza lo sguardo verso di me, guardandomi quasi in cagnesco.
-Entriamo- arrossisce mio padre. Lui che arrossisce? Ma visto in vita mia. E’ divertente.
E’ buffo il fatto che si sono fatti la guerra fino ad ora  e mio padre non l’abbia mai vista in faccia.
Mandy, però, non sembra ricambiare le attenzione di mio padre, meglio così.
Entriamo dentro sedendoci , io sono di fronte a Selena e mio padre di fronte a Mandy.
Ordiamo, io e Selena,  patatine fritte con cotoletta, mentre loro due… non so, non mi ho ascoltato.
I nostri genitori parlano e Selena non fa altro che guardare lo schermo del suo cellulare quasi attendendo
un messaggio oppure una telefonata importante, da parte di una sua amica o.. dal ragazzo.
Non mi da fastidio che abbia il ragazzo, ma spero sia ancora vergine,
cavolo, la voglio sentire urlare il mio nome tante e tante volte,  davanti a quel cretino del ragazzo.
Passo la lingua sulle labbra solo al pensiero.
Voglio attirare l’attenzione su di me, ma non voglio apparire sgarbato chiamandola. Farò in un altro modo.
Avvicino il mio piede alla sua gamba e la struscio contro la sua, poggio i gomiti sul tavolo osservandola con malizia.
Alza improvvisamente lo sguardo su di me e mi tira un calcio al ginocchio: sto fermo.
-Smettila, sono fidanzata- sbuffa mettendo il cellulare dentro la borsetta rossa.
-Non mi interessa- sorrido ritirando il piede e guardo per un momento mio padre, poi Mandy e poi lei.
Non osa proferire parola. L’ho praticamente zittita con ciò e  rendo il tutto più. . . eccitante.
L’ho praticamente sottomessa ed è la cosa più bella al mondo, amo sottomettere le ragazze.
Il cameriere ci porta le nostra ordinazioni ed io inizio immediatamente a mangiare,
al contrario di lei che guarda le sue patatine con disgusto: non le piacciono molto.
-Le vuoi tu?- sento nuovamente la sua voce e ne sono sorpreso e meravigliato allo stesso tempo.
-Non sono di tuo gradimento piccola?- sussurro poggiando la mano sul tavolo avvicinandola a quella di lei.
-Le vuoi si o no?- sbotta innervosita. Rido. Ho una risata così contagiosa che le faccio spuntare un sorriso.
-Passa qua- alza il piatto, porgendomelo, e metto tutte le sue patatine dentro il mio piatto,
ma gliene lascio giusto due –queste due devi mangiarle altrimenti ti rimetto tutto nel piatto-
sorrido furbo  dandole il piatto. Sbuffa prendendo entrambe e mettendosele in bocca. Fatto ciò mi fa un faccia da “ti odio”.
Non mi curo di ciò e, abbassando il capo, continuo a mangiare velocemente terminando tutto in cinque minuti,
mentre lei, ha solamente tagliato un pezzo di cotoletta, mettendolo in bocca,
masticarlo e mandarlo giù –sei lenta amore- sorrido tagliando, anche io, la carne.
e tu un maiale amore- mi rifrega e non posso evitare di ridere, come un ebete,
non posso farci nulla, è spiritosa, attraente e sexy allo stesso tempo.



Terminato di mangiare usciamo dal ristorante.
I nostri genitori devono terminare di parlare, non hanno concluso proprio niente.
-Justin, accompagna Selena a casa nostra e non farla andare via- sussurra mio padre al mio orecchio.
Non capisco cosa vuole dire con ciò –perché?- chiedo guardandolo mentre Selena è appoggiata al muro.
-La madre vuole denunciarmi, useremo la figlia come ostaggio, comportati bene con lei- annuisco raggiungendo Selena.
Le porgo la mano quasi con dolcezza –ha detto tua madre che devo portarti da me perché,
non concluderanno in fretta. Non vuole lasciarti in casa da sola
- sparo una di quelle bugie enormi.
Annuisce semplicemente, camminando al mio fianco ma la mano non l’accetta, stronza.
-Mica devo passare la notte da te?- chiede sarcastica. Piccola, starai molto più di tempo da me.
-Penso, perché?- chiedo di rimando, accomodandomi dentro la mia auto. Sale dopo di me.
-Se è così non dormirò così Bieber- sbuffa mettendo le braccia conserte
ti presterò qualcosa io, non ho tempo di andare da te- sbuffo mettendo in moto l’auto e recandoci da me.
Non parla. Non emette alcun suono, nessun rumore.
Appena arrivati scendo dalla macchina e prima che lei può fare qualsiasi cosa vado da lei, ad aprirle la portiera e la faccio uscire –grazie-
sussurra a due centimetri dal mio viso. Le faccio un sorriso.
Entriamo dentro casa e chiudo la porta alla mie spalle.
La faccio sobbalzare, ridacchio e le faccio segno di sedersi sul divano.
Fa come le ho detto e mi avvicino al frigorifero –vuoi qualcosa?- chiedo gentilmente.
-No, grazie- sorride cordialmente guardando il pavimento,
pare imbarazzata –vogliamo vederci qualche film?- le domando attendendo una sua risposta
va bene. Quale?-  alzo e abbasso le spalle –horror?- annuisce sorridendo appena.
Sono sicuro che abbia timore dei film horror e, lo spero con tutto me stesso.
Cammino lentamente, verso il divano, e mi chino prendendo il primo film horror che trovo di fianco al televisore
quale hai scelto?- mi porge la domanda mentre il film è partito ed io sono seduto di fianco a lei.
-Non lo so, ne ho preso uno a caso tesoro- sorrido
se hai paura dimmelo che ci penso io a fartela passare- le faccio l’occhiolino, accarezzandole la guancia con delicatezza
non farmi ridere- sbuffa guardando il televisore, allontanandosi leggermente da me.
Accavalla le gambe seguendo il film, come me.
Sento, improvvisamente, una mano minuta e calda stringermi la gamba. Volto lo sguardo.
Mi avvicino a lei, stringendola  a me.
Alza lo sguardo verso di me –vieni qua- annuisce stringendosi maggiormente.
Ecco io ora mi sento in paradiso ma so, che non durerà e che presto arriverà l’inferno: papà.
  
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