Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Nicolessa    25/11/2012    0 recensioni
[«Ti conosciamo, Dean. Tutti. Io, Bobby, mia madre, Sam.. penso che anche Rufus abbia capito il tuo caratteraccio. Sapevamo che se fosse capitata una cosa come la morte di tuo fratello, tu avresti fatto un patto anche con Satana in persona per riportarlo indietro. Quindi questa novità non avrebbe dovuto farmi alterare così, no?» motivò con un intercalare di voce tormentato, come se avesse una lista infinita di motivi per non detestarlo. «Pensi che sia per il fatto che tu non abbia voluto dirmelo? Non erano affari miei. Allora perchè sono stata l'ultima a saperlo, o meglio, a scoprirlo? Non erano affari miei. Saperlo o non saperlo, ora, non cambia niente.» si fermò non potendo più dare fiducia alle sue mani e al suo auto-controllo di ferro. «Come non sarebbe cambiato nulla se fossi stata lì con te mentre partorivi quella geniale idea suicida. L'avresti fatto comunque.» scosse la testa senza aspettarsi una risposta, non ne aveva bisogno.]
Momento struggente nel quale Jo viene a conoscenza del patto di Dean e del suo ultimo anno di vita.
AVVISO: questa storia è il seguito di Dangerous Hunt e Dangerous Feelings (che potete trovare sul mio profilo).
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, Jo, Sam Winchester
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
7 Capitolo 7 - Acari grossi come gatti.




  • Era inutile discutere con Dean, sopratutto quando aveva perfettamente ragione: in quel caso fargli credere il contrario sarebbe stato impossibile e Jo era fin troppo stanca anche per provarci.
    Dopo un lungo sospiro guardò il libro scritto in francese e ruotò gli occhi al soffitto, abbandonando completamente l'idea di portarlo con sé in stanza per riprendere ciò che aveva interrotto.
    «La tua autorità ha avuto la meglio questa volta.» borbottò contrariata nonostante non potesse trattenersi dal sorridere come una stupida ragazzina «Ma non illuderti, non capiterà un'altra volta. È solo perchè sono stanca!» mise in chiaro stropicciandosi gli occhi per rimuovere le ultime immagini dei suoi incubi dagli occhi.
    «Dimmi che hai trovato qualcosa!» lo pregò sfinita dando un'occhiata rapida alla sua postazione di lavoro, vedendo accantonati in un angolo libri e libri su chissà quale argomento demoniaco o giù di lì.
    Anche se davvero non voleva salvarsi, per lo meno aveva fatto finta di provarci per amore di Sam e per il quieto vivere.
    Quando Dean scosse la testa, Jo si lasciò trasportare da un altro sospiro pesante, massaggiandosi la fronte con le sue abili e sottili dita.
    «Troveremo qualcosa, lo facciamo sempre.» disse tentando di incoraggiare più sé stessa che il vero e proprio "condannato" della situazione. 
    Anzi, per essere ancora più precisi, lui si comportava proprio come se non gli riguardasse affatto, come se fosse un lavoro per il quale non avrebbe dovuto necessariamente trovarvi una soluzione.
    «Ricorda che sono costantemente, 24 ore su 24, sveglia o semi-addormentata che sia, pronta ad accoltellarti.» bofonchiò fuori tono incrociando le braccia al petto «Per caso si vede che mi sono svegliata con la luna storta?» ironizzò capendo di esser stata fin troppo "aggressiva" e acida per aver appena aperto bocca.
    Ok, aveva avuto a che fare con degli stupidissimi incubi, forse ne era ancora spaventata, ma questo non la autorizzava di certo a prendersela con lui... anche perchè era proprio l'ultima cosa che avrebbe voluto fare.
    Molto loquacemente Dean si diresse verso le scale, lasciandola a crogiolarsi nella sua stessa autoironia.
    Eppure il suo dannatissimo sorrisetto soddisfatto si vedeva comunque.

    «Ehi!» lo chiamò come per attirare la sua attenzione, seguendolo su per le scale e regolando di conseguenza il volume della sua voce: non voleva certo svegliare tutti. Anche perchè probabilmente, Jo o no, le avrebbero piantato un proiettile dritto nel cervello.
    «Che hai tanto da ridere?» domandò a bassa voce dandogli un innocuo pugnetto sulla spalla come a fargli intendere che in quel momento, avrebbe voluto picchiarlo. «Non mollarmi in asso mentre parlo, mi fai sembrare una vecchia pazza che parla da sola!» 
    Ecco che a quella affermazione Dean rispose semplicemente annuendo con la testa e abbozzando un "già" che moriva dalla voglia di scoppiare a ridere.
    «Ah sì, eh? Quindi sarei una vecchia pazza. Bene, bene. Me ne ricorderò al momento opportuno.» gli promise sarcastica contagiata da una punta di voglia di vendetta. Diciamo pure che lo minacciò in modo strategicamente velato.
    Arrivarono in cima alla rampa e Jo si guardò attorno, perlustrando le stanze.
    Rufus giaceva sul pavimento come se fosse stato un cane, Sam dormiva beato su una branda singola e con sorpresa notò sua madre occupare insieme a Bobby il suo unico letto matrimoniale.

    Non che le facesse impressione o rabbia, nel modo più assoluto. Anzi, era contenta di sapere che sua madre si fidasse tanto di qualcuno da accettare di dormirgli accanto.
    Avrebbe tanto voluto rivederla felice, così come lo era quando Anthony tornava da una caccia e varcava la soglia della RoadHouse in stile "Steve Mcqueen" come appunto aveva precedentemente raccontato a Dean in un'altra occasione, ma sapeva quanto fosse difficile per delle persone come loro.
    Una riflessione che la costrinse a sospirare nuovamente e a distogliere lo sguardo da quella stanza in penombra.
    «Se tutti i letti sono già occupati, io prenoto il divano!» si gettò avanti alzando una mano come segno di precedenza e sorridendo al ragazzo che riusciva a vedere a malapena.
  • Quando Dean era con Jo si creava una certa armonia nell'aria.
    Esclusi i momenti in cui si scannavano, metaforicamente parlando, come quello precedente, lui adorava passare del tempo insieme a quella ragazzina ribelle.
    Che fosse per una caccia o per una birra, avrebbe dato qualsiasi cosa per conoscerla meglio ogni giorno e sempre di più.
    Purtroppo il loro lavoro richiedeva solitudine, i rapporti emotivi e tutto ciò che si accoppiava ad essi, erano un optional del quale i cacciatori non erano privilegiati.
    In parte era meglio così; in tal modo non si rischiava di ammazzare nessuno. Dean non voleva sangue sulle proprie mani, specialmente quello di Jo poi. 

    «Sai, ti preferivo addormentata.» commentò sottovoce, sperando di non svegliare nessuno. 
    Abbozzò un sorrisetto divertito verso di lei e poi cominciò a salire la lunga rampa di scale cigolante. 
    Fare silenzio in quella casa era una missione impossibile: i gradini emettevano dei leggeri CRAC abbastanza inquietanti, le lancette del pendolo al piano terra si potevano sentire addirittura dalla stanza di Bobby, le porte cigolavano come nei classici film horror.
    Sì, in effetti la casa del vecchio barbuto era paurosa se vista di notte. 

    La penombra li sovrastò non appena si ritrovarono al secondo piano.
    Rufus russava senza sosta in un angolino della stanza, per terra e messo in una strana posizione. Sam, molto probabilmente, faceva finta di dormire o almeno si sforzava nel tentativo di addormentarsi. Ellen e Bobby condividevano il letto a due piazze. 

    «Hai capito lo zio Bobby...» mormorò mordendosi il labbro inferiore in un sorriso divertito. 
    Vedere quei due nello stesso letto gli faceva una strana sensazione. Forse impressione? Insomma... immaginare Bobby insieme ad una donna era troppo, figuriamoci poi se quella donna era Ellen Harvelle. 
    «Smettila!» lo zittì Jo dandogli un leggero schiaffo sul braccio. 
    Dean ridacchiò tra sé e continuò a prendere in giro la strana scena che avevano di fronte. 
    «Dean, andiamo. Piantala!» riprese la ragazza, anche lei nascondendo un sorriso altrettanto divertito. 
    «Non trovi che siano stupendi insieme?» 
    «Hai finito? Io prendo il divano.» 
    Oh, non perdeva proprio tempo la signorina. 
    Dean aggrottò la fronte e la guardò, o almeno pensava la stesse guardando. Nel buio era difficile non confonderla con altre ombre. 
    «Oh, certo. Lasciamo Dean sul tappeto accanto al caminetto!» fece ironico camminando verso il divano. 
    In un secondo si rese conto di aver creato una scomoda situazione: Jo corse alle sue spalle e tentò disperatamente di sorpassarlo per arrivare alla destinazione per prima e quindi prendere il posto sul divano. Peccato che un secondo non bastò per mettere in chiaro il tutto. 
    «Davvero vuoi lasciarmi qui? Vuoi che dorma per terra?!»
    «Puoi sempre condividere le mattonelle con Rufus. Sareste una coppia stupenda!» 
    Poteva sentirla sulla pelle: quella era la sua vendetta. 
    Inarcò le sopracciglia e poi sorrise sghembo annuendo. 
    «D'accordo, d'accordo. Carina, davvero carina.» 
    Scosse la testa e andò in cerca del tappeto per tutta la stanza, l'unica sua via di salvezza e appoggio per dormire.
  • Sapeva che quel momento sarebbe arrivato e adesso, nella sua mente, l'esatta riproduzione di sé stessa si era messa a ridere come una inquietante antagonista di chissà quale cartone animato.
    Si sarebbe volentieri data una pacca sulla spalla se quel gesto non fosse risultato alquanto insolito.

    Se ne stava seduta sul divano a ciondolare la gamba accavallata e a sorridere come se avesse appena vinto il Golden Globe. Non che lei avesse mai voluto fare l'attrice.
    «Credimi Dean, dopo un po' ti abituerai alla sua colonia alla birra. O al Rum. O al Whisky...»
    «Andrai avanti per molto?» domandò lui arreso e fingendo di essere quasi offeso dal gesto di Jo nel lasciarlo dormire per terra.
    «Aspetta un momento.» proseguì gustandosi la vittoria, alzando l'indice come per chiedergli il permesso a proseguire, cosa che avrebbe fatto comunque. «O alla Vodka. O al Jin. O alla Grappa. O allo Scotch. Ok, credo che adesso sia abbastanza.» concluse scrollando le spalle e seguendo il percorso di Dean con gli occhi, assaporando ogni suo singolo sbuffo.
    «Che strano, ora non ho più sonno!» affermò. Lo disse come se volesse fargli un dispetto, come se avesse potuto prolungare la sue pene pre-sonno-veglia.
    «Oh, ti prego!» si lamentò giustamente lui continuando a dannarsi per quello stupido tappeto.
    «Potrai anche stringere amicizia con gli acari. Si dice in giro che abbiano uno spiccato senso di accoglienza.» infierì questa volta nascondendo un troppo palese sorriso divertito sotto la sua mano.
    Eccolo che ora ruotava gli occhi.
    «La smetti di vagare inutilmente per la stanza? Mi fai venire mal di testa!» recitò accogliendo subito dopo una più che meritata occhiataccia scocciata. «Andiamo, credi davvero che ti lascerei dormire sul pavimento?»
    «Perchè, vuoi farmi credere che non ne saresti capace?» controbatté Dean convinto delle sue stesse parole.
    «No, non dico questo, io ne sarei capace eccome. È vero, una volta mi hai ceduto il letto, che non ho nemmeno utilizzato, per prendere il divano, e tutto in modo così cavalleresco, ma... aspetta, dov'è che volevo arrivare?» si interruppe poi aggrottando la fronte per poi riprendere «Ah sì. Non sono così crudele Dean. Ho avuto la mia vendetta ma perderei tutto il gusto se dovessi sentirmi in colpa questa notte per averti fatto ingoiare acari grossi come dei gatti.» 
    «Sentirti in colpa?» ribadì lui come a voler recuperare il filo del discorso.
    «Cosa c'è, solo tu puoi farlo?» rispose lei accigliata alzandosi poi dal divano e compiendo come una specie di magia.
    Ecco che con uno scatto il divano si aprì, trasformandosi in un divano-letto.
    «Non hai nemmeno pensato di guardare. Sul serio sei un cacciatore?» lo prese in giro scuotendo la testa «Perchè amico, scusa se te lo faccio notare, fai davvero schifo ad osservare "l'ambiente che ti circonda".» concluse allargando le braccia e sedendosi nuovamente sul divano ora con l'area più estesa.
    «Ah. Se mi tocchi, la tua testa farà compagnia a quella di Cullen, chiaro?» disse altezzosa con una graziosa espressione da falsa omicida coperta dal buio.
  • Per un momento pensò seriamente che l'avrebbe lasciato dormire per terra insieme a quell'ubriacone, che Dean era sicuro non stargli molto simpatico.
    Mentalmente ringraziò Qualcuno alzando gli occhi al soffitto, poi le si avvicinò nuovamente al divano d
    iventato magicamente letto e si ricordò di quella volta che Jo si improvvisò cacciatrice seguendo un caso con i due fratelli, ovviamente pensando che Ellen fosse allo'oscuro di tutto. 
    «C'è soltanto un letto.»
    «Oh, perfetto. Allora... tu dormirai lì, Sam prenderà il divano e io mi accontenterò della sdraio.»
    Ricordava ancora la sua espressione sorpresa quando Dean pronunciò quelle parole.
    Forse non se lo aspettava.
    Dean non era galante, certo, e non era nemmeno tipo da smancerie.
    Lei era l'unica donna e non l'avrebbe mai lasciata dormire su un divano o su una branda. Come in quel caso, ovvio. 

    «Buongiorno principessa!»
    «Come hai dormito su quel fantastico letto?»
    «Non ho dormito, ho riesaminato il materiale.»
    E non le era nemmeno venuto in mente di chiamarlo e dirgli "Dean, il letto è libero!". L'aveva odiata per questo. 
    Sorrise a quel ricordo e il sorriso si trasformò in una risata vera e propria quando lo minacciò con tanta serietà. 
    «Non ti starai montando un po' troppo la testa, mh?» 
    Lei si voltò a guardarlo e inarcò le sopracciglia, era evidente che stesse trattenendo un piccolo sorrisetto. 
    Dean non era un santo, non lo era mai stato e non lo sarebbe diventato perché il suo anno stava per scadere. Però non era uno che usava le mani in momenti meno opportuni, lui preferiva osservare e toccare quando ce n'era bisogno. 
    «E poi non sono mica un maniaco!» aggiunse poco dopo assumendo una smorfia, fingendosi offeso. 
    Si sedette sul bordo del letto e sfilò via le scarpe il più silenziosamente possibile e prese posto accanto a Jo, incrociando le braccia dietro la nuca.
    Sospirò pesantemente e socchiuse gli occhi. 

    «Hai intenzione di restare lì a fissarmi per tutta la notte?» mormorò dopo un paio di secondi passati in silenzio. 
    Si sentiva stranamente osservato ed era sicuro che fosse lei a farlo. Infatti girò la testa nella sua direzione e la colse sul fatto; sorrideva e si manteneva la testa con una mano. 
    «Che c'è?» 
    Dean abbozzò un sorrisetto e si inumidì le labbra. 
    «Non ti starai montando un po' troppo la testa?» sussurrò lei dispettosa e ampliò il suo sorriso sul viso. 
    Il ragazzo abbandono la testa sul cuscino e poggiò le mani sull'addome piatto. 
    «Non vorrei che mi fraintendessi, ma tu sei davvero una stronza!» 
    Jo rise e lui con lei. 
    «Beh, grazie.» rispose ironica. 
    «Non c'è di ché..» 
    Calò improvvisamente il silenzio e i due restarono a guardarsi con l'ombra dell'ultimo sorriso a tracciargli ancora le labbra.



------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Salve gente! :D
Lo so, questo capitolo è un po' corto, me ne sono accorta anch'io. Chiedo perdono.
Stranamente oggi non ho molto da dire: la mia parlantina è andata a rifugiarsi sotto il divano-letto...
... se ci penso mi sento male *_*
Ok basta, a presto!
P.s: OVVIAMENTE grazie a tutti i lettori e tutti quei meravigliosi recensori che mi rallegrano l'esistenza <3
Vi adoro.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Nicolessa