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Autore: thankyouidols_    25/11/2012    0 recensioni
è un testo personale. parla di me e delle mie migliori amiche e di come ci vedo tra qualche anno. se volete leggere, mi fa piacere.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era domenica, unico giorno di riposo per tutte.
Rachel era in cucina che si dedicava a spazzare per terra e a spolverare un po in qua e e la e Sarah che l’aiutava a lavare e ad asciugare i piatti della cena precedente.
Alex, quasi sicuramente, era di sopra a dormire.
Georgia era spaparanzata lungo il divano che cambiava canale senza trovare qualcosa d’interessante. Cercava qualcosa di comico.
Julia, invece, era seduta sulla poltrona immersa in un libro. Aveva cambiato minimo cinque volte posizione in dieci minuti.
Vivevano tutte insieme in quella casetta scelta e accordata insieme da cinque anni.
Si trovavano a Londra, la loro città dei sogni.
Avevano fatto il grande passo dopo l’università. Per i primi anni iniziarono a cercare una casa non troppo grande e con almeno tre stanze. Non gli importava dove precisamente o se fosse mobiliata o no, l’importante era che la casa fosse a Londra.
Erano amiche fin dalle superiori e il loro sogno era sempre stato questo.
Nel corso della loro amicizia avevano avuto difficoltà, problemi e paure.
La paura più grande era quello di separarsi. Quando si è adolescente niente è sicuro, niente è concreto, tutto può cambiare.
Avevano avuto problemi con la distanza: Georgia si trasferì in un altro quartiere.
Avevano avuto problemi anche con insignificanti edifici: Sarah andava in una scuola diversa dalle altre.
Non sapevano cosa il futuro riservava per loro ma continuavano con tutti il cuore a cercare di mantenere quell’amicizia che loro ritenevano indistruttibile.
Dopo il liceo, ognuna prese la propria strada, chi andò all’università, chi s’impegno con la musica, chi con lo sport e chi con dei lavoretti.
In realtà nessuno scordò quella promessa, quei sogni, quell’amore che c’era fra di loro.
Tutte, continuarono a mettere soldi da parte per quel viaggio o per quel trasferimento.
Qualcuna di loro tornò a Londra così per una settimana, chi per un mese o chi mai.
Poi arrivò quel giorno: Alex camminava per strada con le cuffiette nelle orecchie a testa bassa, con i suoi capelli castani che si muovevano per il vento, aveva i suoi occhi azzurri immersi nei pensieri e che guardavano senza senso le sue amate scarpe. Non sapeva dove stava andando, le gambe si muovevano da sole. Era estate, Luglio, e stava andando a trovare sua madre. Passò accanto ad un’università senza rendendosene conto, l’osservò per un secondo ma poi tornò alla sua musica. Qualcosa però l’attirò di più, una ragazza. Parlava, parlava e basta, e anche veloce. Era arrabbiata. Agitava il braccio sinistro mentre teneva con l’altro il telefono vicino all’orecchio. Faceva avanti e in dietro per il grande prato e ad Alex le sembrò qualcosa di familiare. Iniziò a fissarla con gli occhi spalancati e con ancora le mani nelle tasche. Osservava quella coda con i capelli ricci e con un ciuffo che le cadeva sulla fronte, cercava di sprofondare nei suoi occhi verdi. La guardò dalla testa ai piedi. Non altissima, carnagione scura, corpo atletico e in forma. Le sembrava troppo impossibile che fosse vero.
La ragazza che si trovava dall’altra parte della strada, con la fronte corrugata per la litigata appena fatta al telefono, notò Alex.
Attaccò e iniziò a fissarla anche lei. Alex sorrise, magari sorridendo l’avrebbe riconosciuta.
Le fu ricambiato il sorriso e da li non ci furono più dubbi.
Alex le andò in contro e subito le chiese se fosse veramente Sarah. Lei, sempre con il suo sorriso strabiliante, rispose di si.
Iniziarono a parlare, si sedettero sul grande prato e istintivamente si raccontarono tutto.
Sarah chiese delle altre, ma Alex non ne sapeva più niente.
Si misero d’accordo il giorno dopo per cercarle.
Si riunirono a casa di Sarah che ancora viveva a con i genitori, anche se non c’era mai per la scuola e per i viaggi.
Alex appena mise piede in quella casa si ricordò tutto. Aveva passato dei momenti indimenticabili in quella casa.
Mentre la ragazza dagli occhi azzurri era incantata, la ragazza dagli occhi verdi aveva già preso il suo portatile e si era seduta sul divano.
‘hai ancora i loro numeri?’
Le chiese Sarah.
‘non credo, ho cambiato scheda’
Allora prese il suo di telefono e provò con gli unici numeri di cui era in possesso.
Provò prima con Rachel ma dava numero non esistente, poi provò con Julia la quale non rispose. In fine, provò con Georgia.
Ci furono parecchi squilli ma Alex e Sarah non mollarono.
Finalmente qualcuno rispose, la voce era diversa da come se la ricordavano ma se la immaginavano ancora con i suoi capelli neri, legati in una coda bassa e con gli occhiali. Ma comunque senza esitare chiesero se fosse lei.
Si, era lei.
Iniziarono a parlare e a spiegargli ogni cosa ma poi proposero di vedersi.
Il sabato della stessa settimana si riunirono sempre nella stessa casa e anche a Georgia presero a riaffiorargli i ricordi.
Georgia aveva sentito qualche mese fa Julia e il numero era lo stesso, quindi riprovarono.
E si, anche lei rispose.
Tra poco Julia non rischiava di iniziare a piangere, come il suo solito. È sempre stata la ragazza più sensibile del gruppo. Sorrisero pensando a lei con le lacrime agli occhi, che sorrideva, con i suoi capelli castano scuro raccolti in uno chignon.
All’appello, mancava solo Rachel.
Il numero non era più quello e da quanto la ragazza castana scuro sapeva, era andata a vivere da sola e anche fuori dalla loro città.
Andarono dai genitori, che abitavano ancora li, per chiedere il civico e la via.
Gli chiesero più informazioni possibili. Nel loro solito, volevano organizzarle una bella sorpresa.
Nel pomeriggio tardi del Lunedi seguente, dopo un viaggio fuori città, si fecero trovare davanti al portone del palazzo con uno striscione in mano.
Verso sera, una ragazza scese dal taxi.
Aveva ancora i suoi capelli e occhi scuri.
Si fermò di botto, alzando un sopracciglio.
Julia quasi non scoppiò a ridere, aveva sempre amato quel suo sopracciglio alzato.
‘SORPRESAA’ urlarono insieme.
Rachel guardò il cartellone in mano all’amiche e capì.
‘London, here we go!’ c’era scritto.
Si buttò letteralmente nelle loro braccia.
Scoppiarono a piangere.
Erano finalmente tutte riunite e con il proprio sogno che stava per realizzarsi.
 
‘Julia, come va con il tuo libro?’
Le chiese Sarah.
La ragazza non rispose, era troppo presa dal libro comprato lo stesso giorno.
‘JULIA!’ urlò Sarah divertita.
Saltò dallo spavento e balbettò qualcosa d’incomprensibile
‘eh? Ehm.. si.. bene. Penso che tra qualche mese lo finisco, giusto il tempo di avere ispirazione’
Julia, aveva già scritto qualche libro ed erano stati pubblicati con successo. I giornali avevano parlato di lei per il fatto che fosse italiana e mai nessuno era riuscito a scrivere un libro in inglese. Ogni sera, nella sua stanza, si dedicava a continuare questo terzo libro e presto ne avrebbe scritto un altro sulla storia della loro amicizia. Alcune notti c’era rischio anche che rimaneva sveglia fino alle quattro per finire uno stupido capitolo.
‘e tu? Famosa giornalista?’
Le chiese Rachel.
Sarah, con modo modesto si mise seduta sulla poltrona accavallando le gambe
‘bene, ovviamente’
Scoppiarono in una risata collettiva.
Georgia era presa da un programma comico e quindi non partecipò alla conversazione ma Rachel andò li a romperle le palle prendendole il telecomando e spegnendo la tv.
‘ehi!’
‘tu non dovresti esercitarti con il piano? Hai lezione oggi pomeriggio’
‘lo so, ma ce l’ho alle quattro e adesso non mi va’
Cercò di riprendersi il telecomando ma Rachel agile spostò il braccio.
‘prometti che dopo vai a suonare’
Georgia sbuffò un ‘ok’ e si riprese il telecomando.
Georgia era laureata in pianoforte e si era guadagnata un posto come insegnante in una scuola abbastanza importante e famosa.
Qualche volta, i genitori di alcune ragazze la pagavano per farle fare delle lezioni extra e private e naturalmente alla ragazza mora andava bene.
Julia, chiuse il libro all’improvviso e si alzò dalla poltrona scrocchiandosi la schiena
‘tu a che ora devi andare in palestra?’
Chiese a Rachel.
‘tra due ore’
‘e a che ora torni’
‘verso le dieci, devo pulire anche tutta la palestra’
‘ok, allora a te ti ordiniamo la pizza’
Rachel, invece, aveva a che fare con lo sport. Insegnava ginnastica artistica in un circolo sportivo della città. Aveva sempre amato quello sport e l’aveva continuato fino a diciassette anni.
Quando Georgia si alzò dal divano, Alex scese dalle scale ancora assonnata con in mano una scatola.
‘alla buon’ora!’
Le disse Georgia.
‘ho il turno di pomeriggio, non mi rompete le palle’
Alex lavorava in una pasticceria con il suo ragazzo al centro di Londra, amava cucinare e i dolci erano sempre stati il suo debole.
la ragazza appena svegliata, ci salutò con un ‘buongiorno’ e posò quella scatola sul tavolo basso tra il televisore e il divano.
‘cosa è?’ chiese Sarah.
‘l’ho trovata in soffitta’
Si sedettero sul divano e sulle due poltrone e aprirono quella scatola.
In primo piano, c’erano cinque biglietti di un concerto.
Ognuna ne preso uno.
Li osservarono e a qualcuno uscì una lacrima.
Erano i biglietti del concerto dei loro idoli.
Avevano sognato, avevano versato lacrime prima di tristezza e poi di gioia, avevano realizzato quel sogno. Avevano perso il primo, ma non avevano perso la speranza e avevano aspettato il successivo.
E poi era arrivato..
‘questi sono..’
‘si’
Sorridevano e piangevano.
Andarono avanti e presero tutti i cd che c’erano.
Erano cinque, sei e ognuno aveva un significato.
Presero il primo, lì era cominciato tutto.
La loro amicizia era cominciata quando ancora non era uscito il secondo.
Rilessero tutte le canzoni e più gli anni passavano più le loro canzoni prendevano significati più profondi.
Ricordavano ogni singola canzone e ogni singola emozione provata.
Una di loro si ricordò che tra qualche mese sarebbe uscito il loro ottavo album e non riusciva a crederci.
Continuarono e da quella piccola scatola trovarono una chiavetta USB, lì dentro c’erano due video. Il primo lo avevano dedicato a Sarah e il secondo ad Alex. E ognuno aveva un significato diverso e importante.
Trovarono un pezzo di stoffa piegato, lo aprirono e trovarono scritto ‘un tuo sorriso la nostra gioia’.
Alex era letteralmente in lacrime.
Era dedicato anche a lei quello.
Sotto questo, c’erano dei fogli piegati.
Erano tutte le lettere dedicate a Georgia.
Contenevano un significato, un messaggio e un contesto diverso perché erano scritte da tutte loro.
Ognuna aveva espresso la proprio opinione e il proprio aiuto a Georgia in un momento brutto che sicuramente stava ricordando.
Iniziò a piangere anche lei.
Sotto, c’era un cartellone, quello invece era per Julia, per il suo compleanno.
Si erano presentate sotto casa sua con quel cartellone e mentre scendeva iniziarono a cantare ‘tanti auguri a te’ facendola sentire felice, imbarazzata e confusa. dopo aver tolto il primo c'era il secondo. lì c'erano scritte frasi della canzone 'little things'. alcune frasi erano modificate, per far capire che le altre quattro pensavano veramente quello che c'era scritto.
Lei, era già in lacrime, ma aumentarono.
Nella scatola, trovarono altri regali, poster, e dei bigliettini.
Su uno di questi, c’erano segnati i loro account twitter.
‘oddio, twitter..’ disse Sarah.
‘chissà quante cazzate avremo scritto li’ Disse Alex
‘saranno le cazzate più belle mai scritte’ Continuò Julia
Julia, alzò lo sguardo e vide tutte in lacrime.
Da lì, capì che la loro amicizia anche con l’andare degli anni c’era sempre stata anche se in un angolo nascosto del loro cuore. Loro, l’avevano sempre portata con se.
Non avevano mai scordato i momenti, i pomeriggi, le sere passati insieme.
E tanto meno non avevano dimenticato quei sogni.
Avevano sempre creduto nei loro sogni, erano sempre state convinte di poterli realizzare e infatti, eccole qui insieme, in una casa a Londra.
Avevano sempre voluto una casa con cinque stanze e tre bagni  e dopo qualche anno erano riuscite a realizzare anche quello.
Non erano cambiate, erano solo cresciute ma erano sempre rimaste le stesse. Con gli stessi pensieri e desideri.
Si volevano bene, questo era ovvio.
‘sapete cosa?’
Tutte si concentrarono su Rachel.
‘non ho mai scordato cosa abbiamo passato’
‘e io non ho mai scordato i vostri sorrisi’ intervenne Georgia.
‘io i vostri occhi, tutti diversi: neri, marroni, verdi, blu, gialli’ continuò Sarah
‘io le vostre lacrime, visto che erano meno frequenti rispetto le mie’ disse Julia ridendo.
Alex aveva gli occhi pieni di lacrime e guardava in un punto della stanza
Poi ci guardò tutte negli occhi.
‘io non ho mai scordato cosa avete fatto per me, non ho mai scordato la forza che mi avete dato, la forza che avete dato a me e a Georgia. Quello non lo dimenticherò mai.’
Questa volta, iniziò a singhiozzare.
‘Ma soprattutto..’
Prese fiato.
‘non ho mai scordato il nostro abbraccio di gruppo’
Tutte s’illuminarono.
Sorrisero ricordandoselo.
‘ricordiamolo no?’
Tutte si alzarono, si misero in cerchio e si strinsero. Caddero a terra, il loro solito.
‘Alex, Alex abbassa la testa’ urlò Rachel.
E lei così fece.
Quel pomeriggio, risero e piansero, continuarono la loro vita, continuarono il loro futuro e il loro lavoro. Ma l’unica cosa che gli importò fu il presente. Si impegnarono a godersi quei momenti, quei ricordi e quelle sensazioni.
Sapevano solo che il destino era sempre stato dalla loro parte. Tutto, si era realizzato.
Ma forse solo perché ci credevano per davvero.
 
 
 
 
 
 
Dedicato a quattro persone che stanno rendendo la mia vita migliore. Questo è come ci vedo tra dieci o venti anni, quando vi pare, meglio tardi che mai no?
Vi ringrazio per tutto, per ogni singola cosa.
Grazie e grazie. Vi voglio bene.
Ps. I nostri sogni si realizzeranno.
 
 
 
Questo non c’entra niente con i one direction, è un testo personale.
Ho parlato di me e delle mie migliori amiche.
Quindi, ringrazio chi l’ha letto.
Non ho nulla da dire ahahaha.
Ciao lol
  
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