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Autore: Demsmuffin    25/11/2012    5 recensioni
“I do a fantastic plate of tacos, they are a household favourite. I cook them for Louis quite a lot, he seems to like them so I am taking that as a big compliment - he would definitely say if they weren’t good.”
(Harry on teen now)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per evitare ogni malinteso, dico senza problemi che questa storia non è stata ispirata solamente dalle parole di Harry Styles (leggere più sotto) ma anche da un commento di Deanna92 :) 

 

(credits banner to @stylessmurf love ya, grazie mille)

 Dedico questa shot ad Erika, una delle persone più belle del pianeta. L'ho scritta per te, lo sai. Ti voglio bene, amore. ♥



 
Harry sta ormai impazzendo. E’ ai fornelli da più di due ore, sta sudando, le braccia gli fanno male e ha stampato la ricetta un milione di volte. Quante volte l’aveva bruciata o bagnata a tal punto da farla diventare illeggibile? Quante volte aveva buttato l’impasto perché, assaggiandolo, si era reso conto che faceva schifo? Era anche andato al supermercato ben quattro volte, perché o la farina o l’olio o qualunque altro ingrediente gli erano finiti.
“Ti serve aiuto?” Gli aveva chiesto la commessa quando per la quarta volta lo aveva visto con in mano la farina e ingredienti vari. “Se devi cucinare, posso darti una mano.”
Lei sembrava gentile, aveva grandi occhi marroni, capelli lunghi e lisci, una frangetta storta che le ricadeva sulla fronte e non era nemmeno tanto adulta. Era carina. Ma, ormai Harry lo sapeva bene, non era proprio il suo tipo.
“No.” Harry aveva risposto, scuotendo la testa senza guardarla. “Posso farcela da solo.” E ne era davvero convinto. Anche se doveva cucinare tutto il giorno, Harry avrebbe fatto i tacos più buoni del mondo.
“Cena romantica?” Aveva allora chiesto lei, sorridendogli e passandogli la farina in una busta. Harry aveva annuito aggiungendo un “Più o meno.” e correndo ancora verso casa sotto il suo sguardo.
 
Harry sorride mentre il sudore gli bagna la fronte. Il caldo è fin troppo da sopportare per tutto quel tempo, ma a lui non importa, deve riuscire a fare quei tacos. Si asciuga il sudore, si lava le mani e impasta per la miliardesima volta. Ce la farà.
Stringe le dita nell’impasto, fa spostare anche la tovaglia e per poco non cade a terra con il tavolo. Tira un sospiro di sollievo, proprio non gli va di scendere di nuovo a compare tutto e non gli va nemmeno di farsi male. La cucina è piuttosto sporca di (nemmeno Harry lo sa)  vario cibo. Ma non importa, avrebbe pulito dopo. Guarda l’orologio nervoso. Ha solo due ore. Deve farcela, deve cucinare quei tacos.
Aggiunge l’altra farina, il sale, il pepe e l’olio d’oliva. Comincia ad impastare e, come la sua ricetta dice, aggiunge l’acqua poco a poco.
Harry proprio non capisce perché non può aggiungere l’acqua tutta in una volta. Perché deve metterla poco per volta? Sbuffa, scocciato. Non capisce proprio queste ricette. Secondo lui alcuni passaggi sono una perdita di tempo. Quando finisce di impastare, sorride. Nella ricetta c’è scritto che deve venire cremoso, proprio come è venuto a lui.  
E per la prima volta dopo ore, è soddisfatto. Preparerà i tacos migliori dell’universo, ne è convinto. Fiero di aver creato un impasto decente, riscalda la padella. Fa tutto quello che c’è scritto, la unge con la carta, si morde il labbro inferiore e mette un cucchiaio dell’impasto nella padella. Segue le istruzioni passo per passo, adesso con molta più attenzione e cura di prima. E’ davvero convinto che può farcela, non deve deluderlo. Harry gli ha promesso dei tacos, e lui avrà dei tacos. Non ordinati, non comprati al supermercato, ma fatti con le sue mani. Saranno ancora più buoni.
Si morde ancora il labbro, più forte stavolta. Adesso la parte che non gli riesce mai, deve girare l’impasto. E suda anche solo a pensare di doverlo fare, trema con le mani, gli è sempre caduto tutto qui, non è mai riuscito a farlo senza che tutto andasse a terra.
Così prende un profondo respiro, perché può e ce la deve fare, e con una spatola prende l’impasto.
La prima volta sta per rovesciare la padella a terra, la seconda sta per creare un macello perché quasi tutto per poco non gli schizza fuori e la terza volta.. la terza volta semplicemente ci riesce. Riesce a girare tutto senza fare spostare mezzo mondo.
Harry sta ancora sudando, ma è fiero di se stesso, di nuovo. Sta riuscendo a dare una forma decente a quell’impasto insensato. Quasi non riesce a crederci che adesso il primo tacos sta riposando e sta prendendo la forma che Harry vuole che prenda. Non riesce a credere quando riesce a fare altri due, sei, dieci tacos.
Stanno tutti riposando accanto alla padella, ormai spenta. Stanno prendendo forma.
Ma non ha ancora finito. Gli serve il condimento, adesso.
Louis lo amerà. Glielo sta facendo proprio come vuole lui. Carne e spezie piccanti.
Harry è riuscito a fare i tacos, e spera proprio che abbiano un sapore decente, quindi adesso può anche riuscire a cucinare della semplice carne.
Sospira e comincia a tagliare gli ingredienti, a cucinarli meglio che può, continua a sudare perché il calore del gas lo sta uccidendo e cerca di essere più veloce che può, perché manca solo un’ora e almeno per mezz’ora deve farli cucinare in forno ed è convinto che non ce la farà mai. Ma no, cosa diamine pensa? Certo che può farli. Deve farli.
Cerca di mettere in maniera più decorosa possibile il condimento dentro i tacos. Un bel po’ di cose gli cadono sul pavimento. Ormai ha le guancie arrossate, le mani indolenzite, le gambe deboli, ma non riesce a mollare tutto. Non può deludere Louis, proprio non può.
Ma perché non aveva accettato l’aiuto di sua madre? Tutto gli sarebbe venuto più semplice e magari anche più buono. Se solo smettesse di essere così orgoglioso.
Ma no, cosa diamine pensa? Harry deve farli da solo. E’ una cosa tra lui e Louis, non può mettere in mezzo nemmeno sua madre. Avrebbe perso il significato che lui vuole dargli.
E mentre pensa queste cose, quasi piangere per la gioia. Ha finito.
Certo, tutta la cucina è un macello, non c’è una cosa a posto e Louis arriva tra venti minuti, ma ha finito.
Guarda i suoi tacos, e poi li confronta con quelli della foto. Storce il naso.
I suoi in confronto sono orrendi. Forse poteva fare di meglio, se ci metteva più impegno. Scuote la testa e mette in forno quello che è riuscito a fare. Ha dato tutto se stesso, Louis lo avrebbe apprezzato.
Harry si siede un attimo sulla sedia e si guarda attorno. Ma non riesce a rilassarsi neanche un secondo, è disperato, i suoi occhi si spalancano, perché la voce di Louis ha percorso ogni centimetro della casa.
“Haz? Sono tornato prima!” Louis è così felice, non ha idea che in realtà la cucina è un totale disastro e così apre la porta, semplicemente perché vede la luce accesa.
E quando vede il suo ragazzo seduto su una sedia, le guancie arrossate, la fronte sporca di farina, le mani sporche di qualcosa che non riesce a definire, quando lo vede con i capelli che gli cadono lungo la fronte sudata, quando Harry balza in aria, Louis semplicemente sorride.
Non ha idea di cosa ha fatto, e non gli interessa nemmeno saperlo, Louis sorride e basta.
“Per forza oggi dovevi arrivare prima? Sei sempre in ritardo, ma insomma.” Sbuffa Harry, ovviamente seccato. Abbassa gli occhi, imbarazzato. Avrebbe voluto pulire tutto, prima che lui tornasse. E sapeva che non ce l’avrebbe fatta, ma ci aveva sperato.
Louis semplicemente ride, il suo ragazzo è la persona più tenera del mondo. Ne è sempre più convinto.
“Che hai fatto per ridurre tutto in questo stato?” Louis si avvicina a lui, ma ha paura di scivolare sui pezzi di cibo, perciò si ferma, guardando le mani di Harry che si torturano.
“Volevo cucinarti qualcosa..” Sospira, in ansia. Il cuore gli sta martellando sul petto. “Non volevo che vedessi tutto questo macello.” E’ deluso, è davvero deluso da se stesso per non essere riuscito a fare tutto.
“Hey, non devi..” Inizia Louis, non capendo perché Harry ha questa reazione. “Hai fatto i tacos?” Non è quello che voleva dire all’inizio, ma gli esce senza volerlo. Ha visto la ricetta sul tavolo, e sta semplicemente uscendo fuori di testa.
E’ l’ultima cosa che si aspettava.
Non aveva mica pensato, quando quella mattina era uscito, di trovare una volta dentro casa, il suo ragazzo affaticato perché aveva cercato di preparare uno dei suoi piatti preferiti. I suoi occhi prendono a brillare ed Harry è improvvisamente felice.
E’ quello che voleva, voleva solo renderlo felice. Voleva che lui sorridesse, che si illuminasse per qualcosa che lui aveva fatto, da solo. Era stanco di vederlo sorridere solo per gli altri, voleva renderlo fiero, per una volta.
Harry annuisce e basta. Semplicemente non riesce a parlare. Non ha parole per descrivere come il viso di Louis sia circondato da una luce radiosa. Non ha fiato. Louis lo ha preso tutto.
“Non sapevo fossi capace di farli.” Dice Louis, avvicinandosi ad Harry perché stavolta non ha paura di scivolare. Circonda con le braccia i fianchi di Harry, sorridendo tanto che le sue guancie cominciano a fare male.
“Non so sono capace..” Il ragazzo più giovane si morde le labbra, ancora. “Ci ho provato, ma.. Non so se sono buoni e.. Insomma.. Li ho fatti parecchie volte, ma nessuno mi convinceva e.. questi.. sembravano i più decenti e.. Scusa se non sono buoni, ma io..”
Louis ama guardare l suo ragazzo mentre arrossisce, mentre basica tra le parole. Non perché ama vederlo nervoso, ma perché è adorabile. La sua voce si abbassa di qualche tono quando non sa cosa dire e per le persone che lo ascoltano è una tortura cercare di sentire cosa sta dicendo. La voce di Harry è rauca e bassa per natura, e figuriamoci quando balbetta. Ma Louis lo ama anche quando non riesce a sentirlo.
“Sh” Lo interrompe baciandolo. Le sue labbra sono ruvide e Louis sa che Harry le avrà morse fin troppe volte durante il pomeriggio, quel bacio e umido, perché Harry è sudato, è carico di tensione, perché Harry è nervoso, ma è comunque uno dei migliori baci che Louis abbia mai dato. E non sa nemmeno perché.
“Andiamo, perché non vai a farti una doccia? Ci penso io a sistemare, sarai esausto.” Gli propone Louis, con il tono più tenero che abbia mai avuto.
Ed Harry annuisce e basta, sale per farsi la doccia, mentre Louis comincia a sistemare quel casino.
Sono in due stanze diverse, stanno facendo cose diverse.
Ma entrambi pensano a quanto amano l’altro, pensano a come riescono ad essere felici, pensano a come sarebbe bello poter passare tutti i giorni così. Semplicemente amando l’altro senza ostacoli, senza paura, senza dover nascondersi.
Pensano a quanto sono fortunati ad aver trovato una persona così splendida, così perfetta sotto ogni punto di vista, sotto ogni luce, sotto ogni aspetto, dentro e fuori.
Pensano che l’altro sia un angelo sceso in terra, un regalo fatto per un qualche modo.
Anche se Harry ha tutte le ossa indolenzite, ha la farina sotto le unghia, anche se sta mezz’ora a lavarsi, talmente è sporco, è felice.
Anche se Louis sta pulendo da mezz’ora, per il casino che il suo ragazzo ha combinato, anche se odia pulire ed è stanco, perché anche la sua giornata è stata impegnativa, è felice.
E quando Harry è pronto e apre la porta della cucina, non crede ai suoi occhi.
I suoi tacos sono sui piatti, il tavolo è apparecchiato (sopra ci sono anche due candele e la luce è spenta) e ogni angolo splende. Louis sta sciacquando una pezza sul lavandino, sta canticchiando ed Harry non riesce a capire come abbia fatto a pulire così in fretta e così bene.
“Eccoti.” Esclama Louis, asciugandosi le mani.  “Allora, mangiamo?”
Harry si siede accanto a lui, ancora nervoso. Spera solo che a Louis piacciano. Ha faticato così tanto per renderli decenti. Spara di non aver rovinato tutto.
Quando Louis prende in mano il suo tacos e lo morde, Harry non riesce a non fissarlo. Vuole sapere se ha fatto bene, vuole sapere se deve rifarli ancora o vanno bene così. Il cuore gli martella in petto.
Louis, mentre mastica, si rende conto che in realtà, i tacos non sono croccanti al punto giusto, la carne forse è anche un po’ cruda, forse ha messo troppo olio, troppa farina. Non sono di certo i migliori tacos che abbia mai mangiato. E adesso che li guarda meglio, non sono neanche dorati come dovrebbero.
Ma manda giù. Inghiotte e poi sorride.
“Sono i migliori tacos del mondo.” Mente, guardando le guancie rosse del suo ragazzo.
“Davvero? Non fanno schifo?” Dice Harry con un filo di voce, pieno di speranza.
Louis non riesce a dirglielo, proprio no. E’ più forte di lui, non riesce ad essere sincero. Ma Harry ci ha messo così tanto impegno e Louis lo sa. E quei tacos potranno non essere i migliori del mondo, anzi, di certo non lo sono, ma Louis non ha mai mangiato qualcosa che sapesse così tanto di amore. E quei tacos gli piacciono, hanno troppo olio, sono quasi crudi, ma gli piacciono.
“Sono buonissimi, Harry.” Ripete Louis, mangiando ancora.
Harry nemmeno mangia i suoi, li da a Louis. Non li assaggia nemmeno, ma Louis insiste, vuole che lui li mangi. Harry protesta. Non ha intenzione di mangiarli. Se Louis dice che sono buoni, lui gli crede.
“Li ho fatti per te, non per me, sono tuoi.” E allora Louis mangia e basta. Ne mangia addirittura sei, e gli altri li lascia per domani. Vuole mangiarli di nuovo e glielo dice.
Louis dice ad Harry, lo implora, quasi, se può rifarli, un giorno di questi. Gli ripete che sono i più buoni dell’universo ed Harry quasi si scioglie come la cera delle candele.
Louis non può essere più felice di così e gli dice anche quello, con un dolce, lungo, rilassato, bacio. 





Styles wife's corner 

Dico solo che mi ha ispirato Harry Styles (leggere anche sopra il banner, per favore) con questa frase:

“I do a fantastic plate of tacos, they are a household favourite. I cook them for Louis quite a lot, he seems to like them so I am taking that as a big compliment - he would definitely say if they weren’t good.”
(Harry on teen now)

E be, non aggiungo altro, ha detto tutto lui L'ho scritta, al solito, con il cuore, perciò, se dovete criticare, fatelo in modo costruttivo, thank you. 
Peace, love and Larry Stylinson, Sarah. ♥


 

   
 
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