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Autore: youmovemekurt    25/11/2012    4 recensioni
E Liam sorrise, sorrise perché sapeva di aver fatto un errore tremendo ad aver dubitato della fragilità di Zayn.
Sorrise perché nonostante lui non era lì quando tutto quello successe Zayn si stava prendendo colpe inutili.
Sorrise perché l'amava.
-Ora dormi, amore, ora dormi. Domani mattina sarò qui, sarò sempre qui-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehi Sarah questa è per te.
Grazie di tutto, ti adoro.

Pieces of life left on the floor.


Ennesimo tweet che si ritrovava a leggere mentre gli occhi dorati iniziavano a luccicare per la tristezza. Glielo aveva detto Liam di non leggerli più, ma è talmente masochista, è talmente testardo da non ascoltare nessuno.
E così Zayn si ritrova di nuovo lì sul divano, le gambe magre strette al petto, i capelli afflosciati sul volto e il solito cellulare bianco in mano, sempre fisso sullo stessa pagina, sempre fisso su quel tweet che lo sta struggendo da giorni.
'Non meriti di stare nella band, tornatene in Pakistan e fai un favore a tutti'
'Non sai cantare, ritirati'

E Zayn non era il ragazzo che si vedeva nelle interviste. Zayn era quello fragile, quello che si faceva male più degli altri, quello più sensibile.
E il cuore martellava nel petto, le lacrime iniziavano a rigare le sue guance ambrate e le unghie si conficcavano nella cover trasparente che ricopriva il telefono.
Lo scaraventò direttamente contro il muro, stanco di tutto e di tutti. Cosa aveva fatto di male? Perché non meritava di stare nella band? Stava solamente vivendo il suo sogno. E col dolore nel petto si diresse in bagno, sapeva cosa sarebbe successo, sapeva che non avrebbe dovuto. -Zayn non rifarlo, non rifare cazzate- gli aveva ripetuto Liam quella mattina mentre gli toglieva il palmare dalle mani e gli laciava un timido bacio sulle labbra leccandogli il labbro inferiore.
Ma si sa, Zayn è testardo, potrebbe sbattere la testa contro il muro ma si romperebbe. E così lo rifà, si rifà del male.

Sta davanti allo specchio ora, il cuore che martella più che mai, la delusione che scorre nelle vene, gli occhi che diventano pian piano inespressivi, le labbra che si piegano in un flebile sorriso, la mente che continua a ripetere frasi sconnesse su quanto lui sia sbagliato, su quanto non meriti di stare nella band, di quanto sia stupido vivere.
E così, con la solita mano tremante, come ogni volta, si decide ad aprire quel cassetto. Il terzo precisamente, lo scruta attentamente accertandosi che Liam non avesse toccato nulla. Schiuma da barba, rasoi, gel, e infine, sul fondo di quel piccolo rettangolo di legno si trovava la sua più cara migliore amica, lametta, l'unico oggetto che dava una conferma ai suoi stupidi e inutili pensieri.
Se la rigirava tra le mani, ne accarezzava il contorno con l'indice.
E poi fece lo stesso procedimento, senza chiudere la porta a chiave (nel caso in cui Liam avesse voluto salvarlo, non si sa mai), si sedette per terra vicino al gabinetto, abbassò la tavoletta nera e ci poggiò sopra la testa, si passò una mano nei capelli e un flebile ricordo si instaurò nella sua mente.

-Ehi guardate chi c'è, il pakistano- aveva ripetuto per l'ennesima volta Mark, un bambino della sua stessa scuola, mentre Zayn faceva il suo ingresso con il solito zainetto di spiderman. Occhiali fissi sulla fronte, ciuffo che gli copriva mezza faccia e la solita vergogna di essere diverso dagli altri bambini. Perché era nato pakistano? continuava a ripetersi.
Doveva subire ogni giorno commenti, doveva essere deriso, addirittura picchiato fuori da scuola. E perché? Perché lui era diverso, era sbagliato.


E Zayn allungò il braccio mentre ricordava.
E subito dopo guardò la lametta, ne scrutò ogni minimo particolare e ossrvò -compiaciuto- che su di essa era presente una piccola venatura rossastra incisa nel metallo, sangue, il suo, quello dell'ultima volta.
Scosse la testa mentre scacciava via quel ricordo. La girò dalla parte tagliente e se la posizionò sul polso, proprio vicino alle altre cicatrici.
E cercava, di nuovo, dei buoni motivi per farlo.

-Ehi pakistano lascia stare la mia ragazza, non vuole mezze seghe come te- aveva urlato un ragazzo mentre gli sferrava l'ennesimo pugno sullo stomaco facendolo cadere a terra tremante. Il sangue che usciva dal naso, dalle labbra, dalle braccia.


E affondò la lametta nella carne mentre soffocava un grido di dolore.
Mentre una lacrima amara gli rigava la guancia, di nuovo. E lui non era abbastanza, di nuovo. Mosse la lametta velocemente orizzontalmente mentre il sangue iniziava a fuoriuscire dalla ferita, mentre quel liquido rossastro stava eliminando lentamente tutti i dolori. Tutte le situazioni di merda che aveva passato.
E il cuore cessava lentamente di battere, il respiro diminuiva.
E forse era davvero quello il momento di smettere.

-Zayn, papà e io abbiamo deciso di prenderci una pausa- aveva detto sua madre mentre lo prendeva per un braccio e lo abbracciava. Suo padre comparve dal salotto di casa, arrabbiato e ubriaco come non mai. -Zayn che cazzo fai, abbracci? I veri uomini non abbracciano nessuno- aveva grugnito mentre lo spintonava contro il muro facendogli sbattere la testa.
-Cos'è, hai deciso di lasciare la lametta ora?- gli aveva detto poi con aria strafottente mentre l'odore acre dell'alcol gli penetrava nel cervello, facendogli storcere il naso. -Torna a tagliarti Zayn, sai fare solo quello- aveva pronunciato poi lanciandogli un pacchetto di sigarette mentre usciva sbattendo fortemente la porta di casa.


E non era abbastanza, di nuovo.
Era stato la causa della separazione dei suoi, continuava a ripetersi.
E quindi riaffondava la lametta nel piccolo spazietto libero sopra all'ultima e fresca cicatrice.
E allora tagliava, tagliava via anche quella delusione mentre il sangue continuava a fuoriuscire come non mai da quel suo braccio fin troppo gracile.
E le lacrime scendevano, di nuovo.
E continuava a dirsi che non era forte, non lo era mai stato.
E desiderava con tutto sè stesso che le fan se ne accorgessero.
Voleva davvero che si accorgessero di quel falso sorriso, lo voleva davvero. Voleva essere aiutato, tutto qui.

Erano fuori casa di Zayn, lui e Liam.
Lui si era avvicinato cautamente mentre prendeva tra le mani il ciuffo di Zayn, accarezzando quelle ciocche dorate come il grano.
Sorrideva. Ed erano davvero felici.
Poi Liam lo fece, lo baciò. unì le sue labbra con quelle del pakistano in un bacio dolcissimo come soltanto lui sapeva fare. Gli morse il labbro superiore e gli accarezzò il collo.
Era tutto perfetto.
Era.
-Zayn, che cazzo fai?- aveva tuonato suo padre mentre i due giovani si staccavano. -Non dirmi che.. no, oddio Zayn mi fai schifo, sei il disonore della famiglia? Come ti possono piacere i ragazzi? Mi fai schifo- gli aveva urlato di nuovo. Facendolo cadere per l'ennesima volta nel baratro dell'oscurità.

Era la vergogna della famiglia solo perché amava un ragazzo.
Era la vergogna di Liam perché si stava facendo del male.
Non meritava di stare in quella band, si ripeteva, non meritava nessuno.
E mentre stava per riaffondare la lametta, verticalmente questa volta, per l'ultimissima volta così da porre fine a tutte. Ai battiti del suo cuore. Al suo respiro affannato. Alle sue delusioni. Ai sorrisi che rivolgeva a Liam.
Liam.
Il ragazzo che amava, il suo sorriso gli apparve velocemente nella mente. Quella voglia sul collo che amava baciare ogni volta che facevano l'amore sarebbe stata sicuramente ciò che gli sarebbe mancato più di tutto.
Ma andava bene così. Avrebbe messo fine a se stesso con l'immagine del ragazzo che amava, andava bene così.
E quando lo stava per fare, quando stava per farsi quel taglio verticale la porta si aprì.
-Zayn, no, non di nuovo!- aveva urlato Liam togliendogli la lametta dalle mani, buttandola sul fondo della vasca.
Gli aveva preso il volto tra le mani, il viso stava diventando pallido e gli occhi vitrei, inespressivi.
Quello non era Zayn, non era il solito Zayn che gli faceva andare in tilt il cervello.
Quello era lo Zayn che doveva aiutare, era lo stesso pakistano che gli aveva rubato il cuore sin da x-factor. E se aiutarlo avrebbe significato perdere tutto : amici, familiari, band.
Allora l'avrebbe fatto.
L'avrebbe fatto per il loro amore.
L'avrebbe fatto per Zayn.

E allora, per l'ennesima volta, gli fasciò il polso, lo baciò sulle labbra, lo prese in braccio e lo mise sotto le coperte per poi stendersi al suo fianco e accarezzargli i capelli.
-Scusa Liam, scusa- gli aveva detto Zayn mentre stringeva il suo petto.
E Liam sorrise, sorrise perché sapeva di aver fatto un errore tremendo ad aver dubitato della fragilità di Zayn.
Sorrise perché nonostante lui non era lì quando tutto quello successe Zayn si stava prendendo colpe inutili.
Sorrise perché l'amava.
-Ora dormi, amore, ora dormi. Domani mattina sarò qui, sarò sempre qui- aveva deciso di dirgli allora mentre gli lasciava un bacio carico d'amore sulle labbra.
E ci sarebbe sempre stato davvero.
Fino a quando Zayn avrebbe smesso.
E così accadde.
  
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