C’è chi m’invidia, credendomi libero.
Anch’io lo penserei, se non fossi me.
Mi osserverei svolazzare nel cielo nero come la pece, quel firmamento trapuntato da un milione di piccole, fetenti stelline, e direi: “Per la miseria! Beato quel Dark! Lui si che è libero… oltre che splendido, sensuale, intrigante, carismatico, modesto…”
Ed ambirei a possedere quelle grandi, oscure ali, aspirerei la carezza del vento sul mio volto, anelerei di osservare da quell’altezza l’immensa città sotto di me.
Ma sbaglierei, nell’invidiarmi.
Perché non è davvero libero, chi possiede un cuore capace di amare… e non ha un corpo per farlo.