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Autore: OneLife    26/11/2012    5 recensioni
E' possibile, a soli diciassette anni, sperare di morire?
Voler non essere mai nata?
Credere che la vita sia inutile?
Assolutamente sì.
Era quello che stava capitando a me.
Iniziò tutto da una telefonata... e da uno sguardo...
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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His first call.


 

E' possibile, a soli diciassette anni, sperare di morire?

Voler non essere mai nata?

Credere che la vita sia inutile?

Assolutamente sì.

Era quello che stava capitando a me.

Iniziò tutto da una telefonata... e da uno sguardo...

 

Composi il numero della pizzeria, avevo troppa fame.

'Pronto?'

'Pizzeria da Gino?'

'Hem... no...'

'Oh... ho sbagliato?'

'Già...'

'Scusi tanto!'

'Niente...'

Riagganciai. Che figura di merda.

Ricomposi il numero

'Pronto?'

'Pizzeria da Gino?'

'Ancora? No!'

'Ancora? Scusi'

'Mi sa che ti hanno dato un numero sbagliato...'

Capitan ovvio. 'Già... Ma sbagliando si impara...'

Il ragazzo dall'altra parte del telefono rise leggermente, aveva una bella risata, e anche una bella voce, un po' profonda e roca. Una di quelle voci che non ti stancheresti mai di ascoltare...

'Già che ci siamo... come ti chiami?'

Oddio ma a chi ho telefonato? Stalker. 'Perché vuoi sapere il mio nome?'

Rise leggermente, ancora... ma che aveva tanto da ridere?

'Per fare due chiacchiere, tutto qua... Non sono uno stalker, se è questo che stai pensando'

Come ha fatto?

Ma bho, mi piaceva la voce di quel ragazzo

'Che pizza devi prendere?' Continuò lui

'Mi hai detto di non essere il pizzaiolo...'

'Infatti non lo sono... ma mi piace la pizza... e sono curioso!' Rise, così feci anch'io

'Alle patatine!'

'Mi piace un sacco!'

'A chi non piace, dai!' Sorrisi

'Senti misterioso ragazzo a cui piace la pizza, io devo andare...'

'Non mi hai ancora detto il tuo nome...'

'Cathy... il tuo?'

'Harry'

Bel nome...

'Ti richiamo! Ciao!'

Riagganciò. Hai capito sto Harry...

Mah...

 

Quella è stata la prima telefonata con Harry...

 

La mattina dopo, mentre studiavo, mi arrivò una telefonata. Sempre lui.

Rimanemmo al telefono per un po', mi piaceva parlare con quel ragazzo, era dolce e simpatico.

Ci stavamo conoscendo meglio.

La sera avrebbe dovuto chiamarmi mentre andava a lavorare, bene!

Il pomeriggio accompagnai mia madre al centro commerciale.

Mentre lei si consultava con il commesso per avere un'opinione su che coperte comprare, io andai a fare un giro per conto mio.

Dopo essere stata al negozio di cd, andai in bagno. Mi misi davanti allo specchio e mi allisciai i capelli con una mano.

Il mio cellulare vibrò, risposi alla chiamata, era Harry. Stava andando a lavoro e voleva un po' di compagnia.

Non passò neanche un minuto e la porta del bagno si spalancò. Sentii delle risate.

Entrarono le cheerleaders della mia scuola.

Coloro che mi avevano fatta diventare una bullizzata.

Sì. Ero vittima di bullismo. Da loro.

'Oh! Ma guardate chi abbiamo qui, ragazze...' Parlò il “capo”

Le guardavo. Un'espressione di paura negli occhi.

Abbassai il braccio dove avevo il cellulare. Tenevo le braccia lungo i fianchi e cercavo di non avere nessun contatto visivo.

Ridacchiavano fra di loro. Angie, il capo, si avvicinò a me

'Stranamente sei da sola... Poverina... Sempre sola...'

Mi girava intorno, le altre ragazze ridacchiavano

'Io mi chiedo solo una cosa...'

Si mise davanti a me.

Mi spinse con forza, mandandomi con la schiena contro il muro. Il cellulare mi scivolò dalle mani e cadde a terra.

Gemetti leggermente

Avevo il volto basso

Si avvicinò di nuovo a me, mi prese per i capelli e mi portò la testa indietro.

Gemetti ancora, a denti stretti.

'Perché sei ancora viva?' Lo disse a denti stretti, mentre mi stringeva e tirava i capelli

Una lacrima mi scivolò lungo la guancia

'Guardate, piange!' Risero

Mi prese il viso

'Ci vediamo a scuola' Un ghigno si fece largo nel suo viso.

Mi spinse di nuovo indietro facendomi sbattere la testa, e uscii dal bagno insieme alle amichette, ridendo.

Mi accasciai a terra, mi portai le ginocchia al petto, ci poggiai sopra la fronte e mi presi la testa con le mani.

Qualche lacrima mi sfiorò la guancia, ma le asciugai velocemente

Vidi il cellulare affianco a me e sentii da esso la voce di Harry, che continuava a chiamarmi

Lo presi in mano e lo portai vicino all'orecchio

'Sono qui...'

'Chi era? Che ti ha fatto?'

'Niente Harry, tranquillo...'

'Niente un cazzo. Ho sentito'

'Allora se hai sentito cosa ti devo dire ancora?'

'Perché sei vittima di bullismo?'

'Non penso esista una risposta...'

Un'altra lacrima

'Dove sei?'

'Nel bagno del centro commerciale...'

'Arrivo.'

'NO! Devi andare a lavoro... non preoccuparti per me...'

'Io mi preoccupo invece!'

'Grazie...'

'Posso venire?'

'No, vai a lavoro.'

'Se hai bisogno, non esitare a chiamarmi.'

'Va bene...'

Mi alzai da terra, mi sciacquai la faccia e mandai un messaggio a mia madre

'Torno a casa con degli amici :)'

Lei e mio padre sarebbero andati a cena fuori.

Andai alla fermata del pullman e dopo una mezz'oretta ero arrivata a casa

Mi chiusi in camera, e mi massaggiai la testa,faceva ancora male

Presi il cellulare e aprii la mia pagina di facebook.

Ovviamente i commenti negativi non tardarono ad arrivare...

Ecco perché non entravo mai. Sapevo quello che la gente diceva su di me, e no, non era piacevole.

Dopo l'ennesimo commento negativo lasciai il cellulare, mi appoggiai al muro e iniziai a piangere.

Ormai facevo solo quello...

Ah no.. non solo quello...

Corsi in bagno, aprii lo scaffale dei medicinali.

Iniziai a cercare, ed eccola. Lei. L'unica che c'era sempre.

Sì, la lametta.

Mi sedetti a terra, con la schiena al muro, mi alzai la manica sinistra e trascinai la lametta sopra il polso, per quattro o cinque volte...

Era la routine ormai.

 

A scuola, il giorno dopo, notai un ragazzo nuovo.

Era nella squadra di basket.

Entrarono tutti insieme nel corridoio, e mentre avanzavano, lui, quello nuovo, mi guardò negli occhi.

Sentii un'improvvisa vampata di calore.

 

Il primo sguardo.

 

Questa scena si ripetè tutti i giorni, anche a pranzo, mentre stavo seduta la mio tavolo a mangiare, lui, dall'altra parte della sala mi fissava.

Questo continuò per un mese.

Così come continuarono le visite in bagno delle cheerleaders, come continuai a piangere e a farmi del male.

Harry ormai era il mio rifugio. Quelle ore in cui stavo a parlare con lui erano le più felici.

Però non gli dissi niente di tutto questo, gli dissi solo di quel nuovo giocatore della squadra di basket.

 

Un giorno il capitano della squadra di basket organizzò una festa.

Mi obbligarono ad andare. Non avevo nessuna voglia.

Misi un vestitino blu, con un coprispalle a maniche lunghe, e dei bracciali, tanti bracciali. Dovevo coprire i tagli in qualche modo, no?

Fatto sta che iniziai a ballare, bevvi, ballai, bevvi ancora.

Verso la fine della serata mi sentii toccare la spalla, mi girai. Era quello nuovo. Sorrise.

Che bel sorriso...

'Ciao, io sono Drake' Mi porse la mano, la strinsi

'Cathy' Sorrisi anch'io

'Ti va di ballare?'

Annuii e andammo in pista. Ballamo per un bel po'.

Era simpatico. Molto.

Dopo un po' mi portò in un angolo

'E' da un po' che ti osservo, sai?'

Deglutii

'Mi piaci....'

Il mio cuore batteva a mille.

Mise una mano sotto il mio volto e mi baciò. Continuammo a baciarci, io continuavo a sorridere.

Dovetti andare via. Tornai a casa, stranamente felice, mi misi a letto.

La mattina dopo mi feci una bella doccia, e chiamai Harry.

Gli raccontai della sera precedente, e del bacio.

'Non ho un buon presentimento...' mi disse lui

'Come mai?'

'Bho... Vabbè, sarà una cosa mia...'

 

Quel bacio cambiò tutto.

 

Tornammo a scuola. Era stata indetta un'assemblea, così dovevamo andare in aula magna.

Persi l'autobus, che bello.

Arrivai in ritardo ovviamente.

Entrai in aula magna, Drake era al centro, col microfono in mano

Appena entrai si girarono tutti, e iniziarono a ridere, puntandomi il dito contro

Cosa stava succedendo?

'Davvero pensavi che uno come me, potesse provare qualcosa per una come te?'

Era Drake, si stava rivolgendo a me

'Andiamo, guardati. Poi guarda me!' Sorrise. Un sorriso falsissimo.

Guardai i miei compagni di scuola, stavano guardando verso Drake, mi voltai di nuovo.

Il maxi-schermo era acceso.

Mi sentii morire.

Un video.

Della sera della festa.

Io e lui che ci baciavamo.

'Povera illusa! Non meriti uno come me!'

Continuava a parlare al microfono.

Le risate in sottofondo, tutti quegli sguardi...

'Anzi... non meriti nessuno. Non meriti niente. Sinceramente non capisco neanche perché qualcuno ti abbia fatto credere di meritare la vita...'

Iniziò a ridere amaramente.

Le lacrime iniziarono a scendere sul mio volto. Guardai lui, poi i ragazzi.

Uscii di corsa da scuola.

Iniziai a correre per strada.

Piangevo. Urlavo. Correvo.

 

Arrivai a casa. Buttai la borsa in un angolo e corsi in bagno.

Mi guardai allo specchio.

Avevano ragione. Avevano fottutamente ragione.

Perché mi avevano dato quella vita?

Sarebbe stato meglio non fossi nata. Tutto sarebbe stato migliore.

Iniziai a girare per la stanza, aprii la porta di scatto ed entrai in camera mia.

Diedi un pugno al muro.

Dolore. Ma non m'importava. Volevo sentire dolore.

Aprii la finestra ed uscii sul balcone.

Guardai giù.

Volevo farlo.

Dovevo farlo.

Non ci riuscii.

Una fifona.

Rientrai in casa.

Volevo morire.

Presi la mia amata lametta. La strinsi in mano, forte.

Iniziai a vedere qualche goccia si sangue sul palmo della mano.

Corsi in bagno, chiusi la porta e mi accasciai a terra.

Sollevai la manica, lasciando scoperto il polso sinistro.

Guardai in alto, continuando a piangere.

Posizionai la lametta sul polso.

Premetti e trascinai.

Urlavo.

Volevo morire.

Mi guardai allo specchio.

Devo andare più a fondo.

Poggiai di nuovo la lametta sul polso.

E premetti, come non avevo mai fatto in vita mia.

Trascinai.

Ripetei quel gesto più volte, e ogni volta, sempre più a fondo.

Sempre di più.

Buttai la lametta a terra, accanto alla piccola pozza di sangue che si era formata.

Presi un asciugamano vicino, e la premetti sulla ferita.

Pulii in terra, presi la lametta e la nascosi in bagno.

 

Non ci ero riuscita nemmeno quella volta.

 

Mi misi a terra, la schiena appoggiata al muro, mi cinsi le ginocchia con le braccia.

'ahia!' Mi lamentai. Il polso bruciava.

Presi il cellulare, il mio account facebook era pieno di insulti, auguri di morte...

Lo scaraventai a terra.

Un messaggio, Harry

'Mi annoio...'

Lo chiamai. Avevo bisogno di lui.

'Ehy, non sei a scuola tu?'

'No, oggi non sono andata'

'okay!'

'Ho bisogno di incontrarti!' Dissi io

'Ti va bene venerdì?'

Sorrisi

'Certo!'

'Cazzo non vedo l'ora!'

'Anche io...'

Rimanemmo un altro po' a parlare

Riagganciammo.

Rimasi in terra, a fissare il vuoto per non so quanto tempo...

La sera mi riconnessi su facebook

Altri insulti.

Troppi insulti.

Iniziai a piangere di nuovo.

Continuavo a leggere.

Più leggevo più piangevo.

'Ammazzati, muori, chi cazzo ti vuole in questo mondo!'

Leggevo continuamente queste cose.

Corsi di nuovo in bagno

Presi di nuovo la lametta.

Lo rifeci.

La seconda volta in un giorno.

Stavo migliorando.

Arrivavano altri commenti.

Wow..

che bello!

Tutti si stavano interessando a me!

 

Aprii di nuovo la finestra e guardai di sotto, ancora.

Ero decisa. L'avrei fatto.

Mi sedetti sul bordo.

Guardai il cielo.

Mi venne in mente la voce di Harry

'Ti voglio bene...'

Erano le parole che mi diceva ogni volta prima di mettere giù.

'Muori!' Questa volta mi venne in mente la voce di Drake. Le risate dei miei compagni.

Le continue botte che ricevevo da parte delle cheerleaders

Mi venne in mente di nuovo Harry, la sua risata.

La sua voce...

Il modo in cui mi faceva ridere.

Si fece spazio nella mia mente, scacciando via i pensieri negativi.

Sorrisi.

Scesi dal bordo del balcone e tornai in casa.

 

Avrei dovuto resistere solo quattro giorni, e l'avrei incontrato.

 

Non andai a scuola i giorni successivi

Passavo il mio tempo a far del male a me stessa.

Finalmente arrivò venerdì

La mattina non mi tagliai. Fu difficile. Ma ci riuscii.

Arrivò venerdì pomeriggio.

Arrivai nel luogo prefissato.

Avevo indossato una maglietta rosa a maniche lunghe, dei jeans chiari e le superga.

Gli avevo detto che mi sarei vestita in quel modo, così avrebbe potuto riconoscermi.

Lui doveva indossare una maglietta grigia, i jeans scuri e le converse.

Mi guardi attorno, c'erano quattro o cinque ragazzi, e indovinate? Tutti con maglietta grigia e converse.

E ti pareva...

'Cathy?....'

Sentii una voce familiare dietro di me

Mi girai.

A parlarmi era stato un ragazzo, bellissimo.

Alto, occhi verdi, capelli castani ricci, sorriso che ti avrebbe ucciso, fossette sulle guance.

'Harry?...'

Ci guardammo negli occhi per un po', un tempo che mi sembrava interminabile.

Gli saltai al collo.

Lui mi strinse forte a sé.

 

Quanto mi sentivo bene fra le sue braccia...

 

Uscimmo anche il giorno dopo, e il giorno dopo ancora.

La domenica eravamo in una panchina.

Avevo le gambe incrociate alle sue, stavamo giocando, ad un certo punto lui mi prende le mani e le solleva in alto. La manica della maglietta mi scivolò sul braccio, lui spostò lo sguardo.

Vide i tagli.

Mi affrettai a coprirmi di nuovo il polso, guardai Harry negli occhi.

Era serio.

Delicatamente mi prese la mano, l'avvicinò a sé, e alzò la manica della maglietta

Abbassai lo sguardo. Mi stavo vergognando. Troppo.

Chiusi gli occhi. Aspettano qualche insulto da parte sua.

Mi alzò la mano, si portò il mio polso alla bocca e diede tre baci. Proprio sulle ferite

Mi fece rabbrividire.

Alzò il mio viso con la mano, mi guardò negli occhi.

Vidi che aveva gli occhi lucidi.

'Perché?'

Abbassai lo sguardo.

Ma lo rialzai quasi subito.

Gli raccontai tutto.

Piansi. Piansi davanti a lui.

Mi abbracciò.

Mi strinse fortissimo.

'Ci sono qua io adesso, va tutto bene...'

La sua voce... quant'è bella.

L'ennesima lacrima sfiorò la mia guancia.

Lui si staccò leggermente e col pollice asciugò la mia guancia. Sorrise.

Sorrisi.

Se sorrideva lui, tutto era perfetto.

Continuava a guardarmi. Prima i miei occhi, poi le mie labbra.

Mi stringeva la mano destra, con l'altra accarezzava la mia guancia

Si avvicinò a me

'Ho bisogno di fare una cosa...' Sussurrò al mio orecchio

Non dissi niente.

Chiuse gli occhi, e posò delicatamente le sue labbra sulle mie.

Un brivido mi percosse tutta la schiena. Chiusi gli occhi anch'io, lasciandomi trasportare da quel bacio.

Incantevole.

Ora c'eravamo solo io e lui. Nessun altro.

Le nostre labbra si muovevano insieme. Sorrisi. Così fece anche lui.

Le sue labbra... erano morbide, calde...

Avevo bisogno di sentire il suo profumo, avevo bisogno di sentire il suo tocco...

 

Lui era tutto ciò di cui avevo bisogno.

 

Iniziai ad uscire con lui, e con un gruppo di suoi amici.

Stavamo insieme. Avevo trovato un ragazzo meraviglioso, e degli amici fantastici.

A scuola?

Venivo ancora bullizzata dalle solite troiette...

Ma non m'importava. Fuori da quelle mura ero felice.

Guardavo i miei polsi, le cicatrici, e per la prima volta non vedevo tagli nuovi...

Finì la scuola.

Passai l'estate più bella della mia vita.

A settembre cambiai scuola. Mi rifeci una vita.

 

E' possibile amare una persona fino a star male?

E' possibile farsi salvare la vita da uno sconosciuto?

Sì.

 

'Senza di te non sarei qui adesso... Grazie di avermi salvata... Ti amo.'

 

Glielo ripetevo sempre.

Glielo ripeto tutt'ora.

Glielo ripeto ogni volta che siamo soli.

Glielo ripeto davanti ai nostri figli.

Gliel'ho ripetuto al matrimonio, nella promessa.

Glielo ripeterò ogni giorno della mia vita.

 

Grazie.


 

Wellòò
Ed eccomi qua, con la mia prima one shot :)
Mi era venuta l'ispirazione verso le 2 del mattino, e fino alle 5 ho continuato a scrivere. Poi anche la sera.
E adesso la sto postando.
Vorrei davvero, davvero, davvero tanto sapere cosa ne pensate, essendo la mia prima.
Ci ho messo tanto impegno, comnque :)
E ovviamente non ne sono tanto certa... Ma dettagli!
Una piccola parte è vera.
Non è successa a me...
Anyway!
Sto scrivendo anche una long 'Weird friendships... weird love' Se volete fateci un salto, mi farebbe piacere :)
Grazie davvero tanto a te, che ti sei fermato a leggere! :)
Se volete su twitter sono: @onedream_5boys
#StayStrong
#NeverSayNever
#Believe
#YOLO

-Chiara*

 

  
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