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Autore: _Trixie_    26/11/2012    7 recensioni
Raccolta di sei storie (tra cui un paio di One-Shot) partecipante al "Fluff Fest Challenge".
Momenti di vita di Callie e Arizona, per la maggior slice of life dai toni decisamente fluff.
1. Di noia, abbordaggi e libri - «Tu baci le perfette sconosciute per abbordarle, Arizona»
2. Di calore, freddo e parole - In Arizona fa caldo, molto caldo, pensai stupidamente.
3. Di fuoco, ghiaccio e fiamme - Crepitii, una goccia d’acqua fredda sul cuore, Calliope a farlo battere.
4. Di cioccolatini, liquore e morsi - «E così sei condannata a passare la vita a mordermi?»
5. Di San Valentino, dolci e polli - «Diventerai una zitellona acida, Phoenix»
6. Di scuse, lacrime e cicatrici - Che il mondo stesso non fosse abbastanza per noi?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From the summer to the spring. '
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Titolo: Di noia, abbordaggi e libri
Autore:_Trixie_
Fandom: Grey’s Anatomy.
Personaggi: Calliope Torres, Arizona Robbins.
Pairing: Callie/Arizona.
Genere: fluff, romantico, slice of life.
Rating: verde.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono e non ne detengo i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro. 
Tabella: Primavera
Prompt: 01. Noia
Note: Questa raccolta partecipa al “Fluff Fest Challenge” e sarà composta da sei storie, tra flash e One-Shot.
Ovviamente, saranno tutte incentrate su Callie&Arizona.  
Ho già completato la tabella inverno, che trovate qui.
Buona lettura :D
 
 

Di noia, abbordaggi e libri

  
 
Arizona sospirò e Callie alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo, osservò la fidanzata per qualche secondo, poi ritornò alla lettura.
Arizona aveva le braccia incrociate al petto e osservava corrucciata il soffitto della loro camera da letto. Dopo uno sbadiglio, sospirò di nuovo, attirando l’attenzione di Callie, che questa volta le rivolse uno sguardo di cupo rimprovero, prima di ritornare al suo libro.
Arizona si girò su un fianco, sistemò il cuscino, ritornò prona, solo per mettersi di nuovo su un fianco, questa volta rivolta verso Callie, poi sospirò, per la terza volta.
«Che c’è?!» sbottò la fidanzata, esasperata.
Arizona si morse il labbro inferiore, sfoderò lo sguardo più dolce e ingenuo del suo repertorio, poi rispose.
«Mi annoio!» mugugnò.
«Ti annoi» ripeté Callie, alzando un sopracciglio.  
Arizona annuì con la testa, continuando a fissare la fidanzata.
«Tu ti annoi, ma io sto leggendo, Arizona, leggi anche tu, guarda la televisione, fai un cruciverba, dormi, fai quello che vuoi, ma lasciami leggere, per favore. Grazie» disse Callie, irritata per quelle continue interruzioni da parte dell’altra.
«D’accordo!» esclamò Arizona esasperata, voltandosi e dando così le spalle alla fidanzata.
Dopo qualche minuto Callie la sentì russare sommessamente e sospirò sollevata.
Quello era probabilmente il suono più bello che avesse sentito in tutta la serata.
 

Ventiquattro ore dopo.

 
In televisione davano uno stupido talent show per giovani cantanti, le cui doti canore lasciavano alquanto a desiderare.
«Ti piace?» chiese Arizona distrattamente, seduta accanto a Callie sul divano.
La fidanzata scrollò le spalle facendo un cenno di diniego, prima di affondare la mano nella ciotola dei pop-corn che teneva in equilibrio sulle gambe.
Arizona fece altrettanto, impossessandosi del telecomando e iniziando a fare zapping.
«Questo no… No… Già visto… Noioso… Stupido… no…» disse, commentando ogni canale.
«No, ferma, io quel film non l’ho mai visto!» scattò Callie, facendo pericolosamente oscillare i pop-corn.
«La bionda si innamora del miliardario. La moglie di lui uccide entrambi e scappa in un altro stato con i soldi del marito. Fine» tagliò corto l’altra.
«Arizona!»
«Che c’è?! Regia pessima, trama scontata e recitazione da voltastomaco, dovresti ringraziarmi».
Arizona girò ancora qualche canale, emise un verso inarticolato che le valse un’occhiataccia da parte di Callie, poi spense la televisione, sbuffando.
«Ma-»provò a protestare l’altra.
«Non c’è nulla che valga la pena di guardare. Mi annoio!» gemette Arizona, afferrando il cuscino che aveva dietro la schiena e sprimacciandolo in grembo. «Domani usciamo» decretò perentoriamente.
«Cosa? No!» esclamò Callie. «E lascia stare il cuscino!» aggiunse, sottraendo la preda alle mani di Arizona e lisciandone le federa, già piena di pieghe.
«Oh, sì, invece! Siamo giovani, siamo belle e siamo innamorate. Dovremmo andare in qualche locale pieno di single e far morire tutti di invidia!»
«Ma sono stanca, dopo il lavoro!»
«Ed è per questo che ho sopportato noiose serate in casa per troppo, troppo tempo-»
«Nemmeno una settimana, Arizona» le fece notare Callie.
«Non è questo il punto!» esclamò l’altra. «Allora, domani sera usciamo?»
«Arizona, non so se-»
«Usciamo?» insistette Arizona, avvicinandosi alla fidanzata e facendo scorrere una mano lungo la gamba dell’altra, baciandole il collo.
«Stai barando».
«Usciamo?»
«Arizona…»
«Per favore»
«Oh, maledizione, d’accordo!» esclamò Callie, un attimo prima di prendere il volto della fidanzata tra le mani e baciarla. «Questo ti costerà caro».
 

Ventiquattro noiose ore dopo.

 
«Perché ti ho detto di sì?!» proruppe Callie, mano nella mano con Arizona in un locale decisamente troppo affollato per i suoi gusti, mentre si facevano strada per raggiungere il tavolo per due che avevano prenotato.
Arizona si fermò voltandosi verso Callie e si scostò i capelli del collo. Con un dito affusolato indicò la macchia rossa che si nascondeva sotto, opera della fidanzata, e le rivolse un sorriso compiaciuto.
«Era una domanda retorica» commentò Callie, che invece tentò di nascondere il proprio compiacimento con una smorfia.
Dopo qualche altra energica gomitata riuscirono infine a raggiungere il loro tavolo, dove si sedettero, ringraziando la prenotazione on-line.
Presero un paio di drink, che sorseggiarono tra una risata e l’altra, commentando questo o quel cliente del bar.
«Guarda la rossa, quel culo è…»
«Arizona!»
«Scusa, dico solo che è oggettivamente… sodo»
«Di sicuro meno di quello della bionda accanto».
«Più del mio?»
«Oggettivamente parlando sì!»
Arizona infilò una mano sotto il tavolo e pizzicò il sedere della fidanzata, che si lasciò sfuggire un’esclamazione più di sorpresa che dolore.
«Il tuo invece sembra più sodo» si giustificò Arizona, bevendo il suo drink con la cannuccia.
Callie stava per ribattere, ma vennero interrotte da un paio di ragazzi che si avvicinarono al loro tavolo.
«Hai visto, Jack? Che belle ragazze, non trovi?»
«Già, proprio due bellezze e sono tutte sole!»
«Avete bisogno di un cavaliere, signore, non trovate?» disse il primo ragazzo, sporgendosi sul tavolo verso Callie e Arizona.
«Di due cavalieri, vorrai dire, Al!» incalzò il secondo, allontanando l’amico.
Nel parlare, trascinavano lievemente le parole e Callie notò quanto il loro equilibrio fosse precario: dovevano sicuramente aver bevuto qualche bicchiere di troppo.
«Oppure non abbiamo bisogno di nessuno!» esclamò Arizona, con espressione seccata.
«Nessuno, ah! L’hai sentita, Jack?»
«Sì, non sono sordo! Signore mie, lasciatevelo dire, belle come siete avete bisogno di un uomo che vi protegga!»
«Signori miei, belle come siamo non crederete certo che perdiamo tempo con gli uomini» li apostrofò Arizona, piegando la testa di lato compiaciuta.
I due rimasero attoniti e Callie comprese che non avevano compreso la sottigliezza della risposta.
«Siamo fidanzate» aggiunse.
Jack e Al volsero teatralmente la testa prima a destra e poi a sinistra.
«Non vediamo nessun fidanzato».
«Già, nessuno! Siete single, per questa sera».
Arizona chiuse gli occhi, portò una mano alla fronte e scosse la testa, gesti che, Callie lo sapeva, preannunciavano un discorso alla Robbins che, per quanto lei lo trovasse eccitante, non era il caso che fosse pronunciato lì di fronte a tutti. 
«No, ragazzi, siamo fidanzate l’una con l’altra, siamo lesbiche» tentò di spiegare loro Callie, prendendo Arizona per mano e facendola alzare.
Dopo aver pagato il conto, uscirono dal locale.
«Se non avesse smesso di fissarti il seno in quel modo lo avrei strozzato con le mie mani!» esclamò Arizona appena fuori dal locale, mimando il gesto. «E puzzavano, Dio mio, hai sentito che alito?!» continuò imperterrita.
«Sì, amore, ho sentito».
«E come erano vestiti, sembravano due collegiali!»
«Probabilmente lo erano. Guido io a tornare a casa, tu sei decisamente troppo agitata» decretò Callie, mentre si avviavano verso la macchina parcheggiata poco distante.
«Seriamente, questi metodi di abbordaggio funzionano ancora? Insomma, rivolgere, così, la parola a due perfette sconosciute-»
Arizona venne zittita da un improvviso bacio di Callie, cui si arrese senza riserve.
«Tu baci le perfette sconosciute per abbordarle, Arizona» le bisbigliò Callie, prima di salire in auto.
«Non eri una perfetta sconosciuta!» protestò la fidanzata, una volta all’interno dell’abitacolo mentre si allacciava la cintura. «Avevo raccolto pettegolezzi su di te per settimane!»
«Oh, carino da parte tua» sorrise Callie, mettendo l’auto in moto. Con la coda dell’occhio vide Arizona stringersi nelle spalle.
«Mi porti a casa, ora, vero?»
«Credevo volessi abbandonarti alla pazza gioia, questa sera! Non ti annoi, a casa?»
Arizona fece una smorfia.
«Ammettilo, ti sei pentita di aver abbandonato la nostra tranquilla, ovattata noia» disse Callie, con l’intento di stuzzicare l’altra. Arizona rispose a voce talmente bassa che nemmeno lei poté sentire le proprie parole.
«Come? Non ho sentito, potresti ripetere?» incalzò divertita Callie, cambiando marcia e senza distogliere gli occhi dalla strada di casa.
«Sì, hai ragione» ammise a malincuore. «Forse la mia non è stata una bella idea».

 
Altre ventiquattro ore dopo.

 
«Bellezza, cosa ne dici di lasciar perdere quel libro e avvicinarti?» domandò Arizona, scimmiottando i ragazzi incontrati la sera precedente.
«Ti prego, Arizona, sei insopportabile!» rise Callie divertita, ritornando poi alla sua lettura.
La fidanzata le si fece più vicina, le prese il libro dalle mani ignorando le proteste di Callie, vi mise veloce il segnalibro e poi zittì la donna con un lungo bacio.
«Ti annoiavi?» chiese Callie.
«Già. Ma devo ammettere che la noia ha quel non so che di attraente. Niente sorprese, nessun ubriaco che fissa le tette della tua ragazza. Avere accanto sempre la stessa persona è una monotonia che amo» disse Arizona, mentre faceva scorrere la propria mano sul corpo di Callie, a lei così familiare. «Devo amarti tanto, sai? Con te mi piace persino annoiarmi».
«Ti amo anche io, Arizona, così tanto che se non la smetti di parlare e non mi baci, ti faccio stare zitta io a suon di baci» minacciò Callie con un sorriso.
Come previsto, dovette mettere in atto la sua minaccia.
 
 
 
NdA
Non so di che film parli Arizona (La bionda si innamora del miliardario. La moglie di lui uccide entrambi e scappa in un altro stato con i soldi del marito. Fine), perché l’ho inventato di sana pianta buttandoci dentro un paio di cliché ;D
Spero che come inizio vi sia piaciuto, alla prossima,
Trixie. 

   
 
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