Il corridoio sembrava deserto.
TenTen batteva con il piede sul pavimento,
nervosa.
Stringeva tra le dita congestionate la borsa, tirando nervosamente
il laccio.
Poteva ascoltare i passi lontani dell’attività della casa, al
piano di sotto.
Una magione.
Non le piaceva dover aspettare.
-
signorina TenTen?- la voce la fece sobbalzare.
Un servitore, in livrea
chiara, le faceva segno di avvicinarsi.
La ragazza si alzò, passandosi una
mano sul vestito corto.
Seguì il domestico fino ad una delle tante porte che
si aprivano lungo il corridoio.
- il signore l’attende-
La porta socchiusa
lasciava intravedere solo i contorni scuri di una figura nascosta tra le
lenzuola.
Entrò nella stanza poco illuminata ondeggiando i capelli raccolti
nei codini.
- sei arrivata- la voce tuonò improvvisa facendole sollevare lo
sguardo.
Incrociando quegli occhi.
- mi hai fatto aspettare- rispose
glaciale, chiudendo la sottile porta alle spalle, con un tonfo secco.
Attorno
a lei l’aria emanava quei sapori salmastri e melensi delle corsie
d’ospedale.
Minuscole lucerne brillavano ai lati della stanza, illuminando di
riflessi aranciati le pareti dipinte di quella stanza lussuosa.
- ho molti
impegni- riprese lui, chiudendo il tomo che poggiava sulle ginocchia, sollevando
lo sguardo sul volto della ragazza.
Era stanca.
Come tutti,
d’altronde.
Lei frugò nella borsa pesante, lasciandosi scivolare accanto al
futon candido.
- e gli altri?- chiese il ragazzo, sgranchendosi le spalle
anchilosate
- Kiba e Ino sembrano migliorare. Shikamaru è già ripartito per
Suna- rispose la ragazza, stringendo nelle mani delle bende
- Bene-
l’interruppe lui, distogliendo lo sguardo.
Tenten fissò il volto pallido del
ragazzo, segnato da due profonde occhiaie.
- di Rock Lee non mi chiedi
nulla?- chiese lei, aprendo una delle bottigliette disposte accanto al futon,
abbassando lo sguardo.
- Dovrei?- sibilò lui, osservando la pallida luce di
una lanterna.
- Sta male- proruppe la ragazza, con voce rotta
- È il
rischio di ogni missione- l’interruppe lui
- Pensavo ti interessasse, eri suo
compagno- mormorò Tenten, riprendendo a mescere liquidi densi
- Ora ho cose
più importanti a cui pensare- rispose il ragazzo, scrutando le pile di documenti
che emergeva accanto uno degli armadi
- Dimenticavo. Tu sei il Capofamiglia,
ora. Sposare Hinata…saggia decisione- disse lei, con malcelato disprezzo
-
Gli Hyuga hanno bisogno di una guida forte-
Tenten osservò Neji socchiudere i
pallidi occhi.
E lui credeva di essere quella guida?
Si sporse verso il busto del ragazzo, sciogliendogli il kimono leggero che
gli copriva il petto.
- lasciami controllare…- sussurrò, tastando con le mani
la fasciatura.
Neji strinse nervosamente il lenzuolo con le mani, gesto che
non sfuggì allo sguardo attento della kunoichi.
- se ti fa male, devi
dirmelo- proruppe lei, fissandolo con un’espressione severa.
Il ragazzo fece
un cenno d’assenso, stringendo le labbra sottili
Tenten prese a sciogliere la
stretta fasciatura, rivelando, lentamente, i bordi sagomati della ferita e il
busto eburneo di Neji.
La mano scivolò lungo l’apertura della piaga,
imbrattandosi di un denso liquido chiaro.
- si è infettata- mormorò,
asciugando il secreto su un asciugamano
Neji distolse lo sguardo, afferrando
delle missive gettate accanto a lui
- avresti dovuto chiamarmi prima…ma tu
fai sempre tutto di testa tua…- continuò lei, con voce dura
- tu fai il tuo
lavoro-
Tenten afferrò la benda imbevuta di medicinale, tamponandola sulla
ferita rossastra del ragazzo.
I capelli lunghi di lui scivolavano sulle
spalle, raccolti in una coda morbida, a netto contrasto con i ciuffi di lei,
corti appena ad incorniciarle il viso, diventato così sottile in quegli
anni.
- Neji?- chiese, appoggiando una mano sul ventre teso del
ragazzo.
Lui si voltò, negli occhi quell’aria di superiorità che li aveva
fatti scontrare troppe volte
- anche le farfalle sono vermi con le ali, se
visti da vicino-
- Neji?- urlò la ragazza, correndo lungo la strada deserta
Il ragazzo,
appoggiato allo stipite della porta, fissò la figura con espressione
distaccata.
La ragazza, sulle labbra un sorriso che lottava con l’affanno, si
fermò accanto a lui.
- Tenten - disse lui, osservando gli occhi scuri
sotto la frangia castana, scivolata dalla fascia
- Promossa!-
dichiarò, soddisfatta, poggiando le braccia lungo i fianchi
- Che
disdetta…- mormorò lui, sollevando gli occhi al cielo
- Ehi!- rise
lei, schiaffeggiandogli il braccio
- Stai attento, alla prossima
missione potresti dovermi ubbidire!- continuò a ridere, illuminando gli occhi di
quel caldo marrone
Lui sembrò rispondere al sorriso, fissandola con gli occhi
pallidi.
Occhi che sembrarono spegnersi, non più neve, ghiaccio ora, quando
due braccia avvolsero l’esile busto della kunoichi.
- Lee!- urlò lei,
voltandosi per abbracciare il moro
- Complimenti amore! Lo sapevo che
ce l’avresti fatta!- disse il ragazzo, mostrando una delle sue tipiche
pose
Tenten si portò una mano alla fronte, sorridendo imbarazzata.
Da
quando quei due non erano altro che un debole compagno di squadra e una stupida
ragazzina.
E ora…
- ciao Neji!...ciao amore! Gai- sensei mi aspetta!-
salutò Lee, imprimendo con le labbra un bacio sulla fronte della ragazza, che
sorrise arrossendo.
- Tenten?-
La ragazza seguì con lo sguardo il
fidanzato finché non svoltò l’angolo, salutandola con uno dei suoi inquietanti
sorrisi.
- che c’è Neji?-
- i vermi non dovrebbero stare con
i fiori- mormorò, afferrandole il viso
- …ci sono le farfalle per
questo- disse,lasciando scivolare il braccio lungo la vita della
ragazza.
- Neji...ora io non...non più Neji...- biascicò lei,
sciogliendosi dall’abbraccio.
- Sposo Hinata- pronunciò,
voltandosi
La ragazza sembrò tremare
- è per questo che hai voluto
vedermi?-
lui non rispose, ascoltando il suono ritmico dei singhiozzi
trattenuti di lei.
- auguri, Neji.- disse infine,
allontanandosi.
Le dita esili scorrevano sulla pelle calda e sensibile che accompagnava la
ferita.
Il ragazzo rabbrividì al contatto.
- cosa vuoi che ti dica?che mi
dispiace?-
- hai fatto ciò che dovevi…- l’interruppe, spalmando l’unguento
vischioso
- …ero io a sbagliare- continuò, insofferente allo sguardo di
lui
Doveva riconoscere il suo errore.
Lei era innamorata, Lee le dava
tutto.
Eppure.
Lui era il rimpianto che pulsava per divenire
rimorso.
Il tarlo divorante che le scaldava la pelle.
La farfalla che
mostrava le sue ali, nascondendo l’orrendo corpo.
La colpa.
Neji la fissò
arrotolare la benda attorno al torace, con lo sguardo basso, forse
lucido.
Aveva imparato a conoscerla in quegli anni.
Il suo arrossire,
l’inclinazione della voce, l’impercettibile tremore delle mani dopo ogni
allenamento, la fissazione di toccarsi il nastro quando era in difficoltà.
Si
era accorto di conoscerla davvero bene.
Ma solo dopo averla vista con
Lee.
- lo fai ancora- disse, osservandola ravvivarsi i capelli corti,
spostando rapidamente la mano sulla fascia
Lei arrossì, mordicchiandosi il
labbro.
Sembrava davvero indifesa. Solo apparenza.
Quella vipera sapeva
mordere.
- Hinata è un bel fiore…- biascicò lei, stringendo la benda
- Un
fiore secco…- continuò Neji, lasciando scivolare lo sguardo sul volto della
kunoichi
Tenten scattò la mano con un gesto stizzito, accarezzandosi l’anello
che le cingeva il dito
Neji sorrise.
- Sono ancora io a sbagliare…-
riprese, fissando il torace del ragazzo, sentendo le gote arrossire
- …Avevi
ragione: i fiori non si dovrebbero innamorare dei vermi, Neji- disse lei,
afferrando la borsa e avvicinandosi alla porta
- anche i vermi non si
dovrebbero innamorare dei fiori, Tenten- mormorò lui, osservando la figura di
lei sparire nel corridoio.
Scusate la scemenza…all’inizio non riguardava neanche questo pairing
l’ispirazione ma poi…ecco, mi piaceva così ^____^
Lo so…forse è un po’
campata in aria…ma…lascio a voi le opinioni ( vi prego siate clementi, sono
sotto esami – e mi sa che l’avrò detto 5000 volte ultimamente- armata e molto
pericolosa!…scherzo!).
Vi aspetto...
Roberta