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Autore: ArtemisiaAssenzi    27/11/2012    5 recensioni
Tutti almeno una volta nella vita hanno trovato inquietanti le bambole di porcellana, e se fossero veramente vive?
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era tutto il giorno che si sentiva osservata, ma voltandosi non vedeva mai nessuno. Solo sulla strada di casa a tarda sera aveva visto una piccola ombra che si affrettava a nascondersi. L’avrebbe attribuita a un topo senza disturbarsi troppo se quella strana sensazione non l’avesse perseguitata tutto il giorno.
Si placò soltanto appena ebbe richiuso la porta di casa, ma durò poco.
Entrando in camera da letto si accorse che la bambola di porcellana non era più sulla cassettiera e non era neanche sul letto o sulla poltrona. Si sentì gelare il sangue. Istintivamente corse ad aprire la porta e la vide, quella bambola, che saliva le scale e andava verso di lei.
Iniziò a lanciarle contro tutti gli oggetti che aveva a portata di mano per rallentare la sua corsa, ma la bambola, implacabile, continuava, al massimo cadeva indietro di due scalini, ma si rimetteva subito in piedi e continuava ad avanzare, fino a che non fu colpita da un candelabro in piena fronte.
La porcellana si crepò e dalle crepe uscì un fascio di luce verde acido. Fu come se la bambola si aprisse e si rovesciasse e mentre la porcellana e la stoffa venivano risucchiate all’interno, Sgusciavano fuori otto melmose zampe verdi.
Quella bambola si trasformò sotto i suoi occhi in un ragno verde acido grande come un anguria, e mentre gli occhi di rossi di quell’essere malefico la fissavano lei non riusciva più a muovere un muscolo per lo spavento. All’improvviso lo vide avvicinarsi, saltare, volare verso di lei. Vide verde e poi più niente.

Si svegliò. Era in camera, sulla cassettiera, dove era sempre stata. La sua padrona dormiva beata nel letto. I suoi occhi scintillarono e se non fosse stata di porcellana sul suo viso sarebbe apparso un sorrisetto malefico.
“Provaci a rompermi” pensò “non potrai raccontarlo”.
  
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