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Autore: coldsea    27/11/2012    2 recensioni
Questa è una raccolta di otto storie d'amore, o meglio una. Ogni capitolo una piccola finestra sulla storia di un Weasley. Perchè l'amore - quello vero- si presenta sotto tante forme diverse, ma alla fine quello che conta è il sentimento unico che lega due persone.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabian Prewett, Famiglia Weasley | Coppie: Arthur/Molly, Bill/Fleur, Charlie/Ninfadora, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Ginny Weasley aveva amato alla follia solo tre cose fino a quel momento: la prima erano le Holyhead Harpies, la sua squadra del cuore di Quidditch (lo sport dei maghi). La seconda erano i libri di Gilderoy Allock, lo scrittore venerato praticamente da qualsiasi componente femminile del Mondo Magico. La terza... be', riguardo a questo il termine “amare alla follia” non era propriamente adatto, ne era più che altro ossessionata: si trattava di un tale ragazzo, più o meno suo coetaneo, probabilmente destinato ad essere il più grande e potente mago della storia. 
Ginny Weasley, giusto per puntualizzare, aveva pianto di felicità solo due volte prima di quel giorno: la prima volta, a soli sei anni, fu perchè Charlie e Bill (i suoi fratelli maggiori) la accompagnarono ad un'amichevole Puddlemore vs. Harpies dove riuscì addirittura a ottenere due autografi.
La seconda volta di anni ne aveva otto, e aveva appena finito di leggere la sua copia (autografata e con dedica) dell'ultimo libro di Allock. 
Ma in una ventosa mattinata settembrina, una di quelle in cui le foglie iniziano a vorticare al di là delle finestre e il cielo s'incupisce promettendo pioggia, si ritrovò in camera sua a ballare (e saltare) come una pazza sul materasso sfondato rimbalzando da una parte all'altra, le mani levate in aria che stringevano una pergamena riempita da una scrittura fitta e disordinata.
Ma cos'era successo di così importante per far piangeredi felicità per la terza volta Ginny Weasley in quel tranquillo mattino di fine estate?
In quei giorni suo fratello Ron aveva appena cominciato a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e quando fu recapitata la sua prima lettera Ginny si trovava a casa da sola, perciò la aprì senza troppi complimenti e la lesse avidamente. In fondo era stata a casa da sola anche quando arrivò la prima lettera dei gemelli, due anni prima. E quando prima ancora arrivò quella di Percy (tre intere pergamene!), anche se a quel tempo non sapeva ancora leggere, quindi non conta.
Quel giorno, dunque, lesse e rilesse con calma la lettera di Ron, soffermandosi come in stato di estasi su un paio di righe in particolare: 
Ah, dimenticavo: ricordate quel ragazzino che abbiamo incontrato in stazione? Be', abbiamo fatto amicizia sul treno ed è anche lui in Grifondoro! Praticamente è il mio migliore amico... sapete chi è? Harry Potter! Ne sono sicurissimo, mi ha anche fatto vedere la cicatrice, anche se non credo che ne parli tanto volentieri, di quella volta che è sopravvissuto...”.
Non ci poteva credere... Harry Potter! Proprio colui che aveva desiderato conoscere fin da quando aveva saputo della sua tragica, eroica storia; sapeva tutto su di lui, anche se non aveva mai visto la sua faccia nemmeno in foto, dato che era stato cresciuto dai parenti babbani. Anche per questo si emozionò come non mai leggendo quelle parole: non credeva davvero possibile che potesse accadere. Cioè... Harry, ad Hogwarts! E per di più migliore amico di suo fratello! Per una buona volta Ron aveva combinato qualcosa di buono, pensò, emettendo degli striduli gridolini di esultanza. 
Rotolandosi sulle coperte giallo canarino, Ginny continuava a ripetersi che doveva pazientare solo un anno; infatti il settembre successivo sarebbe partita anche lei alla volta della magnifica, magica, stupefacente Hogwarts. Ma il poter frequentare la famosa scuola era improvvisamente finito tra gli ultimi dei suoi pensieri : l'unica cosa per cui davero Ginny non stava più nella pelle era conoscere Harry. 
E a questo punto la mente di Ginny cominciò a vagare per mari, monti e galassie lontane: una sfilza d'immagini si fece largo nella sua testa: Harry che la prende per mano, Harry che la porta a passeggio per Diagon Alley, lei ed Harry che vincono una partita di Quidditch, Harry che finamente le fa la proposta di matrimonio. Chissà com'era fatto, poi, Harry... forse biondo, con gli occhi azzurri. Oppure moro, proprio come il suo coraggioso padre. Magari aveva i capelli rossi e gli occhi chiari della madre... e di qualsiasi Weasley che si rispetti. In cuor suo,comunque, Ginny sapeva che le sue aspettative non sarebbero mai state tradite: fosse stato addirittura paffuto, timido, goffo e smemorato.
Quando la porta di casa si spalancò, l'euforia e l'energia di Ginny si erano esaurite da svariati minuti, tanto che il rumore la sottrasse dal sonno in cui era inconsapevolmente caduta.
Si precipitò giù per le scale sventolando ancora la lettera, che sarebbe stata custodita dalla ragazzina come una reliquia. Ad entrare era stata sua madre.
Ma', Ma'! Ha scritto Ronald!”
Esclamò in preda, ancora una volta, all'entusiasmo.
Oh, magnifico! Ma... Non pensavo ti mancasse così tanto... Ginny, sicura di star bene? Ti vedo un po' sudaticcia, tesoro!”
Ginny arrossì impercettibilmente: era inutile nascondere qualcosa a sua madre, dato che entrava almeno tre volte al giorno nella sua stanza, dove sulla parete di destra, tra poster e gigantorafie di Glynnis Griffiths e Gilderoy Allock facevano capolino gli innumerevoli articoli del Profeta dedicati al bambino sopravvissuto, tutti piuttosto ingialliti. Scosse energicamente la testa.
Non mi manca Ron! Leggi qua, mamma!”
La signora Weasley fece scorrere gli occhi sulla pergamena mentre Ginny la aiutava con le buste della spesa, spostando silenziosamente la sedia per arrampicarvici e raggiungere gli scaffali più alti. 
Quando la lettura della madre terminò, la stessa nascose un sorrisetto compiaciuto.
Capisco...”.






 


NdA
Allora, premetto subito che è un secolo che non scrivo, ed essendo cambiata la mia "ottica" revisionare un vecchio mio testo senza stravolgerlo è piuttosto difficile, quindi ho cercato di sistemare/correggere quà e la.
mi spiego: questa storia l'ho scritta più di un anno fa per il contest "Riproduzione Casuale" , uno dei tanti dove il giudice si volatilizza prima di dire il vincitore, però mi era costata fatica e mi spiaceva tanto  non pubblicarla.
Il concorso consisteva nello scrivere una soria  ispirata da una canzone scelta dall'iPod della giudicia (eh vabbè); a me era toccata "amori in corso" di Claudio Baglioni. Non è essenziale secondo me che voi la ascoltiate, ma ve lo consiglio dato che a mio parere vi farebbe apprezzare di più questo che sarebbe dovuto essere un lavorone (eheh).

Passiamo al capitolo: di certo non è il massimo, ed è quello che mi piace di meno, ma sono sicura che siete incuriositi dall'evoluzione della storia (lo siete vero? sììì, lo so che lo siete!) quindi andate avanti a leggere, è cosa buona, ma soprattutto commentate perchè è cosa giusta. E io prometto di aggiornare regolarmente (i capitoli sono tutti pronti, quindi devo solo decidere la regolarità, ma penso ogni 7/9 giorni) Amen =)
  
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