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Autore: MissdontMissaWord    28/11/2012    3 recensioni
KittyxHunter
Dopo un'intera settimana di pesanti esami all'università di Washington, Kitty Wilde tornava a casa sua, a Lima, per festeggiare le vacanze natalizie con la sua famiglia. Il treno era come sempre in ritardo, e quel giorno di metà dicembre era ancora più freddo degli altri. Aveva le labbra screpolate e i denti che battevano, nonostante gli abiti pesanti e la lunga sciarpa. Sebbene portasse dei guanti di lana, non sentiva più le sue dita, erano congelate fino alle ossa. [...]
Perché lei invece era lì? Si sentiva troppo.
Troppo per quella vita, troppo per non avere un sogno da inseguire.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hunter Clarington, Kitty Wilde, Marley Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Gin a body meet a body
Coming thro' the rye,
Gin a body kiss a body
Need a body cry? »

Robert Burns
 



Wasted: non ho mai avuto un sogno.
part one



Dopo un'intera settimana di pesanti esami all'università di Washington, Kitty Wilde tornava a casa sua, a Lima, per festeggiare le vacanze natalizie con la sua famiglia. Il treno era come sempre in ritardo, e quel giorno di metà dicembre era ancora più freddo degli altri. Aveva le labbra screpolate e i denti che battevano, nonostante gli abiti pesanti e la lunga sciarpa. Sebbene portasse dei guanti di lana, non sentiva più le sue dita, erano congelate fino alle ossa.
Ma ciò che più la tormentava, era il sentirsi sprecata. Kitty Wilde non si era mai sentita sprecata, nella sua vita, se non una volta, durante il suo secondo anno di liceo. La sua attuale migliore amica, Marley Rose, aveva ottenuto la parte di Sandy Olsson nel musical della scuola, mentre lei non era nessuno, solo la sfigata Patty Simcox. Kitty era sempre al posto giusto, credeva sempre di fare la cosa giusta... Eccetto quella volta, sul palco, e quel giorno.
Cosa ci faceva lei, ad aspettare quel maledetto treno come tutti gli altri? Cosa ci faceva all'università a prendere appunti? Cosa ci faceva a mangiare un tramezzino da sola in un bar troppo affollato? Non era lì che avrebbe dovuto essere. Marley era diventata una famosa cantante, le più importanti radio trasmettevano i suoi pezzi: aveva realizzato il suo desiderio più grande. E lei? Lei studiava giurisprudenza a Washington, quando non poteva fregargliene di meno. Erano stati i suoi genitori a costringerla a studiare lì, mentre lei sognava... Non sapeva nemmeno cosa sognare. Non aveva mai avuto un sogno.
Aveva trascorso gli anni delle scuole medie a cercare di farsi accettare, senza riuscirci, mentre per i quattro anni del liceo aveva cantato canzoncine con il Glee club e si era fatta bistrattare dalla coach Sylvester. Aveva visto tutti i suoi amici sfondare, realizzare i loro sogni. Lei invece era arrivata all'ultimo anno senza sapere cosa fare della sua vita. Persino quel transessuale di Wade/Unique Addams aveva una brillante carriera, avendo attirato, durante l'ultimo campionato nazionale, l'attenzione di un importante produttore musicale.
Perché lei invece era lì? Si sentiva troppo.
Troppo per quella vita, troppo per non avere un sogno da inseguire.
Non chiedeva molto, voleva solo trovare il suo posto.
Il treno frenò, per far salire i passeggeri. Il rumore era, come al solito, assordante.
Kitty salì e si sedette, accendendo l'ipod e infilandosi le cuffiette nelle orecchie: il viaggio sarebbe stato lungo.
Osservò gli altri salire. Neri, bianchi, asiatici. Sognatori, disillusi, incompresi; gente che ci crede, gente che non ci crede; persone sorridenti, persone disperate. C'era chi si prendeva il tempo di respirare, chi invece era troppo indaffarato e rovinato da sé stesso.
Un ragazzo si accomodò di fronte a lei. Era affascinante, non poté fare a meno di notarlo. Alcuni minuti dopo la partenza del treno, tirò fuori da una borsa a tracolla un libro. Kitty spiò il titolo: Il giovane Holden. Era uno dei suoi libri preferiti, ma non era certo sua attenzione parlare con quel ragazzo. Non vedeva mai di buon grado gli sconosciuti.
Volse lo sguardo fuori dal finestrino. Stava iniziando a piovere, e le minuscole gocce battevano sul vetro. Si perse ad osservare il paesaggio, costituito principalmente da distese di campi di segale, per una buona mezz'ora. Fu il brusco fermarsi del treno a riportarla alla realtà.
Vide che il ragazzo notato in precedenza aveva chiuso il libro e la stava osservando, probabilmente da lungo tempo. Non le piaceva essere fissata, ma cercò di non pensarci.
Dopo alcuni minuti però, si rese conto che l'altro non aveva ancora distolto lo sguardo.
“Scusa, ma hai qualche problema?” chiese infastidita da quell'atteggiamento, togliendosi gli auricolari.
“Sei per caso Kitty Wilde?” chiese il giovane.
La ragazza spalancò gli occhi: come sapeva il suo nome? Non aveva l'impressione di aver mai visto quell'individuo prima di quel giorno. Forse la conosceva attraverso la sua grande fama... sognò. Ma quale fama? dovette accettare a malincuore.
“Sono io.” rispose. “E tu saresti?”
“Davvero non ti ricordi di me?” domandò quello con un sorriso beffardo.
Kitty non rammentava assolutamente. Chi era?
“Mi dispiace, ma incontro molte persone ogni giorno, non posso ricordarmi di tutti.” disse, con fare superiore.
“Sei sempre la solita, non sei cambiata per nulla.” rise il ragazzo. “Sono Hunter. Ricordi?”
Quel nome riportò alla memoria della ragazza le regionali del suo secondo anno. Se avevano perso era stata principalmente colpa sua: non l'aveva detto a nessuno, ma era stata lei a convincere Marley a diventare bulimica... Era colpa sua se si era sentita male durante l'esibizione.
“Capitano degli Usignoli.” affermò.
“Ah, quindi ti ricordi di me! Devo ritenermi fortunato?” scherzò questo.
La bionda osservò l'altro: ora che sapeva chi era, poteva riconoscere alcuni tratti del ragazzo che aveva incontrato per la prima volta qualche anno prima, sebbene fosse ovviamente cresciuto.
“Cosa facevi a Washington?” la interrogò. “Pensavo fossi a New York a firmare autografi con la tua amica... La brunetta, come si chiamava?”
“Marley. Comunque io studio giurisprudenza.” rispose brevemente. Non le andava di dover ammettere di fronte al suo ex peggior nemico che la sua vita era un totale fallimento.
“Davvero? Io studio economia! Siamo praticamente vicini di casa!”
“Così sembrerebbe...” sospirò Kitty. Non le andava a genio quella conversazione.
“E dimmi, ti piace quello che studi?” chiese ancora il ragazzo, facendola innervosire ancora di più.
“Senti, Hunter.” cominciò seccata. “Non ti dirò che è un piacere rivederti, perché ti odiavo e in realtà so a malapena chi sei. Ma ti dirò questo, invece: la mia vita è affare mio e non mi va di raccontartela.”
Il ragazzo, spiazzato dalla maleducazione della bionda, rimase in silenzio per qualche istante.
“Studi giurisprudenza perché te l'hanno imposto i tuoi genitori. Invidi i tuoi amici perché hanno avuto successo mentre tu sei qui a viaggiare in treno per ore, a osservare sconosciuti e magari anche a dover sentire la puzza delle loro ascelle. Sei una persona sola, ti senti sprecata dove sei ora ma non sai a cosa aspirare nella vita.” elencò pacatamente, come se si trattasse di una lista della spesa.
Kitty si sentì morire internamente. Aveva appena descritto la sua vita.
“Come lo sai?” domandò esitante, quasi in un sussurro.
“Sono come te.”
Si guardarono a lungo negli occhi, fino a quando quelli di lei non iniziarono a bagnarsi di lacrime.
Non sapeva se si trattasse di tristezza o commozione, piangeva e basta.
Forse nessuno dei due aveva un sogno, ma si avevano l'un l'altra.


 



Angolo dell'autrice
  Salveeee! Che pairing strano, vero?
No, una volta tanto niente bacetti e smancerie varie. Ma non sarebbe stato nello stile della coppia, che ne dite?
Beh, spero che la shot vi sia piaciuta. Lasciatemi una recensione! :)
Un bacio,
_doodle
  
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