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Autore: WestboundSign_    28/11/2012    5 recensioni
NON LEGGETE QUESTA COSA OK
è una slash su poggioli e scilla but just nope, è orrenda e non so perché sia ancora su questo sito. non fatelo. non apritela. non ero in me quando l'ho scritta.
Genere: Demenziale, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ore: 23.20. CasaPoggioli.
 
-Vuoi qualcosa da bere? Che so… un whiskey?
-Se proprio insisti.
Ma sì, dai. Per sciogliere la tensione.

Che cazzo sto dicendo?! Peggio di uno di quei telefilm di merda che guarda mia madre. Stiamo vivendo un clichè? Mi sa di sì: l’ho seguito su per le scale – ascensore fuori uso –, ha aperto la porta, ha pronunciato la tipica e banale frase “Non fare caso al disordine”, ha detto “Siediti pure” e senza neanche guardarmi è sparito in bagno qualche minuto, ne ho approfittato per guardare le foto sulla mensola come un coglione ed ora eccoci qui.
Versa attento due bicchieri e me ne porge uno.
-A noi!-, sorride.
Manda giù tutto d’un fiato e mi sento meglio per qualche secondo.
-È strano sai, non ero mai stato a casa tua.
-Non ti avevo mai invitato.-, mi corregge.
-Già.
Hey cazzo, perché non riesco a parlare normalmente? Cos’è che mi blocca?
“È l’amoooreee!”
No vocina però eh. Esci solo quando ti fa comodo e questa cosa non va bene.
-Hey Gu.
Alzo la testa di scatto. Sono seduto sul divano, mentre lui è di fronte a me in poltrona.
-Dimmi.
-Tu cosa ne pensi dell’amore?
Ecco che ritorna la sensazione di malessere e nervosismo.
-Ergh… non lo so, sai? Non penso di averlo mai incontrato, l’amore vero.- Calco l’accento sulla parola “amore”. –Eppure vorrei tanto, mmh, sposarmi, no?, i bambini, la famiglia…
-Mh-mh.-, annuisce.
A questo punto la domanda mi sorge spontanea: -E tu?
Mi guarda divertito facendo una pausa di qualche secondo. –L’amore? Tutte puttanate.
Sgrano gli occhi.
-Non esiste qualcuno di perfetto per ognuno di noi. A volte basta una sana scopata per risanare tutto! Molti meno problemi, pregiudizi, cuori infranti.
In effetti il suo ragionamento non fa una piega. Aspetta un attimo… -Pregiudizi? Che intendi?
Compare un sorrisetto sul suo viso. –Mh, se sei gay, bisex o lesbica.
Improvvisamente sento il viso bruciare.
Deglutisco piano. –Hai ragione.-, dico, distogliendo lo sguardo.
“Chieeediglielooo Guglieeelmooo!”
Chiedergli cosa?!
“Lo saaaiii!”
Spalanco gli occhi? C-cosa?
“Luuuii èèè…”
-Bisex?-, sussurro.
-Cosa?
I suoi occhi azzurri incrociano sospettosamente i miei, grandi e spaventati peggio di un coniglio.
Tossisco. –Niente.
-No, ripeti.
-Niente.
-Okay.-, sorride.
“Chiediglieeelo! Oora o mai piùùù!”
Fisso il bicchiere vuoto che ho fra le mani. Uhm, okay.
NO!
“Muoooviti!”
Qualcosa mi dice che, forse, dovrei ascoltarla quella cazzo di vocina.
-Andrea…
-Sì?
-Tu sei… non…
-Mh?
Oh cazzo, vocina di merda, sta’ zitta!
“Guglieeelmooo!”
Qualsiasi cosa per farla smettere.
Fisso le mani di Andrea, i suoi occhi e di nuovo il bicchiere.
“Gugl…” la zittisco.  –Tuseibisex?
Oh Gesù. Non credo abbia capito. Ripeto scandendo meglio le parole. –Tu sei…
-…bisex?-, termina la frase.
Neanche quattro ore di lampada renderebbero la mia pelle rossa quanto lo è adesso.
Stupido stupido stupido.
Distolgo lo sguardo.
-Perché ti interessa?
Silenzio.
Non so cosa dire. Non so cosa fare.
-Comunque sì.-, sogghigna mentre si versa un altro bicchiere.
Bene, ho fatto il mio dovere, fottiti vocina.
-E tu?
Deglutisco rumorosamente. Non ci sono vie di fuga, ora. Perché è lui che me lo sta chiedendo e non una voce – o qualsiasi altra cosa sia stata partorita dalla mia mente folle.
Bevo le ultime gocce di whiskey rimaste sul fondo del bicchiere.
“Digli ciò che pensi. Diglielo Guglielmo.”
Frena, questa suonava come un ordine.
“Esatto testa di cazzo, muoviti.”
Non voglio.
“Ti tormenterò per seeeempreee!”
Alzo gli occhi al cielo. Okay.
Andrea mi sta ancora fissando.
-Beh?
“È ora di tirare fuori le palle, cagasotto.”
Hai vinto.
-Speravo me lo facessi scoprire tu.-, sussurro.
Silenzio.
Ecco, lo sapevo.
Mi alzo e poso il bicchiere sul tavolino. Devo andarmene, subito. Ho rovinato tutto.
Mi avvicino alla porta e giro lentamente il chiavistello maledicendomi ancora e ancora per la mia folle stupidità, ma un paio di mani mi afferrano da dietro prima che io possa mettere un piede fuori da casa sua.
-Allora, vuoi davvero scoprire questo tuo lato oscuro, Guglielmo?
Il suo respiro è dolce, buono e mi arriva sul collo. Chiude la porta e inizia ad accarezzarmi il torace, sempre dietro di me.
Mi sto eccitando, cazzo.
-È tutto sbagliato…
-No.
-Invece sì, io sono Guglielmo Scilla e…
-E io sono Andrea Poggioli e siamo due mezzi froci. Ti basta?-, ghigna.
-Ma…
Prima che io abbia il tempo di ribattere e pensare posa le sue labbra sulle mie, zittendomi.
Tremo nonostante ci siano trenta gradi, è la cosa più bella e… bella che abbia mai provato.
Sento la sua lingua aprirmi delicatamente le labbra e da bacio casto si trasforma in una violenta scopata di bocche.
Ci muoviamo suppongo verso la sua camera da letto e all’improvviso si stacca da me buttandomi giù, sul materasso.
-Sei sicuro?-, ansima.
Deglutisco, anche se ormai la mia parte “etero al centouno percento” si è persa nello spazio.
-Scopami.
Mi guarda sorpreso e si slaccia il primo bottone della camicia, temo non abbia capito.
-Voglio che mi scopi.-, ripeto.
Passa le dita sul secondo bottone e a quel punto non resisto.
Mi alzo di scatto e mordendogli quel dannato piercing quasi gli strappo la camicia.
-Hey piano, piano.-, ridacchia.
-Allora?
Si china su di me. –Va bene.-, sussurra.
Ci baciamo ancora, poi inizia a mordermi e succhiarmi il collo.
Gemo come un cane.
-L’hai voluto tu, Gu.
-Mh…
Mi sfila la maglietta e scende giù, sui miei pantaloni.
Se non si sbriga, là sotto esploderà qualcosa.
Lentamente slaccia il bottone, senza smettere di guardarmi negli occhi.
Le sue mani scorrono sulla cerniera.
Una fitta d’apprensione mi fa rivoltare lo stomaco e lo blocco.
-Andrea, non posso…
-Perché?-, mi guarda stupito e vorrei morire.
-Non lo so…
-Guglielmo, è una scopata. Tu ti diverti, io pure e domani amici come sempre! Dai cazzo, esci dalla mentalità etero!
Spalanco gli occhi e lui riprende ad occuparsi dei miei boxer senza darmi il tempo di ribattere.
Ooh, cazzo. Me lo prende in bocca ed è il miglior pompino di sempre.
Sì, ‘fanculo agli etero, etero di merda, aaah!
Gemo forte aggrappandomi ai suoi capelli.
-Oh, sì, aaahhh!
Vengo quasi subito nella sua bocca.
-Da quanto tempo non scopavi?-, dice, staccandosi dal mio cazzo.
Tossisco nervoso. –Ehm…
Si mette a ridere come un coglione. –Okay Gu, preferisco non saperlo, guarda.
-‘Fanculo!
Gli tiro una sberla e lui mi salta addosso.
Scalcio i jeans e le scarpe lontano e finalmente gli sfilo la dannata camicia.
In un attimo siamo entrambi nudi sul suo letto.
Scende con la lingua sul mio corpo e io mi sto di nuovo eccitando.
-Mh…
Prende dal comodino un tubetto bianco.
-Sei pronto?
-Sì.-, ansimo.
Oh santi, no.
Per il cazzo che sono pronto! No, aspetta, no.
Apre il tubetto e mi agito sotto di lui.
-Andrea, aspetta.
-Cosa c’è adesso?-, fa, esasperato.
Non rispondo e lui lo prende come un nonsochecosa, sta di fatto che va avanti.
Mette un dito proprio lì e mi agito ancora.
-Ho paura.-, sussurro chiudendo gli occhi.
Non toglie la mano, ma sento il suo respiro sul collo.
-Andrà tutto bene.-, dice convinto.
Mi bacia mentre mette il primo dito.
Cazzo se fa male.
Cerco di ribellarmi, ma lui non mi lascia andare.
Passa un tempo infinito, credo e finalmente – finalmente? – si inginocchia di fronte a me, che sono ancora sdraiato sul letto.
-Pronto?
Improvvisamente sento di volerlo.
È lì, come un eroe greco, bellissimo, inghiottito dalla passione…
“Che mente perversa, Gu.”
Ooh, sta’ zitta.
Mi guarda preoccupato e io gli sorrido.
-Sì.
 
Ore: 6.30. Casa Poggioli.
 
Un raggio di sole mi colpisce il viso svegliandomi.
Apro piano gli occhi.
Dove sono?
Sento qualcuno respirare di fianco a me e mi giro. Andrea.
No, aspetta, Andrea?!
Un lampo mi attraversa il cervello e ricordo tutto. Io senza chiavi di casa, lui, il suo letto, ehm, il suo cazzo.
Oh merda.
-Mmh? Guglielmo?
Mi nascondo sotto le coperte. Io… non…
-Tutto bene?
Mi scopre, grande.
Tremo. –Immagino di sì?
Sorride e mi dà un bacio sulla fronte.
-Andrea?
-Che c’è?
-Ieri… noi… sai…
-Abbiamo scopato?
Spalanco gli occhi. –Ehm, beh, urgh…-, tossicchio nervoso.
-Smettila di fare la verginella, che tanto non lo sei più.
Lo guardo male. Stronzo.
-Dai, non dirmi che non ti è piaciuto!
Mi passo una mano fra i capelli. In effetti non è stato male. Ora capisco tutti quei gay, quei trans e quei bisessuali.
“In fondo lo volevi davvero…”
Ah, buongiorno anche a te vocina. Stronza.
-Beh?
Evito di rispondergli e chiudo gli occhi. La mia faccia dev’essere di nuovo bordò, visto che quel coglioncello ha iniziato a ridere.
-Va bene, hai ragione.
-Su che cosa?-, mi chiede sogghignando.
Sbuffo e roteo gli occhi. –Lo sai, stronzo.
-No, non direi.
Mi alzo di scatto e gli ficco letteralmente la lingua in bocca. –Questo ti basta?
Sorride e mi trascina sotto le coperte.
“Buongiorno Gu!”
 
Heeey. Questo secondo capitolo fa proprio cagare, ma la mia capacità di scrivere cose sensate è andata momentaneamente a puttane.
Volevate la scena in cui si inculano come cani, ammettetelo. Purtroppo non sono capace di descriverla. Aspettate, cioè, sì, so come funzionano le cose, ma non riesco a metterle nero su bianco. È tutto nella mia mente perversa, che si rifiuta di comporre quattro frasi erotiche. Ehm.
In ogni caso, addio.
  
...se qualcuno facente parte del cast di Freaks! leggerà questa storia, beh, sappiate che vi amo tutti. 
E so che avete scopato, bastardi.

   
 
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