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Autore: kyelenia    28/11/2012    0 recensioni
Se sei in equilibrio su un filo non basta che una piccola spinta per farti cadere da un lato o dall'altro.
Mentre gli occhi di coloro che erano stati la sua famiglia al liceo squadravano lui e il suo improbabile accompagnatore, Sebastian Smythe il criceto malefico, le ragioni per cui si trovava lì, con lui, sei anni dopo gli passarono davanti agli occhi, come un film che stava andando in onda nel suo cervello.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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Capitolo 5. Di gatti e predatori

 

Kurt si diresse verso la macchina con il bicchiere di caffè bollente tra le mani, grato a quella sensazione bruciante che lo stava tenendo ancorato alla realtà.

Si sedette sul sedile e si concesse un paio di minuti per riprendere fiato e riordinare i pensieri.

'Sono andato al Lima Bean per Sebastian. Voglio solo fare una sorpresa a Sebastian. Punirmi non farà tornare tra me  Blaine e non mi farà provare meno dolore. Serve solo un po' di tempo'.

Leggermente più deciso mise in moto la macchina e si affrettò a coprire la strada che lo separava da casa propria, e da Sebastian.

'Non c'è nulla di male. Ho diciotto anni, sono single, c'è un ragazzo che potrebbe piacermi.'

L'aveva ammesso. Sebastian e 'piacere' non sembravano un accostamento così strano e aver formulato quel pensiero per esteso lo face sentire leggermente meglio.

Quando uscì dal garage di casa propria non aveva più paura e non si sentiva più in colpa; era deciso e pronto a farsi ascoltare, anche a costo di imporsi.

Entrò in casa, diede un'occhiata in cucina e in salotto alla ricerca di Sebastian, poi si diresse a passo sicuro verso la stanza degli ospiti.

Batté un paio di colpi decisi sulla porta.

«Finn non ti permetterò di impuzzarmi la stanza col tuo odore orribile da boscaiolo.»

«Sono io, idiota!» gli rispose Kurt, e forse come inizio non era dei migliori.

Sentì il rumore delle stampelle dall'altra parte della porta e poi vide il volto di Sebastian.
Il ragazzo lo guardò con freddezza, inarcando un sopracciglio con fare interrogativo.

«Vengo in pace» gli rispose lui, mostrandogli il bicchiere del caffè e il sacchetto con le due fette di torta.

Gli occhi di Sebastian si illuminarono e Kurt capì di aver fatto centro.

«E a cosa devo quest'atto di gentilezza?» gli chiese il ragazzo, sarcastico e ancora distaccato.

«Avevamo detto che forse è il momento di allontanarci del rassicurante territorio "sesso", no?» rispose Kurt, imbarazzato.

«Non pensare che basti così poco per farmi diventare una persona raccomandabile. Non smetterò di chiamarti faccia da checca solo perché hai tentato di corrompermi.»

Sebastian continuava a parlargli dandogli le spalle, mentre si dirigeva verso il letto.

Kurt si sedette accanto a lui e gli allungò il cappuccino e uno dei tortini, tenendo l'altro per sé.

«Ok, ammetto che come tentativo di corruzione non è male, però non basterà lo stesso.»

«Oh, non preoccuparti, ho delle armi in serbo che non immagini neppure.»

Kurt gli sorrise in modo allusivo e Sebastian lo guardò sgranando gli occhi. Kurt lo trovò adorabile.
Era chiaro come il sole che non fosse abituato a qualcuno che facesse il suo stesso gioco, che si divertiva ad essere disinibito e diretto fintanto che considerava la persona dall'altra parte troppo ingenua, pudica, o infantile, per poter essere alla sua altezza.

E Kurt era intenzionato a dimostrargli di aver fatto un errore madornale nel sottovalutarlo.

«Se miss Porcellana continua a sfoderare queste battute potrei cominciare a credere alla profezia dei Maya!»

«Allora speriamo che il 21 dicembre non arrivi troppo in fretta, vorrei anche metterle in pratica le mie battute.»

Kurt gli rivolse un sorriso a trentadue denti e internamente si obbligò a non arrossire e non mostrarsi a disagio o, in quel caso, il suo piano sarebbe fallito miseramente.

«Ok, Hummel, mi spaventi.»

«Per così poco? Non ti facevo una femminuccia impressionabile Smythe

«Se non fossi bloccato su un letto ti zittirei nel modo migliore che conosco. Ma come alternativa...»

Sebastian posò lentamente il bicchiere del caffè sul comodino, poi afferrò saldamente Kurt con un braccio, bloccandolo con la testa contro la sua coscia non ingessata, e cominciò a fargli impietosamente il solletico sui fianchi.

«Ba-basta! T-t-ti prego! Non respiro!» lo supplicò Kurt tra un attacco di risa isteriche e l'altro.

«Solo se ammetti che non conosci nessun predatore sexy come me.»

«Sei r-ridicolo Smythe. - provò a ribattere Kurt, fino a quando non capì che presto sarebbe morto soffocato e decise di arrendersi - Ok, ok! Sei sexy Smythe! Ti prego adesso, lasciami respirare!»

Sebastian allentò la presa e finalmente Kurt riuscì a sollevarsi.

«Sei pessimo, credevo che mi avresti mostrato almeno un po' di gratitudine per questa sorpresa.»

Sebastian arrossì e gli sorrise.

Il cuore di Kurt perse un paio di battiti.

«Lo prenderò come un ringraziamento» gli fece l'occhiolino e abbassò gli occhi sulle proprie mani, che teneva intrecciate sul grembo.

Come inizio direi che non c'è male. Almeno sono andato un passo oltre l'irrimediabilmente imbranato.

«Uhm... Non sono molto bravo con le parole, però... tu hai fatto un passo, è giusto che tenti di farlo anche io, no?»

Quella frase spiazzò Kurt più di quanto fosse comprensibile. C'era qualcosa nell'espressione di Sebastian, nel modo in cui si toccava nervosamente i capelli, che gli faceva pensare che forse si stesse scoprendo. Sembrava umano, non più una macchina da sesso.

«Non deve essere una forzatura, deve venirti spontaneo.»

«Lo so ma n-non voglio farti pensare che c'è solo quello che ho mostrato all'inizio. Con te, non so... mi sento sempre sotto esame, come se giudicassi tutto quello che dico e che faccio e non lo ritenessi all'altezza. Non mi sono mai sentito inadeguato, è una sensazione che non mi piace. E io so di non essere inadeguato. E voglia che anche tu riesca a vederlo. Spero che tutto ciò abbia un qualche senso.»

Kurt si fermò a rifletterci su e sì, pensò che avesse decisamente un senso.

«So di essere... distante, il più delle volte. E abbastanza "rigido", ma non ti sto giudicando in alcun modo. E' così e basta. Credo che, adesso, dovremo provare insieme a fare un passo dopo l'altro.»

Sebastian gli sorrise, ancora un po' più fiducioso e aperto, e a Kurt sembrò che la stanza si fosse rischiarata.

«Quando tornano i tuoi?»

«Mercoledì prossimo, almeno così hanno detto. Spero che non sia un disturbo la mia presenza.»

«Neanche un po'. E poi così mi sarai debitore a vita.»

«E adesso mi ritrovo a dover qualcosa proprio a te, Hummel... Non riconosco più la mia vita!»

«Tiratela poco, Smythe! E' palese la tua adorazione per me, dovresti essermi grato per le attenzioni di cui ti degno.»

«Ooooh, qua alziamo la posta in palio!»

Sebastian si avvicinò, bloccandosi a pochissimi centimetri dal viso dell'altro. Kurt poteva sentire il suo fiato sulla bocca e non riuscì a trattenersi dall'abbassare lo sguardo sulle sue labbra. La lingua di Sebastian guizzò fuori e Kurt avvertì l'aria nella stanza diventare improvvisamente più calda.

Poi Sebastian si allontanò di scatto, e Kurt si rese conto che il proprio corpo, ad un certo punto, si era inclinato verso l'altro ragazzo.

Si costrinse ad allontanarsi nuovamente, e rimase rigidamente seduto, con gli occhi fissi sul muro di fronte piuttosto che sul ragazzo seduto al suo fianco.

Poteva sentire in qualche modo il sorriso bastardo che sicuramente Sebastian stava ostentando e il calore prendere possesso delle sue guance.

Si costrinse a guardare Sebastian con la coda dell'occhio, per trovarlo intento a fissare il pezzo di torta che teneva ancora tra le mani, con un'espressone accigliata sul viso.

«Film?» propose per stemperare la tensione, sentendosi un idiota subito dopo averlo detto.

«Ci sto! Cosa proponi stasera?»

«Se mi lasci ti cancello, e giuro che non è idiota come sembra dal titolo.»

«Se è un altro dei tuoi polpettoni romantici giuro che la pagherai cara.»

«Ho la sensazione che questo ti piacerà» gli rispose Kurt, facendogli l'occhiolino.

Finire la serata sdraiati sul letto, quasi abbracciati, non era mai sembrato così giusto.

*°*°*°*°*

Finn entrò in cucina e trovò i due ragazzi già seduti, e con due enormi tazze di caffè davanti.

«Perché siete sempre insieme in cucina nello stesso momento? Anche se sono solo le otto e potreste benissimo essere ancora ognuno nel proprio letto? - chiese, ingenuamente - No... non credo di volerlo sapere! Ritiro subito quello che ho detto.»

Allungò una mano verso Sebastian, che stava già per tirar fuori qualche battutaccia delle sue, per zittirlo.

«Idioti! Entrambi! - Kurt lanciò loro due occhiatacce identiche - Ci siamo solo addormentati appena abbiamo finito di guardare un film, e Sebastian non riesce ad essere un gran dormiglione per ora, quindi stamattina ha svegliato anche me.»

Kurt colse un lampo di dispiacere negli occhi del ragazzo e si sentì malissimo per quello stupido commento.

«Diciamo anche che ormai sono comandato dalla mia gamba, neanche fosse robotica...»

«Per questa ragione abbiamo deciso di mettere fine alla reclusione forzata e andiamo al parco, con un buon libro e il mio iPod

«E ciò significa orribile musica stridula». Sebastian lanciò a Kurt uno sguardo provocatorio.

«Il miglior repertorio di Brodway, vorrai dire. E poi mi sembra che non ti dispiaccia particolarmente tanto la mia "orribile musica" - rimarcò le  proprie parole mimando il gesto delle virgolette con le dita - quando riesco a calmarti di notte cantando». Kurt accolse la sfida più che volentieri.

«Complimentati con me per la mia abilità di fingere apprezzamento, sono un attore nato!»

Finn ingurgitò in un unico sorso la metà restante della propria tazza di caffè.

«Sono stanco del vostro flirtare, chiudetevi in una stanza e vedete di sfogarvi in qualche modo!»

Si alzò e scappò quasi di corsa dalla stanza, scatenando un attacco di ilarità nei due ragazzi con la propria uscita terrorizzata.

«Credi si sia mai chiesto chi mi aiuta a lavarmi e vestirmi?» chiese Sebastian, con le lacrime agli occhi per l'eccesso di risa.

«Smythe! - replicò Kurt, schiaffeggiandogli il braccio - Ti proibisco di porti e porgli queste domande! Non sembrerà, ma tengo a mio fratello e lo vorrei vivo ancora a lungo.»

«La tua insensibilità mi sconvolge. Picchiare così un povero invalido? Non hai davvero cuore, Hummel» piagnucolò l'altro, drammatico come sempre.

«Stai zitto ed alzati, che forse così riusciamo ad andare al parco».

«Signorsì, signore. Sei tremendamente sexy quando tenti di comandarmi a bacchetta[1]

Kurt arrossì, fortunatamente quando dava già le spalle al provocatore.

Dannazione a me e alla mia passione per i bastardi attraenti. Si diede uno scappellotto mentale.

*°*°*°*°*

Kurt sapeva di non essere sempre estremamente virile. Sapeva di urlare, quasi, la propria omosessualità scegliendo abbinamenti particolarmente appariscenti, indossando cappelli riccamente decorati, e capi non esattamente maschili. Volendo essere precisi, per lui la moda non aveva genere sessuale.

Però proprio quel giorno, avendo in programma una tranquilla mattinata al parco, aveva optato per un abbigliamento molto discreto, e aveva scelto di limitarsi ad un paio di jeans neri ed una maglietta bellissima che recitava, testualmente, "I like guys with mustaches". Forse l'aveva comprata nel reparto femminile di un negozio, però era una normalissima t-shirt dal taglio unisex. Pertanto non riusciva a spiegarsi il motivo delle continue occhiate che ragazze, e ragazzi, rivolgevano a Sebastian e non a lui.

Lo sguardo di una ragazza piuttosto brutta, e con un naso decisamente sporgente, si rivelò essere la famosa goccia che fa traboccare il vaso.

«Tesoro, hai mai pensato di iscriverti alla facoltà di Architettura? Perché con il naso che ti ritrovi avresti sempre una squadra a portata di mano, per prendere le misure di quel tuo culo che, lasciatelo dire, merita un monumento» disse a denti stretti, senza preoccuparsi di mantenere il tono di voce particolarmente basso.

Sebastian gli lanciò un'occhiata allibita, prima di scoppiare rumorosamente a ridere.

L'aspirante architetta si limitò ad allontanarsi rapidamente, procedendo con passo stizzito.

«Ricordami di non mettermi mai contro di te, SuperChecca».

«Non faceva altro che guardarti, dannazione! Tutti non fanno altro che guardarti! Sono invisibile per caso? Non sapevo che questa maglietta fosse eredità di James Potter.»

«Oh, piccolo e ingenuo mozzarellino. Non sei invisibile, solo irrecuperabilmente insicuro. E anche un po' cieco. A me gli sguardi sono sembrati equamente distribuiti.»

Kurt fece un verso stizzito, e tornò a concentrarsi sulla biografia non autorizzata di Britney Spears che teneva tra le mani.

Ad un certo puntò senti un movimento al proprio fianco e prima che Kurt avesse il tempo di arrossire, o di fermarlo, Sebastian gli circondò la vita con un braccio e cominciò a carezzargli lievemente la pelle del fianco.

«Hai una temperatura corporea decisamente più alta del normale» si trovò a bisbigliare Kurt, con voce tremante.

«No, dolcezza. E' a te che faccio questo effetto» gli sussurrò l'altro, tenendo la bocca a pochi millimetri dal suo orecchio.

Kurt rabbrividì nonostante il caldo della giornata, maledicendo i propri pantaloni sempre troppo aderenti.

Inclinò la testa di lato, finendo col poggiarla sulla spalla di Sebastian, e il ragazzo spostò il braccio sulle sue spalle e cominciò a pizzicargli delicatamente l'angolo della mandibola.

«Che ne pensi di tornare a casa?» propose Kurt, sentendo scivolare quelle parole sulla propria lingua, come se stesse assaporando un frutto proibito.

Sebastian lo guardò con una strana luce negli occhi, un misto di curiosità ed aspettativa. Senza rispondergli afferrò le stampelle e si mise in piedi, cominciando ad avviarsi verso l'uscita del parco. Il tempo necessario per riprendersi dallo stordimento, e Kurt fu al suo fianco.

Una volta seduto sul sedile del guidatore infilò con mani tremanti la chiave, riuscendo a centrare la fessura solo al terzo o quarto tentativo.

«Qualcuno qui è nervoso... - lo derise Sebastian - Tranquillo, eh, non stai mica andando al patibolo.»

«E' solo che...» cominciò Kurt, fermando il nome di Blaine sulla punta della lingua.

«Lo so.» lo interruppe subito Sebastian, e Kurt prese un respiro forte per tentare di calmare il cuore che gli palpitava furiosamente.

Entrarono in casa con Kurt che chiamava il nome di Finn a gran voce, senza ricevere alcuna risposta.

«A quanto pare siamo soli» constatò Sebastian, con l'ombra di un sorriso sulle labbra, e si diresse con decisione verso la propria camera.

Kurt osservò il profilo della sua schiena, il disegno dei jeans sul suo sedere e, non appena lo vide sparire dentro la stanza degli ospiti, si decise a seguirlo.

Sebastian era seduto sul letto e a Kurt non era mai sembrato così bello, con indosso una semplice maglia con lo scollo a V che lasciava scoperta parte del petto. Sbatté un paio di volte la mano sul materasso, facendo cenno a Kurt di sedersi al suo fianco.

E il ragazzo non si fece attendere più.

«Se fossi stato in possesso di tutte le mia capacità fisiche sarebbe andato in modo molto diverso, probabilmente in piedi contro un muro. Ma va bene anche così.» mormorò Sebastia. Poi sorrise con fare malizioso e unì le loro bocche in un bacio, nel loro primo bacio, per quanto riguardava Kurt.

La bocca di Sebastian aveva ancora un delicato aroma alla cannella e al caffè, residuo della colazione; le sue labbra erano leggermente screpolate, ma non in modo fastidioso.

Kurt vi fece scorrere sopra la lingua, assaporandole delicatamente, e Sebastian si concesse un sospiro rumoroso.

«Cazzo se ci sai fare bambolina, non pensavo baciassi così bene.»

«Stai zitto!» ringhiò quasi Kurt, in risposta, per poi afferrare le labbra dell'altro tra i denti, strappandogli un gemito.

Gli mise le mani sul petto, spingendolo indietro con decisione e aiutandolo a mettersi disteso.
In un attimo fu a cavalcioni su di lui, attento ad evitare l'ingessatura.

Infilò le mani sotto la sua maglia, cominciando ad accarezzare con decisione i suoi fianchi.

Sebastian sentiva la pelle andare a fuoco, ogni volta che Kurt vi passava sopra i propri polpastrelli.

Tornarono a baciarsi, con più decisione, mentre le mani di entrambi vagavano sulla pelle nuda, seguendo le linee del corpo, la curva dei fianchi e delle spalle.

«Basta...» si intimò Kurt dopo un po', allontanandosi dall'altro quasi senza fiato.

«Non mi sembrava ti stesse dispiacendo...» lo punzecchiò Sebastian, rivolgendogli un sorriso malizioso.

«No infatti. Però adesso basta.» mormorò Kurt, abbassando gli occhi sulla piega decisamente voluminosa che mostravano i suoi jeans.

«Ooooh, capisco...». Il sorriso di Sebastian divenne ancora più ampio.

Kurt gli diede uno schiaffetto sul braccio, prima di alzarsi per andare in cucina a prendere qualcosa da consumare in tutta tranquillità sul letto del ragazzo.

«Stiamo diventando troppo pigri» disse dopo un paio di minuti di silenzio.

«Per me non è esattamente una scelta... Cosa dovrei fare? Una maratona?»

«No, però siamo sempre in casa, sempre in questa stanza... Credo di aver guardato più film in questi ultimi giorni che in tutto il resto della mia vita!»

«Cosa proponi allora?»

«Che ne dici se stasera ci vediamo da qualche parte con Rachel e gli altri del Glee Club per una serata karaoke?»

«Mi sembra davvero un'idea geniale! - replicò Sebastian con voce tagliente - sono proprio amato dai tuoi amici!»

«Vedrai che cambieranno idea quando ti conosceranno meglio... Avranno ancora più motivi per odiarti.» rise Kurt, mentre si alzava per andare a prendere il telefono e chiamare Rachel.

«Sei un'orribile checca!» gli gridò dietro Sebastian e Kurt rise ancora più forte.

«Sono fottuto» mormorò Sebastian a bocca storta, sentendo delle fastidiose presenze nel proprio stomaco che i più avrebbero definito 'farfalle'.

 

 

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[1]Meritatissimo riferimento alla magnifica "AngrySex 2.0" di tsubychan1984, che non linkerò perché so fin da ora che non avrò voglia di modificare l'html, però vada a leggerla chiunque non l'abbia ancora fatto!

 

NdA: Forse, anzi sicuramente, sono una persona orribile e mi davate per dispersa. O magari non frega a nessuno XD Però ho avuto una combinazione orribile chiamata blocco dello scrittore+esami da preparare+real life da bbbrivido e quindi mi sono ritrovata priva di tempo e voglia. Un favolosissimo finesettimana, che si è chiuso con una serata dedicata agli anni '90 mi ha fatto tornare l'ispirazione e così eccomi qui.

Grazie a chiunque abbia ancora voglia di seguirmi :)

 

   
 
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