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Autore: Aluah    28/11/2012    4 recensioni
Il rimpianto uccide, lentamente e dolorosamente, ancor più di una spada.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sai…
Ci sono solo due cose indelebili: i rimpianti e i tatuaggi. I secondi però si possono coprire mentre i primi solo accumulare. Ognuno ha i suoi, ognuno li tenta di seppellire ma non fa altro che spingerli sempre più a fondo permettendogli poi di tornare in superficie con una spinta uguale e contraria, è semplice fisica. E la fisica non è contestabile.
Io ho i miei e tu hai i tuoi, ma io non li posso cancellare mentre a te non toccano più minimamente. Nessuno può scappare da sé stesso né da ciò che ha vissuto, ancor più inutile è la fuga da ciò di cui siamo pentiti. I pentimenti non si cancellano, si possono solo accettare serenamente pensando che in futuro non commetteremo più quel genere di errore perché abbiamo compreso dove e come abbiamo sbagliato.
C’è un solo e unico modo per smettere di soffrire ripensando al passato ovvero smettere di averne uno, non poter più vivere momenti che ci possano far nascere un pensiero negativo associabile a ciò che non abbiamo fatto ma avremmo dovuto fare.
E tu che rimpianti avevi?
Uno solo, me lo hai sempre detto: quello di non avermi parlato prima di ciò che ti tormentava l’ anima e il fisico perché così facendo avevi contagiato anche me con la tua tristezza. Mi ricordo che ti sentivi sempre strano, debole e non eri più quel meraviglioso ragazzo che conoscevo e amavo. Eri cambiato e con te lo era tutta la ciurma, perché noi sapevamo. Tu ce l’ hai detto alla fine, te lo abbiamo fatto ammettere perché io per prima mi ero iniziata a sentire male e impotente, stanca e affaticata, condizionata da quegli occhi tanto neri quanto tristi: ciò che è tuo è mio me lo hai sempre detto con il sorriso sulle labbra. Non quella volta però.
La mia tristezza altro non è che delusione per un fallimento che ti ha ridotto in fin di vita prima e ti ha ucciso dopo. Non eri più il ragazzo che amavo e conoscevo, non sorridevi più allietando le mie giornate passate sui libri e sulle cartine a litigare con il mio cervello, non mi accompagnavi più in mille posti diversi solo per starmi accanto e non mi parlavi più. Eri diventato una sfera: nessun punto su cui far pressione, nessuna formula per calcolare il tuo punto debole. Solo un senso di impotenza nel guardare una persona che non era più quella meraviglia che mi aveva rubato il cuore e l’ anima .
Avevi tu per primo il cuore spezzato per una perdita; un anno passato senza la consapevolezza che era venuto a mancare un tassello fondamentale della tua vita, ma quando ti avevamo detto che era passato davvero tutto quel tempo da quando Rufy se n’era andato, tu avevi assimilato la notizia e avevi gradualmente innalzato quella muraglia.
Perché poi? Non ti serviva proteggerti da noi. Eppure siamo stati i primi che hai escluso dalla tua vita e dalla tua sfera privata. Posso considerarmi forse fortunata ad essere stata l’ ultima che hai abbandonato? No, questo te lo dico io. Perché io da sola ti ho cercato di salvare e sempre da sola ti ho visto morire dentro e fuori. E con te sono morta anche io.
Potranno dirmi che sono stata io la responsabile della tua morte, del tuo suicidio, ma entrambi sappiamo che la scelta è stata solo tua.
Io c’ero e ci sono sempre stata. C’ero al mattino quando ti svegliavi dopo una notte passata a urlare e fare incubi, alla sera quando ti rifiutavi di cenare per rinchiuderti in quella palestra umida e desolata finchè puntualmente litigavamo perché non mi facevi contenta e digiunavi.
Man mano però hai smesso di fare anche quelle piccole azioni che ti contraddistinguevano: eri segnato da profonde occhiaie, segno che non dormivi più. Sembra assurdo da dire, Roronoa Zoro, il ghiro dei 7 mari che non dormiva più da mesi.
Mi ricordo ancora il 23 settembre. Tu il 25 ti sei tolto la vita.
Quel maledetto 23 settembre. Sembrava tornato tutto come prima, tu che mi sei venuto a punzecchiare sorridendo, mi hai portata fuori a fare compere, e mi hai tenuta stretta tutta la notte mentre dormivi serenamente.
Solo ora ho capito che quel mattino tu ti eri svegliato già con l’ idea di farla finita. Ma io non potevo certo immaginare il peggio, tu eri tornato il mio Zoro e io vedevo solo quei bellissimi occhi che risplendevano di nuovo della loro vecchia luce.
Avrei dovuto immaginare invece che era la luce della follia che ti avrebbe spinto a commettere un gesto disperato per rivedere quel pilastro che era caduto prima di te nel tuo stesso modo, esattamente un anno prima.
Anche Rufy si era tolto la vita infatti, il 26 agosto, lo ricordo bene.
Non capisco ancora il perché, nemmeno del suo gesto so dare una spiegazione. Aveva tutto: amici, famiglia, e Robin, una ragazza innamorata. Avevate tutto; per te c’eravamo noi, gruppo di scemi traumatizzati da un evento più o meno forte che però avevano deciso di sorreggersi a vicenda. Avevi, Zoro, ciò che per altri rimarrà sempre un sogno lontano: la felicità. Il sorriso sulle labbra e negli occhi, nel cuore l’ amore e l’ affetto che ricevevi e donavi. Avevi dei Nakama pronti a dare la vita per te che ora si sono rinchiusi chi più e chi meno nel loro dolore sorretti e sostenuti da qualcosa che gli ricorda te. Avevi un sogno e un futuro che potevi costruire con le tue forze e la tua sicurezza, avevi un passato di cui andare orgoglioso e un presente in cui non ti mancava assolutamente nulla.
Eppure una colonna portante e fondamentale della nostra esistenza era riuscita a crollare contro ogni previsione e pronostico, lasciando un vuoto incolmabile ma affrontabile. Era un nostro punto fermo sai? Rufy mi ha cresciuta insieme a te, ci ha tirati su con valori e principi saldi, con la testa sulle spalle e tanto amore nonostante gli innumerevoli sbagli che aveva commesso anche lui, perché per quanto bambino sembrasse era riuscito a creare una famiglia.
Era anche mio fratello, non conta solo il legame di sangue. Se così fosse io tuttora non starei male così; avrei perso solo un amico quando mi ha lasciata, non un fratello come è invece stato.
E tu? Ti sei reso conto di cosa hai lasciato dietro di te con la tua dipartita?
Rimpianto. Solo e unicamente questo: c’è chi rimpiange quei pochi momenti passati in tua compagnia perché troppo pochi, chi tutti quelli passati perché troppo importanti e indimenticabili e chi quelli che mai passerà perché assolutamente indispensabili per vivere.
Sei come l’ aria, irrinunciabile per essere; la prima volta che ti si assaggia diventa anche la prima di una lunga, lunghissima serie. E quando c’è di mezzo la passione non vale la ragione, me lo hai sempre detto tu.
Non ti potrò mai rinnegare, né dimenticare né tantomeno odiare lo sai? Si, lo hai sempre saputo, assolutamente consapevole del talento che avevi e ancora hai nello scolpire nel cuore delle persone la tua immagine, così come nostro fratello. E nel mio hai scolpito una storia, perché ogni donna vuole essere l’ ultimo amore, e nel tuo caso ci sono riuscita. Non avrei mai voluto ora che ci penso, perché un conto è essere l’ ultima fino alla fine del nostro futuro, un conto è essere l’ ultima ancor prima che il futuro sia potuto iniziare.
E per me ora ci sarà solo la continuazione di una vita segnata da una perdita troppo importante per poter procedere sul binario che aveva percorso finora, quello dove mi guidavi tu con la tua amicizia e il tuo amore incondizionato.
Ecco ho trovato il mio rimpianto.
Sei tu.
Tu che mi hai lasciata sola in un mondo dove la solitudine mi uccide, tu che hai marchiato a fuoco il tuo ricordo sul mio cuore vivendo al mio fianco, tu che mi sei sempre stato vicino come un amico accettando il fatto che non saremmo mai potuti stare insieme a causa dei nostri caratteri inconciliabili, tu che sei e rimarrai sempre quella parte del mio cuore indistruttibile e inespugnabile dove conserverò la parte migliore della mia vita.
Ti ho amato dal primo giorno in cui ti sei aperto a me, mostrando la tua vera natura infantile.
Ti amo ora perché mi regali quei sorrisi nostalgici di qualcosa che non ci sarà più nella realtà ma solo nella mia fantasia.
Ti amerò domani perché ti ricorderò sempre come il mio primo amore, quello che non si scorda mai.
Non saprò mai cosa mi mancherà più di te ma so che sei e sarai sempre la mia adolescenza e la mia felicità.
                                                                                                                                           Nami






Angolo dell' autore: Beeeeeene... è la mia prima fic e devo dire che, beh, non mi soddisfa come vorrei. Inizialmente era una lettera scritta a un mio amico molto importante ma l' ho riadattata e ho dovuto modificare qualcosa. Le recensioni sono più che ben accette anche perchè mi possono solo servire! Grazie (:
   
 
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