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Autore: Atakir    28/11/2012    0 recensioni
[partecipa al contest a bivi_multifanom e originali indetto da Sango]
marck ha quasi 16 anni e pfrequenta la 3f in un corso di chimica.
egli è fidanzato con una ragazza di nome Jess ed ha molti amici.
questo equilibrio verrà però spezzato all'arrivo di un ragazzo diciasettenne di nome Butch.
quel pomeriggio successe una cosa che fece iniziare una serie di eventi abbastanza comodi che porteranno a....
se volete scoprirlo leggete^^
è la prima storia originale che scrivo e spero che la recensiscano in molti♥♥♥
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivò Jess, che vedendolo dormire sorrise e lo scrollò piano.
-alzati, lo sai che il piccolo Tim ha voglia di giocare con il suo papà? Guarda che si arrabbia.-
-chi è Tim?- biascicò il biondo
-ma come? Non ricordi?- disse lei cercando di essere il più possibile credibile –è nostro figlio!-
Al che Marck cadde dalla sedia spaventato, per guardare negli occhi la sua ragazza e rendersi conto di essere alla festa.
-stupida…- bisbigliò appena per metterle poi un braccio dietro le spalle e farle un nocchino.
Sembravano la coppia perfetta, ma nessuno sapeva che girava nella testa di quel ragazzo.
Lui strinse la sua fidanzata pensando a quale scherzo gli fu fatto, sorridendo appena.
Più che una pizzeria, il luogo era una camera lussuosa d’albergo con tavolini poltrone e divani, Marck si sedette su di una poltrona vicino alla finestra per mettersi a parlare e mangiare con i suoi amici.
Joe Atan e Derek ascoltavano e parlavano, poi la rossa si voltò verso al biondo per dirgli di avere convinto Cindy a portare alla festa il nuovo arrivato per fare amicizia.
Marck, dopo aver sentito l’ultima frase pronunciata da Atan, divenne rosso in volto e si mise a guardare fuori da quella finestrella che aveva come panorama esterno la brulicante città che se ne andava troppo in fretta.
Dopo pochi istanti si voltò e continuò la conversazione, era la sua festa, voleva divertirsi alla grande.
Il dolce brusio venne interrotto dopo circa un’ora.
La porta si spalancò, e Cindy, la ragazza dai canini a punta, corse contenta canticchiando e saltando come una pazza.
Al suo seguito Butch con dei tappi nelle orecchie e gli occhi socchiusi. Con la faccia scazzata si sdraiò senza troppi complimenti su di un divano, per poi salutare con un cenno del Capo alquanto disinteressato il festeggiato e sbaffarsi più di due pizze.
Marck lo osservava, era buffo mentre mangiava, pensò fosse stato la persona giusta per stringere amicizia, quindi, anche se ancora un po’ imbarazzato, si allontanò dagli amici per sedersi sulla poltroncina che stava vicino al divano sul quale rimaneva Butch.
-c_ciao- lo salutò
Il moro si tolse i tappi dalle orecchie e lo fissò negli occhi per distogliere poi lo sguardo.
-passami una fetta di pizza con le acciughe…- disse Butch sdraiandosi sulla pancia.
Il biondo non esitò e gli porse la pizza felice che gli sia stata rivoltala parola da lui.
Marck gli diede ciò che aveva chiesto per poi osservarlo. Pensò di vederci male, all’improvviso lo vedeva nudo, vedeva i glutei sodi, la schiena abbastanza modellata, il collo taurino e le game robuste.
Si strofinò gli occhi più e più volte, non credeva ai suoi occhi, fece per sfiorarlo ma Butch fu più veloce di lui e se lo tirò addosso sorridendo.
I loro corpi stavano molto bene vicini, erano a proprio agio, il suo battito cardiaco aumentò.
-cazzo guardi?- la voce del moro lo riportò alla realtà.
Marck perse ancora un attimo a osservarlo, lo sguardo si accigliava sempre di più.
Ma cos’avrà avuto quel ragazzo da costringerlo a sentirsi così?
Il biondo chiese scusa e si alzò tutto rosso dalla vergogna, per voltarsi e sentire un -che fisico…- detto sottovoce dal moro.
Ma il ragazzo dagli occhi azzurri pensò di aver capito male, e si diresse abbattuto dai suoi compagni.
-com’è andata?- chiese Atan.
-non molto bene…- rispose Marck.
I suoi amici parlavano, ma lui continuava a pensare a quel “che fisico” detto proprio da Butch. Passò molto tempo a osservarlo, giocava con il telefono come alla mattina.
-il telefono…- disse il biondo, osservato dagli amici confusi.
-cosa c’entra il telefono con il mio nuovo taglio?- chiese la rossa, persa.
-lo prendo che vi faccio delle foto!- disse lui cercando di giustificarsi.
-ma non è meglio la macchina fotografica digitale che sta usando tua mamma?- chiese Jess ridendo allegra.
Marck non seppe che rispondere, il silenzio creato nel gruppo fu sciolto da Joe, che tutto allegro tirò fuori da una borsa un pacchetto. Glielo porse e gli chiese di aprirlo.
Gli occhi di Marck si illuminavano vedendo le nuove scarpe da calcio regalate dall’amico.
-so che se te le avessi date prima ti sarebbero state più utili, però…- il tono del ragazzo dai capelli blu sembrava imbarazzato, Marck lo ringraziò abbracciandolo.
Dereck gli porse allora uno skate, senza troppe decorazioni.
-so che hai sempre sognato di averne uno…- disse senza guardarlo.
Marck abbracciò anche lui, che fu felice e ricambiò.
Jess gli diede un bacio e gli mise intesta un cappello nuovo abbracciandolo e Atan tirò fuori un biglietto per un film che avrebbero messo al cinema fra non molto tempo.
-Marck-
Si sentì chiamare e si voltò.
-Qui c’è un paio di occhialini da cieco- disse Butch avvicinandosi per sussurrargli all’orecchio –così mercoledì non mi guarderai sotto la doccia…- disse facendo un leggero ghigno per poi andarsene in bagno.
Una leggera risatina si sentì, un po’ soffocata, Jess non credeva a ciò che aveva sentito: per lei Butch aveva detto così solo per attaccare brighe e fare una scazzottata, quindi lo difese in ogni modo possibile.
Brutta giornata per il biondo, che più rosso di prima volle scappare, usando la scusa di dover andare al bagno.
Mise la faccia sotto l’acqua per far scendere la temperatura e far scolorire un po’ le gote, si sentì sfiorato e si voltò pensando fosse Jess.
In una frazione di secondo afferrò per un braccio quella persona e la baciò, ma sentì un sapore strano, diverso da quello di Jess, e aprì gli occhi.
Stava baciando Butch che era rimasto come pietrificato, con gli occhi sgranati, la bocca aperta e negli occhi un qualcosa di indecifrabile. Marck si allontanò di un paio di passi, per non essere colpito da un eventuale pugno che non arrivò.
Il moro, chiuse gli occhi, prese un respiro profondo ed uscì dalla finestrella del bagno per non essere notato dai compagni, mentre il biondo continuava a pensare perché non avesse guardato ciò che faceva.
Si appoggiò al muro con le mani nei capelli e gli occhi chiusi, attendendo che qualcuno lo cercasse.
   
 
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