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Autore: drummatic    28/11/2012    4 recensioni
La sbadataggine di lei e la gentilezza di lui erano stati artefici, e il destino aveva voluto si rincontrassero, in un modo o nell’altro. Forse erano nati per stare insieme. Fatto sta che Annie non dimenticò gli occhi azzurri del ragazzo del mercato, e lui non dimenticò assolutamente quelli di lei, dolci e gentili.
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Finnick / Annie
© non copiate. 
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Finnick Odair
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Chissà se qualcuno la troverà." pensò la ragazza minuta e dai capelli neri come la pece avvicinandosi alla riva. Lasciò la bottiglia adagiata sulla spiaggia e si sedette, attendendo che l'onda più 'coraggiosa' la trascinasse con se. Prima di scrivere aveva ben riflettuto: "La lascerò dove la sabbia è asciutta, solo l'onda che avrà il coraggio di arrivare fin lì potrà essere quella perfetta per custodire i miei messaggi. Mi affiderò solo e soltanto a lei." 
Era una ragazza strana, ma speciale, a modo suo.
Il capelli neri le ricadevano leggeri sulle spalle, gli occhi azzurri e verdi brillavano, illuminati dalla luce del tramonto e il suo corpo, minuto e snello, lasciava impronte poco premute sulla fresca sabbia di fine Aprile. 



Caro sconosciuto,
l'altro giorno ero seduta sulla spiaggia, da sola, ovviamente. 
Ormai sono parecchi anni che nessuno vuole più avvicinarsi a me, dopo quel piccolo incidente ho perso tutti gli amici e le amiche che avevo, qui, al Distretto 4. L'unico amico che ormai ho e sento che non mi tradirà mai è il mare. Solo lui è capace di caprimi realmente.
Comunque, l'altro giorno ero qui in spiaggia e pensavo...qualche settimana fa ho letto un brano che raccontava di due amici che si scambiavano messaggi in bottiglia, così ho pensato: "Sarebbe bellissimo riceverne uno." così mi sono seduta sulla spiaggia ad aspettare un 'segno', ma ovviamente nessuna bottiglia è arrivata. Così, come puoi bene vedere, ho deciso di fare la prima mossa e scriverlo io un messaggio in bottiglia, e se il mare sarà così 'cattivo' nei miei confronti da rimandarmela indietro, bhè, me ne farò una ragione.
Sono Annie Cresta, ho 16 anni, compiuti da qualche mese. 
Ho i capelli neri, gli occhi azzurri e verdi, sono bassa, forse fin troppo, e magra. 
Tutti mi dicono che sono strana, ogni volta che mi vedono per la strada, ma forse sono solamente diversa.

Annie Cresta
P.S.
sarei felicissima di ricevere una risposta.



Ed ecco che, mentre rifletteva, pensando a ciò che aveva scritto nella lettera, l’onda coraggiosa arrivò, trascinando con se la bottiglia. Istintivamente un sorriso felice si dispinse sul volto della ragazza che, promise a se stessa di tornare in spiaggia ogni momento possibile, per ricevere un’eventuale risposta.
Come faceva ormai da una settimana tornò in spiaggia.
Aveva quasi perso le speranze di ricevere una risposta ma non voleva arrendersi, proprio come le avevano insegnato.
Si sedette sulla sabbia calda e iniziò a fissare le onde.
Una…due…tre…lente sbattevano sul bagnasciuga, la quarta fu quella che la rallegrò ma allo stesso tempo rattristò. Si posò sulla spiaggia la sua stessa bottiglia. Aveva quasi paura ad aprila: e se fosse stata la sua lettera che era tornata indietro? Bhè, avrebbe cercato di farsene una ragione e con la speranza di una reale risposta si decise a togliere il tappo. Sfilò il pezzo di carta rovinata e quando lo aprì si meravigliò. Non era la sua lettera, qualcuno le aveva realmente risposto.



Ciao Annie,
ho ricevuto la tua lettera. L’ho trovata per caso sulla spiaggia.
Innanzitutto credo che anche se sei ‘diversa’ come dici di essere non devi assolutamente vergognarti o chissà che altro. Se la gente ti punta diti contro, lascia correre, cerca di non pensarci, sii forte.
Io mi chiamo Finnick Odair (forse avrai sentito il mio nome), ho i capelli biondi, gli occhi azzurri, 18 anni e, sorpresa, vengo anche io dal Distretto 4.
Date le piccole dimensioni del nostro distretto non mi meraviglierei affatto di averti già incrociata per strada, probabilmente si.
Ho trovato la tua idea così…stravagante ma allo stesso tempo geniale così ho deciso di risponderti.
Non saprei cosa dirti di me. A te cosa piace fare? Io adoro pescare e nuotare, praticamente passo la mia vita in acqua. Spero che questa lettera ti arrivi, mi affido ad un’onda ormai mia amica (è lei che mi procura tutti i pesci, ma non dirlo a nessuno, è un segreto).
Un abbraccio,
Finnick Odair.



Annie sorrise, prese la penna e il foglio dalla borsa che aveva con se ed iniziò a scrivere.

Caro Finnick,
ho sentito molto parlare di te, dopotutto sei uno dei pochissimi ragazzi del nostro distretto ad aver vinto gli Hunger Games. Veramente notevole, ma, mi dispiace molto non ricordare bene il tuo viso.
Un giorno vorrei incontrarti, sarebbe bello poter avere un amico (sempre se così posso definirti).
Io adoro leggere e raccogliere conchiglie, è una specie di passione, credo.
Un abbraccio,
Annie Cresta.



Strinse il foglio, fiduciosa, e dopo averlo piegato lo infilò nella bottiglia e aspettò che la solita onda lo portasse via con se.
Anche quella volta Annie riuscì a ricevere una risposta.



Annie,
certo che puoi considerarmi un amico! Sai, anche io non è che ne abbia poi tanti.
Il mio migliore amico è morto lo scorso anno a causa dei Giochi.
Ogni anno che passa li odio sempre di più, come odio tutto il nostro sistema.
Anche a me piacerebbe incontrarti, conoscerti meglio.
Immagino il tuo viso così grazioso e delicato…
Finnick Odair.

 

I due continuarono ad inviarsi lettere per parecchie altre settimane, quando finalmente decisero di incontrarsi, alla Mietitura.
Quel giorno nel cuore di Annie non c’era solo la tristezza e la paura di essere estratta, ma c’era anche un sentimento nuovo, che avrebbe volentieri definito come gioia. Sicuramente l’avrebbe fatto, se il momento fosse stato leggermente differente.
Avevano deciso che si sarebbero cercati tra la folla. Quell’anno Finnick non avrebbe dovuto svolgere il ruolo di mentore, era toccato ad un uomo di nome Karl Headlone, che aveva vinto parecchi anni prima. Era stato definito più maturo e capace di dare consigli, al contrario di Finnick ancora giovane e inesperto.
Quest’ultimo non poteva essere più felice. Non aveva assolutamente voglia di vedere due poveri ragazzi, impauriti, proprio come era stato lui, andare al macello. Nessuno lo negava nel distretto, le probabilità di vincita di uno di quei ragazzi erano praticamente quasi inesistenti e Finnick ne era triste, ma, nonostante la sua volontà di voler cambiare le cose, non poteva fare niente.
Annie strinse le mani a pugno e le passò poi sul vestito che indossava per l’occasione.
Era agitatissima, e impaurita, soprattutto impaurita, come tutti i ragazzi giovanissimi che erano lì con lei e che stavano vivendo il suo stesso incubo.
Una donna stravagante, abbigliata in perfetto stile ‘CAPITOL’ salì sul palco.
“Buonagiorno e ben venuti a tutti ragazzi e ragazze, io sono Vanila e, insieme al vostro mentore ho il compito di occuparmi di voi…” continuò per qualche altro minuto, lasciando poi la parola al sindaco del distretto e anche al video, che ogni anno ripeteva sempre le stesse identiche parole.
“Bene, ora, il momento tanto atteso...” sembrava quasi che volesse prendersi gioco dei poveretti che la fissavano, senza dire una parola “...prima le signore…” infilò la mano sottile nell’ampolla e, dopo aver frugato, tirò fuori uno dei tantissimi pezzettini di carta.
“Meredith Peakway.”
Annie tirò un lunghissimo sospiro di sollievo, aveva voglia di piangere dalla gioia, ma allo stesso tempo era triste per quella ragazza, anche se non la conosceva.
Si girò per cercarla tra la folla e la vide, col terrore negli occhi, che lentamente si avviava verso il palco, incitata dalla donna.
“Su, su, veloce….” continuava ad esortarla “ed ora, signori, tocca a voi.”
Stessa scena, ma ampolla differente.
“Ubern Crowness” il ragazzo, come la ragazza, si trovò spaventato, ma avanzò ugualmente verso il palco.
I tributi furono portanti nella sala principale del municipio e tutti i presenti furono invitati ad andare nelle loro case.
Annie cercò con gli occhi Finnick e quando lo vide ne rimase affascinata. Si, ora ricordava, quel volto le era ben noto, si erano scontrati per sbaglio, un anno prima, forse, al mercato. Lei cercava qualche mela per una torta e lui, bhè, ami da pesca e attrezzatura per andare in mare.
La sbadataggine di lei e la gentilezza di lui erano stati artefici, e il destino aveva voluto si rincontrassero, in un modo o nell’altro. Forse erano nati per stare insieme. Fatto sta che Annie non dimenticò gli occhi azzurri del ragazzo del mercato, e lui non dimenticò assolutamente quelli di lei, dolci e gentili.
Lei gli si avvicinò cautamente, lui si girò e le sorrise.
“C-c-ciao Finnick, io sono A-A-Annie.” Non sapeva neanche lei perché stesse balbettando, non le capitava mai. Erano forse gli occhi di lui puntati nei suoi? Probabile.
“T-t-tu?” rispose lui, spalancando la bocca in una grande ‘o’.
“Allora ti ricordi di me!” disse lei, entusiasta e con un respiro di sollievo.
“non potrei mai dimenticarmi del nostro "incontro"…sono felice che neanche tu l' abbia fatto…”
Lei sorrise.
“Bhè..che ne dici di andare a fare una passeggiata in spiaggia?” le propose lui.
“Volentieri.” rispose lei.
Lui la prese per mano, e si incamminarono verso il mare.
Era la cosa principale che li accomunava. Entrambi lo amavano e avrebbero voluto passare lì ogni singolo giorno della loro vita.
“Dovremmo ringraziare qualcuno…” sussurrò lei, avvicinandosi alla riva.
“Non cap…ah si.” si interruppe poi lui “la nostra amica, l’onda.”
Se c’erano una cosa che lui apprezzava nei suoi riguardi era quell’ingenuità quasi da bambina. Sprigionava in lui una sensazione strana, e una voglia di proteggerla lo avvolgeva, desiderando di non lasciare più la sua mano.
“Sai, Annie…” disse lui, continuando a stringerle la mano “sarebbe bello se noi due potessimo stare più tempo insieme…”
Lei continuava a sorriderle, guardandolo, e lui, preso tutto il coraggio che aveva prese il suo volto tra le mani e la baciò dolcemente.
Fu in quel giorno di maggio che Annie Cresta e Finnick Odair divennero una coppia.


Dopo i 75esimi Hunger Games, Distretto 13.
“Annie, mi vuoi sposare?” Finnick le si era inginocchiato davanti e le stava donando il suo cuore, voleva farlo, prima di partire. Non era sicuro sarebbe riuscito a tornare.
“Certo Finnick.” disse lei saltandole al collo.


“Ora devo andare.” disse lui dandole un bacio e stampandone un altro sulla pancia, che ospitava il futuro piccolo Odair che sarebbe nato di lì a qualche mese.
“Sii prudente.” furono le uniche parole della mora, con le lacrime agli occhi.
Non poteva credere che tutti i suoi più cari amici stessero partendo per Capitol City e che forse non li avrebbe più rivisti. Al solo pensiero le tornò quel groppo in gola che ormai da più di una settimana non se ne andava. Non poteva fare niente per loro, se non pregare.


“Come, m-m-m-morto? No, non può essere…mi state prendendo in giro.” urlò disperata.
Non poteva credere a quello che i funzionari al Distretto 13 le stavano dicendo. No, sicuramente era un brutto sogno.
“Svegliatemi vi prego!” continuava ad urlare.
Katniss le si avvicinò, la abbracciò e le disse che sarebbe andato tutto bene, proprio come Finnick le aveva detto di fare, prendersi cura di Annie come lui avrebbe voluto fatto, perché così piccola e fragile da potersi spezzare con una folata di vento.
Ma Finnick, nonostante tutto sapeva che Annie nel profondo del suo cuore era forte e sapeva che ce l’avrebbe fatta a non cadere, o almeno a rialzarsi.


A volte è strano come il destino sia così artefice dei nostri piani.
Prima unisce, poi divide, come nel caso di Finnick e Annie.
Prima quel destino che sembrava buono e a loro favore ora si era trasformato nell’incubo più brutto che tutti avessero mai vissuto.
Il destino li aveva fatti incontrare, ora li divideva, ma entrambi avevano nel cuore il ricordo più bello, quello dei giorni passati insieme.
Annie ogni singolo giorno non smetteva di pensare a lui, e di pregare per lui.


“Sono morto tutti i giorni aspettandoti
tesoro non essere spaventata, ti ho amato
per mille anni, ti amerò per mille altri ancora.
Per tutto il tempo ho creduto che ti avrei ritrovato
il tempo ha portato il tuo cuore da me, ti ho amato
per mille anni, ti amerò per altri mille anni.”


Ecco le parole che Finnick, in qualsiasi posto si trovi, pensa e dedica ogni singolo giorno ad Annie, proteggendo lei e il loro piccolo figlioletto.


~

occhei, non so da dove mi è uscita 'sta cosa ma 
avevo assolutamente bisogno di scriverla perchè mi ronzava in testa da troppo tempo...poi oggi a italiano è arrivata
l'ispirazione e bhè...eccola qua! *dopotutto l'aveo promessa lol*
vorrei ringraziare le lettrici di quella precedente, CRAZIE DI CUORE.
eee.....niente, le parole che pensa Finnick alla fine sono quelle 
della canzone 'A Thousand Years' di Christina Perri, che è la colonna sonora di Breaking Dawn Part 2. 
allora, non so se avete visto il film ma è bellissimo sjfhrjkfhrjhrkjtgtrg. 
per non parlare di quanto ho pianto. MAMMA MIA. 
e anche se non centra niente con Finnick e Annie mi sembrava adatta alla situazione e 
siccome attualmente non ho in mente di scrivere qualcosa sulla Twilight Saga (visto che 
è già tutto perfetto così) allora ho pensato di inserirla qui la canzone. 
se avete bisogno di chiarimenti chiedete, mi raccomandoooo!
OCCHEI, MI SONO DILUNGATA FIN TROPPO.
ciaoooooooo beleseee. 


ps. vi lascio qui il link dell'altra os su Hunger Games, che forse, è anche meglio di questa ewe
We don't want to forget.

PIESSSSSSSSSSSSSSSE: scusate se il banner fa schifo ewe

  
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