Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Aelin_    28/11/2012    3 recensioni
Ambientata al 4° anno, il giorno del Ballo del Ceppo.
Draco propone una scommessa ad Harry, certo della propria vittoria. Con suo grande sconcerto, invece, perde, e deve pagare pegno...
Pre-Slash, Draco\Harry
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dedicata a Giulia, la mia sorella malefica appena ritrovata, perché la pensa come me sui libri e sul finale. 




“Potter!”
Harry si bloccò lungo il corridoio che stava percorrendo, al calar della sera. Sentendo quella voce chiamarlo, alzò gli occhi al cielo, maledicendo il Sole, la Luna, le Stelle, qualsiasi maledetta divinità che, quel giorno di quattro anni prima, aveva messo quella piaga di Malfoy sulla sua strada.
“Che vuoi?” chiese, voltandosi a fronteggiare il suo nemico di sempre.
“Facciamo una scommessa” il biondo ghignò, gli occhi grigi brillanti e colmi di scherno.
“Spara” replicò il Grifondoro, deciso a non dargliela vinta.
“Io dico che non riuscirai a superare la prima prova” ghignò di nuovo, scostandosi un ciuffo biondo dalla fronte, uno dei tanti miracolosamente sfuggiti al gel. Oppure semplicemente scivolati giù durante la corsa per raggiungerlo.
Sta meglio così, pensò Harry, osservando i riflessi color platino della chioma del Serpeverde.
“Se vinco io, dovrai fare qualcosa per me” continuò Draco, gongolando.
“Che genere di cosa?” il moro lo squadrò, sospettoso.
“Che c’è, già certo di perdere?” ribatté la serpe, deridendolo.
“Accetto” lo sorprese il Grifondoro. “Se vinco io, dovrai farmi un favore. Deciderò dopo quale.”
“Ok”
Si strinsero la mano, guardandosi negli occhi. Grigio e verde s’incontrarono, si mescolarono e si sfidarono, entrambi certi di vincere.

Che la fortuna me la mandi buona, pensò Harry, lasciando andare la mano del rivale.


-


(Da notare come la scena di ora è speculare a quella di prima XD N.d.A.)

“Malfoy!”
Draco imprecò sonoramente, maledicendo Merlino e le sue palle flosce per la propria sfortuna. Da quando quell’idiota sfregiato aveva superato la prima prova, non aveva fatto altro che evitarlo, sedendosi all’altro estremo della classe durante le lezioni e rinchiudendosi nei sotterranei nel tempo libero.
Ma a quanto pare quel grifone non mollava l’osso.
Si fermò, riconoscendo suo malgrado di essere sollevato. Perlomeno, poteva togliersi dalle scatole quella faccenda.
“Finalmente possiamo parlare” disse il moro, raggiungendolo. Si piegò sulle ginocchia, prendendo fiato e ansimando per la corsa.
Draco arricciò il naso per il disgusto. Che maleducato. Non si facevano quei versi tra la gente raffinata.
“Cosa vuoi?”
“Devo riscuotere il mio favore, no?” Harry sorrise.
“Cosa devo fare, allora?” chiese il biondo, temendo la risposta.
“Stasera c’è il Ballo del Ceppo, e non ho invitato nessuno” rispose.
Draco lo guardò confuso, non capendo. Cosa c’entrava quello stupido Ballo? Poi lentamente comprese e spalancò gli occhi, fissandolo come se avesse visto un Ungaro Spinato. (Guarda guarda… N.d.A.)
“Stai scherzando, Potter” gemette, guardandolo inorridito.
“Voglio che mi accompagni. Immagino che tu, da bravo damerino Malfoy quale sei, sappia ballare”
“Certo che so ballare, idiota” sbottò, punto sul vivo. “Ma questo non vuol dire che ti farò da accompagnatore”
Harry alzò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi con nonchalance al muro di pietra dietro di lui.
“Mi devi un favore” disse, impassibile.
“Ma questo non vuol dire che mi sputtanerò davanti tutta la scuola. E se mio padre lo venisse a sapere? La mia vita sarebbe rovinata! ” urlò, abbassando subito dopo la voce per non far rimbombare le parole in tutto il castello. “Siamo due ragazzi, per Salazar!”
Il ghigno del ragazzo davanti a lui non lo consolò per niente. Guardò con sospetto la boccetta che il moro prese dalla tasca del mantello.
“Cos’è?” chiese, socchiudendo gli occhi.
“Sei tu il grande pozionista” replicò l’altro.
Draco prese la fiala, togliendo il tappo di sughero. Inspirò leggermente l’aroma, per poi inclinare leggermente il contenitore e far cadere una singola, perlacea goccia per terra. Richiudendo il tutto, si abbassò sulle ginocchia, osservandola. Quando scomparve in uno sbuffo di fumo azzurro, capì.
“Spero tu stia scherzando” esalò, lapidario, la voce fredda e gelida come il ghiaccio.
“Mi devi un favore, Malfoy. ” Harry si staccò dal muro, uscendo dalla tracolla un calderone rimpicciolito. “L’ha fatta Hermione. L’ho dovuta persuadere, visto che non potevo dirle a cosa mi serviva” gliela diede, per poi voltarsi e andare via.

Prima di voltare l’angolo, si girò di nuovo.
“Malfoy?” chiamò.
“Che c’è?” rispose Draco, guardandolo torvo e rassegnato.
“Alle 20, davanti l’entrata della Sala Grande” concluse, scivolando via.



-



Harry guardò l’ora nel proprio orologio da polso, per poi allentarsi leggermente il farfallino nero dello smoking che gli stringeva la gola. Erano le 20 e 10. Malfoy era in ritardo.
“Harry, ma alla fine chi hai invitato?” chiese Hermione, preoccupata, stringendo la mano di Viktor Krum. Ron, dall’altro lato dell’entrata, guardava torvo il Campione di Durmstrang .
Il moro non rispose, passando un dito sotto il polsino della camicia, agitato. Sapeva che il Serpeverde era inaffidabile, ma contava sul suo senso d’onore. Una scommessa era una scommessa.
“Ma insomma, siete pronti? Signor Potter, dov’è la sua dama?!” sbraitò per l’ennesima volta la McGranitt, guardando torva il proprio protetto.
Harry fece per rispondere, ma uno strano brusio proveniente dalla scalinata lo distrasse. La piccola folla presente da circa mezz’ora ai piedi dello scalone sembrò contrarsi, prima di dividersi in due ali ammirate, lasciando passare una figura.
Il Grifondoro strabuzzò gli occhi, sentendo la saliva azzerarsi. Si guardò intorno, notando la stessa reazione in tutte le persone accanto a lui, prima di riportare lo sguardo su quell’… angelo.

I grandi occhi grigi erano contornati da folte ciglia nere, lunghe, arcuate e perfette, le palpebre ombreggiate con un lieve azzurro fumo, le sopracciglia delineate e l’ovale del viso pallido e perfetto. I lunghi capelli biondo chiaro si arricciavano dolcemente sulle punte, sfiorando la base della schiena, lasciata scoperta dal lungo spacco del vestito grigio scuro. La ragazza si guardò intorno, poi notò Harry e sorrise.

 “Scusa il ritardo” disse, fermandosi davanti a lui.
Harry la guardò confuso, non capendo. Non aveva mai visto una bellezza del genere. La osservò per un paio di secondi, mentre una nuova consapevolezza si faceva strada dentro di lui. I capelli erano leggermente mossi, all’apparenza morbidi, e biondo platino. Poche persone li avevano così. Gli occhi grigi lo guardavano divertiti e maliziosi allo stesso tempo. Spostò lo sguardo verso la mano destra, e lo vide. Al dito medio c’era l’anello in oro bianco con lo stemma dei Malfoy.
Senza dire una parola, la prese per mano, sorridendole, e la condusse oltre le porte della Sala Grande, sotto gli occhi stupefatti di tutti. Quando i quattro Campioni furono in posizione, la musica partì.
“Come hai fatto ad uscire dai sotterranei senza farti vedere?” le chiese, stringendole dolcemente il fianco.
“Per questo ho ritardato. Mi sono dovuto disilludere e aspettare che tutta la Sala Comune fosse vuota” rispose Draco, mentre volteggiavano sulla pista da ballo.
“Beh, alla fine ho scelto bene” commentò Harry, beccandosi un’occhiataccia.
“Non sono un abito in un negozio, Potter. Non hai ‘scelto’” ribatté sgarbatamente la bionda, prima di sussultare lievemente e fare una smorfia.
“Che c’è?” si preoccupò il moro, vedendola deglutire con una piccola smorfia di dolore.
“Niente” lei gli sorrise e ripresero a ballare.


-



La serata volse al termine. La maggior parte degli studenti era già andata a dormire, e pochi erano rimasti a ballare nella Sala Grande.
Draco tirò leggermente Harry per il polso, conducendolo fuori. Il ragazzo si lasciò trascinare, ancora scioccato per il litigio avvenuto poco prima tra Ron ed Hermione.
“Mi chiedo come siano arrivati a questo punto” si chiese ad alta voce, appoggiandosi ad una colonna di pietra.
“Si amano, anche se ancora non lo sanno” rispose lei, rabbrividendo. Era notte inoltrata, e il suo vestito era scollato.
Senza pensare, Harry si tolse la giacca, posandola sulle sue spalle. Giurò di averla vista arrossire, mentre mormorava un mesto “Grazie” e si stringeva il tessuto nero addosso.

“Posso chiederti una cosa?” chiese il moro, guardandola di sottecchi. Al cenno affermativo di lei, alzò lo sguardo al cielo scuro, osservando le stelle. “Perché ti sei comportata così oggi?”
“Così come?” aggrottò la fronte, confusa.
“Sei stata… gentile. Mentre di solito sei sempre… lo sai”
“Credo sia colpa della pozione” rifletté la bionda. “O forse semplicemente stasera non mi va di litigare” concluse, appoggiandosi a lui.
Rimasero in silenzio, fino a quando la McGranitt non li richiamò, dicendogli che ormai era tardi e dovevano tornare ai propri dormitori.

“Ti accompagno” mormorò Harry, facendole strada verso i sotterranei.
I loro passi risuonavano nei corridoi vuoti, mentre la temperatura si abbassava sempre di più ad ogni piano. A quasi un metro dalla ‘porta’ dei Serpeverde, però, Draco trascinò Harry in un’aula vuota.
“Non posso entrare così” si giustificò “L’effetto svanirà a breve”
Imbarazzati, si guardarono, senza sapere esattamente cosa dire.
“Non sei tanto male” ammise Harry, nello stesso momento in cui lei diceva “Non stai male con lo smoking”. Si fissarono negli occhi e poi scoppiarono a ridere.
Rialzando lo sguardo, si accorsero di essere terribilmente vicini.
Harry sentì il respiro di lei sul viso, e smise di pensare. Chiuse gli occhi, e la baciò, stringendola per la vita. Lei, dopo una piccola esitazione, rispose, dandogli pieno accesso alla propria bocca.
Pochi secondi prima della fine della loro riserva di ossigeno, Harry la sentì mutare. Si alzò un po’, le forme ridiventarono più snelle e affusolate, i capelli si accorciarono, le labbra si fecero un po’ più sottili e la pelle più pallida.
Il moro si staccò, facendo un lieve sorriso. “Bentornato” disse, e fece per allontanarsi.
Draco con un lieve movimento della bacchetta trasfigurò il proprio abito in una veste da mago, per poi tirarlo di nuovo contro di se.
“Sta zitto, Potter” mugugnò, appropriandosi disperatamente delle sue labbra.


Harry tornò alla Torre Grifondoro tre ore dopo.



-




 L’indomani mattina le lezioni erano state sospese. Soffocando uno sbadiglio, Harry si versò un po’ di caffè nella tazza, guardandosi distrattamente intorno. Ron era qualche metro più in là, ancora arrabbiato con Hermione, mentre la ragazza era accanto al moro, intenta a bombardarlo di domande.
“Ma dove sei stato stanotte? Ma chi era la ragazza di ieri? Harry!” lo richiamò infine, vedendo che si era distratto di nuovo.
Il Grifondoro lo guardò per qualche attimo, indeciso se risponderle o meno, ma qualcuno decise per lui.
“Potter” lo chiamò una voce che conosceva bene.
Harry alzò lo sguardo, incontrando le iridi grigie divertite e serene di Draco Malfoy. Si stupì. Si aspettava che il biondo sarebbe tornato a comportarsi come sempre, e invece il suo tono era civile, il sorriso amichevole.
Si guardarono per qualche attimo, poi il Serpeverde gli lanciò qualcosa.
“L’hai lasciato in camera mia, stanotte” disse ad alta voce, prima di tornare al proprio tavolo, seguito dagli sguardi attoniti di tutti.
Harry abbassò lo sguardo verso il proprio farfallino, sorridendo come un ebete.




Chi l’avrebbe mai detto che accettare una scommessa avrebbe portato degli aspetti positivi?






 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Aelin_