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Autore: Cardy    29/11/2012    1 recensioni
[In trappola]
Les Goddard è un ragazzo abituato ad avere sempre quello che vuole. A qualsiasi prezzo.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Someboby that I used to know'
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Fingere, scoprirsi e poi tornare a fingere.


Quando lo aveva avvicinato, un anno prima durante la tempesta che li aveva bloccati nella scuola, e lo aveva preso sui banchi, profanandolo per la prima volta, era sincero. Les era portato a fingere, doveva sembrare un duro, eppure non era riuscito a fare altrettanto con quel ragazzino, quello scricciolo dall'aria fragile, quasi scheletrico, con occhi chiari aperti su una realtà che gli altri non riuscivano a vedere. Lo intrigava. Lo aveva addocchiato la prima settimana del primo anno di scuola, silenzioso, si muoveva lungo il muro, nel corridoio, come se non volesse essere visto. E ci riusciva, tutti gli passavano accanto senza degnarlo di un altra occhiata, lui però lo vedeva. Aveva riconosciuto in lui una persona che sapeva riconoscere il dolore, il sentirsi inadeguato. Come un predatore lo aveva fiutato, puntato e poi inseguito, silenzioso. A passi felpati aveva cercato di avvicinarsi, non c'era bisogno di fretta, la fretta spaventa solamente la preda e lui non voleva che scappasse.
Poi, durante quella maledetta tormenta, la preda era caduta in trappola.
Semplice, efficace e sddisfacente. Esattamente come piaceva a lui, era morto e risorto in quel corpo caldo che gli si offriva senza risparmiarsi, era certo che avrebbe potuto piantargli i denti nella gola ed Elijah gli avrebbe permesso di divorarselo. E lo aveva fatto. Anche una volta usciti aveva continuato a lusingarlo, a cercarlo, a tessergli intorno il bozzolo che poi lo avrebbe portato alla resa completa.
Il biondo era stupefacente, una scoperta giornaliera con quel viso rosso, con la sua ironia, il suo modo di porsi. E lui lo aveva esplorato, lo aveva gustato con piacere, assaporandolo sulla punta della lingua.
Ma qualcosa era andato storto.
Si era ritrovato scoperto, inerme sotto quegli occhi chiari, sotto quello sguardo che vagava nella sua anima senza pudore. Aveva provato ad impedirlo, aveva provato a scacciarlo con determinazione. Le muraglie che aveva creato però erano crollate ad una ad una, come se non fossero altro che un castello di carte sotto un vento impetuoso. Ed aveva fatto l'unica cosa che avrebbe potuto fare per potersi salvaguardare. Come quando doveva conquistarlo aveva agito lentamente, muovendosi nella direzione opposta, senza dargli modo di accorgersene, senza mostrargli ancora qualcosa che voleva nascondere.
Era scivolato via, allontanandosi dall'incanto di quegli occhi grigi-azzurri, cercando di non rispondere al canto che gli tormentava le orecchie.
E ci era riuscito, gli aveva dato le spalle.
Ma non era abbastanza. Perchè doveva arrivare a farsi odiare, a farsi detestare. Doveva portarlo a crederlo un bastardo, un lurido doppiogiochista, e quindi aveva attirato nella sua tela, da bravo ragno predatore, un altra piccola mosca. Nella stessa identica maniera lo aveva irretito e lo aveva avuto, ma mancava qualcosa.
mancavano i brividi lungo la schiena quando le labbra si sfioravano appena, mancava il battito in meno quando lo sfiorava per caso, mancava l'incanto di un sorriso, trovarsi imbambolato a seguire i movimenti delle labbra ogni qual volta parlava, crogiolarsi in gemiti che non facevano altro che alimentare la fiamma ardente della passione.
Mancava Elijah.
Arrivati a quel punto, però era impossibile tornare indietro, lo sapeva perfettamente. Lo aveva capito quando, incrociando i suoi occhi per un secondo, vi aveva letto dentro solo disprezzo.
Come al solito lo aveva portato dove voleva. Poco importava che questa volta lo avesse fatto per paura, non per gioco, poco importava che non avrebbe potuto riavvicinarsi a quel delicato esserino dalla pelle candida e dai capelli morbidi come seta.
Era salvo.
Nessun altro lo avrebbe mai scoperto, nessun altro avrebbe potuto sfondare le barriere che si era creato intorno, nessuno avrebbe letto le sue emozioni come se fossero un libro scritto a caratteri cubitali.
Era salvo... doveva solo imparare a convivere con il dolore.
  
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