Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Mrs C    29/11/2012    8 recensioni
- Che cosa vuol dire no?
- No è no. Hai detto che volevi una risposta semplice e te l'ho data. Ora possiamo chiudere l'argomento?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
kk La vita può allontanarci, l'amore continuerà








Il balen del suo sorriso | D'una stella vince il raggio.
 Giuseppe Verdi







- Come, scusa?
John alza sorpreso gli occhi dal suo laptop. Il suo migliore amico lo fissa, disteso a testa in giù nel divano.
- Mi hai sentito, John. Non farmelo ripetere.
- Ho sentito ma non riesco a capire se mi stai prendendo in giro o è una domanda seria a cui devo seriamente rispondere.
Il sopracciglio di Sherlock s'inarca pericoloso.
- John, quando ti prendo in giro, di solito, ti dico che sei un idiota. O che la tua ragazza del momento è intelligente.
- Giust-- ehi!
Il Consulting Detective sbuffa, tirando un calcio contro il muro.
- È una domanda piuttosto semplice, John, e gradirei avere una risposta altrettanto semplice.
- No.
L'ennesimo sbuffo.
- Che cosa vuol dire no?
- No è no. Hai detto che volevi una risposta semplice e te l'ho data. Ora possiamo chiudere l'argomento?
Sherlock non ne sembra affatto intenzionato. Si tira a sedere con uno scatto di reni e fissa John socchiudendo le iridi diamantine quasi a volerlo trapassare.
- Mi pare che questo discorso ti irriti più del necessario, John. È solo una domanda.
- Oh, sì, Sherlock, non hai idea di quanto mi irrita. E le tue non sono mai solo domande, anche se ne hanno la forma. Ti ho risposto, cosa vuoi che ti dica ancora?
- Perché sei così agitato, per cominciare.
John chiude il computer stizzito, poggiandolo con un po' troppa forza sulla sedia lì accanto.
- Sherlock, da quanto tempo siamo amici, noi due?
- Due anni, duecentosessantaquattro giorni e questa mattina. [1]
John sbatte le palpebre. Il suo tono è più morbido, adesso.
- E non ti sembra il caso di smetterla di fare questo giochetto del ti faccio una domanda ma in realtà è un interrogatorio almeno con me?
Sherlock fa una smorfia.
- Io lo faccio con tutti, perché con te dovrebbe essere diverso?
- Perché sono il tuo migliore amico.
- Questo ti rende solo più credulone. [2]
John ride e l'atmosfera tesa si smorza un po'. L'ombra di un sorriso si estende sulle labbra pallide di Sherlock.
- Sul serio, Sherlock. No, non ti basta come risposta?
- No.
John sbuffa un po', battendo le dita sulla poltrona.
- Non c'è un motivo. Lo so e basta.
- Sì, ma come? Non riesco a capirlo.
Il Consulting Detective si friziona i capelli, nervoso, e John sente un fiume di tenerezza sgorgare dal suo cuore verso quel ragazzo per certi versi ingenuo come un bambino.
- Sherlock, secondo te io potrei mai uccidere per il semplice gusto di farlo?
La domanda lo spiazza un po', e ci mette più secondi del necessario per rispondere.
- Che sciocchezza.
- E come lo sai?
- Beh, perché--
John ride davanti all'illuminazione indotta dell'altro.
- Vedi? Il principio è lo stesso. Non puoi sapere cosa accadrà da qui a dieci anni, ma mi conosci e questo ti da la certezza che non ne sarei mai capace.
Sherlock non sembra soddisfatto di quella soluzione e si rannicchia come un gatto contro il divano, in una silenziosa protesta.
Un silenzio leggero avvolge le pareti del 221B di Baker Street. Sherlock non dice più niente da un po', e John è indeciso se parlare o meno per dar soddisfazione all'altro.
- È perché sei tornato.
Sherlock s'irriggidisce un attimo, poi volta il capo quel tanto che basta per guardare John dalla sua posizione.
- Lo so, perché sei tornato a casa.
- Questo non vuol dire--
- Oh, sì, Sherlock. Vuol dire.
Sherlock in principio non sa cosa ribattere – evento raro, si dice John – poi schiocca la lingua, indispettito.
- Questa non è una spiegazione.
- James non è tornato.
Ecco, questo ammutolisce totalmente il Consulting Detective e John si sente quasi padrone della situazione, per una volta.
- Quando siete saliti su quel tetto, tu avevi già progettato tutto per scamparla e tornare a casa. Lui si è sparato un colpo in testa e a casa non ci è più tornato.
Sherlock lo fissa intensamente.
- Provi pena per Sebastian Moran.
- No. Ma... posso capire come può essersi sentito. E non sono sicuro che in situazioni inverse non avrei fatto lo stesso.
Fa una pausa, John, e i suoi occhi s'incatenano a quelli del suo migliore amico. È indeciso se continuare o meno.
- Amava James, per quanto sia incredibile. Lo amava e si è visto strappare... la vita da sotto gli occhi.
Sherlock non smette di guardarlo, e John sente l'affluire del sangue sulle guance già bollenti per l'imbarazzo.
- Io... lo capisco. Tutto qui.
C'è un sottotesto sottile dietro tutta quella discussione partita dall'ennesima questione e andata a finire in un modo che nessuno dei due si sarebbe aspettato.
- Questo non risponde alla mia domanda.
- Invece sì.
- In che modo?
John fa spallucce, più tranquillo: ormai ciò che doveva dire l'ha detto. E il tono di Sherlock è delicato come velluto, adesso.
- L'essere tornato da me è la prova che non saresti mai potuto diventare come Moriarty. Né prima, né dopo, né mai. Sebastian non ha avuto la mia stessa... fortuna.
Sherlock si morde un labbro, abbassando gli occhi verso il pavimento. John lo sa che lui non è avvezzo ai sentimenti, ma sa anche che sta cercando di capirli. E vuole illudersi che lo stia facendo per lui. E anche un po' per loro.
- Non mi è mai capitato di perdere il sonno e la ragione per una persona. Per un uomo.
Dice il Consulting Detective, infine. John ci vede così tante cose dietro quella semplice frase che per un istante la vista gli si offusca.
- Per un amico.
- Lui è di più. [3]
John ride piano, e l'imbarazzo scema via sostituito da tanta indicibile e vergognosa gioia.
- Lui deve essere davvero fortunato.
- Se si esclude il violino alle tre di notte e gli spari nel muro. Credo sia il contrario, piuttosto...
Sherlock alza gli occhi su quelli di John e sorride a labbra piene. John non può fare altro che ricambiarlo, con il petto colmo di felicità già conosciuta grazie a Sherlock, e che ora invade tutta la sua vita.










Ps. I'm a Serial Addicted

... ggggià. Queste sono le conseguenze del dormire tre ore e ascoltare in loop i The Script. Non ho molto da dire, è nata dopo aver letto la meravigliosa MorMor, Blood, della mia amata SAranel. Ho avuto il flash di Sherlock che chiede “hai mai avuto il dubbio che potessi diventare come Moriarty?” e John risponde con un secco no. Ma a Sherlock non basta.

[1] Citazione del Gladiatore.
[2] Dialogo arrangiato de La Mummia (l'originale era “mi hai mentito!” “io mento con tutti perché con te dovrebbe essere diverso?” “perché sono tua sorella!” “questo ti rende solo più credulona” più o meno).
[3] Dialogo-Citazione di Awake sempre di Saranel.

Insomma, nel caso non l'abbiate capito, questa cagatina è dedicata a SAranel, perché è una persona fantastica e perché scrive cose magnifiche. Love you, darling <3 vorrei ringraziare anche tutte le mie ragazze del gruppo TCTH, ma ormai è scontato il bene che vi voglio u_u e anche voi che seguite e rencesite tute le mie stronzatine senza smettere mai. Risponderò a tutti, giuro, ho poco tempo ._. vi amo!

E ora vado a collassare da qualche parte... e perdonate eventuali, errori. *Stanchissima*



ps. Il titolo è un pezzo della canzone La Notte di Arisa (angistissima, ma era troppo perfetto per non utilizzarlo qui).





Jess

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Mrs C