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Autore: JenSolmate    29/11/2012    1 recensioni
Imparare cos'è l'amore e lasciarsi andare.
Ma cosa succede quando quell'amore può distruggere amicizia e anni di lavoro?
Il protagonista principale è Taeyang, l'amore nascosto per una ragazza e la forte amicizia con GD.
Ma.... chi sarà la misteriosa donna in questione?
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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-YG Entertaiment.
Seul, Corea.
10 Novembre 2012-

Dong YoungBae; {Taeyang}

Sabato.
Un giorno di riposo nel 99% dei casi, ed invece eccolo lì. Si, quello era proprio il famoso 1%. 
La sede della YG era abbastanza desolata, la ''casetta'' dei BIGBANG, se così si poteva chiamare era deserta, si sentivano solo le canzoni del loro ultimo cd riprodursi a volume basso, quasi di sottofondo, dal corridoio.
Seduto, sul divanetto, con le gambe accavallate rigira fra le mani una lattina di redbull.
Le tappe dei concerti erano quasi volti al termine e il loro allenatore aveva notato che le sue prestazioni tendevano a diminuire notevolmente verso la fine degli spettacoli, quindi erano già due mesi che lo allenava nei giorni festivi.
E lui era felice di poter sviluppare ancora meglio il suo fisico, sicuramente canto e ballo ne avrebbero giovato.
Era in anticipo, come al solito. 
Il classico tipo che sai che farà di tutto per non deluderti, che se chiedi di impegnarsi un pò, lui lo fa al massimo.
Era una qualità che tutti ammiravano, ed era quella che gli aveva permesso di superare molte difficoltà sin da ragazzo.

Dopo aver sorseggiato la sua redbull, e aspettato pazientemente per circa mezz'ora, sente il suo telefono squillare.
Allunga la gamba avanti a se facendo strusciare il piede a terra ed estrae l'iPhone della tasca, fa scorrere il dito sullo slide e risponde alla chiamata, anonima.
L'allenatore aveva avuto un problema fuori città e sembrava non poter raggiungere la sede della YG per allenarlo. 
La cosa lo lasciò un pò spaesato, quando aveva in mente un progetto, odiava che gli andasse in fumo.
Una mezza cosa che non andava secondo i suoi piani era in grado di metterlo di cattivo umore per una bella mezz'oretta. 
Ormai, non gli andava più di doversi allenare, non da solo.
A volte aveva paura di rimanerlo, non per una questione infantile, semplicemente perchè, farlo, lo portava a riflettere, e la maggior parte delle volte quei pensieri lo mettevano in agitazione.
La sua vita era diventata perfetta, un cielo limpido, una carriera brillante, a questo poteva davvero essere tutto?
Lui era l'unico fra i suoi compagni a non aver avuto mai, realmente una donna.
Troppo spaventato, probabilmente dalla paura di non essere abbastanza, di sbagliare, di non riuscire a dare sempre il meglio.
Senza neanche rendersene conto aveva iniziato a pensarci di nuovo.

Si alza di scatto dal divano e si stringe la bandana posizionata sulla fronte.
Fa un lungo sospiro e si incammina verso l'uscita allacciandosi il giubbotto di pelle ed infila le mani in tasca.
Non aveva una meta precisa, non c'erano impegni all'orizzonte, cosa avrebbe fatto l'intera giornata era diventato un'enorme punto interrogativo.
Il rumore cittadino, le auto, i clacson, le chiacchiere delle donne di mezza età agli angoli delle strade pronte a svelare i gossip delle giovani del proprio palaz
zo, il tintinnio dei soldi che si mescolano agli altri nelle casse dei negozietti, era ciò che invadeva le sue orecchie, lasciando il vuoto totale nei suoi pensieri.
Quello era il modo migliore per tenere la sua mente libera, concentrarsi su ciò che accadeva al di fuori di lui, al di fuori del suo piccolo mondo.
All'improvviso però, quei rumori cambiano.
I cinguettii degli uccellini, le foglie che si scuotono inermi alla forza del vento, i passi veloci sull'erba secca prendono il posto del frenetico sottofondo del centro.
Senza rendersene conto era arrivato al parco.
Alza la testa in alto e resta piacevolmente accecato da un lieve raggio di sole filtrato dalle fitte foglie degli alberi circostanti.
Porta la mano sulla fronte e sorride appena, lasciando che i raggi UV penetrassero nella sua pelle dandogli il senso di calore. 
Fa un piccolo sospiro e notando una panchina libera, ci si siede perdendosi ad ammirare la natura che aveva attorno.
Poteva sentire un senso di pace, di tranquillità che sentiva solo in rare occasioni.
Solo quando era in compagnia di una persona...

Ed eccolo lì, ancora una volta i suoi pensieri ricadevano su quella ragazza.
Era così difficile tenerla fuori dalla sua mente, ci viveva costantemente, cantava direttamente nel suo cuore ogni giorno, ogni ora.
La sua voce dolce e delicata lo avvolgeva completamente, a volte, distaccandolo anche dalla realtà.
Un anno e mezzo.
Succedeva puntualmente da un anno e mezzo.
Durate il giorno, durante la notte, nei suoi sogni, a volte anche nei suoi incubi, la sua voce lo guidava a liberarsi di ogni malessere.
Probabilmente aveva anche smesso di allenarsi, di provare ad essere migliore per se stesso ed aveva iniziato a farlo per rendersi diverso ai suoi occhi.
I loro rapporti erano strani, a volte erano uniti come due migliori amici, a volte invece, passavano giornate intere senza neanche sentirsi e questo lo feriva più di sentirla solo come un'amica.
O meglio, cercava di non fronteggiare quel pensiero.
Totalmente inesperto a un certo tipo di sentimenti, brancolava nel buio più totale, era meglio essere uno stolto e non riconoscere l'amore o affrontarlo e sapere di essere rifiutato?
Una volta sentì che il primo amore era indimenticabile perchè era quello che metteva in difficoltà, faceva soffrire, faceva affrontare i propri limiti e paure per la prima volta.
Lei era una delle donne più belle che avesse mai visto, gli raccontava i suoi piccoli drammi d'amore, le sue infatuazioni e questo lo rendeva costantemente più sicuro, più cieco di fronte a ciò che provava, come una costante auto convinzione che tutto ciò non esistesse, fosse solo qualcosa verso un'amica speciale.

Accavalla le gambe e si aggiusta la bandana in modo che fosse il meno riconoscibile possibile, se avessero iniziato a notare chi fosse, la sua tranquillità sarebbe finita nel giro di qualche secondo.
Mentre è intento a rendersi ''anonimo'' il suo telefono riprende a vibrare.
Salta quasi per aria, succedeva sempre quando era immerso nei suoi pensieri.
Leggere il nome sul display "Leader" lo fece rispondere prontamente.
Loro erano praticamente inseparabili, le chiamate erano rare, semplicemente perché passavano insieme quasi tutta la giornata.

❝Hyung!❞

La sua voce delicata si espanse come il dolce suono di un pianoforte ovunque attorno a lui.
JiYong era più piccolo di lui, di qualche mese, nonostante questo, per il rispetto che provava per lui, aveva deciso di chiamarlo in quel modo non per una questione precisa di età ma per come importante lo riteneva sotto il profilo umano.

❝YoungBae, è ora di pranzo, dove sei finito? Dai corri a casa che ti stiamo aspettando.❞

La voce quasi metallica dall'altra parte del telefono lo lasciò perplesso. Era possibile che fosse già ora di pranzo?!
Con uno scatto si alza dalla panchina e una volta fuori dal parco, prende un taxi per evitare di tardare oltre.
L'auto ci mette all'incirca 20 minuti per giungere a destinazione, la casetta era poco distante dalla sede centrale.

❝Sono qui!❞

Dice mentre si sfila le scarpe, dalla cucina arrivava un ottimo profumo, nei giorni in cui non lavoravano, avevano l'abitudine di mangiare di più, rilassarsi sul divano e guardare qualche drama dato in replica.
Si sentiva Daesung giocare con le bacchette, JiYong era in silenzio, cercava di concentrarsi per non dover mangiare, il suo rapporto con il cibo era davvero strano, mangiava in modo spropositato e non riusciva a rinunciare a qualsiasi cosa avesse davanti, lo aveva aspettato quasi per mezz'ora, era anche per quello che lo adorava.

❝Ragazzi, scusate non mi sono reso conto dell'ora... grazie per avermi aspettat...❞

Non finisce di dire la frase che nota che l'unico che non avesse mangiato per aspettarlo era proprio JiYong.
Scuote la testa e da una pacca sulla spalla del Leader.

❝Beh, grazie...❞ 
Dice sarcastico sedendosi al fianco di Ji che fa un sospiro e sia aggiusta i capelli prendendo le sue bacchette.

Ji : ❝Di nulla, di nulla.. adesso mangiamo!❞

Ride appena per la sua espressione che lo faceva sembrare a digiuno da anni ed inizia a mangiare insieme a lui.
Gli altri tre continuavano a bisticciare fra di loro e la conversazione sembrava sulla solita ragazza sulla qualche Seungri aveva messo gli occhi.

Seungri: ❝RAGAZZI, BASTA! QUESTA E' UNA COSA SERIA.
MI PIACE DAVVERO❞
Dice alzandosi quasi sulla sedia, a quel gesto TOP lo prende per la maglia e lo tira giù costringendolo a sedersi.

TOP: ❝L'hai detto anche delle ultime..... 10? di questo mese...adesso basta, non fare lo stupido.❞

Daesung se la rideva canticchiando ''Look at me'' la sua canzone trot.
Taeyang, abituato a quelle discussioni pensa solo al cibo, ogni tanto si volta a guardare Ji mangiare velocemente.
Amava la compagnia del suo gruppo, avevano tante cose in comune.
Cinque ragazzi non proprio uguali ma che avevano legato talmente tanto da essere quasi come una famiglia, l'uno per l'altro.

❝BASTA VOGLIO URLARLO AL MONDO.❞
Seungri si rialza sulla sedia guardando in alto come un generale di chissà quale esercito ed alza il pugno.
TOP porta la mano sulla fronte sconsolato e Daesung si mette comodo per sentire l'ennesima dichiarazione d'amore di Seungri.
JiYong, con ancora le bacchette in bocca alza lo sguardo al cielo e smette di masticare.
Taeyang, non da peso alla scenata pronto ad addentare il prossimo boccone.

❝IO TI AMO. 
TI AMO **** ***❞

Al suono di quel nome, le sue mani cedono facendo cadere le bacchette con il cibo sul piatto.
L'acciaio sembravano aver bucato una bolla di sapone facendola andare in frantumi, impossibile da ricomporre.
Il suo cuore, nella sua immaginazione era diventato proprio quella bolla.
Fra tante donne.. fra tante ragazze... 
Cosa sarebbe successo adesso che l'unica donna che per lui era contata davvero qualcosa era il nuovo amore di quello che considerava come un fratello?
Non aveva ancora deciso se affrontarla o meno.... e nel giro di pochi secondi, quello che sembrava difficile divenne anche profondamente doloroso.
  
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