Per
George.
Per
Olivia e Dhani.
While
my guitar gently weeps
Un pianto di neonato li fece sobbalzare nel bel mezzo
della notte.
“Vado io…” mormorò Olivia, sospirando.
George fece un verso di approvazione e si rigirò nel
letto, sprofondando il capo nel cuscino.
Il pianto, tuttavia, continuò anche dopo l’arrivo della
mamma.
“Coraggio,
piccolo, fai dormire mamma e papà almeno per una notte!” pensò
George.
Il bimbo non sembrava voler esaudire il desiderio dei
suoi genitori e a quel punto George capì che toccava a lui provvedere. Come ogni
notte del resto.
Sospirando, George si alzò dal letto e si trascinò verso
la camera del bambino. Olivia lo stava cullando dolcemente, ma quando si
accorse di lui sembrò sollevata. George annuì, sapeva bene cosa doveva fare. Dhani piangeva con gli occhi chiusi e le mani serrate in
due piccoli pugni, piangeva come se fosse il bambino più arrabbiato e
inconsolabile del mondo.
L’uomo afferrò la chitarra, che ormai aveva la sua
postazione definitiva in camera di Dhani, e cominciò
a suonare delicatamente i primi accordi.
“I look at you all see the love
there that's sleeping...”
Il pianto di Dhani cominciò a
diminuire d’intensità, dopo i primi accordi di chitarra e le prime dolci parole
cantate dal papà.
“While my guitar gently weeps…”
Olivia sorrise e continuò a cullarlo teneramente fra le
sue braccia, mentre il bambino aprì gli occhi, batté le palpebre e il suo
respiro divenne più tranquillo.
“I look at the floor and I see it
needs sweeping…”
Dhani
guardò la mamma con curiosità, come se le stesse chiedendo: “Dov’ è papa?”.
Allora George si avvicinò a Olivia e continuò a cantare, sorridendo al suo
bambino.
“Still my guitar gently weeps…”
Dhani
ricambiò il sorriso e i suoi occhi si illuminarono di una luce che George non
aveva mai visto in nessun altro essere umano. La stessa luce che scaldava il
cielo durante un tramonto in riva al mare.
George continuò a cantare fino a quando quegli occhietti
si chiusero lentamente e il bimbo tornò nel mondo dei sogni.
“Sembra che abbia funzionato ancora!” affermò infine George
soddisfatto, riponendo la chitarra nella custodia.
“Avevi qualche dubbio? È la sua preferita.” disse Olivia
a bassa voce, mentre sistemava delicatamente il bambino nella culla.
“Dici? Ma anche Savoy truffle non gli dispiace. Ultimamente mangia solo se
gliela canto.”
“Sì, ma questa lo calma. E per un bambino come lui è una
cosa straordinaria.” disse Olivia con un sorriso.
Poi gli baciò la guancia e se ne andò. George guardò Dhani dormire beatamente nella sua culla.
Quando sarebbe stato grande, allora Dhani
avrebbe potuto dirgli quale canzone fra le sue gli piaceva di più.
Per adesso George era certo di una cosa.
Ora non piangeva più né il suo bambino né la sua
chitarra.
Una
piccola storia per un grande chitarrista. “While my guitar gently
weeps” è la mia canzone preferita di George, dovevo
scrivere qualcosa e dovevo scriverla oggi. Per cui ecco qua!
R.I.P.
George