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Autore: Haiku    29/11/2012    1 recensioni
"Non potevo credere a i miei occhi, quella notizia mi sconvolse, ed i miei pensieri erano muti, incapaci di dare spiegazioni logiche.
L’ansia aumentò quando i nostri occhi si incontrarono, vidi nei suoi stupore, rabbia, gioia e tristezza come un onda che sparì velocemente fino a quando non vidi più nulla. Avevo però capito che in realtà non mi aveva visto, fui sollevata per un attimo poi non potei non pensare che poteva avermi dimenticato.
Chiusi gli occhi per qualche istante, le mie emozione avevano preso il controllo su di me."
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ognuno di noi ha una storia, che lo identifica, che lo ha reso la persona che è, a volte può rivelarsi drammatica a volte meravigliosa, ma per tutti è diversa, per tutti è unica.
Questa è la mia, quella che mi ha reso la donna che sono, ho amato, ho sofferto, ho gioito, esultato, pianto, festeggiato, litigato, e anche perso, non solo battaglie ma anche  persone. Tutto questo mi ha fatto arrivare dove sono ora, davanti una scelta che ho paura di compiere.
Ma come ogni storia che si rispetti ha un inizio e questo è il mio …
Domenica ore otto del mattino, Roma 1492.
In casa c’era del fermento, come ogni settimana la domenica la mia famiglia da buoni cristiani andava a messa.
Quella domenica ci sarei andata anche io, non immaginando che quel giorno avrei visto una persona speciale.
Ero tornata a Roma dopo due anni, mi ritornava in mente ancora il giorno in cui decisi di andare via e lasciare l’uomo che amavo, che ancora amo.
Il nostro era un amore impossibile molte cose lo rendevano tale, la sua famiglia e il suo matrimonio, si diciamo che era sposato, ma con Dio.
Mi innamorai di lui sapendo che non sarebbe mai stato ricambiato, con mia sorpresa trovai in lui più di quanto avessi mai potuto sognare o sperare, ma la realtà mi svegliò, così dovetti fare una scelta. Una sera come tutte le altre, mentre lo aspettavo nel luogo dei nostri soliti incontri, pensai a cosa era meglio fare, se andarmene via prima del suo arrivo e sparire o aspettare e cosa fare?
Decisi infine di aspettare e provare a parlargli.
Incomincia a pensare ad un discorso, ma la mia mente era una tempesta di pensieri, quando sentii il rumore dell’aprirsi della porta al piano inferiore rabbrividii, ma non di freddo. La stanza era una camera da letto, molto grande con al centro un letto con delle tende beige che lo coprivano interamente, aveva una finestra enorme che dava su l’aperta campagna, i colori predominanti erano il marrone e tutte le sue sfumature.
Era illuminata da un grande candelabro che rendeva la camera da letto lussuosa ed elegante, per non parlare del caminetto di marmo che poteva sembrare un portone per quanto fosse grande.
La casa era un’ antica dimora fuori Roma, e nei dintorni non c’era altro che aperta campagna e dopo qualche chilometro una piccola casa di un pastore dal quale gli unici rumori che si sentivano erano quelli delle pecore, e qualcosa di strano dall’entrata della casa.
L’eco dei passi sulle scale risuonavano nel corridoio della casa vuota fino alla stanza in cui mi trovavo.
  
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