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Autore: kakashina93    17/06/2007    9 recensioni
è la prima fiction su DragonBall che pubblico. La dedico alla mia best friend Alexandra. Ti voglio bene.

"è una ragazza!"
"Ma i sottovalutare l'avversario!"
"ripeto! è una ragazza!"
"e io ribadisco Goten, non la sottovalutare!"

Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Nuovo personaggio, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima fic su Dragon Ball che scrivo! Spero vi piaccia. Un bacione ad Alex a cui è dedicata. Ti voglio bene sist!
Ragzzi buona lettura!

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Giornata afosa, quasi torrida. Due ragazzi, sdraiati in costume su delle belle sdraio di vimini, si trovano al bordo piscina del giardino di un grande stabilimento, la Capsule Corporation.

“Sì sì.”

“No no.”

“Io ho detto di sì”

“E io ho detto di no.”

“Ma perché?”

“Perché no.”

Alexandra alzò lo sguardo verso il cielo. Trunks rise vedendola imbronciata. Doveva ammettere che quando teneva il broncio era ancora più carina.

Si alzò seduta e guardò dritto negli occhi del ragazzo.

“Perché no non è una risposta.”

Si sedette anche lui.

“Non lo faccio mica per dispetto sai? Mi hanno detto di non portarti e io non ti ci porto.”

Lei si alzò, e abbassò un poco gli occhiali da sole per far vedere gli occhi. Prese le infradito azzurre tra le mani e si diresse verso la casa imponente.

Mentre si allontanava gridò

“Fai come ti pare, ma dì a quei buzzurri che non mi hanno voluto, di stare attenti. La vendetta di Alexandra sarà terribile!”

Lui la guardò ridendo e rispose “Poi se Goku, mio padre, o qualunque altra persona ti lanciano una sfida non dire che non ti avevo avvertito.”

Lei si girò di scatto, lasciò le pantofole e prese a correre verso il ragazzo che venne colto impreparato. Gli si fiondò tra le braccia e lo baciò con affetto sulle labbra.

Tornò sul suo lettino e si sdraiò di nuovo a prendere il sole.

Si mise gli occhiali e si rilassò.

Lui la guardò bene mentre lei teneva gli occhi chiusi sotto le lenti nere. Era estasiato da quella figura. Gli voleva veramente molto bene. Tutti gliene volevano. Persino a suo padre era riuscita ad andare a genio. Con la madre poi, erano grandi amiche.

Quella ragazza aveva qualcosa di speciale.

Lo aveva capito dal primo momento che l’aveva vista.

“Forse questa è una bugia.” si disse fra se e se il ragazzo.

Il loro primo incontro era stato tutto tranne che facile.

*******

Tre anni prima. Torneo di arti marziali giovanile per matricole scolastiche della Capsule Corporation.

“Hai sentito Trunks?”

Lui si girò a guardare Goten, il suo migliore amico.

“Cosa avrei dovuto sentire?”

I due ragazzi camminavano svogliatamente per il giardino della scuola.

“Sei proprio tardo. Tieni,” gli lanciò la tuta da combattimento “ti racconto mentre ci cambiamo.”

Scesero le scalette che portavano agli spogliatoi e cominciarono a vestirsi.

“Allora, cosa c’è di tanto urgente che mi dovevi dire?”

La frase venne pronunciata con un tono di voluta noia.

Goten si girò a guardarlo.

“Posso sapere che cos’è che ti dà tanto peso Trunks? Un tempo adoravi questo periodo!”

Il ragazzo si infilò i calzoni lunghi ed aderenti tipici della tuta da sajan.

“Non c’è niente, è solo che non sopporto di andare tutti gli anni in finale da solo con te! Sto prendendo in seria considerazione l’ipotesi di abbandonare questo torneo una volta per tutte!”

Goten scoppiò in una sonora risata.

“Ma cosa pretendi? Siamo i figli dei due guerrieri sajan più forti dell’intero universo! Mi pare alquanto ovvio che finiamo in finale da soli! Comunque è proprio a questo proposito che cercavo di parlarti prima. Per movimentare un po’ il torneo ho deciso di rivolgermi a tua madre.”

Trunks si alzò e guardò sbigottito l’amico che sorrideva.

“Cosa hai fatto?”

Goten continuò a sorridere.

“Ho parlato con tua madre, nonché proprietaria di questa scuola, nonché proprietaria della Capsule Corporation, nonché moglie del principe dei sajan, nonché amica di mio padre, nonché…”

“Goten, taglia corto.”

Trunks lo guardava a bocca aperta.

“Insomma, le ho chiesto di chiamare i guerrieri più forti delle altre scuole per farli combattere con noi.”

“E quella pazza ha accettato?”

Il ragazzo si stava divertendo troppo per smettere.

“Sì, cosa pretendi? Tua madre si fida di me! Ma forse io facevo meglio a non fidarmi di lei!”

Trunks si incupì.

“Posso sapere perché?”

Goten divenne improvvisamente serio.

“Sono arrivati questa mattina i forti guerrieri. Li ho visti.”

Il ragazzo dai capelli lilla lo guardò.

“Cosa c’è che ti preoccupa? Hanno un aura potente?”

Goten non si trattenne più. Scoppiò a ridere in maniera talmente violenta da far girare tutto lo spogliatoio. Mentre piangeva ormai dalle troppe risa disse mangiandosi le parole

“Sono scesi dal camioncino tre armadi a quattro ante con un’aura di appena 1000 e una ragazza. Dico io, una ragazza! Eppure pensavo che tua madre sposando Vegeta avesse capito quali sono i guerrieri forti”

Trunks si mise la testa tra le mani.

“Sei il solito combina guai. Andiamo và. Mi sono rotto delle tue scemenze.”

Salirono le scale e si incamminarono verso l’arena della scuola.

Goten ancora rideva quando raggiunsero la grande piattaforma.

Tutte le ragazze che andavano in giro a gruppetti, si girarono a guardarli e quando passarono fecero dei gridolini sommessi e risatine mentre arrossivano.

Ormai i due c’erano abituati. Sapevano di essere i ragazzi più “gettonati” della scuola ma, come si sa, i più gettonati finiscono sempre a ritrovarsi soli per l’imbarazzo della scelta.

Guardarono il tabellone con i nomi e le foto dei partecipanti al torneo.

“Quest’anno ci sono più iscritti dell’anno scorso!” Fece notare Goten con entusiasmo. “Guarda, i nostri primi incontri sono con due del primo!”

Trunks rise, ormai abituatosi all’idea di partecipare al torneo.

“Il primo sono io. Ci vediamo tra cinque secondi”

Salì sulla piattaforma e guardò l’avversario. Un tipo tarchiato con gli occhiali da miope, iscrittosi al torneo di sicuro per fare colpo su qualche ragazza.

Trunks non disse niente. Al contrario alzò gli occhi al cielo e aspettò il fischio dell’arbitro.

Il potente rumore d’inizio al torneo arrivò poco dopo.

Il ragazzino brufoloso corse verso Trunks che si spostò leggermente di lato facendogli perdere l’equilibrio. L’occhialuto per la foga della corsa non si accorse neanche di cadere dalla zona sopraelevata.

Trunks si portò le mani alla nuca e pensò

-Cominciamo bene…-

*******

Il sole cocente cominciava ad arrostire la pelle, così Trunks si alzò e andò verso la casa con l’intenzione di dirigersi al frigo-bar.

Guardò dietro, verso Alexandra e le urlò

“Alex, ti va qualcosa di fresco da bere?”

La ragazza si tirò sui gomiti e gli rispose

“Volentieri. Portami un’aranciata per favore.”

Detto questo si sdraiò e riprese a cuocersi al sole.

Trunks entrò scalzo nell’androne. Il pavimento freddo recava un po’ di sollievo ai piedi ustionati.

Camminò deciso verso la cucina più vicina.

I dipendenti quando passava lo salutavano e lui contraccambiava felice.

Entrò nell’immensa sala.

Il frigo a due ante quando venne aperto, non fece che aumentare il piacere di sentire un po’ di fresco sulla pelle e Trunks rimase con gli sportelli tra le mani a godersi quel meritato momento di relax.

Un rumore lo fece sussultare.

“Chi è?”

“Io, mamma.”

Si girò e sorrise a Bulma che contraccambiò volentieri.

“Come mai sei qui? Pensavo fossi fuori con Alex!”

Trunks prese l’aranciata per la ragazza e una birra per lui e disse alla madre

“Infatti sono venuto qui a prendere solo qualcosa di fresco. Ora torno in giardino. Ciao mà.”

“Ciao tesoro.”

Proprio mentre si girava per andarsene si ricordò di una cosa

“Mamma a proposito, grazie.”

Bulma, che nel frattempo era andata anche lei al frigo per bere qualcosa, rimase sbigottita.

Trunks rise e andò via.

Già, doveva solo ringraziarla. Senza di lei non si sarebbero mai incontrati lui e la sua ragazza.

*******

Goten era appena sceso dalla piattaforma e guardava sorridente l’amico seduto sulla panchina.

Aveva appena mandato fuori pista l’avversario con una sola mossa.

Trunks pensò

-Sì, il prossimo anno qui non mi ci rivede più nessuno.-

“Ciao Trunks!”

Fu costretto ad alzare lo sguardo verso la voce femminile che lo aveva chiamato.

Con fare svogliato le rispose un “ciao” detto a mezza bocca.

“Domenica prossima do una mega festa a casa mia. Ti va di venire?”

Il ragazzo posò lo sguardo prima sulla ragazza poi sul gruppetto di amiche che le si trovavano dietro.

“Vedrò cosa posso fare.”

La ragazza sorrise felice.

“Bene, ti aspetto.”

Si allontanò mentre le amiche di lei gridavano eccitate all’idea di avere quel fusto alla festa.

Proprio mentre si allontanava vide che dalla porta erano sbucati tre esseri enormi preceduti da una figura snella vestita con una semplice tuta da ginnastica.

Guardò il quartetto che gli sfilò davanti per andarsi a sedere proprio sulla panchina vicina alla sua.

Goten arrivò in quel momento.

Si avvicinò all’orecchio dell’amico e gli disse

“Devono essere quelli dell’altra scuola.” Si girò verso il Tabellone degli incontri per confrontare le facce. “Sì, sono loro. Senza ombra di dubbio. Toh guarda, tocca proprio a uno di loro”

Il più grosso dei ragazzi salì sulla piattaforma dove c’era già l’altro sfidante, Jodi, che dopo Trunks e Goten era di sicuro il più forte della scuola.

“Vediamo come se la cava l’armadio!”

Forse Goten lo aveva detto con troppa euforia poiché la ragazza si girò a guardarlo con occhi torvi.

Il fischio d’inizio costrinse tutti a concentrarsi sull’incontro.

Erik, questo era il suo nome, mandò al tappeto il ragazzo abbastanza velocemente, ma a Trunks sembrò che non si fosse impegnato abbastanza.

Gli incontri cominciarono a scorrere più o meno velocemente alla fine erano rimasti in semifinale Trunks contro Erik e Goten contro la ragazza.

-Non so neanche come si chiama- pensò.

Si girò verso il tabellone.

-Alexandra, così è questo il tuo nome.-

Non aveva assistito neanche ad un incontro della ragazza, pensando che sarebbe stata sconfitta in poco tempo da qualche allievo di scarso livello fisico. Ma così non era stato.

Ora lui si trovava a fronteggiare “l’armadio”.

Doveva ammettere che il soprannome che gli aveva affibbiato Goten gli stava a pennello.

Il fischio segnò l’inizio dell’incontro.

Erik si fiondò sul corpo esile ma possente di Trunks che per la botta ricevuta rimase senza fiato.

Non si sarebbe mai aspettato un simile attacco da un guerriero di livello 1000.

Le sue prime intuizioni erano giuste. Negli incontri precedenti Erik non aveva dato prova di tutte le sue capacità.

Dopo una veloce schivata di tutti i pugni del ragazzone, Trunks passò all’attacco. Con un solo calcio dritto allo stomaco stese Erik a terra che dopo dieci secondi di tempo per riprendersi non si rialzò.

L’incontro era finito segnando la vittoria del belloccio.

“Come è andata?”

“Mi ha fatto male, mi ha preso alla sprovvista” ammise Trunks.

Goten si alzò.

“Tocca a me, ci vado piano con la ragazza?” chiese con tono ironico.

Trunks lo ammonì con parole dure.

“Mai sottovalutare l’avversario.”

Goten rimase sbigottito.

“Ma è… è… una ragazza. Fosse potente capirei!”

Salì sulla piattaforma.

Alexandra lo seguì a ruota.

Prima del fischio dell’arbitro disse rivolta verso il ragazzo che gli si trovava di fronte

“Il tuo amichetto ha ragione, mai sottovalutare l’avversario. Neanche se è una ragazza. SOPRATTUTTO se è una ragazza.” desse lei azzardando un sorriso che pareva più un ghigno malefico.

Trunks osservò la scena impietrito. Goten era diventato rosso dalla rabbia. Non ci sarebbe andato leggero.

Il fischio dettò l’inizio del match.

Goten si gettò sulla ragazza ma quando fece per toccarla lei era scomparsa. Poco dopo il ragazzo si ritrovò a terra per un poderoso calcio sferratogli da dietro.

Trunks rimase sbigottito.

Non si era neanche accorto che Alexandra si era spostata!

Goten si rialzò dolorante.

“Ma come hai fatto?”

La ragazza sorrise.

“Ho spostato un piede davanti all’altro.”

Goten riprese l’attacco. Alexandra schivò con noncuranza.

“È tutto qui quello che sai fare? Mi sarei aspettata un po’ di più dal figlio minore di Goku!”

Il ragazzo rimase impietrito.

“Come fai a sapere queste cose?” Le urlò.

Alexandra incrociò le braccia e fece un’alzata di spalle.

“Intuito femminile.”

Goten si era stufato di essere preso in giro. Trunks si rese conto di questo. Sapeva che il ragazzo da lì a poco avrebbe perso la pazienza.

“Allora. Non mi attacchi più?” Disse lei beffarda.

Lo sfidante corse verso di lei. Le si fiondò addosso con l’intenzione di cingerle la vita con le braccia ma ad Alexandra bastò spostarsi di lato per fargli perdere l’equilibrio.

“Basta sono stanca.” Allungò il baraccio e colpì Goten dritto sul collo, dietro la nuca.

Il ragazzo stramazzò a terra e Alexandra gli rifilò un calcio che lo fece cadere dalla sopraelevata.

Trunks non poteva crederci.

Goten era stato sconfitto in poco tempo, per di più da una ragazza. Come era potuto succedere?

Alexandra si girò verso di lui e lo fissò.

“Tu sei il prossimo, carino.”

Il ragazzo non riusciva a muoversi.

Avvertiva qualcosa nello sguardo di lei che lo terrorizzava, ma allo stesso tempo lo attraeva in modo assurdo.

L’arbitro fece tornare Trunks alla realtà.

“Tra un’ora avverrà la finale. Accorrete in molti. Gli sfidanti sono il campione in carica, Trunks Briefs e la ragazza della Survil University, Alexandra.”

Lei passò davanti a Trunks con un asciugamano rosa sul collo e una bibita energetica stretta nella mano.

“Ci vediamo tra un’ora pivello.”

Il ragazzo rimase di stucco. Nessuno gli aveva mai dato del pivello.

*******

Tornò in giardino assorto nei suoi pensieri.

Alex lo guardò incuriosita domandandosi il perché di tanto divertimento.

Trunks gli porse l’aranciata.

“A cosa pensi?” Gli chiese lei mentre si accingeva ad aprire la lattina.

“Al nostro primo incontro.” Ammise lui.

“Ahhhh, capisco. Pensavi a quanto ero bella e forte la prima volta che mi hai visto!”

Il ragazzo rise divertito.

“Veramente la prima volta che ti ho visto ho pensato a come farti poco male per distruggerti.” “Ha, ha. Spiritoso…”

*******

Ancora non ci credeva.

Una ragazza. Era solo una ragazza.

-Goten è stato uno sciocco. Alexandra ci ha ascoltato mentre parlavamo e ha intuito che l’avremmo sottovalutata eccessivamente. Sono sicuro che il suo livello di combattimento sia alto, l’ho capito da come schivava Goten, ma non così alto da batterlo. Lo ha fatto arrabbiare per fargli perdere la concentrazione e ha aspettato il momento giusto per attaccarlo. Bisogna ammettere che non è stupida oltre che forte… ed è anche carina! Ma cosa mi metto a pensare? Cerco una soluzione per batterla e commento sull’aspetto fisico!-

Goten arrivò proprio in quel momento.

“Come è potuto succedere? Io, il grande Goten battuto da una squallida ragazzina che non sa neanche scagliare diritto un attacco.”

“A quanto pare un attacco diritto lo ha scagliato. Sei stramazzato a terra!”

Goten lo guardò torvo.

“Cosa c’è? Prendi anche le sue difese? Non è che ti farai battere da lei solo perché é del gentil sesso vero?”

Trunks rise.

“Mai. Toh guarda, tocca a me!”

Alexandra era già sulla piattaforma e guardava i ragazzi con le braccia conserte.

Goten girò lo sguardo, quasi offeso e Trunks si alzò per andare a combattere.

“Ti avverto che non ci andrò piano.” disse lui.

Lei rise e si mise in posizione di attacco.

“Non aspettavo altro.”

Il fischio dell’arbitrò dettò l’inizio dell’incontro.

Alexandra si fiondò sul ragazzo.

Con una rapida successione di movimenti Trunks schivò tutti gli attacchi.

La ragazza tornò al suo posto.

“Bene, volevo solo accertarmi che non scherzavi prima. Desidero che tu mi mostri tutta la tua potenza se sarà necessario, va bene?”

Trunks rise.

“Siamo d’accordo.”

Questa volta fu lui ad attaccare per primo ma lei si spostò e deviò l’attacco del ragazzo.

La ragazza tese le mani in avanti e ne fece scaturire un lungo fascio d’energia.

Il ragazzo lo schivò facilmente ma rimase sbigottito.

“Non avrei mai pensato che fosse capace di lanciare onde energetiche. Tutte le ragazze che conosco sanno usare solo le arti marziali. Ma lei no. Lei è diversa. Conosce le mie origini e quelle di Goten. Ma chi sei veramente Alexandra?”

Il combattimento tirò avanti per le lunghe. Era un continuo attaccare-schivare-contrattacare.

Dopo molto tempo i due rimasero con il fiatone.

“Non sei veramente niente male nel combattimento!” Ammise il ragazzo.

“Lo prendo come un complimento.” Azzardò lei.

“Credo che sia arrivato il momento di chiudere la partita.” aggiunse lui.

Non se la sentiva di fargli del male, così si limitò a trasformarsi in super sajan di 1° livello e a porre fine al combattimento con una sfera di energia che mandò al tappeto Alexandra.

Dopo l’incontro le corse incontro mentre andava a cambiarsi.

“Credo di non essermi presentato. Il mio nome è Trunks, Trunks Briefs.”

Tese la mano.

La ragazza sorrise. Questa volta però con un sorriso gioioso.

“Tanto piacere. Alexandra.”

Con il passare del tempo i due presero a frequentarsi e, come da copione si innamorarono. Lei si trasferì alla scuola che frequentava il suo ragazzo.

A Goten ora era entrata in simpatia. Soprattutto perché quando lo desideravano si sfidavano sempre.

*******

Alex decise di non demordere.

“Mi dici almeno il motivo per cui non posso venire?”

Lui sorrise.

“Semplice, saresti l’unica donna in mezzo a una ventina di uomini!”

“Non mi faccio mica scrupoli. Posso mandarvi al tappeto tutte le volte che lo desiderate.”

Proprio in quel momento arrivò Goten tutto trafelato.

Si tolse la maglietta e restò in costume.

“Scusate il ritardo ragazzi. È solo che sono dovuto passare a casa per prendere le cose per domani sera. Siete pronti?”

Lei lo guardò male.

“Perché siamo? Io non posso venire!”

Goten la guardò confuso.

“Posso sapere il perché?”

Trunks si alzò seduto.

“Ma come? Non avevi detto che le ragazze non potevano venire?”

Goten scoppiò in una risata.

“Ma come, vengono anche mia madre, la tua, C18, Marron e tua sorella! A meno che non gli siano spuntati barba e baffi in una notte suppongo che possono considerarsi tutte ancora donne.”

Trunks lo guardò confuso. Poi rise.

“Posso sapere perché sono sempre l’ultimo a sapere le cose?”

“Perché sei stupido. Come te lo devo dire?” gli rispose Goten.

La ragazza rise e si alzò di scatto. Corse verso la piscina e vi si gettò con un tuffo aggraziato, felice di aver vinto quella piccola sfida tra lei e il suo ragazzo.

Quando riemerse si buttarono anche i due ragazzi e cominciarono a scherzare tra di loro.

Calò la sera, e Goten entrò in casa per farsi una bella doccia. Lo avevano invitato a cena e a rimanere lì per la notte se gli andava.

Trunks e Alexandra rimasero al bordo della piscina. Lui scherzò per un po’ facendole il solletico sulla pancia. Dopo poco si baciarono appassionatamente sulla bocca.

“Ehi, piccioncini! Dai, staccatevi che mi fate venire il voltastomaco. Su che è pronta la cena.”

Era Goten che per appetito eguagliava quasi il padre.

Uscirono dalla piscina e si avvolsero, stanchi ed infreddoliti, negli asciugamani.

Si diressero verso la casa, dove li aspettava una bella doccia e una cenetta deliziosa preparata da Bulma.

Dopo aver parlato con Vegeta e famiglia sulla sera dopo, andarono al letto.

Trunks abbracciò Alexandra e la baciò.

“Comunque alla fine ce l’hai sempre vinta!”

“No, è che sono irresistibile!”

Risero mentre sul sottofondo Goten russava, profondamente addormentato.

“Ti amo.” gli disse lei.

“Anch’io ti amo.”

Dormirono, per prepararsi alla faticosa giornata che li avrebbe accolti l’indomani.

___________________________

Un grandissimo grazie a tutti quelli che recensiranno.
Un bacione soprattutto ad Alexandra, a cui è dedicata questa storia. Ti voglio veramente bene. Mi mancherai il prossimo anno tesorino.

  
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