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Autore: _Fy    29/11/2012    2 recensioni
Amare è anche lasciar liberi.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Addio"

Lei rimase lì, ferma, immobile.

Come se il mondo stesso avesse smesso di girare dopo quelle parole.

Marco era per lei tutto, ed ora quel tutto le stava voltando le spalle; lasciandola lì, sola, senza alcun appiglio a cui appoggiarsi per non cadere, senza la sua mano calda e grande che l'aveva aiutata a rialzarsi chissà quante volte in quei 3 anni di relazione.

Non c'era traccia del suo sorriso amorevole e nei suoi occhi non scorgeva più alcuna tenerezza, solo un freddo vuoto che l'avrebbe accompagnata per molto tempo.

L'aria era pungente quella sera, lei si era vestita leggera; voleva indossare a tutti i costi quel vestitino blu che al suo ragazzo piaceva tanto.

Quante volte vedendola con quel vestito le aveva sorriso malizioso?

Quante volte i suoi occhi neri come la pece, l'avevano guardata con meraviglia?

Quante volte le sue mani avevano scostato le bretelle di quel vestito, permettendo alla sua bocca di annegare sulla sua pelle?

Il vento soffiava forte, quasi a volersi ribellare, come per voler protestare per la fine di un amore tanto bello come lo ero stato il loro.

Claudia sentiva la sua pelle cospargersi di brividi, il suo corpo tremare, ma si costringeva a stare lì, schiava del suo cuore che non voleva andasse via perchè troppa era la paura, troppa era la sicurezza che quella sarebbe stata l'ultima volta.

Marco abbassò lo sguardo, incapace di guardarla ancora.

Di guardare la ragazza che per anni era stata il suo punto di riferimento.

Voleva ricordarla con il sorriso sul volto paffuto, gli occhi verdi grandi e pieni di allegria, quella stessa allegria che adesso sembrava essere scomparsa, la pelle chiara e vellutata, le guance tinte di un rosa chiaro pronto a trasformarsi in un rosso acceso ogni qual volta lui le rivolgeva dei complimenti.

Voleva ricordarla così, con le labbra rosse e sorridenti e non con le labbra secche e pallide per il freddo che lei aveva adesso.

A Marco, parve più vecchia.

Come se quel loro addio stesse portando con sé, tutta la sua linfa vitale.

Claudia avrebbe voluto piangere, far scivolare via la sua amarezza, quella rabbia tanto grande che avrebbe voluto esplodesse, riempire il suo grande vuoto con le lacrime.

Ma niente usciva dai suoi occhi, niente usciva dalle sue labbra, né un singhiozzo né un lamento.

Avrebbe voluto gridare, dargli dello stronzo per poi implorarlo di non lasciarla, di rimanere accanto a lei.

Sempre.

Quel vuoto che stava sentendo le faceva male, quasi da toglierle il fiato.

Temeva il domani, perchè non avrebbe più avuto i suoi baci, le sue parole, i loro litigi, tutto.

E questa volta non sarebbe bastato fare l'amore per risolvere ogni problema, non avrebbe più sentito il cuore di Matteo accelerare i suoi battiti, ne le sue mani stringere le sue quando la passione esplodeva.

Non avrebbe più sentito i suoi sussurri all'orecchio, il suo alito caldo infrangersi sulla sua pelle sensibile e i brividi procurarle un'ondata di piacere.

Chi avrebbe chiamato quando tutto sarebbe andato male?!

Come avrebbe voluto correre tra le sue braccia, raccontargli tutto, come se non fosse l'artefice del suo dolore, come avrebbe voluto non dire addio al suo grande amore e al suo più grande amico.

Marco scorse un scintilla di dolore nel suo sguardo, che man mano aumentava, come se Claudia stesse realmente realizzando ciò che era appena successo.

Ed eccole lì le prime lacrime, cadevano leggere attraversando le sue guance per poi finire sull'asfalto.

Ognuna di esse, sembrava scavargli una voragine nel petto.

Come avrebbe voluto correrle incontro, abbracciarla, cullarla tra le sue braccia, sentire il suo esile corpo stretto al suo, legato per la vita.

Baciarle i capelli e sentire l'odore della sua pelle, ancora e ancora.

Avrebbe voluto dirle di non piangere, che lo stava uccidendo, che l'amava, Dio solo sapeva quanto, che lo faceva per il suo bene, che avrebbe voluto vederla sorridere, che avrebbe voluto esserci, esserci sempre, davvero.

Ma chi in quella vita aveva distribuito le carte, gli aveva dato le peggiori.

Avrebbe voluto dirle che il suo unico rimpianto, era di non poterle stare accanto.

Anche solo come spettatore, accanto ad un uomo che non fosse lui, con una bella casa, dei figli e una vita piena.

"E' per lei che mi lasci, vero?"

"Si"

Non avrebbe potuto aggiungere altro, non ce l'avrebbe fatto.

Come spiegarle che nessun'altra avrebbe mai potuto prendere il suo posto, non poteva.

Che non avrebbe amato nessuna, mai più.

Non poteva.

Non voleva.

Non avrebbe potuto comunque.

Ma era meglio farle credere quello, meglio farsi odiare, che dirle la verità.

La verità che lo stava uccidendo, poco a poco. Nel corpo e nello spirito, anche solo per avergli tolto la possibilità di essere felice, con lei.

Amarti o morire.

Claudia gli voltò le spalle, era stato troppo per lei.

Voleva correre via, via da lui, dal suo dolore, dalla sua vita.

Avrebbe voluto svegliarsi nel suo letto, scoprendo Marco addormentato, realizzare che tutto quel dolore non era stato altro che un brutto incubo.

Correva, senza voltarsi, senza guardarlo almeno un'ultima volta, correva da una vita che l'aveva vista felice, una vita che aveva scelto, che avrebbe voluto vivere ancora.

Correva via da un uomo, lasciando a lui il suo cuore.

Marco si lasciò andare alle lacrime, pianse per lui, pianse per aver fatto soffrire la persona che più amava, pianse per la sua condanna, perchè non avrebbe potuto averla accanto nei giorni che sarebbero seguiti, gli ultimi.

Pianse, perchè avrebbe voluto stringerla ancora, baciarla ancora una volta.

Pianse perchè non le aveva potuto dire la verità.

Era malato, tumore al pancreas.

Per lui non c'era salvezza, ma sarebbe morto con la certezza di aver amato e vissuto la sua vita pienamente.

Claudia lo avrebbe odiato, ma Marco preferiva la sua rabbia e il suo disprezzo, a quello che sarebbe conseguito se fossero rimasti insieme.

Lo avrebbe visto soffrire, l'avrebbe fatta soffrire ancor più di quanto soffriva adesso.

Non voleva che lei lo ricordasse così, con l'espressione sofferente, il viso pallido e scarno.

Aveva fatto la scelta migliore, le aveva dato la possibilità di amare ancora e di non vivere nel ricordo di un amore impossibile, separato dalla morte.

 

   
 
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