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Autore: Margaret Moonstone    29/11/2012    5 recensioni
Regola numero uno: Onora la luna piena (Ovvero quando Remus Lupin ha le sue cose)
Regola numero due: Gli amici prima di tutto. (Sì Felpato, anche delle ragazze. Si James, a parte Lily Evans)
Regola numero tre: I Serpeverde non sono una specie da annientare, dopotutto sono esseri umani. A parte Mocciosus
Regola numero quattro: Mappa e mantello sono proprietà esclusiva dei Malandrini
Regola numero cinque: Assumersi le proprie responsabilità (meglio nota come "Punizione per uno, punizione per tutti)
Regola numero sei: Sta lontano dal cioccolato se hai a cuore la tua vita
Regola numero sette: Non svegliare il can che dorme (Sirius di prima mattina può essere pericoloso)
Regola numero otto: Sappi perdonare (Anche se i tuoi amici decidessero di trasformare il dormitorio in un parco acquatico)
Regola numero nove: Scherzi ma a fin di bene (No, le caccabombe non hanno alcuno scopo benefico, James)
Regola numero dieci: Mai tradire un amico. Mai e poi mai.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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E'assurda, improbabile e idiota...

ma ne vado molto fiera <3


Il Decalogo del Perfetto Malandrino

              
                                                                                        Prologo


 

Era una normalissima serata di dicembre; i nugoli di fiocchi di neve sferzati violentemente dal vento gelato contro le finestre e la distesa bianca che scintillava sotto la luna quasi piena facevano un curioso contrasto con l’interno del castello di Hogwarts, le sale comuni illuminate dalla luce calda proveniente dai camini e i corridoi già addobbati a festa.
 Tutto era tranquillo, anche per merito degli spifferi che dissuadevano persino gli studenti più ribelli ad avventurarsi nei corridoi dopo il coprifuoco, e nel dormitorio maschile di Grifondoro si respirava un’aria di piacevole quiete. La cosa sarebbe sembrata normale, se non si fosse trattato del dormitorio di Peter Minus, Remus Lupin, ma soprattutto James Potter e Sirius Black. Parlando dei suddetti studenti, la situazione non poteva che sembrare anomala, se non preoccupante.
 Eppure pareva che qualcuno avesse scagliato un incantesimo Petrificus Totalus su almeno tre dei Malandrini, che sedevano immobili sui rispettivi letti scrutando allarmati un Remus Lupin completamente fradicio che armeggiava con il suo baule, alla ricerca di qualcosa.
 James seguiva con lo sguardo ogni suo movimento, la mano che scattava nervosamente a scompigliare i capelli all’incirca ogni quattro secondi. Sirius, corrucciato e con l’aspetto di un segugio che cerca di fiutare la situazione, teneva un cuscino a portata di mano, come scudo. Codaliscia, infine, non tentava nemmeno di dissimulare l’espressione di evidente terrore dipinta sul viso. I tre non avevano tutti i torti: Remus poteva sembrare il ragazzo mite e pacato che vedevano tutti, ma dentro nascondeva un animo feroce e vendicativo da vero lupo mannaro, e loro lo sapevano bene. E sapevano anche che quella volta non l’avrebbero passata liscia: mai scatenare le ire di un Malandrino con la luna storta.
 Remus, dal canto suo, era l’immagine della serenità, e questo era quello che avrebbe dovuto allarmare i tre amici. Estrasse una pergamena con la dovuta lentezza, poi, con tutta la calma possibile, parlò. Era bagnato da capo a piedi e in altre circostanze sarebbe stato buffo da vedere, ma in quel momento nessuno dei Malandrini si sarebbe sognato di ridere.
-“Ragazzi” cominciò, e già la tranquillità con cui aveva affrontato la questione andava affievolendosi “voi vi rendete conto, vero…vi rendete conto” il colore delle sue guance si faceva sempre più simile a quello delle divise da Quidditch di Grifondoro “vi rendete conto che non si può andare avanti in questo modo? Che al settimo anno, settimo, non so se mi spiego, voi…voi” sembrava dovesse esplodere da un momento all’altro, e per evitare che accadesse riprese fiato e si concesse uno sguardo a chi aveva davanti. Sirius aveva ancora un paio di mutande, il cui proprietario era ignoto, sulla testa a mo’ di cappello, e sul suo letto giacevano frammenti di una bottiglia di Whisky Incendiario; James era senza maglietta, ma non era questo il punto. Il punto era che la sopracitata maglietta fluttuava in aria insieme a tutti gli altri vestiti presi dai bauli, ed era quella che, al suo ingresso in dormitorio, gli si era avvinghiata alla faccia impedendogli quasi di respirare, e soprattutto di vedere il bacile d’acqua –cosa ci facesse un bacile d’acqua nel loro dormitorio rimaneva un mistero- che aveva urtato e che gli si era rovinosamente rovesciato addosso. E poi c’era Peter, che, ne era sicuro, era quello che aveva meno colpe in quel pandemonio, e che tuttavia aveva tatuata in fronte una scritta lampeggiante: “I love Minerva McGranitt”. Senza contare le piume dei cuscini sparse per tutta la stanza e le pareti piene di schizzi di alcolici non meglio identificati.
 Dopo questa spiacevole panoramica, Lupin non riuscì a trattenersi.
-“VI SEMBRA POSSIBILE RIDURRE IL DORMITORIO IN QUESTO STATO?! DICO, MA SIETE IMPAZZITI? NON VI ERANO BASTATI I FESTAGGIAMENTI PER LA VITTORIA A QUIDDITCH IN SALA COMUNE?E LA STRIGLIATA DELLA MCGRANITT?NO, IMMAGINO CHE UNA SETTIMANA DI PUNIZIONE SIA DECISAMENTE TROPPO POCO PER VOI!! MA FORSE NON AVETE CAPITO CHE QUESTO E’ L’ULTIMO ANNO, CI SONO I MAGO E TUTTO, IO SONO CAPOSCUOLA E HO IL DOVERE DI TENERVI SOTTO CONTROLLO! SOLO PERCHE’SONO VOSTRO AMICO E NON VI DENUNCEREI MAI NON SIGNIFICA CHE POTETE RIDURRE LA MIA STANZA A UN CIRCO O FARMI PRENDERE UNA BRONCOPOLMONITE!”  
 E dopo aver ululato questo si buttò sul letto a braccia aperte, esausto.
I Malandrini si lanciavano occhiate preoccupare, senza fiatare. Poi, come se non fosse successo nulla, Remus si mise a sedere tranquillamente con una pergamena e una piuma in mano, e cominciò a scrivere qualcosa.
-“Emmm…Lunastorta…che stai facendo? Non… non vorrai scrivere una rapporto alla McGranitt, vero? Puliremo tutto, tutto! Promesso!” fece James, implorante.
-“Sono certo che pulirete tutto, Ramoso, ma tranquillo: non farei mai una cosa del genere. Vi sembro così cattivo, ragazzi?”
Nessuno rispose.
-“Solo…è il momento di stabilire delle regole, se vogliamo sopravvivere senza morti né feriti anche quest’anno…Quindi adesso, insieme, scriveremo un decalogo…Un decalogo è una lista di dieci regole, Peter, abbassa pure la mano…Dicevo, un decalogo, che ognuno di voi dovrà rispettare…sono stato abbastanza chiaro?”
-“Forte!” esclamò James, tutt’a un tratto entusiasta. Sirius era più diffidente. –“Non vorrei che il lupastro ci incastrasse…”
-“No, andiamo, sono pur sempre un Malandrino, no? E poi non le sceglierò solo io le regole… diciamo che sarà… “Il Decalogo del Perfetto Malandrino”
-“Mmm…mi piace già di più!”
-“Benissimo, allora, dunque…”

IL DECALOGO DEL PERFETTO MALANDRINO

Chi si impegna a rispettare questo patto giura solennemente di non avere buone intenzioni.

Regola numero 1:

-“Spostati, Felpato, non vedo niente!”
-“Se sei basso non è colpa mia, orbo di un cervo!”
-“Reeeeemus! Sirius non mi fa vedere cosa c’è scrittoo!”
-“Reeeeemus! James mi picchiaaaa!”
-“Ragazzi non ci stiamo tutti sul mio letto…”
-“Zitto topo di fogna, e piantala di scalciare!”
-“Sirius! Non insultare Peter! Tranquillo Coda, vengo io in tuo soccorso…Geronimoo!”
-“James..no…AHIA!”
-“Remus, James mi è saltato addosso, digli qualcosa!”
-“Ragazzi vi prego, il plenilunio si avvicina…”
-“Remus, spostati anche tu, le tue chiappe mannare occupano spazio!”
-“Remus…”
-“Remus?”
-“Rem…”
-“BASTAAAAAAAA!!!!!!” Il povero Malandrino si accasciò sul pavimento, mentre Peter lo osservava sbigottito e James agguantava la piuma e scriveva:
 
       Regola numero 1: Mai irritare Remus Lupin quando ha le   
                    sue cose      

Lunastorta riemerse dal pavimento, ringhiando.
-“D’accordo, d’accordo…” intervenne Sirius, impadronendosi della pergamena.

   Regola numero 1: Onora la luna piena

-“Meglio?”
L’altro annuì, esasperato.
-“Passiamo alla due…”
-“Ce l’ho!” . James si mise in piedi sul letto con una mano sul cuore, assumendo un atteggiamento solenne. –“Gli amici vengono prima di tutto”
-“Accidenti Potter, che originalità!”
James si inchinò, compiaciuto, mentre Remus trascriveva.
-“Aspetta, aspetta” intervenne Sirius, dubbioso “Anche delle ragazze?”
-“Anche delle ragazze, cagnaccio rubacuori!”
-“A parte Lily Evans” si intromise James, e vedendo la reazione degli amici –Peter sbatteva ripetutamente la testa contro il muro, Remus si prendeva il viso fra le mani scuotendo la testa, e Sirius si avvicinava alla porta minacciando di andarsene- fece gli occhioni da Bambi implorando –“Vero Rem-rem? Per Jamesuccio è taaanto importante…”
-“E va bene, a parte Lily Evans” acconsentì ‘Rem-rem’, convinto più dalla consapevolezza che l’amico fosse un caso perso che dall’espressione Bambi, per nulla convincente.

   Regola numero 3: I Serpeverde sono una razza spregevole e  
                  da annientare

-“Non se parla, Felpato! Insomma un po’ di tolleranza! Sono anche loro esseri umani, indipendentemente dal fatto che siano insopportabili, spocchiosi…”
-“Prepotenti” si inserì Peter.
-“Inutili, nocivi, asessuati, Mangiamorte, maleodoranti, nauseabondi, idioti…” snocciolò Sirius,  mentre Remus annotava:

 Regola numero 3: I Serpeverde sono esseri umani

-“A parte Mocciosus” intervenne James. Nessuno ebbe da ridire.
-“La quattro…”
-“Ma dobbiamo proprio scriverle tutte?” sbuffò Sirius, che cominciava ad annoiarsi.
-“Proprio. L’idea di così tante parole insieme ti agita, Felp?
-“Fottiti, Lunastorta. Tu e la tua stupida burocrazia.” E si spogliò senza il minimo pudore, per poi stendersi sul letto mugugnando un indistinto ‘Buonanotte’, del tutto dimentico di avere ancora un paio di mutande in testa.
-“E’ uno spettacolo ripugnante” decretò Remus.
-“Stendiamo un velo pietoso” aggiunse James, estraendo dal baule il Mantello dell’Invisibilità e coprendo l’amico già tra le braccia di Morfeo. Lunastorta si illuminò:

  Regola numero 4: Mappa e Mantello sono proprietà esclusiva dei Malandrini, vietato divulgarne l’esistenza

-“Ottimo!” approvò Peter. La Mappa è stata proprio un’idea geniale! Pensate a tutte le punizioni che abbiamo scampato…”
-“Tu le avrai scampate, caro Coda, a me le punizioni ti assicuro che non mancano!” esclamò James.
-“Ma se ogni volta tu e il sacco di pulci, qua sotto, riuscite a coinvolgerci tutti!” fece Remus, indignato.
-“E’ la regola numero cinque, lupacchiotto” replicò lui gettandosi sulla lista “Assumersi le proprie responsabilità”.
-“Proprio tu mi vieni a parlare di responsabilità? Io scriverei piuttosto ‘Punizione per uno, punizione per tutti’, a questo punto…”
-“Ottima idea, Rem!” e corresse, mentre Remus si mangiava le mani, furioso. –“Ho bisogno del mio cioccolato, ho bisogno del mio cioccolato…” . Era troppo occupato a evitare gli oggetti sul pavimento che lo separavano dal cassetto dove conservava il suo dolce tesoro per accorgersi che gli altri due Malandrini erano visibilmente impalliditi. –“Ehmm…aspetta, Remus, noi…ecco stavamo appunto per dirtelo ma tu…ecco…Peter spiegaglielo tu…”.
Ma non servirono spiegazioni. L’urlo che partì dal dormitorio ed echeggiò per tutto il castello non ne ammetteva.
-“VOI!! TRADITORI! DOV’E’ LUI?DOV’E’ IL MIO CIOCCOLATO??!”
Peter piagnucolava mentre James balbettava –“Ecco…noi…avevamo…fa-fame…noi…NOO!”
 Successero un po’ di cose: Remus si scaraventò contro James, che si nascose dietro Peter, che nel tentativo di fuggire urtò il letto di Sirius, che cadde svegliandosi di soprassalto e urlando “TERREMOTO!!”. Poi, accortosi che non si trattava di quello, bensì della goffaggine di Codaliscia, si avventò contro di lui, e così furono in due a scatenare le proprie ire sul poveretto, mentre James, defilatosi, aggiungeva due regole al decalogo:

Regola numero 6: Gira al largo dal cioccolato se hai a
                 cuore la tua vita

Regola numero 7: Non svegliare il can che dorme

Quando la tragedia si fu consumata, le condizioni di salute di Peter accertate e la situazione un poco ristabilita, James decise che potevano proseguire.
-“Forza, finiamo questa cosa che fin ora ha portato più danni che altro…che ne dite di ‘Non avere altro dio al di fuori di James Potter’, oppure ‘Non pronunciare invano il nome di James Potter’...”
-“Sì, e magari ‘Non desiderare la Lily d’altri’, ‘Non uccidere’, ‘Non cruciare’…ma per favore!”
-“Ragazzi, abbiamo dimenticato l’origine del problema…perché non ‘Niente festini in dormitorio, niente vestiti volanti, niente bacili d’acqua’...si può sapere che diavolo volevate farci con tutta quell’acqua?!”
-“Sai io…non credo che tu lo voglia veramente sapere…”
-“Andiamo Sir, è giusto che lo sappia, invece!” fece James, mentre, con un ghigno tutto malandrino, annotava sulla pergamena ormai stropicciata:

Regola numero 8: Sappi perdonare

Remus sospirò, rendendosi contro che la sua idea gli si stava rivoltando contro. –“Allora? Volete illuminarmi?”
-“Mio caro Lunastorta, come desideri. Io e i miei esimi colleghi Felpato e Codaliscia
progettavamo di creare, e lo avremmo appunto fatto stanotte, dopo i festeggiamenti, se non fosse stato per te e i tuoi movimenti inconsulti, un allevamento di pesci!” lo disse con entusiasmo, ed entusiasti furono anche gli applausi e gli inchini degli altri due Malandrini.
-“Pesci” ripeté Remus, inespressivo.
-“Pesci!” ribadì James, radioso, come se fosse la cosa più ovvia del mondo e non necessitasse spiegazioni.
Il povero Lunastorta, chiamando a raccolta tutto il buon senso che gli era rimasto, domandò, cercando di mantenere la calma :-“Pesci. Ebbene? Sareste così gentili da informarmi?”
-“Certo che dobbiamo proprio spiegarti tutto, Rem…e poi ti fai tanto figo perché hai i voti più alti di tutta la scuola! L’ho sempre detto io che c’è qualcosa tra te e la McGranitt…”
-“James TAGLIA!” ringhiò Lupin, che cominciava a perdere le staffe.
-“D’accordo… volevamo allevare pesci per poi trasfigurarli, non appena fossero cresciuti, in meravigliose, splendide sirene!!”
Lo sguardo che Remus rivolse all’amico esprimeva tutta la sua frustrazione, commiserazione e l’improvviso desiderio di buttarsi da una delle torri.
-“Sarebbe solo per il tuo bene, amico! Io non tradirei mai la mia Lily, e a Felpato le ragazze non mancano… E’ ora che pensi un po’ a te stesso o, coi tempi che corrono, finirai per morire senza essere stato con nessuna…A eccezione di Minnie, ovviamen…”
Un cuscino, con somma gratitudine di tutti, fu scaraventato sulla faccia di James, facendolo finalmente tacere.
-“Sbrighiamoci, ci mancano due regole” fece Peter.
Dopo una buona mezz’ora, e proposte che prevedevano cori da stadio, esaltazioni della persona di James Potter, vari improperi rivolti ai membri della famiglia Black, apprezzamenti a compagne di corso, insulti e idiozie in genere –tutte prontamente bocciate da Remus- si optò per

Regola numero 9: Scherzi ma a fin di bene: a tutto c’è un limite

-“Forza, abbiamo quasi finito! Chi avrà l’onore di dettare l’ultima regola?”
-“Ehi Pet! Tu non ne hai detta neanche una! Forza amico, stupiscici!”
Gli occhi si puntarono su Codaliscia, il che lo fece arrossire. Se da una parte il dover esprimere un’opinione lo metteva in crisi, dall’altra era lusingato della considerazione che gli amici avevano per lui. Non avrebbe mai immaginato di trovare delle persone così meravigliose, e pensò che senza di loro non avrebbe potuto vivere. Se avessero smesso di essere suoi amici…se lo avessero tradito, non avrebbe potuto sopportarlo.
Così, sicuro come raramente capitava di vederlo, decretò:

Regola numero 10: Mai tradire un amico. Mai e poi mai.

E fu così che i Malandrini conclusero il loro patto di totale fedeltà. Patto che contro ogni previsione fu rispettato, sempre. O  quasi.
La frase di Codaliscia scatenò applausi e ovazioni; fu un vero momento di gloria per Peter.
Momento di gloria che cessò miseramente di esistere con l’ingresso della professoressa McGranitt, attirata dalla confusione.
-“Che cos’è tutto questo trambu…MINUS!”
Nonostante i pietosi tentativi di Peter di nascondersi, all’insegnante non sfuggì la scritta lampeggiante e ben evidente sulla sua fronte.
E fu così che i Malandrini vennero a conoscenza dello spietato senso dell’umorismo delle McGranitt.
E fu così che l’intero corpo studentesco di Hogwarts fu messo a conoscenza del profondo amore di Codaliscia nei confronti della professoressa.
Amore che il malcapitato portò scritto in fronte, immune a ogni incantesimo che potesse cancellarlo, per un mese.


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Angolino di May....

Salve a tutti, cari amanti (e non) della Vecchia Generazione!! Chi mi conosce già sa della mia prolissità nelle spiegazioni e della mia incapacità di tacere, ad ogni modo...lasciate che vi dica alcune cose:

1. Mi scuso con i lettori della mia raccolta su Harry Potter (se mai uno di loro dovesse essere capitato qui) per il ritardo: sappiate che prima o poi aggiornerò, quindi non perdete le speranze! A May in questo periodo mancava ispirazione per la raccolta, ma siccome, ripeto, non è capace di contenersi, ha voluto proporre questa long che era lì ad ammuffire nel suo computer...
2. Questa fanfiction si basa su un immaginario "decalogo" che i Malandrini hanno stilato, e ogni capitolo tratterà una storia a sé. I capitoli saranno dieci, uno per ogni regola, più questo prologo e probabilmente un epilogo.
3. Tutti i capitoli sono già abbozzati, quindi dovrei riuscire ad aggiornare una volta a settimana, salvo imprevisti.

Mmmm....credo di non avere nient'altro da dire, solo... ho scritto questa storia molto tempo fa, e ora la sto rispolverando... può non sembrare ma richiede molto impegno da parte mia: sarei veramente felicissima se dopo averla letta voleste spendere due paroline per dirmi cosa ne pensate.
Accetto consigli, critiche...qualunque cosa!

Grazie a chi ha speso un po' di tempo per leggere questo esperimento!!
Un bacio,

May

Oh, quasi dimenticavo, nel caso vi interessasse...


NELLA PROSSIMA PUNTATA...

-"VECCHIO LUPASTRO, TE LA SPASSI, EH?!”

-"Felpato...FRENAAA!!"

Lupin chiuse gli occhi per non vedere, ma un sonoro “TONF!” e un rumore paurosamente simile a quello di ossa che scricchiolano gli segnalarono l’atterraggio degli amici sul pavimento dell’infermeria.


-"Per l'ultima volta: non avevo idea che fossero biscotti per cani!"

-"Ouch! Il lobo!"

"TRADIMENTO!"


-"Pensavo fossi una donna..."
-"Una donna? Ma non vedi che ha la barba?"






  
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