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Autore: Lily Juvenile    29/11/2012    5 recensioni
[Powerpuff Girls Z]
Storia sospesa per revisione. Gli aggiornamenti riprenderanno il prima possibile.
Tre ragazzi...
Tre ragazze...
Una lotta tra il Bene e il Male...
Sei vite che si intrecciano...
Tre amori che nasceranno...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dolly/Miyako Gotokuji/Rolling Bubbles, Lolly/Momoko Akatsutsumi/Hiper Blossom, Molly/ Kaoru Matsubara/Powered Buttercup, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                  L'inevitabile

                                                  Capitolo 2
 
                            When you look me in the eyes (seconda parte)

 


Lolly volava alto nel cielo, lasciando dietro di se una sottile scia rosa.
Come al solito toccava a lei il giro di pattuglia in città, mentre le altre due se ne stavano a casa, a rilassarsi.
Ma chi meglio di lei poteva svolgere il compito? Insomma, Molly avrebbe sicuramente perso la pazienza a svolgere un lavoro “così noioso”, come lo definiva, e Dolly si sarebbe persa in un bicchier d’acqua, fermandosi a giocare nei prati e a raccogliere fiorellini e margherite.
Lolly era sicuramente la più responsabile delle tre.
Stava sorvolando la zona centrale di Tokyo, quando alle sue spalle sentì un rumore metallico, come se qualcosa si spezzasse.
Volse lo sguardo in basso e, come di quei tempi succedeva spesso, vide i Rowdyruff Boys alla carica.
Ai piedi indossavano una specie di scarpe, no, non erano scarpe qualsiasi erano…
-…SCARPE A MOLLA! Presto, ragazze venite! Mi trovo in centro e…- ma Lolly non terminò mai la frase.
Un grosso macigno le volò addosso, una carcassa metallica, in origine una macchina.
Ci mancò poco che la colpisse alla schiena. Lolly virò di lato e riuscì a schivare un altro pezzo che veniva dall’alto.
“Ragazze…quando arrivate?”
 
 
Molly si era sempre chiesta come mai nessuno riusciva a riconoscerle, nonostante indossassero solamente un ridicolo completino colorato.
Lei era sempre Molly, ma allora come mai, quando diventava Buttercup, nessuno sembrava accorgersi che lei era...lei?
Se lo era sempre chiesta e si poneva questa domanda ogni qual volta si trasformava.
Si guardò allo specchio.
Sarà perché i suoi capelli si pettinano magicamente?
Sarà per le ridicole spille per capelli che le compaiono in testa?
Sarà per il lip-gloss che si spalma sulle sue labbra ogni volta che si trasforma?
O sarà per la gonna, che lei non si sognerebbe mai di indossare?
Difficile a dirsi, ma per lei rimaneva sempre Molly, con o senza gonna, lip-gloss o capelli pettinati.
Sembrava come se per gli umani la realtà fosse distorta, come se ci fosse qualcosa che, invece che far vedere agli occhi di tutti che loro erano Lolly, Dolly e Molly, facesse credere alla gente comune di aver visto tre biondine in gonnella, tipo quelle delle pubblicità, così perfette ed eroiche.
Molly dovette interrompere le sue riflessioni perché Dolly l’aveva chiamata.
-Molly, Lolly ha bisogno d’aiuto! Mi stava dicendo che i Rowdyruff Boys stavano combinando qualcosa, ma è caduta la linea all’improvviso. Dobbiamo aiutarla!-
Molly annuì decisa.
Le due amiche volarono in alto nel cielo e, in poco tempo, riuscirono a raggiungere Lolly, che stava ancora lottando per schivare le enormi carcasse di macchine.
-Ragazze!- gridò la rossa.
Le due la raggiunsero, schivando pezzi di metallo che avrebbero potuto ucciderle.
Molly, scaltra come sempre, fece una lunga virata e si nascose dietro un edificio, così velocemente che i Rowdyruff Boys non poterono notarla.
La mora volò sul tetto dell’edificio e si lanciò alla carica, scattante, lasciando dietro di sé una sottile striscia verde chiaro.
Piombò dal cielo ad una velocità sorprendente.
Afferrò Butch per le spalle e lo trascinò in aria.
-AAAAAAAHH!- gridò.
Gli altri due si voltarono stupiti, digrignando i denti.
-Non te la caverai così, Buttercup!- ruggì Butch. –Ti fermeremo e…-
Molly lo fece ciondolare nel vuoto, cosicché Butch si zittisse dalla paura.
-Beh, se non vuoi cadere ne vuoto, TACI!- ghignò lei.
Molly lo trascinò lontano, nella periferia di Tokyo.
-Che fai? Lasciami!-
-Zitto moccioso! È già tanto che non ti abbia già fatto cadere!-
La mora atterrò sull’asfalto rovinato.
Intravide una baracca abbandonata a qualche metro di distanza e ci trascinò dentro il Verde, che cercava di divincolarsi.
Poi bloccò l’entrata con una grata di ferro arrugginito.
-Ecco- disse soddisfatta Molly, pulendosi le mani. –Questo ti terrà calmo per un po’…-
Butch diede un forte calcio alla grata, che traballò.
-Tanto riuscirò a uscire, non crederti tanto furba.-
Molly fece per andarsene, ma il ragazzo la prese per il polso e la tirò a se.
Si ritrovarono molto vicini.
Molly studiò per un secondo quegli occhi dal colore così innaturale, solo per un secondo, poi si accorse che la presa del ragazzo si era allentata e si allontanò.
Solo un attimo però, un attimo solo, credette di aver già visto quel colore troppo vivo da qualche parte…
 
 
 
 
 
 
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Lolly non se la stava passando meglio.
Continuava a sbattere la testa contro gli edifici grazie a i colpi di Brick, che spesso la coglievano di sorpresa.
Un colpo.
Venne scaraventata contro la vetrata di un ufficio.
La forza del colpo era tale che quando il corpo della rossa venne scaraventato contro la vetrata, la infranse, cadendo sulla moquette color acquamarina dell’ufficio.
Gli impiegati dell’ufficio gridarono.
Brick stava sospeso per aria, osservando il corpo di Lolly per terra, inerme.
Ghignò.
Si avvicinò lentamente alla rossa, sempre sospeso.
A quel punto Lolly aprì piano gli occhi e si mosse lentamente, mettendosi seduta.
Si asciugò il sangue che colava dal taglio sulla fronte con una mano e si rimise in piedi a fatica.
Si alzò in volo e raggiunse il soffitto, sovrastando Brick si poco.
Anche lui volò in alto.
In un attimo si ritrovarono al lottare.
Lolly schivò un colpo del rosso, mentre lui incassava un pungo nello stomaco di lei.
Brick si riprese quasi subito e scattò di lato, sorprendendo la ragazza.
Brick la prese da dietro a la sbattè contro il muro dell’ufficio.
Il suo volto si piegò in un sorriso beffardo.
Si ritrovarono vicini, molto vicini.
A cinque centimetri dal naso, Lolly notò per la prima volta quanto fossero belli gli occhi di Brick, di quell’innaturale colore rosso fuoco.
Una strana sensazione la invase e si chiese dove le aveva viste, quelle splendide iridi.
Fu solo un attimo di distrazione, poi si liberò dalla presa e ricominciarono a lottare in volo.
 
 
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Dolly si era persa.
Non sapeva dov’era lei e non sapeva dov’era il suo avversario.
Si guardò intorno, posando lo sguardo sugli imponenti grattacieli della maestosa Tokyo.
Si librò in volo fece qualche capriola e si diresse verso il cielo, per avere una vista aerea della città.
No riconosceva nessun luogo, evidentemente si era allontanata troppo
Pensò alle sua amiche, Lolly e Molly e non poté fare a meno di chiedersi come se la stavano passando.
“Magari mi stanno cercando” pensò.
Atterrò sconsolata.
Dall’alto vide piombare una figura indistinta, andava troppo veloce.
Comunque di un visibile colore blu.
La figura si fermò a pochi metri da lei.
Era un ragazzo, i capelli biondi e gli occhi azzurri.
-Bubbles- disse Boomer. –Vattene finché ne sei in tempo.-
Fece una pausa e ghignò.
-O sarò costretto a cacciarti io.-
Dolly non ci pensò su un attimo e attaccò.
Sarà pur stata dolce, ma non le importava. Vedeva solo il suo avversario.
Si ritrovò a schivare colpi su colpi e a menare pugni, a scattare veloce di lato.
Dopo un po’ si accorse che erano in volo a una sorprendente altezza.
Dolly cominciava ad avere il respiro affannoso.
Iniziava a incassare colpi, ma notò che anche il suo avversario si stava indebolendo.
L’ossigeno cominciava a scarseggiare, vista l’enorme altezza.
Dolly scese in picchiata verso il basso.
-Hey!- gridò Boomer.
Era evidente che non se l’aspettava, ma si lanciò subito anche lui all’inseguimento.
La bionda aumentò la velocità.
Ad ogni secondo che passava si avvicinava sempre di più al terreno.
Atterrò in piedi, ma non riuscì a frenare in tempo.
Sentì un forte dolore alla caviglia e cadde a terra.
L’avversario, distratto dal rovinoso atterraggio, fece lo stesso errore e precipitò a terra, vicino a Dolly.
I due si guardarono.
La bionda notò come gli occhi di Boomer avessero la tonalità del suo colore di smalto preferito, solo più intenso, più gradevole, come immergersi nello spazio.
Fece solo in tempo a notarlo che chiuse gli occhi, svenuta.
 
 
 
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Angolo Autrice
 
Dopo tanto, rieccomi con il terzo capitolo!
Scusatemi tanto, prometto che la prossima volta aggiornerò prima ;)
Vi è piaciuto? Questo lo dedico a Whiteney Black, “fan di questa storia” (non so come definirla -_-).
Grazie!
Ho aggiunto le foto, scusate se non le ho messe anche negli altri capitoli, ma non sapevo come fare ^^”
Ad ogni modo, recensite come sempre :D
Lily
 
P.S. ho cercato, come mi ha consigliato Dott_Gwen, di spiegare come mai nessuno si accorge che le PPGZ sono Lolly, Dolly e Molly.
Questa è solo una riflessione di Molly, nel prossimo capitolo verrà spiegato meglio.
E ho ingrandito il testo perchè prima mi sembrava troppo piccolo!
  

  
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