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Autore: cOstanza    29/11/2012    5 recensioni
"Mi sto perdendo nel vuoto".
31 ottobre 1981
Halloween night
Lily Evans aveva cominciato tardi a cucinare i dolci per la notte di Halloween. Era certa che nessun bambino sarebbe venuto a bussare alla sua porta, ma nel caso qualcuno avesse avuto così tanto coraggio, avrebbe voluto premiarlo con un bel biscottino di zucca o delle caramelle rosse, al sapore terrificante di fragola. Quindi, quando si infilò con delicatezza i guanti da forno per togliere i biscotti, si rese conto di quanto, forse, il suo lavoro era stato inutile. Comprare la farina, mescolare con forza, tritare nella giusta porzione e nella giusta quantità la zucca. Tutto inutile, perché nessuno sarebbe venuto. Forse, di questo, doveva essere felice, quasi grata.
Almeno era al sicuro.
Genere: Fantasy, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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»Haunted«
Taylor Swift

 
 
 

 

"Mi sto perdendo nel vuoto"

 
 



31 ottobre 1981
Halloween night
 

 

Lily Evans aveva cominciato tardi a cucinare i dolci per la notte di Halloween. Era certa che nessun bambino sarebbe venuto a bussare alla sua porta, ma nel caso qualcuno avesse avuto così tanto coraggio, avrebbe voluto premiarlo con un bel biscottino di zucca o delle caramelle rosse, al sapore terrificante di fragola. Quindi, quando si infilò con delicatezza i guanti da forno per togliere i biscotti, si rese conto di quanto, forse, il suo lavoro era stato inutile. Comprare la farina, mescolare con forza, tritare nella giusta porzione e nella giusta quantità la zucca. Tutto inutile, perché nessuno sarebbe venuto. Forse, di questo, doveva essere felice, quasi grata.

Almeno era al sicuro.
-Lily, hai finito con quegli inutili biscotti?-.
La voce di suo marito, James Potter, risuonò forte dal soggiorno. Tipico di James. Tutto ciò che non era cioccolata era praticamente spazzatura.
-Non tutti apprezzano la tua deliziosa torta di glassa e cioccolato.-
Una vera tortura per il palato.
-Invece, tutti gli altri mi hanno fatto i complimenti.-      
Lily sbuffò, gettando gli occhi al cielo. Si tolse i capelli dagli occhi, spostandoli con i palmi delle mani.
-In realtà, i tuoi amici Malandrini hanno mentito, amore. Faceva schifo.-
-Come osi, donna?- soffiò James al suo orecchio, facendola sobbalzare. -Osi mettere in dubbio le mie qualità in cucina?- affermò stringendola dai fianchi e posando le sue labbra sul collo scoperto della donna.
Lily rabbrividì, quasi dimenticando i suoi doveri per lasciar spazio ai piaceri, ma poi si allontanò di qualche centimetro, con il pensiero fisso su..
-Harry?- domandò spaventata. Si voltò di scatto e diede una botta con la testa al mento di James. Per quanto entrambi non fossero eccessivamente alti, lui riusciva a posare il mento con una delicatezza incredibile, che ogni volta faceva stringere lo stomaco a Lily, sul capo della donna. James si strofinò con le mani il mento e Lily gli passò una mano sulle sue, scusandosi con gli occhi.
-E' sul tappeto a giocare con la macchinina. E' un mago eppure adora i giochi dei Babbani.-
Lily lo guardò, con uno sguardo misto a confusione e delusione.
-E' pur sempre un bambino.- Voleva ricordare a James, all'amore della sua vita, le sue origini Babbane, che l'avevano portata comunque ad adorare la magia. -Anche io giocavo con i giochi dei Babbani...-.
-E infatti sei cresciuta splendidamente, amore- disse James, stringendola di nuovo a sé. Le sfiorò le labbra con le sue ma, prima di approfondire il bacio, furono interrotti da un pianto di bambino.
Lily si staccò con forza dalle braccia possenti di suo marito, nonostante ogni cellula del suo corpo fosse attratta da lui, e corse da Harry, prendendolo in braccio.
-Harry, tesoro.- Lo guardò negli occhi e lo vide strofinarseli con i pugni e poi allargarli, per guardarla. Il suo cuore si riempì di gioia, di amore e di ogni sentimento più puro che possa esistere. Quando poi il sorriso del bambino si allargò, il cuore lo seguì a ruota. E non poté fare a meno che sorridere a sua volta.
-Hai visto? Sta benissimo!- disse James, appoggiato allo stipite della porta che separava il soggiorno dalla cucina.
-Ti pare il modo di lasciare Harry da solo? Ha solo un anno, James. A mala pena sa camminare, se dovesse alzarsi in piedi e cadere? Oppure se dovesse andare a sbattere, se do..-.
-Se, se, se. Amore, Harry è un bambino sveglissimo..-.
-Non lo metto in dubbio, questo!- l'interruppe Lily, voltandosi di scatto verso di lui, stringendo ancora di più a sé il piccolo.
-Ma..- riprese James, avvicinandosi a lei e poggiandole le mani sulle spalle. -..è anche in grado di restare da solo due secondi, soprattutto se voglio baciare la mia bella mogliettina.-
-Non è una buona scusa, James!- urlò Lily.
-Certo che sei impossibile! Da quando ti do poche attenzione a quando te ne do troppe, ma ti decidi?- domandò sarcastico, ma lievemente seccato James, staccando le mani da lei.
-Abbiamo un figlio ora. Alcune tue...- cercò la parola adatta  -"esigenze" non si possono avere.-
-Neanche volerti abbracciare e stringerti?-.
-Neanche quello!- affermò con decisione Lily, poggiando Harry a terra.
-Ma perché?-.
-Perché io stessa perdo il controllo!- sbottò Lily. James la guardò un attimo confuso, poi le sorrise. -Qui, basti tu ad essere sbandato; se dovessi perdere il controllo anche io, Harry resterebbe praticamente da solo.-
James si riavvicinò di nuovo alla moglie, che aveva incrociato le braccia al petto. Le aprì con delicatezza e la costrinse, prendendole il mento tra le dita, ad incrociare il suo sguardo.
-Harry non sarà mai solo.-
Lily, incantata da quelle iridi così profonde ed allo stesso tempo delicate, deglutì e si passò la lingua sulle labbra. Poi si avvicinò a James e poggiò la bocca sulla sua. Come ogni volta che si baciavano, il cuore di Lily perdeva un battito ed anche quello di James. Entrambi erano uniti, sentivano le loro anime, destinate a stare insieme, ritrovarsi sempre, rincorrersi, trovarsi, unirsi e poi avere il coraggio di ricominciare da capo con quella caccia, per avere l'emozione del ritrovarsi, la felicità del rivedersi, di toccarsi ed unirsi di nuovo. I loro cuori battevano allo stesso ritmo, felici di potersi finalmente rincontrare.

 

You and I walk a fragile line
I have known it all this time
But, I never thought I’d live to see it break
It’s getting dark and it’s all too quiet

 

La casa, all'improvviso, cominciò a tremare. I due amanti si separarono con delicatezza, contrapposta alla violenza con la quale la casa veniva scossa. Lily prese in braccio Harry, tenendogli la testa sotto la sua mano. James corse alla finestra.
-Per Merlino...- sussurrò, scostando le tende.
-Cosa? James, cosa?- urlò Lily, con il cuore in gola.
-Tremiamo solo noi... Solo noi... Noi...- ammise infine, mormorando.
Lily sgranò gli occhi intuendo al volo.
-Sta arrivando.- La voce di James arrivò piano alle orecchie di Lily. D'istinto, abbracciò ancora più stretto Harry al petto, cercando di non spaventarlo. Ma Harry, dal battito agitato del cuore della madre, alzò gli occhi e versò qualche silenziosa lacrima.
-Lily...-.
James.
Ancora, la voce di James fu a malapena percepita, perché Lily era troppo occupata ad osservare quel visino piccolo e paffuto. Asciugò con un dito le lacrime di Harry e cercò di sorridere. -Lily, per l'amor del cielo, nasconditi. NASCONDITI!-urlò.
Risvegliandosi da quell'incubo, con ancora la casa che tremava sotto il magico tocco del diavolo che si avvicinava alla loro porta, Lily alzò gli occhi verso quelli di James, che stava cercando di spingerla oltre il soggiorno, lontano dalla porta.
-Non ci penso neanche. Tu non puoi combatterlo da solo!-.
-Sei impazzita? Scappa con Harry, mettetevi in salvo!-.
-Tu sei impazzito! Non ti lascio da solo, non adesso, non contro di lui. E' troppo forte, non puoi combatterlo senza di me!- urlò Lily. Le sue ultime parole furono sovrastate da un tuono che scosse la casa ancora una volta, facendo quasi perdere l'equilibrio a Lily. James riuscì a tenerla, approfittando di quel momento per fare una carezza ad Harry.
-Lily, stiamo camminando su una linea fragile. Devi capirlo...-. Le prese il viso tra le mani, asciugando con i polpastrelli le lacrime che stavano scendendo inesorabilmente sul viso di Lily. -Ti prego, ti sto supplicando in ginocchio, Evans. Porta al sicuro Harry.-
Lily avvertì una scossa che fece tremare la sua visuale. Ma stava tremando? Il suo intero corpo era scosso da leggeri brividi di paura che le impedivano di muoversi.
-Lily. Merlino, Lily, PROTEGGI HARRY!- urlò James, girandosi di scatto verso la porta che veniva sbattuta con prepotenza dalla forza distruttrice fuori dalla porta, ma ancora resisteva. Si rigirò verso di lei e cercò di sorridere.
-Lily ti amo- soffiò in un lampo -Ti amo. Ti amo. Non c'è altro sentimento che descrive quello che provo, e forse il ti amo è anche riduttivo, ma per ora è solo quello che riesco a dire. Ti amo.- Le sfiorò dolcemente le labbra e Lily, nel chiudere gli occhi per assaporare quel momento, forse l'ultimo, con il suo unico amore, assaporò avidamente le lacrime di James, che avevano bagnato le sue labbra. Assaporò le sue labbra, le sue lacrime, cercando di imprimersi nella mente ogni sapore, ogni movimento, ogni attimo che passava. Lui si allontanò, troppo presto, con troppa velocità e la spinse lontano. Lily, con Harry in braccio, si ritrovò a correre per la grande casa che avevano comprato qualche anno prima.
I ricordi, mano a mano che percorreva lo stretto corridoio, riaffiorarono alla mente. Il senso di felicità quando l'avevano finalmente comprata e le loro mani unite al momento di scegliere la camera di Harry; la gioia provata nel sapere di essere incinta e la meraviglia nel vedere la reazione di James. Tutto in quella casa, scossa dal male, le ricordava qualcosa che stava per perdere. Perché? Perché doveva perdere l'uomo della sua vita, colui che le aveva donato il regalo più prezioso che si potesse mai desiderare?
Quando arrivò al soggiorno, sentì la porta scoppiare. Con un urlo sovrumano, Lily ascoltò il grido di battaglia di James, che sentì lanciarsi contro l'assalitore. Con il cuore che batteva -percepirlo era quasi impossibile visto l'elevata velocità-, posò Harry nel lettino che avevano montato e gli stampò un bacio sulla tempia. Con la bacchetta, creò una barriera intorno al piccolo.
-Torno subito, amore...-sussurrò, cercando di convincere sé stessa che l'avrebbe ancora rivisto.
Ripercorse la distanza che la separava da James correndo, ignorando le scosse che muovevano la casa, invisibile al mondo esterno, ignorando i battiti del suo cuore, ignorando quel sentimento di ansia, preoccupazione, angoscia, paura che le cresceva dentro ad ogni passo. Ignorò anche la voce della ragione che le intimava di tornare dal suo Harry, indietro, smaterializzarsi e salvarlo. Seguì solo il suo cuore ed esso era indissolubilmente legato a James, per la vita.
Successe tutto in un attimo. Nel momento in cui si affacciò al corridoio centrale della casa, guardò James cadere al suolo, circondato da un alone verde.
Fu un secondo.
Fu un eternità.
James cadde a terra con la velocità di un fiocco di neve che cade dall'albero e con la stessa delicatezza. Il mondo intorno a lei si fece scuro, vuoto, cadde in un silenzio attonito. L'unica cosa che notava, da cui non riusciva a distogliere gli occhi, era James.
Dapprima era convinta che da lì a qualche momento si sarebbe rialzato, con la stessa velocità con la quale si rialzava nelle partite di Quidditch. Sapeva che si sarebbe rialzato perché lo conosceva. Il grande James Potter, mago eccellente, Malandrino con i fiocchi, padre e marito eccezionale, avrebbe avuto la forza ed il coraggio di rialzarsi in piedi, di fronteggiare il male. Ma quando gli attimi si trasformarono in secondi ed il mondo riprese a girare al suo solito ritmo, Lily rimase pietrificata.
James.
Il suo James.
L'unico che l'aveva fatta ridere, sorridere, divertire, giocare, che l'aveva amata per quello che era e l'aveva fatta innamorare. Il padre del suo bambino, il marito che l'aveva tenuta tra le braccia per anni. Riusciva ancora a percepirle attorno alla sua vita. Ne sentiva la consistenza morbida e la pelle liscia. Vedeva ancora il suo corpo unirsi al suo, baciarlo, assaporarlo, toccarlo. Lo sentiva ancora vicino a sé.
Non poteva essere così lontano. La morte non era vicino a lei, perché lui era ancora accanto a lei. Se fosse morto avrebbe sentito un vuoto enorme dentro di sé, una voragine che non mai avrebbe colmato. Ed invece, ne percepiva la presenza accanto a sé, con la forza di un pensiero e la delicatezza di un bacio a fior di labbra.
Non poteva credere di aver vissuto tanto a lungo da vederlo andare via.
La sua vita cominciò a muoversi a rallentatore, di nuovo. Si avvicinò a lui, s’ inginocchiò e lo scosse, con la stessa forza con la quale fuoriuscivano le lacrime. Scosse forte la sua spalla, fino allo sfinimento, fino al momento in cui si rese conto di che colore fossero diventati gli occhi di James.
Con un lamento funebre, che cominciò a penetrarle nel cuore come se un pugnale lo squarciasse più volte -percepiva quasi la lama sottile della morte e della tristezza pugnalarla e lo stridio della lama che usciva fuori dal petto, per rientrare subito dopo-, si alzò ed indietreggiò.
Avvertì appena la bacchetta sbalzare lontano dalla sua mano e a quel punto alzò lo sguardo davanti a sé. Il mago che brandiva la bacchetta come un arma invincibile sorrise a lei. I suoi denti, quasi perfetti, bianchi al punto di illuminare il suo volto tetro, i suoi lineamenti morbidi, che contrastavano la spigolosità della sua cattiveria.
Senza rendersene conto, cominciò a correre. Si girò, e cominciò a correre, disperata. Lo sentiva dietro di sé, non se ne sarebbe andato. La stava seguendo, ridendo, quasi sbellicandosi per il suo tentativo di scappare. Si ritrovò in soggiorno, stremata dal dolore e con solo il coraggio di prendere in braccio Harry e di riprendere a fuggire.

 
 

And I can’t trust anything now
And it’s coming over you like it’s all a big mistake

 
 

Il corpo di Lily si muoveva velocemente verso un rifugio sicuro, ma la sua mente era ancora accanto al corpo di James.
Non poteva crederci.
Non voleva crederci.
James, lui era tutto il suo mondo. Tutto il suo essere ruotava intorno al suo James. Era come se avesse perso la sua centralità, il polo magnetico verso il quale era attratta ogni momento della sua vita. Senza di esso, si sarebbe persa nel vuoto.
Si stava perdendo nel vuoto. In un vuoto che nascondeva, trasudava, era immerso nel male più totale e che per quanto lei cercasse di scappare questo l'avvolgeva sempre più con le sue lunghe e tetre braccia. Si avvicinava verso di lei, e Lily vi cadeva dentro.
Il tutto, ai suoi occhi, sembrava un enorme sbaglio, un gigantesco errore. Non poteva essere altrimenti...

 
 
 

Oh, holding my breath
Won’t lose you again
Something’s made your eyes go cold

 
 

Pregava, chissà quale Dio, affinché il suo James non fosse realmente steso per terra.
La sua mente aleggiava nei ricordi, mentre il suo corpo continuava a stringere automaticamente il frutto del loro amore tra le braccia.
Una volta, poco dopo la fine dei loro studi, avevano deciso di partire, viaggiare lontano da tutto e da tutti. Non perché non adorasse passare il sabato sera con i Malandrini e le sue amiche, ma odiava il fatto che lei e James non avessero mai un momento libero. Aveva predisposto tutto, aveva prenotato Passaporte, aveva preparato le loro valigie. Ma in quel momento, quando James entrò in camera sua e le confessò di non voler realmente partire con lei, il suo cuore andò in frantumi. Riusciva ancora a vederlo, la mano di James che penetrava nel petto di Lily e scagliava a terra il suo piccolo cuore, che s'infrangeva come se fosse fatto di un vetro delicatissimo. E forse era veramente fatto così. Forse avevano creato il suo cuore per essere frantumato più e più volte nel corso della vita. Prima Petunia, Severus, James... Nella sua vita era forse destinata a perdere più volte le persone che amava più di sé stessa?
Aveva preso la borsa e l'aveva scaraventata contro di lui, rompendogli il naso. Era corsa via, nella notte, sperando solo di trovare un posto in cui poter rannicchiarsi su se stessa e piangere. Inconsciamente, aveva detto cose che non pensava, ma che le erano uscite come pallottole, che avevano squarciato l'anima di James e, di riflesso, anche la sua.
L'aveva perso, e non era altro che colpa sua. Un litigio stupido, insensato, aveva compromesso anni di amore e convivenza. Aveva compromesso la loro vita insieme, e con lei la vita stessa di Lily.
In quella casa, che si distruggeva sotto il tocco del mago, Lily pensò che non era possibile perderlo di nuovo, che non era giusto. L'aveva perso già una volta, minando la sua vita. Non era possibile perderlo di nuovo, ingiustamente, con un figlio da crescere ed una vita da portare avanti, insieme.
Nella sua mente, rientrarono con prepotenza gli occhi di James. Quegli occhi che per anni si erano allacciati così perfettamente ai suoi. Quegli occhi che l'aveva fatta innamorare.
Ora erano grigi, quasi bianchi, spenti. Il colore nocciola che l'aveva fatta sciogliere era stato rubato, sottratto dalla bacchetta del male in persona.

 
 

 
Come on, come on
Don’t leave me like this
I thought I had you figured out
Something’s gone terribly wrong
You’re all I wanted

 
 

Arrivò in camera di Harry, al piano di sopra, e, dopo aver posato il bambino all'interno del box, barricò l'entrata con ogni mobile che aveva trovato al suo interno. Alzò la mano, convinta che la sua bacchetta fosse ancora tra le sue dita. Quando non la trovò, cadde al suolo, disperata.
Non aveva niente per difendersi, e sarebbe morta. Come James, come i suoi genitori, come tutti quelli che avevano provato a contrastare quell'uomo. Uomo, se si poteva definire così. Quel mostro. Il mostro a cui ora augurava tutto il male.
Era arrabbiata, furiosa, incredibilmente rancorosa, cosa che non era mai stata. Quello lì che beatamente camminava con lentezza nella sua casa, alla ricerca della donna, aveva ucciso il suo unico amore. E lo odiava per questo. Odiava essere indifesa davanti alla morte. Quante volte l'aveva fronteggiata, senza alcun terrore, senza riportare ferite, in luoghi ostili alla vita stessa, quasi come se fosse il regno della morte. In casa sua, invece, il regno della gioia familiare tra lei, James ed Harry, sarebbe rimasta vittima del mostro.
Ed era arrabbiata anche con James.
Voleva combattere al suo fianco, morire al suo fianco, guardarsi un’ ultima volta e pregare che il mondo che li aspettava fosse bello quasi quanto il loro amore. Era arrabbiata perché l'aveva lasciata sola, di nuovo, a combattere. Lui era morto, lei, anche se per poco, era viva e doveva fronteggiarsi con un nemico più potente e in gamba di lei. Quindi era furiosa. Con lui, con quel mostro, con se stessa... Sì, anche con se stessa. Non aveva protetto abbastanza bene James, non l'aveva aiutato di fronte ad una morte sicura.
Erano destinati a morire per mano dello stesso uomo in attimi diversi, prolungando solo il loro dolore.
Ma la sua rabbia, la sua ira, che sfociava in lacrime arrabbiate, si placò, nel momento in cui lo stesso sorriso che aveva osservato per l'ultima volta sul viso di James si illuminò nei suoi vividi ricordi. Come poteva essere arrabbiata con lui? La stava proteggendo, le stava assicurando una via di fuga, mentre lui, solo, moriva.
Lui era tutto ciò che aveva mai desiderato e sarebbe sempre stato così, in un mondo anche più lontano dalla Terra e felice quasi quanto lo era stato lì.

 
 

Come on, come on
Don’t leave me like this
I thought I had you figured out
Can’t breathe whenever you’re gone
Can’t turn back now

I’m haunted

 
 
Di nuovo, le mancò il respiro. Di nuovo, avvertì il suo cuore sprofondare nell'abisso più profondo, con solo dentro di se il coraggio di aggrapparsi ad una sporgenza e cercare di tirarsi su. Ma l'abisso sotto di lei era troppo grande, più grande di quello che si sarebbe mai aspettata, più profondo della sua stessa tristezza nel sapere di averlo perso per sempre. Quell'abisso era la sua tristezza, la sua stessa mente che, inerme di fronte alla morte, si immaginava già caduta, al suolo, sotto gli ordini di un assassino. Un assassino che avrebbe pagato per quello che aveva fatto, che alla fine dei suoi giorni sarebbe stato sconfitto dalla morte, dalla sua stessa ossessione per la vittoria. Lei era ossessionata da James quasi quanto il mostro sarebbe stato ossessionato dalla morte. Un'ossessione che l'avrebbe -e di questo Lily era certa!- portato a cadere nell'abisso che lui stesso aveva creato, e nel quale aveva fatto cadere Lily.
Lo avrebbe ucciso, in un modo o nell'altro. O almeno avrebbe trovato un modo per ucciderlo, per fargliela pagare. Soffrire quasi quanto stava soffrendo lei, con la mente vittima dei ricordi e della sofferenza.
Soffrire. Il suo destino era soffrire.
 
 

I know, I know
I just know
You’re not gone
You can't be gone
No

 
 

Quasi come se ormai si fosse abituata al suono distruttivo, che risuonava nelle sue orecchie, si mosse finalmente dal pavimento.
Per quanto i suoi pensieri fossero concentrati su James, aveva qualcos'altro a cui pensare, qualcosa d'importante allo stesso modo. Si girò verso il suo bambino e si avvicinò al box. Harry era seduto, con gli occhi rivolti verso di lei e le piccole manine che stringevano le sbarre di legno che lo dividevano da lei. Gli occhi verdi così simili ai suoi. Lo prese in braccio, sorridendo. Stringeva tra le mani quella creatura, quell'esserino che aveva a mala pena un anno di vita, eppure era in grado di dimostrare e infondere amore a chiunque lo stringesse anche solo un attimo.
-Harry- sussurrò la donna, con una lunga lacrima che solco le sue guance rosse. -Harry, sei tanto amato, mamma ti ama. Papà ti ama.-
Sapeva che ben presto, non avrebbero avuto più scampo, che sarebbero arrivati al capolinea, ma stringere forte a sé Harry le infondeva un coraggio che solo l'amore per un figlio poteva dare.
-Harry, devi essere forte, devi essere prudente. Devi crescere con sani principi e ideali, in modo che un giorno tu possa cambiare il mondo. E lo cambierai, Harry. Ne sarai in grado. Lo farai perché tu hai una cosa che molte persone non hanno, che molti ti invidieranno. Tu hai l'amore di due persone che ti hanno dato la vita e che sono sempre con te.- Gli toccò il petto, lievemente, sopra il piccolo cuoricino. -Sempre qui, con te.-
Lily chiuse un attimo gli occhi, e versò quelle lacrime che aveva tenuto dentro per molto tempo, che però avevano reso umidi i suoi occhi verdi. Quando avvertì una leggera stretta intorno alla sua mano, aprì gli occhi. Harry le aveva allacciato la mano, o meglio il dito, con la sua. L'aveva stretta forte, incrociando i suoi occhi. Guardandoli, il suo cuore si allargò, i suoi occhi continuarono a versare lacrime e la sua anima si ravvivò. Scosse il corpo della donna. Harry era riuscito, con un semplice ingenuo ed innocente gesto, a toccare l'anima di Lily, provocandole piccoli brividi di felicità e lacrime dolci. Solo l'amore che aveva provato per James l'aveva fatta sentire in quel modo, ma, in quel momento, poté dire che Harry era veramente figlio di James.
Le infuse una nuova forza, della quale la sua anima si beò. Inspirò a fondo quella nuova spinta che le aveva dato ed abbracciò Harry.
In quel preciso momento, avvertì lo schianto della porta, sbalzata in aria. Per istinto, strinse al suo petto il piccolo, che cominciò immediatamente a piangere. Il suo pianto, che sembrò quasi scartavetrare piano il cuore di Lily, la risvegliò dai suoi pensieri. Girò il volto, però continuando a dargli le spalle.
Tom Riddle, o come si faceva chiamare dai suoi seguaci Lord Voldemort, era in piedi sulla soglia della stanza e le sorrideva.
-Lily Evans, è un piacere rivederti.- Schioccò la lingua. -No, non voglio mentire. Mi disgusta rivedere una Mezzosangue come te.-
Voltò i suoi occhi completamente neri, come i suoi capelli, verso il bambino.
-NO!- urlò Lily, proteggendolo con il suo corpo.
-Lo sai perché sono qui!-.
-No, ti prego, Harry no, ti supplico!- urlò di nuovo la donna, poggiando il piccolo per terra, e girandosi solo un secondo. Con la stessa forza che Harry le aveva donato, lo guardò, con aria di sfida. -Prendi me al suo posto.-
-Non vali niente, lurida Mezzosangue-.
Lily non sentì l'urlo che seguì, l'incantesimo che lui lanciò. Guardò il suo bambino e per un attimo il tempo si fermò, e fu tutto come prima.
James, Harry, lei, una famiglia unita, felice. Forte come poche, sapeva tirare avanti in ogni momento. Rivide se stessa nei suoi ricordi, il giorno del parto, il giorno del matrimonio, quando comprarono la casa per andare a vivere insieme, il diploma, mano nella mano con James, gli ultimi anni, la prima volta con lui, il loro primo bacio, la loro prima uscita, la prima emozione, il loro primo battibecco.
L'ultimo ricordo che le riaffiorò alla mente fu il primo incontro con James, sul treno di Hogwarts, al primo anno. Era certa, in quel momento, che non avrebbe mai avuto un ragazzo che assomigliasse in aspetto, carattere o atteggiamento, a James Potter.
Chi l'avrebbe mai detto che alla fine sarebbe diventato proprio James Potter l'amore della sua vita?
Un lampo verde inondò la casa. Il corpo di Lily cadde sonoramente a terra, cullato, quasi, dal pianto innaturale del bambino, seguito dall'urlo di dolore dell'assassino.
Harry James Potter pianse, osservando il corpo steso a terra della madre.
Donna che gli aveva salvato la vita, che avrebbe continuato a salvargli la vita, era stesa a terra, con il cuore fermo e l'anima in viaggio per un mondo nel quale sarebbe sempre stata accanto al suo bambino.
Di una cosa, Lily sarebbe stata sempre certa.
Harry non sarebbe mai stato solo.














*******

Spazio autrice:
Ciao a tutti!

Si, come potete ben vedere, non sono morta. Si, lo so, che a molti non interessa ma per quei pochi ciccini che leggono i miei capitolo (BELLI LORO! *-*) voglio semplicemente dire: CI SONO ANCORA!
Non riesco ad andare avanti con le altre storie, o meglio vado avanti ma a volte i capitoli non mi convincono e quindi cancello. Riscrivo e cancello, è un continuo leggere, cancellare, scrivere, leggere. Oddio! Diventerò pazza. Cercherò, giuro!, di pubbicare il più possibile ma per ora bisognerà che accontentarsi :'(

Allora.
Veniamo alla storia.
Triste, malinconica, romantica. E' tutto. Ci ho messo tutta me stessa in questa one-shot, perché racconto come secondo me si sono svolti gli ultimi momenti di Lily e James.
Ho cercato, più che altro, di mettermi nei panni di Lily, di descrivere tutte le emozioni che può aver provato negli attimi prima di morire, o nel momento in cui ha visto suo marito, l'amore della sua vita, cadere per mano di un nemico. Ho nominato solo una volta il nome di Voldemort per un motivo preciso: per me, quell'uomo, per quanto sia la ragione di ogni avventura fantastica di Harry, è pur sempre un assassino. Da brava fan di HP, anche io lo chiamo Zio Voldy, ma rimarrà pur sempre un assassino, un mostro, un essere immondo che ha privato della vita molte persone ed ha distrutto la vita di altre. Per cui, non meriterebbe neanche di essere nominato.
*piccolo sfogo stupido*

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, avrei voluto pubblicarlo prima, ma non sono riuscita a finirlo presto. Ed inoltre, la mia beta (quanto mi piace dire che ho una beta!!!!)
kiavez, mi ha suggerito di andare avanti con la storia. Ed io giro la domanda a voi: potrei cominciare a scrivere, dopo comunque "Delirium", "Secrets" e "Mi scaglio contro il cielo" una fanfiction sulla vecchia generazione?
Fatemi sapere perché qualche idea ce l'ho. :)

Ringrazio chiunque leggerà la storia.
Chiunque magari per amor della povera scrittrice dietro il computer lascerà una piccola recensione.
Chiunque pianga con me, come ho fatto mentre scrivevo la morte dei personaggi.
Chiunque, come me, si è emozionato con Harry.

Un bacione enorme.
C.






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