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Autore: goldsil93    29/11/2012    1 recensioni
Un lontano 1978, una Lily Evans preoccupata per il futuro, gli anni 90 e la stessa Lily Evans nella stessa situazione. Cos'è cambiato? Nel passato avrebbe potuto fare una differenza, e per Lily Evans, questo cambia tutto.
Genere: Drammatico, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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 CON IL SOLE ALL'ORIZZONTE



  Il profeta parlava chiaro, nonostante i tentativi di nascondere la verità e renderla meno dolorosa agli occhi del mondo magico: un altro attacco inutile a una famiglia di nati babbani nei dintorni di Londra. La questione cominciava a farsi seria. Quando finirà? Mi chiesi alzandomi e indossando il mantello per uscire nella fredda aria mattutina e fare una passeggiata, rinfrescarmi la mente e liberarla dai continui pensieri negativi che la offuscavano. Diedi un’occhiata in giro per la Sala Comune, ancora deserta se non per un paio di ragazze che stavano, probabilmente, ripassando; o forse, ancora più probabilmente, dato che era sabato e non sembravano avere libri in vista, aspettavano uno degli occupanti della camera tonda in fondo al dormitorio dei ragazzi. Non avevo nemmeno la forza di riprenderle per essere fuori dal proprio dormitorio quando ancora vigeva il coprifuoco; stare con James mi ha davvero rammollita, pensai sorridendo all’immagine del ghigno del mio ragazzo se mi avesse vista lasciare impunita una violazione delle regole della scuola. Varcai il ritratto, da cui la Signora Grassa mi sorrideva e mi dava il buongiorno, ricambiai il saluto e mi diressi verso il giardino.

 

     La neve per terra era fresca, ma a est potevo scorgere il disco arancione del sole, che finalmente rischiariva una giornata dopo tanti giorni di nuvole bianche e soffocanti. Non che non mi piacesse la neve, ma mi mancava quella sensazione di calore sulle guance, avevo bisogno di dover schermare la luce con la mano, volevo poter uscire senza ombrelli o ingombranti vari. Camminai un paio di minuti, trovai il mio muretto preferito, con un lieve tocco di bacchetta lo pulii e lo asciugai, poi mi sedetti prendendo le gambe tra le braccia e appoggiando il mento sulle ginocchia.

 

     Avrei compiuto diciotto anni in poche settimane, ero al mio settimo anno di scuola, avevo i M.A.G.O. a cui pensare, eppure ciò che più mi preoccupava era il futuro oltre gli esami, oltre la scuola, il futuro che mi si sarebbe aperto davanti non appena si fossero chiuse una volta per tutte le porte di Hogwarts. Rabbrividii, lasciando la mente libera di vagare. Mi vidi con un camice bianco e un premio in mano, prima pozionista ad aver efficacemente sviluppato una pozione in grado di attenuare, se non eliminare, gli effetti della luna piena sui lupi mannari; mi vidi indossare un cappello a punta e un paio di occhiali sulla punta del naso, insegnare a tanti marmocchi tra le mura del primo luogo in cui fui introdotta agli incantesimi e i modi per controllare la magia; mi vidi indossare una tunica lunga a fianco del professor Silente, parte dell’Alta Corte del Wizengamot; mi vidi cullare un fagotto bianco, una bimba con gli occhi color nocciola e degli arruffati ciuffi ramati, che mi guardava e giocava con i miei capelli. Mi vidi persino schiena contro schiena con James, bacchette sfoderate, a combattere nemici di cui non conoscevo né il volto né il potere. Scacciai l’ultima immagine, cercando di convincere me stessa che non avremmo mai dovuto arrivare a tanto. Lasciare che giovani studenti non addestrati al duello, se non nelle basi scolastiche, rischino la propria vita, sarebbe superare il limite.

 

     Che poi, mi chiesi guardando un po’ di neve cadere dall’albero, quale sarebbe questo limite? Esiste davvero? Tutti questi uomini, queste donne, questi bambini che vengono uccisi giornalmente, da una minaccia di cui si sa poco o nulla, se non che vuole riportare “ordine” nel mondo magico, distruggendo ogni traccia di magia non proveniente da maghi Purosangue. Perché succedeva tutto ciò che succedeva? Ero giovane, ero una sognatrice che voleva vedere realizzata la propria utopia di tolleranza. Ma fu lì che decisi che sarei diventata un Auror. Avevo ottenuto tutti i G.U.F.O. che mi servivano per farlo, ed ero comunque iscritta a ogni corso che avrei dovuto frequentare per avere un’adeguata preparazione. Non avrei lasciato persone incapaci di difendersi ombattere alla cieca, avrei imparato a conoscere il mio nemico, per poi combatterlo e proteggere i più deboli; non avrei lasciato che ragazzi e ragazze anche più piccoli di me fossero costretti a crescere troppo in fretta. James già stava studiando, se così si poteva dire, per diventare Auror, avremmo fatto carriera assieme, avremmo combattuto fianco a fianco, schiena contro schiena.

 

     “Non dovresti essere fuori prima della fine del coprifuoco, Caposcuola Evans…” una mano si appoggiò alla mia spalla, mentre l’altra mi alzava il mento e un paio di labbra appena screpolate dal freddo si posavano sulle mie. Sorrisi, sciogliendomi dalla mia posizione a palla, e James si sedette a fianco a me, le sue gambe sopra le mie per tenermi al caldo. Mi tese il mio cappellino, poi arrotolò la sua sciarpa attorno a entrambi, costringendomi ad avvicinarmi e scoccandomi un bacio a tradimento sulla guancia rossa e congelata. Gli tirai un pugno scherzoso in risposta e lui si finse offeso. Ma sapeva fin troppo bene che adoravo quei suoi improvvisi slanci d’affetto, quando riuscivamo a stare soli e senza sguardi indiscreti.

 

     “Su quale fondamentale verità riflettevi, mia dolce pensatrice?” mi chiese appoggiando la sua testa sulla mia spalla e soffiando un ciuffo ribelle che era scappato dalla mia treccia per appoggiarsi sulla sua faccia. Sospirai, spostando quello stesso ciuffo dietro all’orecchio, poi lo fissai anche io. “Voglio diventare Auror” dissi d’improvviso. I suoi occhi furono attraversati da un qualcosa, che inizialmente mi apparve semplice emozione, poi capii fosse semplicemente ansia, paura. Non mi disse niente, non mi avrebbe mai contestato una mia decisione, sapeva sarebbe stato inutile. Mi guardò fisso per qualche secondo, poi spostò lo sguardo lontano, su quel sole che ormai cominciava ad alzarsi davvero. Infine, mi abbracciò ancora, sussurrandomi nell’orecchio che sarei stata un’Auror dannatamente affascinante.

 

     Fu il giorno in cui decisi cosa fare della mia vita. Ed ora sono qui, costretta a guardare dall’alto, incapace fare qualsiasi cosa, costretta a vedere il mio bambino combattere contro qualcuno con molta più esperienza di lui, maghi oscuri, mostri, Dissennatori, qualsiasi forma di pregiudizio contro di lui, incapace di abbracciarlo. Senza la sua mamma e il suo papà. Costretto a sopportare ciò che nessun bambino dovrebbe…

 

                                                     “Harry mamma ti ama, papà ti ama.

                                                       Harry sii prudente, sii forte.”

  
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