Crossover
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Autore: Euphemia    30/11/2012    3 recensioni
Una classe, un viaggio, un’isola, il nulla.
Il Preside di una rinomata scuola organizza un viaggio per la 1-C; un’escursione di una settimana su un’isola paradisiaca. Gli studenti sono entusiasti e, insieme a quattro docenti, cominciano il loro viaggio. Appena arrivati, gli abitanti dell’isola, chiamata Shirobara, li accolgono calorosamente, con cibo e fiori. Insomma, una tranquilla e rilassante vacanza.
Ma a Kouichi Sakakibara, uno degli studenti, non tutto sembra quadrare chiaro:
Perché il Preside ha organizzato questo viaggio, senza alcun valido scopo?
Di certo, i poveri studenti, felici e allegri per questo fantastico viaggio, non sanno cosa gli attende.
La 1-C è in un grave pericolo...
Crossover tra:
-Another
-Mirai Nikki
-Durarara!!
-Blue Exorcist
-Magi The Labyrinth of Magic
-Pandora Hearts
-Death Note
-Puella Magi Madoka Magica
-Toradora!
Genere: Angst, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prologo


Questa è la storia di due gemelle,
una era bianca e candida, come la neve,
l’altra era rossa, come il sangue.
Le due gemelle avevano una sorella maggiore,
una ragazza, azzurra come il fondo del mare,
ed era gentile, dall’animo puro.
La fanciulla voleva bene alle gemelle,
era un bene che superava la luna e le stelle.
Ma col tempo, quest’affetto aumentò,
e la ragazza divenne sempre più gelosa delle due bambine.
Un giorno la fanciulla prese la sua decisione:
si tagliò una vena,
versò il suo sangue blu come l’oceano su un altare dorato,
e giurò che avrebbe per sempre protetto le sue sorelline.
Le gemelle compirono sette anni,
ma all’improvviso la ragazza azzurra come il fondo del mare
MORÍ.
L’anima pura volò via, nel Cielo,
ma le porte del Paradiso non si aprirono.
La ragazza dal cuore geloso tornò sulla terra,
dove fu costretta a vagare per l’eternità.
Passarono gli anni,
le gemelle si amavano, e si amavano,
sempre di più,
ma improvvisamente
la ragazza candida come la neve si ammalò,
e dopo la lunga agonia salì tra le Nuvole, nel Cielo,
e diventò un bellissimo Angelo.
La ragazza rossa come il sangue era rimasta sola,
e viveva sulla terra infelice.
La ragazza azzurra come il fondo del mare
non era riuscita nella sua promessa:
PROTEGGERLE.
L’anima adirata scatenò la sua ira,
la Morte si era presa la sua piccolina,
e iniziò un gioco con essa,
creando la sua Maledizione...
 

Capitolo 1

 
5 aprile, 2003
 
Era mattina; il cielo era nuvoloso, ma si stava bene. C’era un po’ di vento, e le chiome degli alberi si muovevano a ritmo leggero. Dalla finestra si poteva vedere il cortile della scuola: un po’ di prato verde, e un piazzale enorme, dove ci si poteva intrattenere a parlare dopo le lezioni.
La professoressa spiegava le equazioni e i sistemi.
Una giornata come tante, insomma.
Kouichi guardava il cielo perso nei suoi pensieri. Poi girò lo sguardo, voltandosi verso i suoi compagni di classe; ad un banco in fondo c’era la sua amica Misaki Mei. Portava una benda bianca da ospedale sull’occhio sinistro, e come al solito disegnava.
Il ragazzo andò con lo sguardo qualche banco più avanti: lì sedeva Yuuya Mochizuki, uno dei suoi due migliori amici. Seguiva attentamente la lezione fissando con occhi attenti la lavagna e sottolineando sul libro di testo le cose più importanti.
Infine ritornò con lo sguardo dietro. Si girò: dietro il suo banco era seduto Naoya Teshigawara, che giocherellava con una matita annoiato.
Naoya era l’altro dei suoi due migliori amici; era sempre molto distratto, ma riusciva a cavarsela sempre senza problemi.
Il ragazzo dai capelli biondo-castani si accorse che Kouichi lo stava osservando, e alzò la testa dal banco.
“Che c’è?”
Kouichi si risvegliò dai suoi pensieri.
“Eh? Niente, scusa.” Sussurrò.
“Questa lezione è davvero una noia...” gli rispose Teshigawara, ma poi gli si illuminarono gli occhi. “Giochiamo a tris??”
“Sakakibara! Teshigawara!”
Kouichi si girò immediatamente. La professoressa aveva un’espressione spaventosa: gli angoli della bocca erano rivolti verso il basso, la fronte era corrugata, gli occhi chiari trasparivano uno sguardo di disapprovazione. Tutti i suoi compagni li fissavano, compresi Misaki e Yuuya. Kouichi sentì una goccia di sudore scendere dalla fronte.
“M-mi scusi sign...”
“Ah-ah! Adesso parlo io!” lo interruppe la donna “A quanto vedo non siete molto interessati alla lezione.”
“No, non è come sembra signora Kobayashi...” disse Naoya cercando una scusa.
“Teshigawara! Stai zitto!” sbraitò la professoressa irata “Se la lezione non vi interessa, potete anche andare fuori senza disturbare i vostri compagni!”
Il volto della donna era diventato rosso, mentre quello di Kouichi, al contrario, impallidiva a vista d’occhio.
Con un gesto fulmineo, la donna indicò la porta. Era quello che temeva: li stava cacciando fuori.
Teshigawara si alzò rassegnato sospirando, mentre alcuni lo guardavano neutrali, altri con sguardo di disapprovazione. Kouichi rimase ancora alcuni secondi seduto, con lo sguardo perso nel vuoto, poi Naoya gli mise una mano sulla spalla.
“Su, andiamo.” Sussurrò.
Il castano si alzò lentamente, in silenzio, sotto lo sguardo di tutti, giudici impassibili della sua condotta. Chissà cosa avrebbero detto di lui durante l’intervallo. Chissà come se la sarebbe cavata con suo padre.
I due ragazzi si avviarono verso la porta, e uscirono in silenzio dall’aula.

 
Vedo Kouichi e Teshigawara avviarsi silenziosamente verso la porta della classe; Teshigawara-kun cammina a testa alta, ma sembra comunque rassegnato, mentre Sakakibara mantiene lo sguardo basso, desolato e mortificato. Chiudono la porta dietro di loro, e sento i passi allontanarsi dal corridoio.
Aahh, Teshigawara-kun, cambierai mai?
Distolgo lo sguardo dalla porta, rivolgendolo verso il mio quaderno. Lo apro, prendo la matita, alzo la testa e guardo la lavagna: è piena di appunti e di formule matematiche. Le ricopio con cura sul foglio bianco, facendo attenzione a non sbagliare, e scrivo accanto la spiegazione appena detta dalla professoressa. Mentre trascrivo con cura le formule, la signora Kobayashi sbuffa.
“Bene, dopo questo, interroghiamo. Yuuya Mochizuki, alla lavagna.”
Sussulto. Il mio battito cardiaco aumenta alla velocità della luce. Mi alzo e, con il cuore in gola, mi avvio verso la cattedra.
 

Kouichi e Naoya erano seduti per terra, in un corridoio lontano dalla loro classe.
Kouichi non faceva altro che sospirare, girandosi i pollici; Naoya, al contrario, aveva tirato fuori dalla tasca la sua console portatile color blu metallizzato e si era messo a giocare. I rumori elettronici e piacevoli perTeshigawara rimbombavano nel corridoio vuoto e silenzioso.
All’ennesimo sospiro di Kouichi, Naoya sbuffò.
“Uffa Sakaki, rilassati. Quella è matta, lo sai, tu non hai fatto proprio nulla! Tutti capiranno...”
“Teshigawara, tu la fai troppo facile... Sei abituato a questo genere di cose, tanto che ora ti porti anche il DS appresso...”
“Ehi! Io sono solo... un po’ vivace, tutto qui!” rispose Naoya con un broncio, fingendosi offeso. Poi fece un grande sorriso. “Guarda il lato positivo: almeno non saremo interrogati!” disse soddisfatto. “Chissà chi è lo sfigato...” sussurrò poi.
Improvvisamente nel corridoio si udirono dei passi; Teshigawara sussultò, e nascose la console nella tasca, mentre Kouichi girò la testa a sinistra.
“Chi è?” sussurrò Naoya, voltandosi anche lui a sinistra “Non sarà mica il Preside...?!”
Kouichi non rispose, ma, mentre i passi si avvicinavano sempre più, una voce rimbombò nel corridoio.
“Ehi, ragazzi!”
I due tirarono un sospiro di sollievo. Un uomo dai capelli blu un po’ spettinati e dagli occhi color nocciola si avvicinò a loro: era alto, muscoloso, e anche molto bello, e indossava una felpa sportiva e dei jeans.
“Professor Sindbad!” esclamò sospirando Naoya, felice di sapere che i passi appartenessero lui e non al Preside.
“Sakakibara! Teshigawara! Che ci fate voi qui?” fece allegro il professore.
“La signora Kobayashi ci ha cacciati fuori...” rispose Kouichi.
Sindbad sospirò.
“Ahh, quella donna. Ogni giorno caccia fuori qualcuno... e credo proprio che tu sia la sua vittima preferita, Teshigawara-kun!” fece l’uomo alzando gli occhi al cielo.
“Eh già, lo penso anch’io!” rise imbarazzato il fissato di videogames.
Il professore voltò lo sguardo verso Kouichi, e sussultò sorpreso.
“Ah, Sakakibara-kun! Tu che sei così tranquillo! Che è successo?”
“Oh, beh...” balbettò Kouichi “Mi sono girato verso Teshigawara-kun e...”
“Capisco.” Lo interruppe Sindbad incrociando le braccia. “Non prendetevela, ragazzi. Alla prossima ora ci sarò io, e vi farò entrare, quindi seguitemi!”
Sorrise. Era un sorriso sicuro, allegro, di una persona che è contenta del suo lavoro e della vita che fa. Sakakibara sorrise a sua volta e si alzò, seguito da Naoya, che si stiracchiò sbadigliando.
I tre camminarono per i corridoi della scuola, fino ad arrivare di fronte alla loro classe.
“Eccoci qui.” Sospirò Sindbad chiudendo gli occhi. “E ora, aspettiamo.”
Teshigawara si appoggiò alla parete, invece Kouichi si affacciò alla finestra del corridoio, osservando il cielo nuvoloso.

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Angolo autrice~
 
Salve gente!
Mi presento, sono Euphemia ^w^ *fa ciao ciao con la mano*
Questa è la mia prima fanfic Crossover ^^ E’ ispirata a “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, ma la storia sarà comunque molto diversa dal libro citato prima.
Come ho scritto nella trama, i personaggi che userò (e ho usato in questo primo capitolo) sono delle seguenti opere:
-Another
-Mirai Nikki
-Durarara!!
-Blue Exorcist
-Magi the Labyrinth of Magic
-Pandora Hearts
-Death Note
-Puella Magi Madoka Magica
-Toradora!
In effetti sono Crossover un po’ bizzarri ^^”
Comunque, spero di non deludervi, e se avete delle domande, o dei consigli da darmi, sarò più che felice di ascoltarvi. :)
Ah, dimenticavo, grazie per aver letto fino a qui! ^w^
Alla prossima,
Euphy
 
  
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