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Autore: BeFree    30/11/2012    2 recensioni
Lo vedevo e la prima cosa che facevo era sorridere.
La seconda era baciarlo.
La terza ridere e scherzare con lui.
La quarta era sentirmi bene,come non mi sentivo con nessun altro.
Per questo volevo dirgli:resta,resta,resta.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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STAY STAY STAY

 

 

 

For Taylor Swift

 

that made ​​me realize that true love will come
you just have to wait.


Camminavo avanti e indietro per il corridoio della mia casa a Londra.

Ero terribilmente nervosa.Beh questo è normale,sono sempre nervosa.

I jeans mi fasciavano le gambe magre e i capelli lisci e biondi erano legati in una frettolosa coda alta.Niente trucco,quella mattina non avevo avuto tempo,mi ero svegliata tardi e lui stava per arrivare.

La casa era decisamente silenziosa,neanche la mia migliore amica,la musica,girava in quelle quattro pareti.

Continuavo a camminare con le unghie della mano destra in bocca,mentre la sinistra era allacciata sotto il seno e teneva stretto il cellulare.

Controllai lo schermo per l’ennesima volta.

10.50.Dieci minuti e sarebbe arrivato,lui era sempre puntuale.

Solo quando c’era stata quella grossa nevicata l’altro mese era arrivato in ritardo.In verità,era rimasto bloccato per le strade di Londra per quasi 2 ore,poi alla fine,mi aveva chiamato dicendomi di andarlo a prendere.Un sorriso solcò le mie labbra fini quando pensai a quella giornata:ero uscita e mi ero incamminata verso Charlotte Street,quasi dall’altra parte della città,per andare a liberarlo dall’ingorgo.
Eravamo tornati a casa tutti bagnati,dopo aver camminato per quasi 2 ore,e dopo esserci lanciati palle di neve per tutto il tragitto.Sembravamo gli unici entusiasti della neve che cadeva.Ma eravamo sempre entusiasti quando eravamo insieme.

Osservai ancora lo schermo del cellulare,e il mio sorriso si allargò ancora di più ma facendomi contemporaneamente nascere una tristezza immensa,ricordandomi la sera prima,quando il telefono si era andato a schiantare sulla parete che in quel momento era di fronte a me,sopravvivendo quasi per miracolo:ne avrei dovuto comprare un altro al più presto visto che questo aveva perso un tasto e lo schermo aveva un crepa che lo attraversava da un angolo all’altro.

Mancavano 5 minuti.

Cominciarono a farmi male le gambe,visto che facevo avanti e indietro per quel corridoio da quasi mezzora.

 



“Dobbiamo parlare”

“Quando?”

“Tra mezzora a casa mia?”

“Ci vediamo li.”

 



La conversazione più breve che io avessi mai fatto.Con lui.

Eravamo entrambi stati freddi e rigidi,senza sbilanciarsi.

Beh a buona ragione dopo quello che avevamo combinato ieri.

Sospirai ancora.Che poi avevamo litigato per un motivo così stupido e banale che quasi neanche mi ricordavo.Ero nervosa,come sempre,e per una volta lo era anche lui.

E BOM.

Era scoppiata dal nulla.

Che cosa stupida.

Immatura.

Quella notte avevo pensato.

Si io ho la capacità di pensare.Strano eh?!

Tutta la notte.

Si,era stata un notte lunga.

E si,in quel momento probabilmente avevo due occhiaie che mi circondavano gli occhi azzurri,se te lo stai chiedendo.

Ma alla fine sono fiera di dirti che ero giunta a una conclusione,che si era sintetizzata in due paroline che tu sicuramente hai già in mente.

Quando ci sono arrivata,ho guardato la sveglia:erano le 4 del mattino.

E ho pensato: ‘wow,Sam,ce ne hai messo di tempo per capirlo,eh?’

Poi non ricordo più nulla.Devo essermi addormentata sul colpo.

La mattina mi sono svegliata e la prima cosa che ho fatto è stato chiamarlo.

E adesso stavo aspettando.

Quella notte avevo ripensato a tutti i momenti,gli istanti,i gesti,le azioni,gli sguardi che avevamo condiviso in quasi 2 mesi che stavamo insieme.

Il sapore delle sue labbra,i suoi capelli sulle mie guance,le sue mani che mi cingevano i fianchi e che mi preparavano la colazione la domenica mattina.

E tutte quelle santissime volte che mi faceva ridere.Perchè lui così mi aveva conquistato.

Facendomi ridere.

Mi ricordo che la prima volta che pensai a quando fosse fantastico,4 mesi fa,era dopo che mi aveva fatto ridere quasi fino alle lacrime,tanto che mi ero dovuta rifugiare in bagno per cercare di calmarmi,sotto lo sguardo scandalizzato di tutti.

Io non ero una che rideva particolarmente.Non fino alle lacrime di sicuro.

Io ero quella che programmava,organizzava,si adoperava affinchè le cose andassero come dovessero andare.

Quella seria,che probabilmente si sarebbe trovata a proprio agio in un ufficio di avvocati.

Insomma,hai capito,su,quel tipo di persona che quando vedi il primo pensiero che ti viene in mente è che abbia un palo infilato su per il...ok tralasciamo queste volgarità che non mi appartengono.

Ma con lui,con lui...non so spiegarti,è diverso.

Mi aveva trasformato completamente,mi aveva presa,studiata,fatta sua e alla fine cambiata in una persona completamente diversa,aveva tirato fuori un lato di me che non sapevo neanche mi appartenesse.

Lo vedevo e la prima cosa che facevo era sorridere.

La seconda era baciarlo.

La terza ridere e scherzare con lui.

La quarta era sentirmi bene,come non mi sentivo con nessun altro.

Per questo volevo dirgli:resta,resta,resta.

Mi ricordo ancora quando eravamo usciti con la pioggia e il temporale più forte che ci fosse mai stato.

Stavamo a casa,e lui era palesemente annoiato,fino a quando il suo sguardo non si era posato fuori dalla finestra e si era fermato ad osservare la pioggia scrosciante che cadeva.

Aveva sorriso,uno di quei sorrisi da bambino a cui è venuta in mente una cosa divertente da fare.Quel sorriso equivaleva,per me,a cose pericolose e pazze.

Ma anche a grande divertimento.

“Ti va di fare una pazzia?” mi aveva chiesto,fissandomi negli occhi.

Quando diceva così mi rendeva nervosa,mi spaventava.

“Andiamo,sarà divertente.”mi aveva rassicurato,vedendo il mio sguardo farsi preoccupato,dandomi un bacio a fior di labbra.

Io avevo sorriso e mi ero lasciata andare,buttandomi sotto la pioggia e rincorrendolo per tutta la via.Il giorno dopo avevo la febbre a 40 ma non mi era importato.

Era questo,quello che mi faceva.Rilasciavo tutti i miei freni inebitori,perennemente ipertesi.E mi piaceva da matti.

Non eravamo la classica coppietta romantica tutta baci e abbracci come nelle fiction o nella tv.I baci c’erano,questo è ovvio,ma avevamo una di quelle relazioni basate sugli scherzi e sulle prese in giro.Io lo prendevo in giro,lui metteva il broncio,io lo abbracciavo e lui mi perdonava per poi magari dirmi prendermi in giro dopo due secondi.Eravamo così e ci piaceva.Avevamo avuto i nostri momenti romantici,ovvio,ma non erano la nostra routine,ecco.

Con lui facevo cose che mai avrei pensato di fare,ridevo come non avrei potuto fare con nessun altro.Lui mi cambiava,capisci?Si spero che tu abbia capito.E che io mi sia espressa bene.

Perchè tra poco avrei dovuto dirlo a lui.

La sera prima l’avevo dovuto cacciare.Si,perchè anche dopo che io gli avevo lanciato il cellulare contro,aspettandomi un uscita di scena di quelle drammatiche,come si vedono nei film americani,con tanto di porta sbattuta talmente forte che avrebbe potuto far crollare la casa,lui era...rimasto.

Si era rimasto,con lo sguardo un po sconvolto,che fissava il cellulare che aveva prontamente schivato,ma era rimasto.

Fino a quando io non gli avevo urlato di andarsene subito.Urlandogli forte.Molto forte.

Forse mi avevano sentito fino a Charlotte Street.

Lui mi aveva sentito di sicuro,perchè con lo sguardo da cane bastonato se ne era andato.

Non dimenticherò mai quegli occhi azzurro-grigi pieni di tristezza e dispiacere,che mi avevano perseguitato per tutta la notte,accompagnandomi nelle mie riflessioni.

Mi accasciai sul divano,per far riposare le mie gambe che lavoravano ininterrottamente da mezzora,ma nel momento in cui il mio sedere toccò la superficie morbida,il campanello suonò.

Guardai lo schermo:11.00

Puntuale come sempre.

Corsi ad aprire la porta e prima di girare la serratura e abbassare la maniglie presi un bel respiro per rilassarmi.

Ok Sam,vai.

Spalancai la porta e mi ritrovai davanti Louis.

O almeno,credo fosse Louis.

La sua testa era coperta da un casco da football.

Un casco da football.

Perchè diamine era venuto con un casco da football?!

“Ok parliamo.”mi disse,con tono serio.

Ma come potevo essere seria se ero con lui?!
Scoppiai a ridere.Scoppiai a ridere come non facevo da tanto tempo,da 4 mesi,quando avevo pensato che lui era fantastico per la prima volta.

Mi piegai in due,la mano ancora sulla maniglia della porta,e l’altra sulla pancia che sentiva gli addominali contratti.

Quel ragazzo era speciale.Nessuno era mai riuscito a farmi ridere come faceva lui.La sua spontaneità,la sua simpatia,la sua sincerità,la sua schiettezza,il suo naturale sarcasmo,il suo atteggiamento,tutto di lui mi provocava la risata o la felicità.Non potevo lasciarmelo sfuggire.

Durante il mio attacco di riso lui era rimasto fermo,impalato davanti a me,senza muovere un muscolo.

Mi ricomposi,con un sorriso che mi andava da un angolo all’altro della bocca e gli occhi leggermente umidi e lo osservai.Il mio sorriso si allargò ancora di più,se possibile,quando vidi che anche lui sorrideva,forse un po imbarazzato.

“Hai finito?” chiese alzando il sopracciglio,facendo finta di essere scocciato,quando non lo era.Sapevo che si era presentato in quelle condizioni per ammorbidire l’atmosfera e ci era riuscito benissimo.

“No.”E rincominciai a ridere.Ma questa volta durò un po meno,perchè il pensiero di quello che stavo per dire e che dovevo fare mi avvolse.

Lo feci entrare e lui si accomodò sul divano,tenendo sempre il casco da football in testa.

“Hai intenzione di togliertelo o no Tomlinson?!”Dissi incrociando le braccia e fissandolo,fingendo che mi desse fastidio che tenesse un elmetto sportivo in casa mia.

“No.E se decidi di lanciarmi qualcos’altro?!Potrei non essere così reattivo stavolta,e sarei costretto a presentarmi all’ospedale con un trauma cranico dicendo: ‘no,non sono stato picchiato da una banda di bulli.Si,è stata la mia ragazza che mi ha tirato dietro il cellulare’ sarebbe imbarazzante e vorrei risparmiarmelo,grazie.”

Scoppiai a ridere di nuovo e stavolta un sorriso sincero e dolce apparì sul suo viso.

Mi misi due mani sulla bocca cercando di fermarmi.

Quando mi calmai per l’ennesima volta,lui cominciò a parlare.

“Sam,ascolta...”

“No lascia parlare me,ti prego”lo bloccai subito.Se voleva lasciarmi volevo che prima sapesse tutto.

Mi inginocchiai di fronte a lui e presi un respiro profondo chiudendo gli occhi.

“Sono abbastanza sicura che stavamo per rompere la scorsa notte.Sai,ti ho lanciato addosso il telefono...mi aspettavo un’uscita di scena drammatica,molto stile film americano,ma tu...tu sei rimasto.”

Aprì gli occhi e lo fissai,e appoggiando le mani sulle sue ginocchia continuai.

“Stamattina ho detto che avremmo dovuto parlarne,perchè so che tu non vuoi lasciare mai niente di irrisolto.Poi ti sei presentato con un casco da football in testa e mi hai detto,come se niente fosse ‘ok,parliamo’.Quindi ora io ti dico:rimani,rimani,rimani.”

Ecco stavo per dirlo.Presi un respiro profondo e le parole continuarono ad uscirmi dalla bocca da sole,guidate dal cuore.

“ti amo da un bel po di tempo,pensi che io si divertente quando impazzisco,quindi penso sia meglio se entrambi restiamo.”

Alzai gli occhi e li puntai diritto nei suoi.La sua espressione era buffa,adorabile.Gli occhi sgranati,la bocca semi aperta e l’incredulità dipinta sul suo volto.

Continuai.

“Prima di stare con te sono stata con persone menefreghiste e che scaricavano i loro problemi su di me.Invece tu mi aiuti a portare la spesa,mi fai sempre ridere,e con questo tuo atteggiamento..non mi hai dato scelta se non quella di rimanere con Te.te l’ho già detto,è probabile che io ti ami già da un po di tempo.”

Sentì le sue mani prendere le mie e sollevai nuovamente lo sguardo.Si era tolto il casco e mi osservava da vicino,permettendomi di osservare quegli occhi tendenti al grigio-azzurro che...amavo.

Non mi fermai,volevo continuare.

“Ti sei preso del tempo per memorizzare me,le mie paure le mie speranze e i miei sogni.Semplicemente mi piace uscire con te tutte le volte.Mi piacerebbe uscire con te per il resto della mia vita.”

Sentì le sue mani stringere le mie ancora di più e portarmi con se quando si alzò.

“Rimani,e io ti amerò per ancora un bel po di tempo.”

Lo fissai ancora più intensamente:lui,serio,aspettava che finissi,e mi ascoltava come se dipendesse dalle mie parole.

“nessun’altro mi amerà quando darò di matto.Quindi penso che sia meglio per entrambi se rimaniamo.”

“Rimani,ti prego,credo veramente di amarti già da un po di tempo,solo che non l’avevo mai realizzato.Rimani e ti amerò per ancora tanto tempo.Rimani,e continua a farmi ridere come nessuno ha mai fatto.Rimani e tira fuori da me un altra persona,che io non sapevo neanche mi appartenesse.Rimani perchè io ti amo.”

Finì il mio discorso e abbassai gli occhi sulle nostre mani intrecciate.

“Non me ne andrò”

Sorrisi e strinsi le sue mani ancora di più.

“Sarò sempre qui di fianco a te,per farti ridere,per farti divertire,per farti stare bene.Sentire la tua risata è come la miglior droga del mondo.Vedere il tuo sorriso il mio sole.Vedere i tuoi occhi azzurri illuminarsi quando ti chiedo di fare un pazzia il mio pane quotidiano.Farti felice è la mia ragione per respirare.E non mi interessa se rischio di ricevere dei cellulari in testa e cadere in coma farmatologico per il trauma riportato.Finchè questo poterà un sorriso su quelle labbra andrà bene.”

“Ti amo anche io.Ti amo da quando ti ho sentito ridere,con quella tua risata cristallina appena accennata.Ti amo da quando mi sono sentito realizzato quando ti ho fatto ridere fino alle lacrime e sei scappata via per calmarti.”

Non era necessario che aggiungesse altro,vero?!

Mi fiondai su quelle labbra sottili che sembravano aspettare solo quello da come si schiusero velocemente.

Mi prese il viso fra le mani e io allacciai le mie dietro il suo collo.

Sentì un sorriso comparire sulle mie labbra.Mi amava.Amava la mia risata.Amava me.

Lo baciai con più foga,fino a quando non si staccò per riprendere fiato.

Appoggiò la sua fronte alla mia e mi fissò negli occhi.

“E se per renderti felice basta che io ti porti la spesa,diventerò il tuo schiavo personale.”

Una piccola risata uscì dalla mia bocca.

Come avevo potuto litigare con il mio Louis?!

“Ti amo,ti amo,ti amo.”

“Anche io ti amo”

Si staccò e prese il casco da football mettendolo di nuovo in testa.

“Però non si sa mai”

“Toglitelo per favore.”

“Perchè?!Così puoi uccidermi a colpi di cellularate?O forse vuoi usare il cordless?!”

Che pirla.Ma era il mio pirla preferito e amavo quando faceva così.

“No sciocchino..non riesco a baciarti con quello addosso...”

Sorrisi e lui mi sorrise di rimando,togliendosi il casco e buttandosi sulle mie labbra che reclamavano,anzi pretendevano un rapporto ravvicinato con le sue.

“E da quando siamo così dolci e romantici?”

Chiese a un centimetro dalla mia bocca.

“Da quando ti ho chiesto di rimanere e tu sei rimasto,dicendomi che mi ami”

Risposi soffiando sulle sue labbra,prima di gettarmi di nuovo su di esse.

Forse questo non è esattamente il finale drammatico stile americano.
Ma direi che va più che bene no?

  
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