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Autore: MediumDripKlaine    30/11/2012    2 recensioni
Kurt ha sempre creduto di essere felice con la sua vita e la direzione che questa aveva preso.
Fino a quando non ha incontrato Blaine, un carinissimo uomo d’affari che ha preso casualmente il suo stesso volo e ha iniziato a mettere in dubbio tutte le sue convinzioni.
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(Traduzione - Steward!Kurt BusinessMan!Blaine)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
 
Dopo essere atterrato a LAX* Kurt si sistemò la cravatta e scese dall’aereo, più nervoso del solito. Era un po’ imbarazzante il fatto che continuasse a guardarsi attorno. Solitamente si fermava a prendere un boccone da mangiare prima di volare di nuovo a New York, ignorando tutti i turisti impazienti, gli uomini, le donne d’affari, e le famiglie frettolose, cercando solo di muoversi tra di loro senza sembrare troppo infastidito. Oggi, invece, era diverso. Kurt teneva la testa alta guardando negli occhi ogni possibile persona, sperando segretamente che uno dei tanti volti nella folla si rivelasse quello di Blaine. Non sapeva cosa avrebbe fatto se si fosse davvero imbattuto in lui, ma in ogni caso continuava a guardare.
 
In coda al bar non era ancora riuscito a trovato una singola persona che somigliasse all’uomo che stava cercando.
Estrasse il portafoglio per pagare il commesso dietro al bancone prima di prendere il suo cibo e sedersi ad un tavolo piccolo e rotondo abbastanza vicino, mandando giù il suo sandwich il più velocemente possibile, attento a non sporcare l’uniforme. Nemmeno cinque minuti dopo si rimise in piedi e iniziò ad avviarsi verso il terminal, convincendosi che Blaine potesse comunque essere da qualche parte tra la folla dell’aeroporto.
 
Kurt sbrigò la sua solita routine, pregando affinché l’ora successiva scorresse il più velocemente possibile. Non ebbe nemmeno il tempo di farsi prendere dall’ansia per conoscere l’ identità dei nuovi passeggeri, perché appena mise piede sull’aereo, venne cacciato a gettare i rifiuti e ad aiutare con i bagagli. Solo nel momento in cui i passeggeri iniziarono ad imbarcarsi, Kurt fu in grado di posizionarsi davanti alla porta, salutando tutte le persone mentre entravano per prendere posto. Sorrise gentilmente ad ogni passeggero che gli passava davanti, aspettando l’unico uomo che avrebbe reso il suo sorriso sicuramente meno forzato. L’unica persona che sarebbe stato veramente felice di vedere, l’unico che, anche volendo, non sarebbe riuscito a renderlo triste.
 
Il flusso dei passeggeri iniziò a diminuire fino a fermarsi completamente, e Kurt sentì il cuore sprofondare quando realizzo che Blaine non c’era. Potrebbe ancorapresentarsi. Potrebbe essere un po’ in ritardo, cercò di convincersi. Diede un’occhiata al suo orologio, notando che l’aereo avrebbe dovuto decollare in poco più di cinque minuti, questo dava a
Blaine davvero poco tempo per arrivare.
Alle 11:55 circa, chiuse lo sportello riluttante affrettandosi verso il retro della cabina, tirando la tenda dietro di sé. Ad ogni respiro era come se un migliaio di aghi gli trafiggessero la gola, poteva sentire l’aria lottare a fatica per arrivare ai polmoni. Mentre salutava gli ultimi passeggeri si era accorto di aver la voce tremante, e sapeva anche che la situazione sarebbe solo peggiorato se avesse provato a parlare per un lungo periodo di tempo. Non fidandosi della sua voce per fare un discorso completo, schiacciò il pulsante per il messaggio di sicurezza pre-registrato e si sedette al suo posto, dando un po’ di tregua alle sue gambe molli.
Fece un respiro per cercare di riprendersi prima di uscire nuovamente.
 
È solo un estraneo. Io sono solo io. Non aveva alcuna ragione di cambiare il suo volo  per me.
Kurt era avvilito perchè aveva sperato che Blaine volesse vederlo ancora,anche solo per un viaggio di cinque ore da Los Angeles. Si sentiva stupido adaver permesso a quel ragazzo di entrare così profondamente in ogni suo pensiero dello scorso fine settimana. Blaine era solo un passeggero che amava flirtare, oppure aveva sentito il bisogno di essere eccezionalmente gentile con Kurt dopo averlo quasi fatto sbattere contro il muro. Kurt non sapeva perché fosse così tanto coinvolto. Prima d’allora non aveva mai avuto bisogno di qualcuno nella sua vita, persino quando qualche uomo aveva cercato di stargli accanto. Era sempre stato felice vivendo da solo e seguendo i suoi programmi senza doversi preoccupare di qualcun’altro, quindi per quale motivo si sentiva male per aver perso qualcosa che in realtà non aveva mai avuto?
 
Quando si accorse che l’altoparlante aveva finito il discorso, si alzò lentamente e spostò la tenda, sostando nel corridoio per completare le ultime precauzioni. Stava per tornare indietro quando una voce profonda ruppe il silenzio. Si voltò e si trovò immediatamente faccia a faccia con l’arrogante uomo della settimana precedente. Nell’istante in cui quello lo riconobbe, gli sorrise “Mi piacerebbe avere di nuovo il mio caffè. Questa volta, per favore, portalo un po’ più velocemente rispetto all’altra volta.”
Quello tirò fuori un giornale dalla sua borsa e iniziò a leggerlo, aspettando che Kurt si allontanasse.
“Fantastico,” borbottò Kurt, senza preoccuparsi se l’uomo l’avesse sentito o no. Non c’è Blaine, ma invece c’è quest’ uomo. Percorse la strada verso il retro, preparandosi mentalmente per quelloche credeva sarebbe stato uno dei peggiori voli della sua vita.
 

***

 
I due giorni successivi si stavano dimostrando tra i più duri che Kurt riuscisse a ricordare, secondi solo al periodo delle superiori, dove veniva granitato, respinto per ogni assolo che voleva, gettato nei cassonetti e spinto contro gli armadietti.
Ora, ovviamente, non aveva nessun tipo di ferita fisica, ma il dolore emotivo che stava provando era sufficiente da fargli tornare in mente il suo passato.
Anche alle scuole superiori era emotivamente distrutto – prima si era preso una cotta per il suo compagno di classe etero che poi era diventato suo fratello, poi era passato attraverso una serie di indesiderabili episodi, come quando suo padre era finito in ospedale per un attacco di cuore, o quando era stato abusato verbalmente dal massiccio giocatore di football del McKinley.
Le superiori non erano un periodo che Kurt avrebbe voluto rivivere. Stava provando a superare e a dimenticare quegli anni, e ci stava riuscendo abbastanza. Aveva un lavoro fantastico e viveva in una città tollerante. Aveva tutto ciò che desiderava, se non di più.
 
Comunque Kurt non poteva evitare di pensare a quello che era successo in passato. Sapeva che quei giorni erano finiti, e lui poteva finalmente essere se stesso senza la minaccia di essere picchiato, o peggio, ucciso. Sapeva di essere fisicamente più al sicuro nella città che non dorme mai, ma improvvisamente sentiva di non essere più salvo emotivamente. Incontrare Blaine, lasciarsi trasportare così dall’idea di quel ragazzo, gli aveva fatto realizzare che si stava perdendo esperienze che non pensava nemmeno di volere.
Si stava perdendo gli appuntamenti mentre era giovane; mentre la sua vita era ancora spensierata e non doveva preoccuparsi così tanto di essere un adulto responsabile. Era consapevole che stava crescendo e lo stava facendo velocemente, ma in lui esisteva ancora la speranza che prima o poi sarebbe stato in grado di esaudire alcuni dei desideri sulla sua lista di “cose da fare prima di morire o prima di essere troppo vecchio”. Voleva sperimentare la vita fintanto che era giovane, eppure fino a quel momento si era chiuso in se stesso, impedendosi di condividere esperienze con qualcun altro. Qualcuno che
importasse veramente.
 
 
Kurt sapeva che doveva dimenticare Blaine.
Era attratto da lui? Sì.
Si era immaginato una vita con lui? Sì.
Ma Kurt sapeva che quel tipo di vita non era prevista nel suo futuro. Nonostante non potesse stare con Blaine e invecchiare con lui, incontrarlo l’aveva aiutato a realizzare che
in realtà lui voleva qualcuno nella sua vita. Voleva qualcuno da cui tornare a casa, qualcuno con cui andare al cinema o a cena, o solo qualcuno con cui passeggiare. Kurt voleva semplicemente un fidanzato.
Il suo problema, tuttavia, era collegato al luogo dove Kurt aveva da sempre rimorchiato i ragazzi. Si era sempre accontentato di ciò che era semplice, non di ciò che gli avrebbe probabilmente fatto conoscere un uomo interessante. Era facile rimorchiare un ragazzo che era già mezzo ubriaco in un gay bar, offrirgli un altro paio di drink, e poi portarlo a casa, sapendo che quello difficilmente si sarebbe ricordato della notte passata insieme. Non era mai finito a letto con uno di questi sconosciuti, anche perché tendevano a svenire non appena arrivavano in casa. Ma questo non era sempre il motivo per cui Kurt poneva un freno a tutte le proposte che gli venivano fatte.
Ogni volta che uno di questi cercava di baciarlo o faceva vagare le mani in territorio poco confortevole, a Kurt veniva in mente suo padre. Si ricordava la conversazione che aveva avuto con lui durante il suo penultimo anno di scuola.
Non voleva che la sua prima volta con un ragazzo fosse un rapporto occasionale. Poteva essere una visione incredibilmente sciocca o romantica, ma Kurt voleva che significasse qualcosa. Non voleva fare sesso. Lui voleva fare l’amore.
 
A causa della mancanza di una relazione stabile nella sua vita, Kurt trovava difficile rimorchiare un uomo sobrio, temendo sempre di essere rifiutato non potendo nascondersi dietro una maschera di alcol.
C’era una ragione per cui non aveva mai avuto una relazione. Era socialmente impacciato: non appena pensava di aver trovato il coraggio di fare la prima mossa, finiva per tirarsi indietro. In molteplici occasioni, aveva provato a convincere se stesso che semplicemente non era il periodo adatto della sua vita o quella che aveva davanti non era la persona giusta.
Quando l’uomo della sua vita si sarebbe presentato, l’avrebbe semplicemente saputo.
Con quella persona avrebbe desiderato qualcosa di più di una notte.
Ed era questo che riusciva ad immaginarsi con Blaine.
Kurt riusciva a vedere un futuro con lui.
Questo tipo di pensiero era abbastanza vivido nella mente di Kurt e il ragazzo ormai si era abituato a fantasticare continuamente su questo genere di cose.
Quello che invece non si aspettava proprio era l’uomo contro cui, girato l’angolo, andò a sbattere il venerdì mattina successivo, facendo volare la sua tazza di caffè in aria e la sua borsa per terra.
 
“Oh. Scusami. Mi disp-“ Kurt sentì una voce familiare e alzò lo sguardo immediatamente, e un paio di occhi caldi e nocciola si fissarono nei suoi. Kurt si ritrovò perso in un turbine color caramello riuscendo solo dopo qualche secondo a uscire dalla trance in cui era caduto.
 
“Kurt” mormorò Blaine, la sua voce appena superiore ad un sussurro, ma così vellutata che Kurt si sentì immediatamente sciogliere. “Ciao” esalò quello, prima di mostrare un piccolo sorriso.
 
“C-ciao,” balbettò Kurt, ancora sconvolto per aver incontrato di nuovo Blaine proprio quando si era convinto che non sarebbe più successo. “Ti ricordi il mio nome.”
Poteva sentire le sue guance iniziare ad arrossire, per questo guardò immediatamente in basso verso la sua manica macchiata di caffè.
Blaine seguì lo sguardo di Kurt, quindi fece qualche passo per recuperare una manciata di
tovaglioli, prima di ritornare da lui.
 
“Ti dispiace...” Disse affievolendo la voce , indicando la manica di Kurt.
 
“N-no.” Kurt si maledì per non essere in grado di formare una frase completa e coerente. Ogni pensiero razionale che aveva sparì subito non appena Blaine prese gentilmente la mano di Kurt nella sua, avvicinando il suo braccio e sfiorando la manica color blu navy con la mano libera.
Quando la mano di Blaine si posò sulla sua, Kurt riuscì quasi a sentire il sangue del ragazzo pulsargli velocemente nelle vene. Notò anche come la calda pelle di quello fosse morbida come raso.
Dovette far ricorso a tutta la sua buona volontà per non curvare ulteriormente le sue dita intorno alla mano di quello, stringendola.
Blaine ripulì la divisa di Kurt prima di spostare il tovagliolo, facendo attenzione a non sporcare il ragazzo ulteriormente.
 
“Ecco. Va meglio,” disse, buttando il tovagliolo inzuppato di caffè nel cestino.
 
“Grazie.”
 
“Di nulla. Ti abitui a questo dopo aver volato per così tanto tempo. Non sto nemmeno a dirti quante volte ho avuto un piccolo guaio col caffè a causa delle terribili turbolenze sull’aereo,” disse il moro ridendo. “Inoltre, è stata in un certo senso colpa mia se il tuo caffè ti è finito addosso.”
 
“Non è stata colpa tua, non stavo guardando la strada. Forse dovrei iniziare a
prestare più attenzione invece che badare solo ai pensieri che mi urlano nella testa.”
 
“A cosa stavi pensando di così coinvolgente da distrarti in questo modo?”
 
A te.
“Solo... Lavoro, soprattutto. Stavo pensando a cosa devp fare tra pochi minuti,” mentì.
 
“Devi andare subito o ti posso offrire un altro caffè?” Blaine sembrava speranzoso mentre
suggeriva di trascorrere più tempo con l’adorabile assistente di volo, e Kurt si ritrovò a pensare che il ragazzo non stesse solo cercando di essere cortese per averlo fatto quasi cadere per la seconda volta, ma volesse parlare con lui ancora un po’.
Kurt distolse lo sguardo timidamente prima di tornare a focalizzarsi su Blaine. “Ho qualche minuto, ma non c’è bisogno che mi compri un altro caffè. Posso prenderlo gratis sull’aereo.”
 
“Voglio farlo.” Blaine sorrise e raccolse la borsa di Kurt prima di passargli davanti. “Allora vieni?” Chiese, fermandosi per guardare indietro verso il ragazzo che stava aspettando, sperando che lo seguisse al bancone.
 
“Sa, dovrebbe davvero guardare dove sta andando, signor Anderson. Questa è la seconda volta che mi viene a sbattere contro,” scherzò Kurt raggiungendo Blaine. A dire il vero si sorprese da solo quando quelle parole uscirono così facilmente dalla sua bocca. Stava davvero flirtando con Blaine? Lo stesso Blaine a cui aveva pensato per tutta la settimana passata?
 
“Vedo che anche tu ti ricordi il mio nome,” fece notare Blaine.
 
“Certamente. Ne avevo bisogno per motivi assicurativi. Se mi avessi ferito gravemente avrei dovuto mettermi in contatto con te tramite il mio avvocato.” Kurt cercò di prendere la sua borsa, ma Blaine allontanò ulteriormente le mani, appena fuori dalla portata di Kurt.
“Devi sapere che di solito non mi scontro sempre con le persone. Ci dev’essere qualcosa che ci fa incontrare in questo modo, Kurt. Cosa pensi che sia?”
 
Quello rimase in silenzio, non sapendo come rispondere alla domanda spudoratamente provocante.
“Io penso che tu sia solo un imbranato,” rispose alla fine, “ stai solo cercando di convincermi del contrario. Vuoi farmi credere che sei un uomo d’affari super composto, ma la tua copertura è già saltata, Blaine. Ti ho beccato.”
Finalmente raggiunsero il bancone del bar, mettendosi in coda dietro la lunga fila. Blaine si voltò esitante verso Kurt e chiese, “è troppo lunga questa coda? Non so quando devi tornare indietro, ma ci vorranno almeno venti minuti prima che tocchi a noi .”
 
“Per me non c’è problema. Ho abbastanza tempo. Mi presento apposta a lavoro in anticipo.” Dicendo questo si mise in coda dietro ad una anziana signora grassottella con due bambini piccoli, molto probabilmente i suoi nipoti. La bambina le stava tirando la borsa, chiedendo attenzioni con i suoi biondi ricci che rimbalzavano su e giù, mentre il piccolo ragazzo stava girando in cerchio e la donna cercava di farlo calmare e di tenerlo vicino.
 
“Per la cronaca, non avrei mai potuto dimenticare il suo nome, Signor Kurt Hummel, assistente di volo dell’aereo 740 diretto a Los Angeles, California,” Blaine distolse l’attenzione di Kurt dalla famiglia davanti a lui.
 
“O-Oh?” domandò.
 
“Um, so che questo può sembrare raccapricciante, ma...” La sua voce si affievolì e voltò lo
sguardo verso il trio che Kurt stava guardando. “In realtà ti ho pensato per tutta la settimana passata.”
 
Il cuore di Kurt accelerò nel suo petto, battendo così veloce che si sentiva come se stesse
decollando senza di lui. Blaine aveva appena ammesso di aver pensato a Kurt, e anche se
probabilmente non tanto quanto Kurt, era comunque felice. Una parte di lui si sentì sollevato di non essersi montato tutta quella storia nella sua testa.
 
“Kurt?” Blaine agitò una mano in fronte alla sua faccia, cercando di ottenere la sua attenzione.
 
“Cosa? Oh. S-scusa,” rispose Kurt.
 
“Diamine, no. Mi dispiace. Merda. Non avrei dovuto dirti questo. Probabilmente pensi che sono un qualche stalker psicopatico e ora sono anche sul tuo stesso aereo dato che ho cambiato l’orario del mio volo e sarà tutto imbarazzante e tu alla fine chiederai un ordine restrittivo e ora probabilmente pensi che mi piaci e probabilmente tu non sei nemmeno gay e-“
 
“Blaine!” Lo interruppe Kurt posizionando una mano sul suo braccio, obbligando Blaine a girarsi verso di lui. “Stai divagando.” Una piccola risata uscita dalla bocca di Kurt fu tutto ciò che gli servì per sentire Blaine rilassarsi sotto al suo tocco.
 
“Per la cronaca, anch’io ho pensato a te. E sono gay, Blaine. Pensavo che almeno questo fosse ovvio.”
 
“Oh.” Ora era il turno di Blaine di essere senza parole.
 
“Hai davvero cambiato l’orario del tuo volo?” chiese Kurt mentre avanzavano nella coda.
 
“Um, sì. Scusa se questo è strano. Ma quando l’ho accennato mi sembrava che ti potesse far piacere. Diamine, probabilmente sto incasinando tutto,” Blaine distolse di nuovo lo sguardo, ma non prima che Kurt potesse vedere le sue guance arrossate.
 
“Non è strano, Blaine. Son-sono contento. Ma... Perché non c’eri sul volo dello scorso lunedì?”
 
“Non sono riuscito a cambiare il mio volo in tempo. Credimi quando dico che ci ho provato con tutto me stesso. Ho fatto tutto ciò che ho potuto, ma tutti i posti erano prenotati e non sono stato in grado di ottenere un biglietto.”
 
“Beh, tu sai sicuramente come sorprendermi. Ho passato tutta la settimana pensando di essermi costruito tutto nella mia testa, che ti piacesse solo flirtare, e che in realtà non volessi davvero un fantastico assistente di volo come me.”
 
Blaine sogghignò. “E cosa ti fa pensare di essere migliore di ogni mio precedente assistente di volo?”
 
“Perché sono più attraente di loro, ho una migliore personalità, e se mi prendi per il verso giusto, posso farti avere uno o due biscotti in più,” ammiccò.
 
“Lo terrò a mente. Dimmi, sono tra i tuoi passeggeri preferiti? Posso avere uno biscotto in più già da questo volo?”
 
“Non posso fare promesse. Non ti conosco così bene, Blaine. Dobbiamo solo vedere quanto positivamente mi colpirai nei prossimi cinque minuti.” I due si avvicinarono al bancone e Kurt si voltò verso la commessa, perdendosi così l’espressione stupita di Blaine. “Per me un latte macchiato scremato, grazie.”
 
“È tutto?” Chiese la ragazza mentre scriveva l’ordine di Kurt sul lato del bicchiere con un pennarello nero.
 
“Um, no.” Intervenne Blaine, muovendosi più vicino al bancone e accidentalmente anche più vicino al fianco di Kurt.
Il ragazzo notò il modo in cui il braccio di Blaine sfiorò impercettibilmente il suo e il profumo della sua colonia proveniente dal suo completo ben stirato. “Pago io. Per me un
cappuccino medio, per favore.”
 
La ragazza posò due tazze sul bancone accanto a lei prima di battere alla cassa il loro ordine. “Sono 8,25 dollari.”
Blaine tirò fuori alcune banconote e delle monete porgendoli alla ragazza prima di spostarsi di lato. Kurt lo seguì e si sedette al piccolo tavolo più vicino al bancone.
 
“Grazie. Non c’era davvero bisogno di comprarmi un altro caffè.”
 
“Hey, se voglio avere quel biscotto in più, ho bisogno di fare tutto ciò che posso per farti credere che me lo merito.” Spostò una sedia e si sedette di fronte a Kurt.
 
“Oh, penso che tu ti sia già guadagnato questo biscotto solo per il fatto di essere affascinante come tuo solito.”
 
“Pensi che io sia affascinante?” domandò Blaine. “Come il Principe Azzurro*?”
 
Kurt nascose la sua faccia tra le mani. “Per favore, dimmi che non sei un di quelle persone di venti...” s’interruppe sull’ultima parola.
 
“Sei.” Suggerì Blaine.
 
“Una persona di ventisei anni che è dipendente dai film della Disney.”
 
“Sono dei classici, Kurt. Come possono non piacerti? Voglio dire, il Principe Azzurro è attraente soprattutto nei cartoni animati, in più le colonne sonore di quei film è migliore di qualsiasi cosa tu possa sentire alla radio al giorno d’oggi, e non farmi nemmeno iniziare a parlare di quanto piango ogni volta che vedo Bambi.”
 
“Vuoi ancora quei biscotti, Blaine?” Chiese Kurt con una voce atona, sebbene chiaramente
divertito dalla leggera ossessione di Blaine per la Disney.
 
“Sto zitto. Labbra serrate.” Blaine fece il gesto di chiudere le labbra e gettare un’immaginaria chiave da sopra la sua spalla mentre i loro ordini furono posati sul bancone.
 
“Li prendo io,” offrì Kurt, alzandosi e recuperando le loro bevande prima di sedersi di nuovo.
 
“Grazie,” disse Blaine quando Kurt gli consegnò una tazza. “Quindi, Kurt, dimmi qualcosa di te. Quanti anni hai?”
 
“Ne ho anch’io ventisei.”
 
“Fantastico. Già stiamo andando bene.”
 
“Davvero?” Rise Kurt.
 
“Sì, davvero. Quindi, Kurt, assistente del volo di New York dell’età di ventisei anni, quando
devi tornare a lavoro?” Blaine mescolò una bustina di zuccherò nel suo caffè prima di leccare il bastoncino e porre nuovamente il coperchio su di essa.
 
Kurt controllò l’orologio. “In verità, dovrei probabilmente ritornare ora. E tu quasi certamente hai bisogno di passare il check-in per poterti sistemare. “ Si alzò, allungando la sua mano verso quella di Blaine. “Comunque è stato bello. Grazie.”
 
Blaine prese la mano di Kurt. “Di nulla. Mi sono divertito, anche se è stato troppo breve per i miei gusti.” Si strinsero le mani per qualche secondo più del necessario, guardandosi negli occhi come se tutte le parole non dette si stessero muovendo tra di loro prima che Kurt potesse lasciare la mano di Blaine e riportare il braccio al suo fianco.
 
“Ci vediamo sull’aereo?” Kurt raccolse la sua borsa e gettò la tracolla sulla spalla.
 
“Sì.”
 
Kurt sorrise a Blaine ancora una volta prima di voltarsi e allontanarsi.
 
Era improvvisamente molto più emozionato per l’imminente volo rispetto a quanto lo era un’ora prima.

***

 
Kurt non si sarebbe dovuto stupire che il primo passeggero a mettere piede sull’aereo fosse Blaine, ma nonostante ciò ne era gradevolmente sorpreso. Portava con sé una valigetta nera di cuoio e, nel tempo trascorso da quanto Kurt l’aveva lasciato, si era tolto la giacca che ora aveva appeso sul braccio. Per la prima volta, Kurt fu in grado di vedere quanto Blaine fosse muscoloso. Le maniche della sua camicia celeste si avvolgevano intorno al profilo dei muscoli delle sue braccia e Kurt si ritrovò a prestare un po’ troppa attenzione all’attraente uomo davanti a lui. Si schiarì la gola prima di sorridere impazientemente. “Ciao. Benvenuto a bordo,” disse in tono professionale, spostandosi di lato per permettere a Blaine di superarlo. “Hai bisogno di aiuto per trovare il tuo posto?”
Blaine con un sorrisino abbassò lo sguardo verso il suo biglietto, facendo finta di essere confuso. Kurt sapeva che non c’era possibilità che lui avesse davvero problemi nel trovare il suo posto a sedere, dato che era abituato a viaggiare in aereo, ma fece comunque quella consueta domanda. Blaine arricciò un po’ il naso in un modo che Kurt trovò piuttosto carino, più carino di quanto avrebbe dovuto visto che non si trovava di fronte a un bambino di sei anni.
 
“In realtà, penso di si. Sono nuovo su questo aereo. Di solito viaggio ad un’ora più tarda, ma sa, ci sono stati dei problemi con il mio precedente volo. Le dispiacerebbe aiutarmi a trovare il mio sedile?”
 
Blaine fece un sorriso a Kurt e lui gli si avvicinò, dando un’occhiata sopra la sua
spalla fingendo di controllare quale fosse il posto assegnato. Fingendo di star
realmente aiutando il suo primo passeggero, si avvicinò a lui e prese il biglietto dalla sua mano, cercando di non dare troppo peso al modo in cui le sue dita sfiorarono quelle dell’altro quando questo gli consegnò il biglietto. “Posto 16A. E’ nella parte posteriore. Mi segua.” Iniziò a camminare e non passò molto tempo prima che l’uomo d’affari lo seguì lungo il corridoio verso il fondo dell’aereo. Kurt si fermò nella penultima fila e si spostò per permettere a Blaine di scivolare nel suo posto. “Eccoci. C’è qualcos’altro che posso fare per lei?”
 
Blaine ingoiò le parole che volevano fuoriuscire dalla sua bocca e invece biascicò un semplice “Grazie.” Si sedette nella sedia semi-comoda e sistemò la valigetta sul grembo. “Va bene così.”
 
Kurt cercò di mascherare la sua delusione, ma Blaine stava solo cercando di essere professionale. Sapeva che sarebbe stata una pessima idea se uno dei loro capi avesse
scoperto che si conoscevano fuori dal lavoro, specialmente se avessero continuato a flirtatre come durante il loro appuntamento al bar.
Che poi, quello di prima era da considerarsi un appuntamento?
Erano andati a prendere un caffè di comune accordo. Avevano flirtato un po’. Avevano avuto modo di conoscersi. Blaine aveva pagato, ma aveva insistito solo perché aveva rovesciato la prima tazza di Kurt.
Comunquesembrava una specie di appuntamento.
Kurt riportò i suoi pensieri al lavoro che avrebbe dovuto fare. “Posso sistemarti il bagaglio a mano, o ne hai bisogno?”
 
Blaine aveva bisogno della sua valigetta dato che aveva programmato di fare un po’ di lavoro durante le sei ore circa di viaggio per Los Angeles, ma annuì e gliela passò comunque, sapendo che quando ne avrebbe avuto bisogno, Kurt avrebbe avuto un motivo per tornare ad aiutarlo.
Blaine guardò il fianco di Kurt quando questo sollevò la borsa nel compartimento dell’aereo osservando come una piccola porzione di pelle candida gli spuntasse dalla divisa nel momento in cui allungò le braccia sopra la testa.
Distolse l’attenzione dal ragazzo prima di essere colto sul fatto e Kurt abbassò di nuovo le braccia, appoggiando la mano sinistra sul sedile di fronte a Blaine.
 
Sia Kurt che Blaine si sentivano nervosi, non sapendo come agire o cosa dire. Kurt aveva provato a farsi venire in mente qualcosa che non sembrasse troppo sfacciata o provocante, ma ogni volta che guardava Blaine, tutto ciò a cui riusciva a pensare era quanto gli piacesse.
“Kurt,” iniziò Blaine, ma si fermò quando udì mormorii sommessi provenire dal fondo. Sospirò prima di indicare in quella direzione e Kurt si voltò per guardare i passeggeri che stavano iniziando ad imbarcarsi. “Immagino che tu debba andare a lavorare adesso.”
 
Kurt sorrise caldamente, decidendo di rischiare e appoggiare una mano sopra quella di Blaine ferma sul suo grembo. “Fammi sapere se hai bisogno di qualsiasi cosa, okay?” Blaine non poté trattenere la risata che sfuggì dalle sue labbra.
 
“È il mio lavoro,” chiarì Kurt.
 
“Mhm.” Blaine non se la bevve. “Beh, allora vai a fare il tuo lavoro. Io non andrò da nessuna parte, Signore, e mi piacerebbe avere il mio caffè il prima possibile,” scherzò, comportandosi come uno dei numerosi passeggeri bisognosi ed esigenti che Kurt disprezzava. “Mi è anche stato promesso qualche biscotto.”
 
Kurt fece roteare i suoi occhi prima di rimuovere la sua mano e aggiustare la sua giacca. “Dovrò scambiare due parole con chiunque le abbia promesso questa cosa. Non dovremmo distribuirne più di uno a ciascun passeggero.”
 
“Vada a svolgere il suo lavoro, Signor Hummel.” Blaine si voltò dall’altra parte e afferrò il giornale di fronte a lui, aprendolo per poter iniziare a leggere la sezione d’arte fingendo di non aver altro da dire a Kurt.
Dopo aver fissato Blaine per qualche minuto, Kurt si voltò rivolgendo l’attenzione necessaria ai passeggeri in arrivo, accogliendoli gentilmente sul volo e aiutandoli quando qualcuno ne aveva bisogno. Qualche volta si voltava verso Blaine, trovandolo a studiare con attenzione il giornale, notando come corrugava la fronte quando, Kurt suppose,
leggeva qualcosa su cui non era d’accordo. Blaine non alzò lo sguardo verso di lui neppure una volta durante tutti i quindici minuti, almeno Kurt non se ne accorse, ma il ragazzo trovò comunque che la profonda concentrazione di Blaine era una caratteristica interessante.
 
L’aereo decollò al solito orario, le 7:35, e tutto stava andando in modo regolare. Kurt rimase nel retro della cabina per la maggior parte del tempo, attraversando occasionalmente il corridoio per essere sicuro che tutti fossero soddisfatti del volo. Quando raggiungeva Blaine, sorrideva semplicemente e chiedeva se lo potesse aiutare in qualche modo, e Blaine rispondeva con un tranquillo “no” prima di ricambiare il sorriso.
 
Erano circa le 8:35 quando Kurt decise di aver fatto aspettare Blaine abbastanza a lungo per uno - o due - biscotti e lentamente spinse il carrello fuori dal retro dell’aereo e nella cabina piena di passeggeri impazienti. Blaine si voltò quando udì le ruote cigolanti del carrello di metallo e la sua faccia s’illuminò quando notò il vassoio con i biscotti sopra di esso. Kurt fece roteare gli occhi quando lo sguardo di Blaine incrociò il suo e passò all’ultima fila di passeggeri il loro biscotto prima di avvicinarsi a Blaine.
“Buongiorno, Signore. Posso offrirle un biscotto oggi?” Chiese Kurt mentre posizionava un biscotto su un piccolo piatto di plastica.
 
“Sì, grazie,” Rispose Blaine mentre guardava Kurt aggiungere un biscotto in più.
 
“Ecco. Do al mio passeggero preferito un piccolo regalo extra. Non lo dica agli altri. Sarebbero gelosi.” Kurt passò il piatto a Blaine e spinse il carrello leggermente avanti.
“Beh, grazie, Signore. Lo apprezzo molto.” Sghignazzò Blaine mentre mordeva uno dei biscotti. “Mmm. Li ha fatti lei?” Chiese con la bocca ancora piena.
 
“Non conosciamo le buone maniere, non è vero, Signor Uomo d’Affari?” Scherzò Kurt.
 
Blaine ingoiò prima di rispondere. “Scusi. Normalmente le conosco. I biscotti sono il mio punto debole.”
 
“Lo terrò a mente. E mi dispiace deluderla, ma, no. Non li ho fatti io.”
 
“Sa cucinare?” Chiese Blaine.
 
“Forse un giorno lo scoprirà.” Prima che Blaine avesse il tempo di rispondere con uno sbuffo, un passeggere dietro Kurt si schiarì la gola e chiese un biscotto. Kurt si volto riluttante dall’altra parte e prestò attenzione agli altri passeggeri.
 
Le ore successive trascorsero troppo velocemente rispetto a quanto avrebbe voluto Kurt. Era riuscito ad avere qualche breve interazione con Blaine, ma era stato attento a non prolungare la loro conversazione più del necessario in caso qualcuno diventasse sospettoso.
 
Prima di rendersene conto, stava facendo uscire ogni persona dall’aereo, ringraziandoli per aver scelto America Airlines. Kurt alzò lo sguardo per vedere il suo ultimo passeggero avvicinarsi verso l’inizio dell’aereo.
“Grazie per aver volato con me.” Kurt modificò leggermente le parole da lui usate. “Spero che sceglierà di nuovo American Airlines.”
“Penso che lo farò.” Blaine tirò fuori la sua mano per stringere quella di Kurt.
Quando il palmo di Kurt toccò quello dell’altro, sentì un piccolo foglietto di carta impedire alla loro pelle di toccarsi. Quando Blaine lo lasciò andare, gli fece scivolare la carta nel palmo, sorridendo e uscendo dall’aereo.
Kurt lo osservò allontanarsi, e non appena uscì dalla sua vista, guardo in basso verso
il foglio nelle sue mani, aprendolo. Vide una parola scritta in modo chiaro sulla carta, seguite da 10 numeri.
Chiamami.
 



*LAX= L’aeroporto di Los Angeles
* Prince Charming = Gioco di parole intraducibile. In inglese il nostro Principe Azzurro tradotto alla lettera è Principe Affascinante. Blaine gioca con il doppio significato di questa parola.


Free Talk

Salve ragazzi! Eccoci qui con il secondo capitolo! Siamo contente che la traduzione vi piaccia! Speriamo seriamente di riuscire a mantenere il ritmo di un aggiornamento a settimana, ma come potete vedere i capitoli sono davvero lunghi, quindi non è mai detto!

Comunque per qualsiasi ritardo vi rimandiamo sempre alle nostre pagine FB
Ottavia - Willbeyoungforever
Rose - Merilwen

Per questo capitolo ringraziamo Rose che l'ha tradotto e Claudia per averlo betato (ringraziamento speciale anche a sua sorella Alessia che ci ha messo del suo!!).
Se vi va, fateci sapere cosa ne pensate della traduzione o della trama in generale!
A presto
Ottavia & Rose

  
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