Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Trick    30/11/2012    4 recensioni
«When you play the game of thrones, you win or you die».
Una raccolta senza pretese di flash-fic su personaggi e ship random di GoT.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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In occasione della Drabble Night, cinque drabble (ma facciamo double-drabble, va', che tanto non ci sono stata dentro) dedicate a Game Of Thrones. Ho come l'impressione che se ne aggiungeranno altre.



Edmure/Petyr, 200 parole. Prompt: trucioli di legno e Not one of us - The Lion King 2


«Di ritorno dal matrimonio di rimpiazzo di Cat?».
Edmure soffocò l'impulso di strozzarlo.
«Gli dèi faranno un gomitolo con la tua lingua e lo daranno alle fiamme».
Petyr ruotò la testa sul cuscino e gli rivolse un sogghigno divertito.
«Quando morirò... se mai morirò».
«Morirai».
C'era una nota di implacabile sicurezza nella voce di Edmure. Petyr lo guardò alzarsi di scatto e dirigersi verso la porta.
«È un addio?».
«Mio padre ti rispedirà alle Dita non appena uscirai dalle soglie della morte. Non hai mai avuto il diritto di vivere a Delta delle Acque».
Petyr incassò a fatica il colpo.
«Ho dovuto farlo» spiegò. «Tutti si aspettavano che facessi un'idiozia del genere per lei».
«Non io. Io credevo l'avresti fatta per me».
La risata gli si mozzò in gola a causa di una fitta lancinante all'addome.
«L'amore vale quanto una spada di legno, Edmure. Ad ogni colpo i trucioli non fanno che aumentare».
«Se questo è tutto, ti auguro di imparare a maneggiare con più destrezza almeno una spada di ferro, Ditocorto».
Di nuovo quel nomignolo, di nuovo quel fastidio nel petto.
Petyr non riuscì mai a capire per quale motivo l'assenza di Edmure facesse più male di quella dannata ferita.


Sansa/Sandor (vago accenno Sansa/Petyr), 175 parole, What-If. Prompt: labbra morse e Something There - Beauty and the Beast

C'era stato un tempo in cui era divenuta avvezza al sapore amaro del sangue sulla lingua. Resisteva stoica ad ogni colpo, ad ogni affronto, e piegava appena il capo per rialzarlo subito dopo con gli occhi pieni di lacrime d'odio.
Poi l'inverno era arrivato e lei aveva ricordato di essere una fanciulla del nord.
Una regina del Nord.
C'era stato un tempo in cui si era davvero convinta di essere un uccellino in trappola; c'era stato un tempo in cui le carezze del Mastino l'avevano fatta tremare segretamente; c'era stato un tempo, anni prima, in cui le sue labbra si erano piantate nelle sue fino a farle sanguinare.
C'era stato un tempo in cui Sansa Stark aveva creduto che lui fosse una bestia mostruosa.
Alzò superba il mento, e il vento gelido scivolò fra i suoi capelli ramati. Mentre l'ascia del boia calava sulla testa di Sandor Clegane, la regina Sansa avvertì un brivido lungo la schiena.
Ma la mano di Lord Baelish era lì, sul suo fianco, pronta a ricordarle quanto il tempo fosse cambiato.


Jon/Ygritte, 132 parole. Prompt: Rainbow In The Dark - Dio

Lei era fortunata, questo raccontavano di lei i bruti. Era fortunata, con i capelli che ardevano come il fuoco, gli occhi brillanti e una lingua di fiamma saettante nascosta lungo la gola.
Mordeva con la ferocia del gelo del Nord, Ygritte, serrava le cosce ai suoi fianchi e le sue labbra sussurravano parole demoniache alle sue orecchie, e Jon... oh, povero Jon Snow, inginocchiato alla vita per diritto di nascita, bastardo di un lord e Guardiano della Notte.
Povero, povero Snow, sconfitto dal calore della pelle di Ygritte nelle notti più buie delle desolate lande oltre la Barriera. Ed era lì che taceva la sua colpa, dove il corvo perdeva ogni sua piuma.
Ma Jon, il povero Jon Snow, l'aveva capito: c'erano notti, nel nord, destinate a essere un po' meno buie.


Grenn/Pyp, 200 parole. Prompt: A dream is a wish you heart makes - Cinderella

Faceva un freddo dannato, lassù.
Sperduto alla fine del mondo e con i piedi intirizziti dal gelo, Grenn non si era mai sentito più incazzato. A chi mai sarebbe venuto in mente di piantarsi addosso quel maledetto mantello nero di propria volontà? A Jon, ecco a chi.
Ma Grenn non era Jon.
Grenn era un disgraziato con gli alluci ghiacciati e una gran voglia di prendere a calci quella fottuta parete di ghiaccio.
«Fa così caldo che adesso mi cavo le braghe e mi metto a ballare con l'uccello al vento» commentò Pyp.
«Te hai l'uccello?».
«Aye, bastardo. E ce l'ho grande da qua all'ultimo torrione del castello».
Grenn fece una smorfia stupida – Pyp odiava quell'aria ridicola sul suo faccione, eppure si ritrovava sempre a sorridere come un cretino. Il pugno che gli sferrò sul braccio fu così forte e improvviso che il ragazzo per poco non scivolò sul ghiaccio.
«Oh, idiota!».
La risata di Grenn risuonò incredibilmente calda. Dalla sua bocca uscì una piccola nuvola di vapore.
«Sono io, quello grosso».
Pyp non disse altro, ma a Grenn non sfuggì il sogghigno malizioso e divertito che gli arricciò le labbra screpolate. Per un momento gli parve quasi di aver sognato da sempre di congelare nel buco del culo dei Sette Regni.


Petyr Baelish, 150 parole. Prompt: Be prepared - The Lion King

Aveva appena compiuto sedici anni e sul suo mento non c'era che l'ombra di una barbetta da ragazzino per la quale non valeva nemmeno la pena fare il gradasso.
Aveva sedici anni, Petyr Baelish, era alto quanto uno di dodici e quel Ditocorto sussurrato malignamente fra gli ampi corridoi della Fortezza Rossa faceva ancora male. Aveva sedici anni, ed era il Maestro del Conio più giovane che Approdo del Re avesse mai vantato.
Eppure restava Ditocorto, il ragazzino tanto sciocco da farsi quasi ammazzare da Brandon Stark, il figlio unico di una casa minore cresciuto e ripudiato dai Tully, il beniamino di Jon Arryn – il Primo Cavaliere dal fiato nauseante, bell'affare – non era mai Petyr Baelish, il ragazzo geniale che creava l'oro dal nulla, no: solo Ditocorto, troppo basso per essere guardato.
Al sicuro fra le pareti delle proprie stanze, ogni suo sorriso diventava un sogghigno.
Quale gioia sapersi già re senza che nessun altro potesse sospettarlo.


Margaery Tyrell, 173 parole.

Non aveva mai creduto che Renly sarebbe stato un grande re, ma si era convinta che perlomeno sarebbe stato un re. Margaery avrebbe avuto la sua corona, il suo nome sarebbe riecheggiato fino all'ultimo confine dei Sette Regni e le sue mani avrebbero stretto ogni dominio sulle terre e sui mari.
Sarebbe stata grande, lei. Non affiancata da un grande re, certo... ma una grande regina non aveva bisogno di grandi re – ma lei aveva ancora bisogno di Renly, dannazione, lei non era ancora regina.
«Lord Baelish?».
L'uomo aveva già un piede sulla staffa del proprio cavallo.  
«L'esercito dei Tyrell verrà con voi».
Negli occhi di Ditocorto comparve un lampo divertito.
«E dire che avevate sputato sulla mia proposta con un ardore tanto onorevole... lieto di vedere che la mia futura regina saprà governare con integerrima coerenza».
La giovane assottigliò furiosa le palpebre.
Regina Margaery.
«Fatemi regina» ordinò. «Non verrete dimenticato».
Alla luce delle torce del'accampamento, era difficile stabilare se Ditocorto stesse sorridendo o sogghignando.
«Mia lady, di questo potete starne certa».







   
 
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