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Autore: Hilarie Winfort    30/11/2012    3 recensioni
"Ti sei mai innamorato? Dopo la mamma intendo, quando hai capito che con lei non era amore... Sei riuscito a trovarlo?"
"Si, poi l'ho trovato"
Accarezzai il profilo della sua guancia.
"E com'è finita?"
Cominciò a ridere senza che capissi il motivo.
"Non lo so Nessie, devo ancora scoprirlo"
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Quileute, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 1 ಌ

"Tranquilla tesoro, andrà tutto bene"
Mi rassicurarono ancora una volta mamma e papà.
Il giorno dopo avrei iniziato il primo anno nella scuola superiore di Forks.
Non ero mai stata troppo brava a relazionarmi con gli umani, ero abituata a vivere
nel mio mondo, con vampiri e licantropi.
E non era mai stato facile nascondere il fatto che fossi metà umana e metà vampira.
Sospirai e cercai di convincermi che sarebbe andato tutto bene.
"E dai Nessie, non ti facevo così fifona",mi schernì una voce familiare.
Jacob Black fece il suo ingresso trionfale nella stanza, con un sorriso stampato sulle labbra.
"Jacob!",esclamai andandogli incontro.
"Buongiorno Nessie",sussurrò stringendomi in un abbraccio.
Jacob era il mio migliore amico, c'era sempre stato, era presente in ogni ricordo che avessi.
"Sei cresciuta ancora!",esclamò con una strana espressione.
Finsi di non notare lo sguardo carico di apprensione dei miei genitori.
Era così ormai da un pò con Jacob, da quando avevo cominciato ad entrare nell'adolescenza.
"Vedrai, ti divertirai",disse cambiando argomento.
"Lo so, insomma non è la prima volta che vado a scuola"
Deglutii e aggiunsi:"Ma è la prima volta che ci vado così"
Mi riferivo al cambiamento del mio corpo.
In un paio di settimane ero cresciuta notevolmente.
"Stai diventando una donna",disse Jacob in un sussurro.
Chinò la testa ed evitò di incontrare il mio sguardo.
E di nuovo i miei genitori cambiarono di espressione.
Mi alzai dal divano e mi diressi verso la mia camera facendo segno a Jacob di seguirmi.
Passavamo interi pomeriggi nella mia camera a guardare film, giocare a carte o a scacchi.
"Sei sicura di voler restare in camera?"
Lo fissai per un secondo, chiedendomi come mai fosse così strano negli ultimi tempi.
"Si, abbiamo ancora una sfida aperta a scacchi"
Sorrise e si sedette accanto a me sul divanetto.
"Lo so. Ma.. preferirei restare fuori. Potremmo correre un po' nella foresta,
o andare a trovare i nonni o gli zii."
Non mi andava proprio di stare fuori quel giorno, avevo voglia solo di stare tranquilla
con Jacob nella mia camera a giocare, come facevamo prima.
"Ok",dissi in un sussurro.
Mi alzai dal divano di malavoglia pronta ad uscire dalla stanza.
"O forse potremmo restare qui, se non hai troppa paura di perdere"
La sua voce mi fece bloccare sulla soglia di uscita.
Mi voltai e con un sorriso mi avvicinai a lui.
"Grazie",sussurrai prima di stampargli un bacio sulla guancia.
"Tra qualche minuto non mi sarai più così riconoscente"
Scoppiammo entrambi a ridere e iniziammo a giocare.
Passammo gran parte del pomeriggio a chiacchierare e a giocare.
Jacob era una delle persone più importanti della mia vita.
"E ora di cena",la voce di mia madre mi fece tornare alla realtà.
Quasi tutte le sere la mamma preparava da mangiare solo per me e Jacob, o qualche altro lupo
che si fermava a cena. Mamma e papà dovevano cacciare per nutrirsi e di tanto in tanto lo facevo anche io,
ma preferivo di gran lunga il cibo umano.
Io e Jacob ci avvicinammo affammati alla tavola.
"Vieni un secondo Jacob?",la voce di mio padre costrinse Jacob ad alzarsi da tavola.
"Tu comincia pure a mangiare",aggiunse rivolto a me e addolcendo il tono di voce.
Di cosa dovevano discutere all'ora di cena?
Aspettai che se ne andassero e poi mi alzai da tavola.
Li seguii, erano andati in soggiorno.
Mi fermai sulla soglia facendo attenzione a non farmi vedere.
Mamma e papà erano davanti a lui e lo fissavano con quella espressione.
Non riuscivo a distinguere chiaramente quello che dicevano perché ero lontana,
avevano programmato tutto in modo che non potessi sentirli.
"Ormai e cresciuta, non puoi Jake",disse mia madre preoccupata.
Cercai di sforzare l'udito, stavano parlando di me!
Mio padre si limitava a fissarlo in modo torvo.
"Lo so! Cosa credete? Mi fissate in quel modo, come se non sapessi che..."
Non riuscii a capire il resto della frase.
"E allora perché ci sei andato?!"
Mio padre aveva uno sguardo che non gli avevo mai visto.
"Sentite, so che... che è diventata grande. Ma mi conoscete, io... io non potrei mai fare.."
Di nuovo non riuscii a capire il resto della frase.
"Solo, cerca di..."
Salii di corsa le scale quando li vidi abbandonare la stanza.
Quando mi videro seduta a tavola, con il cibo intatto e il respiro affannato mi guardarono sospettosi.
Passai il resto della serata a chiedermi il motivo della discussione.

  
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