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Autore: hanaemi_    30/11/2012    2 recensioni
Primo incontro tra Prussia, all'epoca Ordine dei Cavalieri Teutonici e Ungheria, un ragazzetto tutto pepe. Come finirà? [709 parole]
«[...] Ungheria si voltò. "Il mio nome?" Abbassò il capo, con un sorrisino furbo. "Non ho un nome, chiamami semplicemente Ungheria."»
P.S. Nella prima parte il POV di Ungheria è al maschile perché, come si vede dal manga/anime, lei stessa si considerava un maschio :)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When I first met you



{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Prussia x Hungary
Pairing: Prungary
Parole: 709.}



Ungheria stava sdraiato sull'erba e osservava il cielo. Era un bel mattino di primavera e le pallide nuvole in cielo si rincorrevano pigre, formando un mosaico di strane forme. La pallida luce del sole gli indorava i capelli e gli riscaldava il viso, mentre il tiepido vento primaverile faceva muovere le fronde degli alberi e la sua frangetta. Chiuse gli occhi, completamente rilassato. Gli piaceva passare un po' di tempo così, in tranquillità assoluta, senza pensare a nulla e a nessu....

"Ehi, tu!" sentì una voce che urlava. Pensando che fosse lui la persona chiamata in causa, si tirò a sedere e aprì gli occhi, infuriato perché era stato disturbato mentre si stava riposando.
"Chi diamine è che mi vuole?" fece seccato, voltandosi verso il punto da cui era provenuto il richiamo. Scoprì che era un ragazzino della sua età, dai capelli bianchi e gli occhi rossi, che l'aveva appena chiamato. E sembrava anch'egli infastidito. Ungheria si alzò e a braccia conserte gli si avvicinò, per poi girargli intorno per poterlo osservare meglio.
"E tu......chi saresti?" fece, fermandosi giusto di fronte a lui.

"Non sai chi sono io?!" controbattè il ragazzino, con tono stupito. "IO" e, dicendo questo, si battè orgogliosamente un pugno sul petto "sono l'Ordine dei Cavalieri Teutonici. E questo territorio appartiene a me, quindi smamma!" concluse, puntandogli l'indice contro.

"Ehi, ehi, ehi, momento! Da quando in qua questo territorio sarebbe tuo, come dici? Io vengo a riposarmi qui da parecchio tempo ormai e mai nessuno mi ha detto di andarmene. Quindi non sarai di certo tu colui che mi farà sloggiare!" rispose Ungheria, con le mani sui fianchi. Ora si stava veramente innervosendo. Se solo avesse detto qualcos'altro, lo avrebbe strangolato, poco ma sicuro.

"E invece dovrai traslocare da un'altra parte, se non vuoi che ti dia una lezione!"

"Ah sì? E dimmi, Biancaneve, con quel fisico così fragile saresti in grado di "darmi una lezione"?"

"B-Biancaneve?! Hai osato chiamare il Magnifico...Biancaneve? La pagherai per questo!"

E così cominciarono a darsele di santa ragione, rincorrendosi per tutto il prato, finchè, dopo qualche ora, non crollarono entrambi al suolo, esausti.
"Devo dire che ti ho sottovalutato..." rispose Ungheria, prendendo fiato a pieni polmoni mentre con la manica della camicia si puliva il rivoletto di sangue che gli scendeva a lato del labbro inferiore.

"Mai sottovalutare il Magnifico Me!" rispose il ragazzino, ridacchiando. "Allora, hai imparato la lezione?"

"Sì, non ti chiamerò più Biancaneve. Però in cambio voglio poter venire qui a riposarmi quando voglio."

"Uff, e va bene...."

"Yay! Grazie, ehm.....com'è che ti chiami?"

"Gilbert."

"Gilbert, uhm....carino. Ma preferisco Gil. Sì, d'ora in poi ti chiamerò Gil. Bene, s'è fatto tardi, è ora di rientrare. È stato bello conoscerti, Gil, spero di rivederti presto!" E con questo prese ad incamminarsi verso casa. Ma Gilbert lo richiamò.

"Ehi, ehi, ma non mi hai detto il tuo nome!"

Ungheria si voltò. "Il mio nome?" Abbassò il capo, con un sorrisino furbo. "Non ho un nome, chiamami semplicemente Ungheria."

"E allora, Ungheria, quand'è che posso rivederti?"

"Uhm...domani, stesso posto, stessa ora, ti va? Così mi prendo la rivincita!"

"Kesesesesese! Vedremo, vedremo, Ungheria! Stai pur certo che vincerò di nuovo!"

"E tu stai pur certo che questa volta non mi farò battere! Mi allenerò tutta la notte! A domani!"





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Eliza abbozzò un sorriso, abbandonandosi contro il petto di Gilbert.

"Che hai da sorridere?" fece questi, accarezzandole i lunghi capelli.

"Niente, mi è venuto alla mente il nostro primo incontro..."

"Ah, sì! Quando mi chiamasti Biancaneve..."

"Già! Ancora te lo ricordi?"

"Certo! Mai insulto mi ha ferito tanto nell'orgoglio come quello, essere paragonato a una principessa, puah!"

"Ahah, e ti ricordi che ti dissi che ti avrei sconfitto?" rispose lei, sollevando la testa e facendo, così, incrociare i loro sguardi.

"Oh sì. E da quel momento hai sempre vinto tu. Sempre. E hai vinto anche una cosa importantissima."

"Cosa?"

"Ma come, non lo sai?" E, così dicendo, intrecciò la sua mano sinistra con la sinistra di lei e osservò le fedi d'oro gemelle agli anulari di entrambi. "Hai vinto il mio cuore.." e la baciò sulle labbra, stringendola dolcemente a sè.

Quando si sciolsero da quel bacio, Ungheria sussurrò: "Chi l'avrebbe mai detto, eh?"

"Già, chi l'avrebbe mai detto..."
   
 
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