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Autore: ParalyzedArtwork    30/11/2012    0 recensioni
Cassie vivrà una magica storia al centro della sua mente, come la bellissima Alice nel suo splendido paese delle meraviglie.
Osservando ogni piccolo particolare di ogni giorno e ricordandosi tutta la sua storia ormai persa.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con grazie ed eleganza, del mio fare, sono sommersa dai capelli, e per di più in una posizione assai scomoda.
Meglio rialzarsi e controllare, che nulla si sia rotto, prima meglio finir a sgusciare via, da questo recipiente. Sembro un soldato in addestramento, beh, potrei cercare di entrare in una scuola militare, non sarebbe una cattiva idea. O magari il mio vero sogno è un altro?
Lasciamo perdere questi strani discorsi, che già mi trovo in una situazione decisamente strana, star su pure a rimuginarci credo sia la cosa peggiore.
Perfetto! Credo che per una volta, almeno un secondo, millesimo, infrarosso di quarto di luna, spicciolo di un soldo, la fortuna mi assista!
A quanto sembra questa tazzina è di plastica, e la cosa gioca a mio favore; solo tirarla su da terra è veramente faticoso.
Ed un, dù e trè! AHHH!
Sta volta, sono morta, no peggio, mi sono rotta tutto e rimarrò inferma per tutta la mia vita, oddio, magari sono solo caduta negli inferi!  Solamente, qualunque cosa sia successa, dolore atroce, prima e dopo. E nuovamente capelli sugli occhi. Non riuscirò mai ad alzarmi adesso, non credo di sentire più la schiena. Rimarrò qui, a terra per sempre. Vorrei, capire tanto, che cosa è successo, stavo rialzando la tazzina e.. E.. Bum! Sono inciampata, mi sono capovolta non so spiegarmi. Sì, devo aver fatto una bella capriola; con urto della tazzina, visto che l’unica cosa che credo di aver capito è la botta che le ho dato al finale. Sono ancora più morta di prima, perfetto! Altro che Dea della fortuna, che mi ama, mi odia proprio tanto. Per lo meno scostiamo questi capelli dalla faccia, almeno è un passo in avanti.
Ho la sensazione che la stanchezza inizi a farsi sentire, come gli strozzini dopo una settimana. Insistente, angosciante e silenziosa.
C’è una strana atmosfera, non so quanto tempo sia passato da quando mi sono allontanata da “posto” versione bianco, forse ho percorso milioni di km, ma ciò appare poco plausibile. E’ tutto così confuso, e inizia ad essere buio, rimane solo quello spiraglio lì giù.
Diventa tutto più buio, sempre più velocemente. Magari accade sempre.
E come conoscere, ma non saper di conoscere.
Forse è la fine, dopo la caduta, non capisco.
Solo che è buio, ed ho tanto bisogno di addormentarmi..

Era come, quando vengono lasciate le persiane della finestra leggermente socchiuse, in modo che al nostro risveglio, la luce possa cullare il nostro risveglio. Quando, la luce ti colpisce, e inizi ad avere la percezioni di tutto ciò che ti circonda, delle urla, delle frasi, di anche un piccolo oggetto che viene spostato ed una porta chiusa, quando sei in dormi veglia; hai la percezione di tutto ciò che accade, ma non sei ancora pronto a svegliarti. Hai ancora bisogno di dormire. O solamente lo vuoi.
Vuoi poter renderti conto dei tuoi sogni e poterli immaginare, esserne veramente padrone.
Non voglio aprire gli occhi. Anche se questa luce è troppo forte, vorrei restare qui a dormire, perché so che ancora non è arrivato il mio momento. Ho ancora bisogno di sognare, ma cosa? Adesso la luce si è resa anche calda ed accogliente. Forse è meglio svegliarsi.
Eccomi qui, a “posto”. Se ancora posso definirlo così. Mi sto guardando intorno, e c’è qualcosa di strano, ancora non sono nella mia casa.
Meglio chiudere gli occhi, sto ancora sognando. Ok, contiamo fino a cinque.. Uno.. Due… Tre… Quattro.. Cinque.. Tutto sarà tornato sicuramente “normale”? No, sono sempre nello stesso posto a quando pare.
Meglio alzare, magari, mi sono scordata di questo lato di “posto”.
La mia schiena. Si dormire sdraiati a terra, non fa bene. Strano però, mi fa male anche la spalla.. Sarà sempre per questo, certamente. Perché tutto deve sembrarmi così, insolito?
Oh, una tazzina in porcellana, e c’è anche uno specchio! Meglio vedere come sono conciata, caso mai arrivasse qualche d’uno.
 Era uno specchio di quelli alti e con poco spesso, di forma quasi ellittica, che rispettivamente alla stessa altezza su due dei lati dell’asse orizzontale presentava dei punti di aggancio, da cui si diramavano, dei bracci che scendevano verso il basso, fino ad andare a formare la base. Uno di quegli specchi di fronte di vetro e dietro senza. Meglio vedere come sono conciata, caso mai arrivasse qualche d’uno.
C’erano riflessi dei lunghi capelli neri, una veste bianca, un viso pallido.
E poi il vento, faceva freddo, anzi, aveva iniziato a fare freddo. Molto freddo. Meglio trovare una coperta, se possiamo dire qui ce ne siano.  Girandomi diedi un ultimo sguardo all’immagine riflessa nello specchio e con forza afferrando, con entrambe le mani i lembi dello specchio, e lo spinsi in modo da farlo girare e liberarmi da quell’immagine.
Ed ancora una folata, ancora una, ad annunciare cattivo tempo. Meglio andare. Il sole, che passava dal buchetto infondo a tutto, riscaldava ogni cosa colpita dal suo enorme raggio, ma il vento era cattivo, e sempre più intenso. Come un fantasma, o del fumo, leggero, che ti avvolge, ma che lascia con sé una grande sensazione sgradevole o piacevo che sia. In questo caso era un formicolio. Freddo, quasi carico di tristezza, ma lieve e leggero. Momentaneo. Non capivo da che parte tirasse il vento girandomi e rigirandomi non riuscivo a comprendere la sua provenienza.
Era tutto così confuso, guardavo questo luogo, pieno di giochi dalle bambole agli orsacchiotti, tutti immensamente grandi e con un’idea di morbidezza solo allo sguardo. Il vento aveva catturato tutti i miei capelli,
e adesso stavano danzando insieme. Non c’era tempo per continuare a pensare. Qualunque cosa fosse accaduta, questa era la verità ed adesso dovevo sfuggire a questo potenziale uragano.. Ok, la questione si sta mettendo veramente male. Direi troppo, meglio incamminarsi.
Uhm… Ma in che direzione? Non vedo nulla con la luce... Una casa? Sono salva sì!
   
 
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