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Autore: Rota    30/11/2012    1 recensioni
[Team Fortress 2]
Il suo corpo non provoca alcun rumore quando si appoggia alla parete verticale e poi scivola lungo il muro, fino a collidere col pavimento e lì rimanere. Si toglie con un sospiro leggero, appena percettibile, prima il guanto destro e poi quello sinistro, liberando le mani ormai inutili ad ogni gesto.
Hanno vinto.

[HeavyMedic - leggero Slash]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: margherota
*Titolo: Victory
*Fandom: Team Fortress 2
*Personaggi: Heavy, Medic/ HeavyMedic
*Generi: Introspettivo, Drammatico
*Avvertimenti: What if...?, Flash fic, vaghissime tracce di Slash
*Rating: Giallo
*Prompt: E il loro respiro fievole soffiò per un po' di vita (L'oscurità - G. G. Byron)
*Note: Ormai sono banale, direi XD buona lettura, btw :D (L)










Il suo corpo non provoca alcun rumore quando si appoggia alla parete verticale e poi scivola lungo il muro, fino a collidere col pavimento e lì rimanere. Si toglie con un sospiro leggero, appena percettibile, prima il guanto destro e poi quello sinistro, liberando le mani ormai inutili ad ogni gesto.
Hanno vinto.
Il Demolitore è ancora intento a ridere, assecondando quella specie di isteria che sempre lo prende nei momenti di minor tensione, come se scaricasse tutto assieme qualcosa tenuto a stento al suo interno – probabilmente, anche bere tutto quell'alcool aiuta il suo stomaco e il suo fegato a reggere. Il pavimento di legno della struttura trema un poco a causa del ballo assurdo del Piromane, e il Medico vede a malapena la sua ascia vibrare in aria e roteare tra le sue mani e i suoi polsi. Ancora poco e la Spia avrebbe fatto la sua comparsa, entrando dalla porta in fondo alla stanza.
Tutto ciò che riguarda gli altri componenti della squadra è fuori, nella migliore delle ipotesi seccato da una pallottola di dubbia provenienza, nella peggiore separato in così tanti pezzi da non riconoscerne neppure più la natura umana.
-Abbiamo vinto... eh, Dottore?-
L'uomo volta appena il viso ma deve sistemarsi gli occhiali – rotti – sul naso per riuscire a scorgere l'espressione della persona che gli si è rivolta.
Il Grosso sorride ancora, ma è evidente che fa fatica. Si tiene la pancia con la mano grande, abbandonata la propria mitraglia poco più in là, dove comincia la scia di sangue che finisce e si allarga sotto la sua figura. Nonostante il palmo ampio, l'uomo non riesce a contenere tutte le interiora al proprio posto.
Il Medico non ricambia il gesto, eppure non fa scivolare lo sguardo altrove: lo tiene puntato sul volto di lui, fermo e deciso.
-Abbiamo vinto.-
Il Grosso sembra in procinto di ridere, ma gli esce dalla gola soltanto un colpo di tosse pieno di sangue, quindi rinuncia. Si stende per lungo sul pavimento e ogni movimento del suo corpo cessa. Già i suoi occhi si fanno più vacui – e la voce che, con un rantolo, esce dalle sue labbra stride come il gracchiare di un corvo esanime.
-Sono felice. Ho vinto e sono insieme al Dottore.-
Lui non dice nulla, si accontenta di ascoltare i suoi sospiri dal ritmo sempre meno stabile.
Si concentra sull'immobilità della Centralina dell'Ingegnere nemico accanto a loro due e ne guarda le canne rivolte verso il basso, che da sole riescono ad esprimere una tale desolazione che è quasi superfluo, a quel punto, fermarsi ad osservare anche il corpo del loro creatore, aperto a metà sul pavimento dall'ascia di quel demente del Piromane non più di venti minuti prima.
Il Medico muove appena il braccio, e nell'istante in cui tocca la spalla del Grosso pare quasi che l'altro gli si avvicini per riflesso. In realtà, l'unico movimento che il russo è in grado di compiere, in quel momento, è mantenere inalterato il suo sorriso gigantesco. Non ha più altro pensiero in testa.
Un'ultima cosa gli ruba la vita definitivamente, un sospiro più lungo degli altri che assomiglia tanto ad un insieme scomposto e informe di parole dall'effimero senso compiuto. Il Medico non è neppure certo di aver inteso bene quello che l'altro gli comunica, tuttavia alle orecchie gli arriva qualcosa che vuole tenersi stretto, qualcosa in cui vuole davvero credere prima di intendere davvero la morte nel suo sguardo e nella rigidità delle sue membra. Perché il nulla che segue non avrà più la sua voce.
-Sono felice.-
   
 
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