Fanfic su artisti musicali > Union J
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Autore: myidolsloveme    30/11/2012    2 recensioni
per lui fu solamente un bacio.
per me fu il mio primo bacio.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero ad una festa.
A quella festa.
Quella festa che aspettavo ormai da tanto, forse troppo, tempo e finalmente era arrivata.
Mi trovavo sola, o meglio con mio padre, ma lui era fuori chissà dove.
Era la festa di x-factor, dove si trovavano tutti quelli del programma e pochissime persone, tra cui io, che avevano vinto un concorso.
Si, ero stata abbastanza fortunata.
L’unico motivo per il quale partecipai fu per vedere gli union j ma non ci speravo assolutamente, e invece è andata così.
Una volta entrata fui accolta da una gentilissima signora che mi accompagnò per tutto l’albergo, facendomelo anche visitare, finché non fossimo arrivate alla camera della festa.
Aspettai dapprima le altre ragazze che avevano vinto, per non entrare sola, e insieme ci facemmo coraggio.
Fumo e alcool ovunque, chi l’avrebbe mai detto.
Non sopportavo quell’odore ma dovevo assolutamente trovare e ringraziare quei quattro, per poi dare una lettera importante ad uno di loro: jaymi.
Era molto, forse anche troppo, importante per me e quando fece coming out fui la ragazza più felice del mondo.
Non avrei mai voluto vederlo con chissà quale altra donna accanto, sono stata fortunata anche in questo.
Dopo circa cinque minuti persi a pensare sentii una spinta da dietro che attirò la mia attenzione.
Era james. Lo salutai e gli dissi che era bravo, perché effettivamente era così, ma poi riuscii ad abbattere quel muro che avevo davanti e mi feci spazio tra la folla.
Ero in cerca di loro, di lui.
Girai per circa mezz’ora, tra cantanti e giudici, senza trovare loro.
Incrociai uno sguardo, forse era quello di JJ, ma subito dopo lo persi e non ci diedi importanza.
Decisi allora di sedermi sulle scale, unico posto ancora non infettato da quell’orrendo miscuglio di fumo e bevande.
Continuavo a fissare quella lettera e a battere un piede per terra, forse per la rabbia o forse per la tristezza.
Quando feci per alzarmi qualcuno mi venne contro, facendomi quasi cadere, così d’impulso io mi aggrappai a qualche punto sconosciuto di quel qualcuno e lui fece lo stesso.
Alzammo gli sguardi contemporaneamente e ciò che vidi fu il paradiso.
Si fermò tutto, per me. Ma tutto riprese a muoversi non appena lui si staccò sorridendomi per poi salire sopra, lasciandomi a bocca aperta su quelle scale.
Era lui. Era jaymi.
Solo allora mi ero resa conto di ciò che era accaduto e per cosa batteva il mio cuore.
Provai a salire sopra ma al terzo scalino mi fermai.
Non avevo il coraggio di proseguire, un po’ per timidezza un po’ per paura.
Così decisi di sedermi, di nuovo, su quello scalino, più precisamente sul punto dove ci scontrammo.
Ripensai alle sue mani delicate sul mio corpo, al suo sguardo, al suo sorriso.
Quando finalmente decisi di non pensare più a niente e andare alla sua ricerca, ecco un altro scontro.
«Ancora qui?» disse lui sorridendomi e fissandomi.
Lo stesso sguardo di prima. Lo stesso sorriso di prima.
Dopo un po’ ritornai alla realtà, forse troppo tardi dato che mi aveva già lasciata e si dirigeva chissà dove.
«Emmh…Jaymi.» dissi facendolo girare.
Con la mano tremante gli passai la lettera e corsi via, in una parte sconosciuta di quell’albergo.
Non so perché l’avevo fatto, non so perché ero scappata senza nemmeno rivolgergli una parola.
Senza nemmeno dirgli grazie.
Mi ritrovai, non so come, in un piccolo giardino con tanto di piscina e amaca. Forse tanto piccolo non era.
Mi distesi sull’amaca, circondata da lucette che sembravano natalizie, anche se non lo erano.
Chiusi gli occhi e iniziai a pensare.
Pensavo al perché di ciò che era accaduto. Perché non ero riuscita nemmeno a dirgli “scusa”?
Perché non ero riuscita a dirgli “grazie”? Forse l’emozione, la paura, la tristezza.
I miei pensieri, come ogni volta, vennero interrotti da alcuni passi.
«Sapevo che eri qui.» disse ridendo.
Era lui, di nuovo.
«Cosa ci fai qui?» dissi balbettando, riuscendo finalmente a mettere due parole in fila.
«Questa domanda dovrei farla io in realtà.» rispose sedendosi sull’erba, di fianco l’amaca.
Scesi da lì e mi avviai non so dove, forse lontano da lui.
«Dove vai? Non voglio mica mangiarti.» rise. E io con lui.
«Mi è piaciuta la lettera.»
«L’hai letta davvero?» dissi tutto d’un fiato, nascondendomi con le mani per la vergogna.
«Si, l’ho letta davvero. Ed è davvero bella. Grazie
Mi aveva ringraziata. Aveva ringraziato me.
Ero io quella che doveva ringraziarlo ma non feci in tempo.
«A quanto pare non parli molto, quindi lo faccio io. E’ stato davvero un bel gesto. Non posso dirti che è stata la prima lettera che ho ricevuto ma sicuramente una delle più importanti.» si fermò. «Se non la più importante.» continuò sorridendo.
Senza lasciarmi parlare, cosa che comunque non avrei fatto, si avvicinò a me e in pochi secondi mi ritrovai, in lacrime, tra le sue braccia.
«L’avevi detto, qui dentro, che volevi piangere sul mio petto. Eccoti accontentata. Ma avrò modo di sentire la sua voce?»
Non riuscivo a crederci e a stento riuscivo a capire ciò che diceva tanto che ero emozionata.
L’unica cosa che potevo fare, e volevo fare, era fiondarmi di nuovo fra le sue braccia, e così fu.
Mi accolse, di nuovo, e mi fece provare l’esatta sensazione di prima.
Del primo abbraccio.
«Grazie.» riuscii a sussurrare tra le lacrime.
Ciò, probabilmente, gli suscitò qualcosa che lo indusse a stringermi ancora di più.
Sempre di più. Avrei voluto fermare il tempo.
Ci staccammo e, quasi imbarazzata, asciugai le lacrime sorridendo.
«E… sei bella. Non pensare a ciò che dicono gli altri ok?» si, nella lettera avevo scritto anche questo.
Avrei voluto abbracciarlo di nuovo ma poi sarei sembrata ridicola, quindi cercai di evitarlo.
«Grazie mille jaymi, ti amo davvero tanto.» dissi ancora con gli occhi lucidi, pronti a scoppiare di nuovo.
Stavo parlando con una delle persone più importanti della mia vita e ancora non me n’ero resa conto o, se era successo, ero ancora sotto shock.
Parlammo per, non so, circa un’ora.
Riuscii a parlare, mi sentire subito al mio agio e per ogni cosa rideva, mostrando quel suo sorriso splendente.
Si erano fatte le 22.00, probabilmente, ma non mi rendevo conto del tempo e di quanto velocemente passava.
Vidi dei ragazzi avvicinarsi verso di noi e mettendo la vista a fuoco notai che erano tre.
Gli altri tre componenti. A momenti potevo svenire, ma decisi di controllarmi.
«Hai fatto conquiste eh?» disse JJ dando una pacca sulla spalla a jaymi.
«Smettila. Piuttosto presentatevi va.»
«Quella che dovrebbe presentarsi in realtà sarei io, ma dettagli.» risposi sotto lo sguardo di tutti, arrossendo subito dopo.
«Parlo io va.» disse jaymi fissandomi e ridendo. «Si chiama Ro.»
«Figo. Credo sia inutile presentarsi.» ribadì George, ridendo anche lui.
«Bel nome!» dissero in coro Josh e JJ.
«Cosa ci fate qui soli?» chiese Josh.
«Niente di che, mi aveva portato una lettera e stavamo parlando un po’.»
Ricevette degli sguardi maliziosi dai ragazzi, che subito dopo si guardarono e sorrisero silenziosamente.
«Sapete che son fidanzato, idioti.» un po’ faceva male ma sempre meglio con Olly che con chissà quale ragazza del mondo.
«Mmmh, vabbè. Vi lasciamo soli allora. A dopo.» disse infine JJ dando una piccola spinta all’amico, che gli mandò un’occhiataccia.
«Lasciali perdere. Piuttosto con chi sei?»
«Da sola. Cioè c’è mio padre ma è rimasto fuori e sinceramente non so dove sia e come farò a trovarlo.» dissi ridendo imbarazzata.
«Dopo ti aiuto a cercarlo. Stare da sola per queste strade, di notte, non è una bella cosa.»
«Oh, va bene. Grazie.» dissi sorridendo, e lui con me.
Ci scambiammo i sorrisi più sinceri, probabilmente.
Tra risate e, ogni tanto, abbracci si fece mezzanotte.
Dovevo andare. Andare significava dimenticare tutto, far di quella serata solo un ricordo.
Uno stupendo ricordo.
«Emmh..jaymi, dovrei andare…»
«Certo! Andiamo.» disse alzandosi e porgendomi una mano, che presi senza esitare.
Entrammo in quella stanza sotto lo sguardo stupito di alcune persone, forse per essere stati troppo tempo fuori, chissà.
Uscimmo fuori e chiuse la porta.
«Aspetta qui.» rientrò, forse per avvisare gli altri.
Dopo circa cinque minuti tornò, scusandosi del ritardo.
Chiamai mio padre per sapere dove si trovava e nominò un locale, a me ovviamente sconosciuto.
Fortunatamente jaymi lo sapeva, ma disse che era abbastanza distante dall’albergo.
«Vuoi andare con la macchina o a piedi? A piedi sarebbero circa dieci, quindici minuti.»
«Per me è uguale.» dissi sorridendo.
«Andiamo a piedi va.» disse ridendo e dandomi una piccola spinta, mettendo poi un braccio attorno al mio collo.
Forse aveva capito che volevo passare ancora del tempo con lui.
Arrivammo quasi a destinazione e ci fu qualche minuto di silenzio.
In lontananza vidi mio padre, così jaymi tolse immediatamente il braccio dalla mia spalla, che aveva mantenuto per tutto il tragitto.
«Eccoti. Chi è questo bel giovanotto? E’ quel jaymi là, o come si chiama?»
«Si è lui.» dissi grattandomi la testa, imbarazzata.
«Piacere signore.» disse jaymi sorridendo.
«Piacere mio ragazzo. Mia figlia ti ama tanto.» si fermò a guardami, e jaymi anche. Poi continuò.
«Beh, ora vado a prendere l’auto e se vuoi ti posso anche dare un passaggio all’albergo.»
«Non si preoccupi, posso andare a piedi!»
«Nah, vieni con noi, tanto dobbiamo passare comunque per lì!» disse mio padre avviandosi, senza nemmeno farlo rispondere.
Ci sedemmo, intanto, su una panchina lì vicino.
Tremavo sia dal freddo che dall’emozione, così mi mise di nuovo un braccio attorno al collo per riscaldarmi.
«Va meglio?»
Gli feci un cenno con la testa e poi mi appoggiai sulla sua spalla, ma lui me lo vietò.
Alzò il mio mento, mi fissò negli occhi e mi baciò.
Un bacio inaspettato, un bacio meraviglioso.
Aveva ancora il sapore di alcool, ma poco, non aveva bevuto tanto. Forse era ancora un po’ ubriaco, o forse no.
Si staccò e subito tolse il braccio chiedendo scuse.
Eravamo imbarazzati più che mai, fortuna che mio padre tornò.
«Dai ragazzi venite!» ci guardammo e andammo in macchina.
Gli passai un’altra lettera con su scritto “For Unionj” e lui la infilò in tasca, sorridendomi.
«Allora, com’è andata la festa?» chiese mio padre.
Io e jaymi ci guardammo contemporaneamente, sorridendo.
«Bene. Ho fatto foto con diversi cantanti. E’ stato figo.»
«E tu giovanotto?»
«Bene anche per me, grazie.»
Dopo cinque minuti eravamo arrivati all’albergo e la tristezza si abbatté su di noi, o almeno su di me.
Ci guardammo quasi entrambi con gli occhi lucidi, come se quello fosse un addio.
«Beh allora vado.» disse sorridendo e abbracciandomi.
Un sorriso finto, troppo finto.
Iniziai a piangere, silenziosamente e se ne andò.
Forse per sempre, forse no.
Sta di fatto che quella sera era stata la più bella della mia vita.
Avevo dato il mio primo bacio con la persona che più amavo e non potevo desiderare di meglio.
 


SPAZIO AUTRICE.
Saaalve gente!
Sto scrivendo questa mini storia dalle otto lol, volevo finirla prima ma mi distraevo cc
Spero vi piaccia! Recensite per favore, ci tengo :c
Vi lovvo tanto, yo.

  
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