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Autore: _Evanescent_    01/12/2012    2 recensioni
[Ciclo Arturiano]
E se Ginevra non fosse la regina che tutti pensano? Cosa sarebbe successo se Lancillotto avesse tradito la sua amata? Lei non è la regina descritta nelle ballate medioevali. Tutti sanno che ha tradito il re, ma lui cosa pensava? Lui temeva la sua regina perché era vendicativa. Lei è egoista, sadica e crudele. Chi la tradisce non la passerà liscia. Lei si vendicherà. Ma in che modo?
Genere: Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’ha fatto sul serio. Non la passerà liscia: me la pagherà cara. Non sarò il suo giocattolino che può buttare quando vuole. Deve decidere tra me e lei, mora o bionda, ghiaccio o fuoco, dominare o essere dominati. Non sono il tipo che lascia impunito chi si merita la morte. Mi divertirò con lui. Oh, si che mi divertirò!

Indosso il vestito cremisi che a lui piace, quello che indossavo la prima volta che lo vidi alla corte del re. Il velluto rosso sangue cade a pennello sulla mia pelle liscia e pallida come fossi al chiaro di luna. I tacchi neri che si intonano tanto al cielo scuro di questa notte dove nemmeno la luna vuole assistere a quello che accadrà, ma preferisce nascondersi dietro un esercito di nuvoloni scuri che minacciano neve.

Guardo fuori dalla finestra e penso alle stelle, quei piccoli corpi luminosi che eravamo soliti fissare per ore nel Giardino delle Rose ogni sera, all’insaputa di mio marito. Entrambi non vedranno più una stella fino al giorno del giudizio. Non si tradisce una regina. Non si tradisce me. Non si pretende di restare impuniti.
Sto passeggiando lentamente per il corridoio del castello che porta all’entrata, quando il portone si spalanca e insieme a lui entra un pugno di quella neve tanto attesa seguita dal vento che giunge presto a scompigliare i miei capelli neri sotto la corona.
Lui non sa che so tutto.
I suoi occhi caldi scaldano il ghiaccio freddo dei miei. Lo fisso intensamente mentre lo invito a seguirmi.
Il velluto pesante del mio vestito striscia suadente sul pavimento, che sembra risplendere sotto la luce delle candele. Le sue armi, d’altro canto, tentennano e tremano cozzando con l’armatura pesante.
Mi volto di nuovo e gli sorrido dolcemente. «Hai messo il vestito che mi piace tanto ...» Sussurra a pochi millimetri dal mio orecchio facendomi rabbrividire «lo sai quanto mi eccita». Sto quasi per cedere alle sue lusinghe quando mi avvicino alle sue labbra senza però sfiorarle. «Oh, certo che lo so» gli rispondo in modo seducente, «Ma so che ti piace molto di più un’altra cosa». Lascio la frase in sospeso aspettando che colga la palla al balzo e mi afferri per i fianchi come ha fatto altre volte trascinandomi nella camera più vicina. Ah, il mio cavaliere! Quante notti passate insieme! Ma non questa, no.
Apre la prima porta che trova ed entra in una delle camere degli ospiti. Sento il muro dietro di me mentre lui infila le mani sotto la mia gonna per sfiorarmi le cosce. Sento il suo respiro caldo mentre mi bacia sul collo. Poi senza neanche accorgermene mi ritrovo sul letto sotto di lui mentre ancora sta togliendosi l’armatura. È rimasto solo con la cotta quando con un agile movimento capovolgo la situazione, mettendomi a cavalcioni sopra di lui. Lo sento gemere mentre lo stuzzico e il suo corpo preme contro il mio con una forza così devastante che quasi mi dimentico del tradimento. Ma no, voglio andare fino in fondo a questa storia, comunque non senza divertimento. Mi chino su di lui e prendo a baciarlo con un impeto tale da sorprenderlo. Percepisco il suo respiro caldo che mi scalda la gola e le nostre lingue giocano muovendosi frenetiche. Le sue mani corrono veloci al mio corpetto cercando di slacciarlo, ma sono fin troppo esperta in queste cose e non lascerò certo che un uomo bisognoso rovini i miei piani. Prima ancora che possa slacciare il primo nodo sono già sulla porta con la spada in mano e rido.

Comincio a correre per il corridoio senza smettere di ridere aspettando che lui mi segua. So che lo farà, non vorrà perdere il suo vantaggio. Infatti mi segue ridendo a sua volta finché non arriviamo al giardino delle rose, o forse dovrei dire il giardino degli orrori. Tutti sanno quanto sia pericoloso aggirarsi per questo giardino di notte, anche il re lo sapeva. Accadono cose strane. Non per niente mio marito è stato ritrovato fatto a pezzi nella fontana rossa di sangue. Tutti credono che sia stato un qualche animale sconosciuto, ma solo io so la verità. Rido di nuovo al pensiero di quella notte. Un risata sadica che farebbe tremare il più valoroso dei cavalieri. Ma lui no, lui non si ferma. Lui si fida di me, ciecamente. Povero illuso!

Sento i suoi passi alle mie spalle e poco dopo le sue braccia tornano a cingermi i fianchi. «Ti ho presa» sussurra tentando di sedurre me, come farebbe con una prostituta da due soldi. Quel pensiero va esplodere la mia rabbia, repressa per troppo tempo. Mi volto velocemente, giusto il tempo perché i suoi occhi incrocino i miei. Senza che io dica niente, capisce che io so. So del suo tradimento. Crolla in ginocchio ai miei piedi e capisce finalmente la gravità del suo gesto.
«Ti prego! Non farlo! È stato un momento di debolezza!» mi prega. Non prova nemmeno a smentire, si arrende e basta. Patetico. Salgo sopra la panchina dove eravamo soliti chiacchierare un tempo e comincio a camminarci avanti e indietro meditando.
«I miei cavalieri non hanno debolezze!» urlo contro di lui ad un certo punto. La mia voce rimbalza e si espande tra gli alberi e gli arbusti del giardino illuminato solo dalle luci del castello.
«Lo so, non sono degno di essere un tuo cavaliere maestà» dice mestamente chinando il capo.
«No, infatti. Non sei degno e non voglio più averti intorno»
Alza la testa di scatto e afferra l’orlo del mio abito implorando il mio perdono. Lo spingo indietro con un calcio e lui arretra di qualche metro. Salto dalla panchina di pietra alla fontana senza alcuno sforzo e mi rigiro Excalibur tra le mani. «Sai, ho sempre preferito arco e frecce a queste insulse armi barbare» dico con voce forte e chiara. «Ma tornando a noi, mio amato Lancillotto...» Non termino nemmeno la frase e lui ha giusto il tempo di gridare il mio nome prima che la sua gola venga tagliata di netto. Il sangue schizza il mio vestito già rosso e gli conferisce delle strane sfumature, ed anche il mio volto viene coperto di sangue quando stacco la sua testa dal corpo che cade ai miei piedi. Rido sadicamente mentre mi lecco il sangue dalle labbra e proferisco al nulla «La regina ti ha già perdonato». Ho appena pronunciato queste parole quando la luna sbuca fuori da una nuvola. Colgo una rosa rossa e prima di posarla sul cadavere del mio amante me la porto al naso per annusare quel profumo che mi aveva incantato dal primo giorno. Sorrido di nuovo alla mia cara sorella luna mentre colgo una mela da un albero lì accanto e le do un morso. Buona, succosa e dolce, come la vendetta. E voltandomi torno nel mio castello, al sicuro dai pericoli del Giardino delle Rose.








-Angolo dell'autrice-
Salve a tutti! Questa è la prima volta che pubblico qualcosa qui su EFP quindi spero che mi perdonerete gli errori commessi, se me li fate notare meglio così li correggo. Spero che recensirete in molti, mi farebbe molto piacere sapere che la storia piace.
L'ispirazione mi è venuta un giorno mentre tornavo da Vienna. Stavo ascoltando Call Me When You'Re Sober degli Evanescence e *SBAM* mi sono immaginata questa cosa. Certamente non era così elaborata, ci ho messo del mio, però l'idea di base era questa.
Non sono riuscita a mettere nessuna immagine per cui dovrete accontentarvi della vostra immaginazione. Scusate! Ringrazio già in anticipo tutte quelle persone che leggeranno la storia e, niente, vi saluto.
Se mi torna l'ispirazione, scriverò qualcos'altro però fatemi sapere cosa ne pensate!
Bye Bye Cicci Spicci :)

PS. Per chi volesse, io sono su Twitter: @_ImGinevra_
  
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