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Autore: Inu_chan    01/12/2012    6 recensioni
Quell’immensa distesa celeste era popolata da creature meravigliose che si muovevano nell’aria spiegando al vento le loro immense ali, agitando nel vuoto la loro lunghissima coda.
Draghi.
Fu allora che Sofia capì. Si trovava nel suo libro! Quel posto, quei luoghi, le creature, l’Albero...
Si trovava a Draconia.
Questa è la mia primissssima Ff, perciò, per favore, SIATE CLEMENTI!!!!!!!!! Diciamo che l'ispirazione è proprio un sogno che ho fatto recentemente (probabilmente quella sera avevo mangiato pesante :]). Magari alla fine della lettura lasciate un commentuccio, per farmi sapere se vi è piaciuta, cosa ne pensate... Purché siano commenti costruttivi, mi raccomando!!
Buona lettura ;-)
Genere: Fantasy, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOGNO



I lunghi fili d’erba, mossi da quella lieve brezza primaverile, le accarezzavano piano le caviglie, solleticandole la pelle diafana. Le fronde intorno a lei, scosse dal vento, producevano leggeri fruscii. Il cielo, nascosto da tutto quel fogliame, riusciva comunque a emanare una luce potente, quasi accecante. Il Sole faceva capolino a chiazze su di lei, riscaldandole piacevolmente le membra.

“Dove mi trovo?”

Per quanto si sforzasse, Sofia non riusciva proprio a riconoscere quel luogo, né ricordava come vi fosse giunta. L’unica cosa di cui era certa era che fino a pochi attimi prima si trovava nella sua cameretta, avvolta nel tepore del piumone disteso sul letto, il suo libro preferito in mano.

Stava rileggendo per l’ennesima volta quel libro che tempo addietro il Prof le aveva regalato. Era un libro di mitologia antica, niente a che vedere con ciò che si studia a scuola.

Le piaceva leggere quei racconti. Immedesimandosi nei vari personaggi, dimenticava persino chi fosse. Per degli attimi incredibili, non era più Sofia, l’orfanella che nessuno voleva, adottata da un professore di storia, la ragazzetta goffa e pasticciona che tutti prendevano in giro. Leggendo quelle righe, anche lei si trasformava in un Cavaliere di Drago, cavalcava creature fantastiche, impugnava armi spettacolari, percorreva mille avventure.

Ed era proprio così che stava facendo quella sera, cullata dallo scrosciare della pioggia che scendeva copiosa fuori dalla finestra.

Ora, invece, si trovava in tutt’altro luogo, catapultata chissà come e quando in quella radura luminosa.

S’incamminò nel folto della boscaglia, un po’ per la curiosità di scoprire qualcosa in più su quel luogo misterioso, un po’ per la speranza di riuscire a riconoscere qualsiasi dettaglio potesse ricordarle casa sua.

Passarono quelli che potevano essere minuti, ore, giorni. Non avrebbe saputo dirlo.

Ad un certo punto le venne fame. Aveva notato dei grossi frutti giallastri appesi alle fronde degli alberi, ma non si era azzardata a toccarli. Non riconosceva niente di quel posto, non era in grado di distinguere se un determinato alimento potesse essere commestibile o meno.

Tutto ciò che era attorno a lei emanava vita. Le foglie, l’erba, la terra su cui posava i piedi, i tronchi, il corso dei ruscelli... Perfino l’aria era purissima: pareva quasi di camminare nell’acqua.
Sembrava un luogo sacro.

A Sofia ricordava molto i posti spesso descritti nel suo libro.

D’un tratto vide uno spiraglio fra due cespugli. Era attraversato da un’intensa luce bianca.

La ragazza capì. Quella era la fine del bosco.

Era incredula: ormai non sperava più di uscirne. Iniziò a correre verso quello che a lei sembrava un miracolo.

Si fece strada togliendo i rami con braccia e mani. Ci vollero un paio di minuti, ma alla fine riuscì a spostare tutto quel fogliame.

E fu fuori.

La luce le ferì gli occhi, tant’è che fu costretta a pararsi il viso con le braccia.

Una volta abituati a tutto quel bianco, abbassò le mani e quello che vide la lasciò a bocca aperta.

Si trovava su un’altura; sotto di lei un’immensa pianura si inoltrava fino all’orizzonte. Il terreno era caratterizzato da piccoli fiumiciattoli, che disegnavano magnifici segni circolari sotto di lei.

Al centro di quel vasto territorio, un albero.

Era lì il centro della vita, Sofia lo capì immediatamente. Da lì partivano tutti quei ruscelli. Le sue radici sembravano estendersi per decine di metri. Era enorme. La ragazza fece un breve calcolo: doveva misurare all’incirca cento metri d’altezza.
Ma non fu questo a mozzarle il fiato.

Fu il cielo.

Quell’immensa distesa celeste era popolata da creature meravigliose che si muovevano nell’aria spiegando al vento le loro immense ali, agitando nel vuoto la loro lunghissima coda.

Draghi.

Fu allora che Sofia capì. Si trovava nel suo libro! Quel posto, quei luoghi, le creature, l’Albero...

Si trovava a Draconia.

La verità la investì potente e lei si accasciò al suolo, incapace di proferire suono, la bocca ancora aperta.

Poi li vide.

Si stagliavano maestosi nel cielo, ognuno magnifico nella propria fierezza.

I Cavalieri di Drago stavano venendo verso di lei.

Atterrarono a circa quattro metri da Sofia, ancora inginocchiata a terra. Lei li riconobbe tutti.

Lidja e Rastaban, dominatori degli spiriti naturali.

Fabio e Eltanin, dominatori del fuoco.

Karl e Aldibah, dominatori del ghiaccio.

Ewan e Kuma, dominatori dell’aria.

E infine loro: Lung e Thuban, dominatori delle piante.

Quest’ultimo si avvicinò alla ragazza, che aveva iniziato a piangere, e portò il muso all’altezza del suo viso.

Sofia pensò di non aver mai visto niente di più bello. Il muso del drago era qualcosa di stupendo, impossibile da descrivere. Il labbro inferiore era verde chiaro, che poi andava sfumandosi di bianco sul ventre dell’animale. Quello superiore invece era più scuro e scopriva due grosse zanne, ma Sofia non ne ebbe paura. Il naso era di un vivace verde smeraldo, che si scuriva via via sul resto del corpo. Gli occhi dorati, ipnotizzatori, la scrutarono a fondo, con un misto di dolcezza e curiosità. Impossibile credere che un tale sguardo potesse appartenere ad una semplice bestia.

La ragazza si accorse di Lung solo quando questi scese dal suo destriero.

Fece qualche passo verso di lei, le porse la mano. Sofia si rimise in piedi grazie all’aiuto del Cavaliere e il ragazzo le afferrò il polso.

Quando glielo lasciò, la ragazza notò un bellissimo bracciale bianco e verde, con un ciondolo che raffigurava l’emblema di Draconia.

Lung le sorrise teneramente, rivelando denti perfetti e bianchissimi. Aveva uno sguardo caldo, rassicurante.

Poi, all’improvviso, tutt’attorno a si fece bianco e Sofia sentì le forze venirle a meno.

L’ultima cosa che vide fu il sorriso del Cavaliere di Drago.



Si svegliò di soprassalto, facendo cadere il libro che aveva sul ventre.

Era di nuovo in camera sua.

Possibile che fosse stato tutto un sogno?

Si guardò il polso.

Vi trovò il braccialetto.

No, era successo davvero.





Angolo scrittrice: Allora, che ve ne pare? Sinceramente, questo era un tema che ho scritto a scuola e devo dire che gran parte della storia me la sono sognata veramente!! ;-)
Passando alle cose serie... Ho fatto un po’ di casino con i vari nomi, mischiando Mondo Emerso, Ragazza Drago e la mia “fervida immaginazione” ;-). Risultato = la brodaglia che avete appena letto :-D.
Mi farebbe davvero molto piacere se lasciaste un piccolo commento. Anche critiche, purché costruttive, mi raccomando!
Grazie mille, un bacione!!!!


  
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