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Autore: Midori_chan    01/12/2012    1 recensioni
[Partecipante al "Contest a Bivi" di Disegni e Parole]
*Attenzione: la storia tratta tematiche delicate*
Lo sguardo si sposta, ondeggia insieme al passo ritmato, mostra una strada: è sporca, lurida, siringhe e preservativi ne ricoprono gli angoli.
L'inquadratura vacilla, cade, diventa nera.
[Dal primo capitolo]
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Hola :3 Questa long partecipa al contest ufficiale del "Disegni e Parole" La storia è in stile, per così dire, cinematografico; ovvero segue i protagonisti come una telecamera. 
Per la storia ci sono state date due immagini, che ho scelto di usare in un solo capitolo (sono in fondo alla pagina).
Nulla, spero di aggiornare presto, anche se a questo mese riprenderò la pubblicazione di altre long che ho da parte. Farò del mio meglio!
A presto,
                 Mid_


 
Non servono parole~


Parte 1° *
 
Lo sguardo si sposta, ondeggia insieme al passo ritmato, mostra una strada: è sporca, lurida, siringhe e preservativi ne ricoprono gli angoli.
L'inquadratura vacilla, cade, diventa nera.
 
-Svegliati!-, chiama una voce. Ride.
La scena si riaccende, a tratti torna nera, come le ciglia che sbattono per pulire gli occhi.
In primo piano c'è il viso macchiato dal sole di un uomo, il sorriso crudele sulle labbra.
-Non sai parlare!-, lo prende in giro.
È seduto a cavalcioni sul suo petto, mozzandogli il respiro, che si sente affannoso.
Il viso si avvicina.
-Muto, dovresti chiamare aiuto-, ride e poi sputa sullo sguardo.
 
Si può scegliere il proprio destino.
[Senzatetto laureato in medicina]
 
-... speriamo tutti che la situazione difficile di questo quartiere possa presto sistemarsi-, sorride alla telecamera.
-Stop!-, fa il cameraman, fuori dalla portata dello sguardo.
Lo zoom fa un rapido primo piano sul giovane giornalista, tutto preso a leggere dal suo cellulare, il microfono ancora in mano.
-Des...?!-
Il giovane alza lo sguardo, confuso; l'inquadratura si sposta sul cameraman, l'attrezzatura ancora sulla spalla, guarda verso un vicolo.
-Hai sentito?-, domanda poi, guardando il giornalista.
-Sì, accendi la telecamera e andiamo a vedere-, risponde il giornalista sistemandosi i capelli.
Iniziano a camminare
Uno spostamento veloce della scena mostra un ragazzo a terra e un'ombra che veloce se ne va verso l'interno del vicolo.
Desmond passa davanti la telecamera, oscura per un attimo la vista, poi si fa di lato, guarda il collega.
-Spegni!-
Corre dal giovane, si accovaccia lì vicino; anche il cameraman lascia stare la sua costosa telecamera, la poggia a terra e raggiunge Desmond.
La vista è lontana, non si sentono le parole.
Improvvisamente lo sguardo è catapultato in aria, poi inizia ad oscillare velocemente.
-Rick, ti hanno fottuto la telecamera!-.
 
A tutti noi manca qualcosa, qualcosa che ci renderebbe perfetti.
[Grande Puffo riferendosi al contenuto dei pantaloncini bianchi]
 
-Riesci a tirarti su?-, domanda Desmond.
Lo sguardo è ancora nero.
-È svenuto?-, fa Rick.
Sempre nero.
-Ti pare che uno sviene con gli occhi aperti?-
Lentamente la scena si schiarisce verso il bianco, esplodendo, infine, in un universo di colori marci: marrone, verde scuro, giallognolo.
-Sta bene?!-, la voce è inferma.
-E' una domanda o un'affermazione, Rick?-, sorride Desmond.
-Mica sono un medico, chiedevo-
L'inquadratura si fa nera per un attimo, poi torna a guardare il giovane sorridente. E' un bel ragazzo, i capelli castani chiari, gli occhi verdi; nei riflessi delle pupille si scorge il ragazzo a terra, il viso bianco e le occhiaie.
La scena si sposta alle spalle di Desmond, si vede il ragazzo a terra che alza la mano, se la porta davanti alla bocca e poi muove la mano, come a dire "No".
-No bocca?-, domanda Rick.
-Sei muto?-, gli chiede Desmond.
Il ragazzo pallido muove la testa su e giù, piano.
-Come lo hai capito? Perché devi essere sempre tu quello intelligente in famiglia-, piagnucola Rick.
-Fratello, a me la bellezza, la bravura, l'intelligenza, a te... non so, qualcosa avrai anche tu-
La scena si muove insieme a Desmond, rimane alle sue spalle.
Il ragazzino si alza con l'aiuto di Rick, poi infila una mano dentro la tasca dei pantaloni e ne tira fuori un fogliettino.
"Josh Crane"
-Così ti chiami Josh... Ehi Josh, ti va se andiamo a mangiare qualcosa?-
L'inquadratura riprende Josh, ancora sostenuto da Rick, che si guarda gli abiti e storce la bocca.
-Passiamo prima a casa-, parla al suo posto Rick.
 
Niente è impossibile.
[Spongebob mentre accende il fuoco sotto l'acqua ]
 
 
Parte 2° *2
 
-Da quando in qua portate a casa sconosciuti?-, il primo piano è su una ragazza dalla pelle ambrata, dall'accento che mette nelle parole si capisce che è straniera, forse spagnola.
-Sembrava ne avesse bisogno-, sbadiglia Desmond, sprofondato nella sua poltrona nera di pelle, davanti al suo ultimo servizio alla televisione nazionale.
-Sì, Soledad, sembrava bisognoso... ed è pure carino-, ridacchia Rick, con una bottiglia di birra in mano, il sedere affondato nel divano.
-Questo che significa?-, commenta la ragazza.
-Significa che a Desmond piacciono i ragazzi carini e bisognosi-
Desmond sbuffa.
L'inquadratura sembra essere nello schermo del televisore, mostra i due ragazzi seduti scomposti e la donna in piedi, dietro l'arco che divide il salotto dalla cucina.
C'è una porta sulla destra, socchiusa. Si può vedere l'occhio chiaro, quasi grigio, del giovane muto.
La porta cigola, la scena si sposta verso il ragazzo, come se fosse nei suoi occhi.
Tutti i presenti guardano verso l'inquadratura, verso il ragazzo.
-Tutto bene?-, domanda la donna.
-E' muto, Soledad-, fa Rick.
-Può comunque annuire, giusto?!-, controbatte l'altra.
L'immagine va su e giù.
-Bene, i miei vecchi vestiti ti stanno. Soledad, è pronta la cena?-
 
... così è la vita.
[Dio che spiega ai suoi figli cosa aspetterà loro]
 
 
-Sai una cosa Josh? Sei il ragazzo più simpatico che sia mai entrato in questa casa, compresi i signori Desmond e Rick-
Soledad sorride in direzione del ragazzo.
Josh accenna un sorriso, poi inizia a scrivere su di un foglio; lo alza, come fanno i bambini per mostrare ai genitori il proprio disegno.
"Ti ringrazio" 
L'inquadratura è dietro alle spalle della spagnola, i capelli scuri che coprono una parte della scena.
Josh gira il foglio verso Rick e verso Desmond, chinando la testa.
-Dov'è che vivi?-, domanda Desmond.
"Lontano"
-Non vuoi tornare a casa-, ride Rick.
"Non è casa"
-Puoi rimanere-
L'immagine è su gli occhi di Desmond, espressivi, maliziosi.
 
-I signori sono brave persone, ma hanno i loro brutti vizi-
L'inquadratura riprende il sedere di Soledad, china a sistemare il divano a mo' di letto.
Josh è seduto a terra, con il cuscino sulle gambe, i capelli ancora bagnati della doccia sopra gli occhi.
La donna si volta.
-Se fossi in te mi guarderei dal signor Desmond-
La donna si accovaccia di fronte al giovane, l'inquadratura laterale li mostra entrambi.
Josh indica Soledad, quella ride divertita.
-No, non gli interessano le donne!-
Soledad lo aiuta ad alzarsi e lo accompagna al divano.
-Sei un po' pallido, sicuro di stare bene?-
Il giovane annuisce e subito dopo starnutisce.
-Vai ad asciugare i capelli!-
 
Lo sguardo è nello specchio, è lo specchio, un po' appannato per la calura della doccia.
Desmond è davanti la superficie riflettente, si sta spalmando per bene la crema sul viso.
Lentamente l'immagine diventa più chiara, mostra Desmond mezzo nudo, con solo l'asciugamano a coprirgli la vita.
Si sente bussare.
-Chi è?-
Nessuna risposta.
-Josh, entra pure-
Il ragazzo apre lentamente la porta e appena vede l'uomo arrossisce.
-Ti serve qualcosa?-, domanda.
Josh si porta un dito alla testa.
-Il phone è lì-, gli indica.
Sono entrambi davanti lo specchio: Josh con gli occhi abbassati, per paura di guardare l'altro e Desmond che non riesce a distogliere gli occhi dal collo chiaro ed invitante del ragazzo.
 
Ho imparato molto dalla vita.
[Un bambino dopo aver giocato a Super Mario]

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* l'immagine che ha ispirato la prima parte.
*2 l'immagine che ha ispirato la seconda parte.
   
 
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