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Autore: Kengha    02/12/2012    4 recensioni
- Perché diamine hai chiamato i Francesi? Non hai pensato potessero inseguire anche te? – Domanda Jack, mentre zigzaghiamo tra i vicoli di Saint Dominique.
Genere: Azione, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelica, Jack Sparrow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
- Questa storia fa parte della serie 'Un oceano di ricordi'
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Note dell'autrice: Sbam! Eccomi tornata con una shot calda calda dopo le numerose richieste da parte delle mie adorati lettrici di "Pirati dei Caraibi: Il tesoro dei sette mari", mentre la long si avvia alla conclusione, ritorno in scena con la terza one-shot/song-fic sulla nostra coppia di pirati preferita. Abbiamo visto l'incontro a Siviglia, il ballo a La Martinique, mancava solamente "l'abbandono" (avvenuto tra Siviglia e la Martinique, per chi non lo ricordasse) a Saint-Dominique.
La canzone mi ha "imposto" la narrazione dal punto di vista di Angelica, ma mi sto già impegnando a trovare una nuova canzone -probabilmente dello stesso gruppo- adatta a Jack per la quarta (e forse ultima) song-fic su di loro!
La canzone è "Shot in the dark" dei "Within Temptation", gruppo a cui mi sono recentemente appassionata.
Buona lettura 


Shot in the dark

 
Corriamo con una dozzina di guardie alle calcagna, di certo la situazione è degenerata, ma se Sparrow ci rimetterà la vita, questa corsa, non sarà stata vana.
- Perché diamine hai chiamato i Francesi? Non hai pensato potessero inseguire anche te? – Domanda Jack, mentre zigzaghiamo tra i vicoli di Saint Dominique. Dio solo sa come siamo giunti qui, la Perla Nera ci ha portato ovunque, ma ovunque, sembra essere comunque poco. Ho pregato di ricevere aiuto, e mi è appena stata data l’occasione.
- Ricorda che sei tu quello che vale di più tra di noi, Sparrow, se necessario, li aiuterò a staccarti la testa -. Rispondo, sono dietro di lui, pochi metri ci separano: la mia spada non è abbastanza lunga.
- Com’è quest’improvvisa avversione nei miei riguardi? – Il suo tono sembra quasi ferito, l’ennesimo gioco.
- Non fare il finto tonto, sei entrato in quella locanda e sono stata lasciata fuori come una maledetta criminale! Quando il vero pirata, sei tu. Hai provato a vendermi! – Urlo, furiosa.
- Ma andiamo, Angelica, è per la Perla, te ne ho già parlato … ti sarei tornato a prendere -.
Mente, lo so, è sempre stato così, tra di noi. Abbiamo orbitato attorno una massa di enormi bugie. Avrei dovuto aspettarmelo, ma non sono la sola ad aver compiuto un passo falso: doveva prevedere le conseguenze delle sue azioni, quando ha deciso di rendermi come lui.
- Non sarai mai un uomo onesto, non puoi cancellare la parte più nera di te, perché la tua anima è in fiamme. -
Non so cosa mi aspettassi, da questo nostro viaggio, ma imparato che mentire è la legge suprema, nel suo mondo. So che seguirlo, equivarrebbe ad altre menzogne, per questo deve finire qui, perché ho perso tutta la fiducia, in questo maledetto, amaro, conflitto.
Improvvisamente, è circondato, il piano ha funzionato e domani, a quest’ora, di lui rimarrà nient’altro che un cadavere sporco e puzzolente. Si guarda intorno, spaesato, ma anziché arrendersi, ride: lo fa sempre, prende tutto alla leggera, per questo non è ancora crollato. Non crollerà mai.
- Signori, suvvia, un po’ di ragione, che fine ha fatto? Anzi tutto, chiedo un regolare processo, per quanto il mio corpo non possa essere dei più puliti e scintillanti, tengo molto alla mia vita -.
- Tu vaux plus mort que vif! – Abbaia una delle guardie.
- Traduzione? – Domanda, con le mani alzate, come per chiedere perdono per le proprie incapacità linguistiche.
- Devi morire -. Rispondo, arcigna e tagliente.
- Che esagerata! -
- Adieux, pirate -. Ghigna un Francese, poco prima di premere il grilletto della sua grande pistola.
Uno sparo nel buio, i civili iniziano a correre lontani dalla zona, preoccupati dall’idea di poter diventare vittime innocenti di questo massacro. Ma il passero non cade, e approfittando dell’occasione spicca il volo e si arrampica su un tetto, salutandoci con un gesto secco – Ricorderete questo giorno, come il giorno in cui avete quasi catturato Capitan Jack Sparrow! – Recita con un sorriso eloquente, prima di darsi alla fuga.
- Allez, allez, allez! – Urla il capo della guardia, ordinando ai suoi di inseguirti dalle strade. Così lo perderanno. Mi arrampico sullo stesso tetto che gli ha aperto un varco verso la libertà, imprecando, “A cosa miravano quando hanno mancato il tuo cuore?”
Ci metto poco a ritrovarlo, so dove sta puntando: il porto è l’unico luogo che potrà assicurargli una fuga facile.Oh, vorrei che fosse finita. Nei miei sogni sarebbe andato diversamente: “Vorrei che tu fossi qui, pronto per ricominciare, in qualche modo lo spero ancora.”
- Sei finito, Jack! – Urlo, quando sono ormai vicinissima.
- Porca l’oca! – La sua esclamazione, in altre condizioni, mi avrebbe strappato una risata, ma non ora. Ci arrampichiamo su per un campanile, che dà sul mare, lo blocco in cima.
- Tesoro, hai dimenticato tutte le nostre belle avventure? Le nottate de fuego, come diresti tu? -
Gli punto la spada alla gola, con un gesto tanto cruento da fargli uscire un gridolino spudoratamente femminile. E mi chiedo perché, in questa vita, combatto ancora.
- Perché non mi lasci andare? -
- Perché non posso resistere a tutto -.
-  Avrai l’occasione di ricominciare, la preghiera, la castità eterna … -
- Tu no me engañas, Sparrow, yo no no puedo volver a Sevilla -.
- Non devi essere triste solo perché ti ho lasciata -.
- Guarda che ti ho lasciato io! – Sibilo, con gli occhi ridotti a fessure. Per quanto spietata voglia apparire, la verità è che mi sto disperatamente aggrappando a tutto quanto.
- Le pirate est ici, allez! -
Le urla dei Francesi giungono chiari alle nostre orecchie, ci hanno trovati;
- Non permettere che tutto vada in pezzi -. Mi sussurra in un orecchio, e mi sento persa, così maledettamente persa.
Il mare è nero, sotto di noi, le onde scrosciano, selvagge, gli spari echeggiano in questa notte a Saint Dominique. Mi accarezza una guancia e gioca lentamente con i miei capelli, un gesto che ho avuto modo di conoscere fin troppo bene, in questi anni. In un battito di ciglia posso vedere attraverso i suoi occhi, con dolore, accetto che questi non riflettano la mia immagine, bensì quella di un enorme veliero nero come il carbone.
- Sbarazziamoci dei Francesi e fuggiamo, insieme -. Dice con la sua voce calda e roca, lasciando che le parole mi accarezzino, assieme al vento.
E’ come un respiro sott’acqua, è tutto nelle mie mani. Cosa posso fare?
Nel silenzio riecheggia di nuovo, uno sparo nel buio, esento ancora le grida delle persone sotto di me, nell’isola divampano le fiamme, solo per colpa nostra. Mi sfiora di nuovo e questa volta, losento svanire. E fa male, mi fa così male. È distante.
- Ils sont ici! -
- Insieme, per l’ultima volta, Angelica -. Ribadisce, visibilmente preoccupato dall’arrivo dei nemici, mi costringe ad annuire e cado di nuovo nella sua tela di ragno, combattiamo spalla a spalla, collaborando come abbiamo fatto dal giorno della mia fuga, a Siviglia. È affianco a me, ma allora … perché losento svanire?
- Vous arrivez à la fin -. Ghigna uno, prima di premere il dito sul grilletto, lasciando infiammare la canna della pistola.
Uno sparo nel buio.
Si porta le mani al petto, lo sguardo si fa perso e indecifrabile, inarca la schiena e cade giù dal campanile, nell’oscurità che grida sotto di noi.
- Jack! – Urlo, con i sentimenti che prendono il sopravvento e si fanno incontrollabili: ho pensato tante volte al nostro addio, ma non pensavo sarebbe potuto essere tanto doloroso.
Le campane iniziano a suonare, sarà arrivata la mezzanotte.
- C’est fini, merci pour votre aide, madmoiselle -. Sorride con galanteria uno dei soldati, prima di comandare ai suoi di tornare in strada per riportare l’ordine tra la gente e scendere dal campanile.
Resto sola e sento freddo per la prima volta, da quando sono arrivata ai Caraibi. Cos’è questa sensazione di vuoto che si fa largo dentro di me?
- Se ne sono andati? -
Sobbalzo, una voce vispa e fin troppo conosciuta. Mi guardo intorno, pensando di aver bevuto troppo rum, di essere solo confusa dal dolore.
- Ehm, gioia, sono sotto di te -. Aggiunge.
Mi affaccio dal campanile e vedo Jack appeso ad una cima, ma che diavolo …?!
- E’ la fune delle campane, l’ho vista mentre salivo quassù. Non ha mica suonato il campanaro! -. Sorride con nonchalance.  Era solamente un altro dei suoi piani. Sempre il solito Sparrow.
- Dammi la mano, ti aiuto a salire -. Gli dico, sporgendomi, pronta ad aiutarlo.
- Scusa Angie cara, ma ho una nave da recuperare, e sono già in ritardo di una buona mezz’ora. Sai com’è, gli imprevisti. La mia “conoscenza”, nella locanda, è stata una buona fonte d’informazioni, perdonami, ma devo proprio scappare. Ti porterei con me, ma sarebbe un fastidio fastidioso considerando che il sottoscritto ha numerosi giri da fare in luoghi in cui le donne non sono particolarmente accette. Dunque sarebbe un peccato se ti accadesse qualcosa in tali luoghi da me precedentemente citati. Comprendi? -
Sorride, maligno – Ci si vede! -
Lo guardo mentre si lascia cadere giù dal campanile, tuffandosi in mare e il vuoto viene sostituito dalla rabbia, che sale e si fa incontrollabile.
- Maldito Sparrow! Perro sarnoso de un pirata! -
Inizio ad imprecare mentre la sua figura scompare nell’oscurità. Non può lasciarmi così, non dopo tutto quello che è successo! Raccolgo il suo guanto, accetto la sfida: ora combatterò questa guerra, fino al giorno della caduta.
Lo ha capito anche lui: non è finita.
   
 
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