Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Keyra    20/06/2007    6 recensioni
A volte capita che un ragazzo si innamori davvero.
A volte capita che un ragazzo si innamori davvero di una ragazza.
A volte capita che un ragazzo si innamori davvero di una ragazza malata.
(ULTIMO CAPITOLO)
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Arrivò a fine giugno, ero seduto su una panchina e aspettavo una ragazza.
Appena mi avevano chiesto di uscirci – non la conoscevo, ma dicevano fosse bellissima – io avevo rifiutato.

Di lì a pochi giorni sarebbe arrivata lei e non avevo neanche le forze, di uscire con un’altra.

Le forze, la voglia, la curiosità.

Mi dissero che mi ero trasformato in un ragazzo serio, - Ma dai Gabo che ti succede.. Non sei più quello di una volta! – , e in qualche modo mi convinsero e risvegliarono in me l’animo da farfallone che in quei giorni era andato in vacanza.

Arrivai all’appuntamento, ma di lei non c’era ancora traccia.
Ero leggermente curioso, quella ragazza del paese accanto a me.. si dicesse fosse così bella, ma non ne avevo mai sentito parlare prima.

Ero curioso, sì, ma dopotutto non me ne importava niente. Avevo accettato di uscire, ma con la consapevolezza che non volevo succedesse niente.

 

Io volevo solo lei, e basta. Nessun altra.

 

Aspettavo a braccia conserte seduto su una panchina, c’era un caldo afoso quel giorno, niente brezza marina, niente venticello fresco. Solo caldo, tanto caldo afoso.

 

Non mi resi conto né come né quando, ma improvvisamente qualcuno mi aveva legato una benda sugli occhi. Era lei, era arrivata.

Il cuore cominciò a battermi.

Mi piaceva, incominciava a incuriosirmi per davvero, quella ragazza... Sorrisi, confuso e disorientato.

 

-         Ciao –

 

Non mi rispose, la sentii costeggiare la panchina e sedersi accanto a me.

Il cuore mi batteva a mille e non sapevo cosa fare. Non volevo, sorridendo, adottare un’espressione stupida, ma neanche fare il serio.

Aspettai e cercai di capire cos’aveva in testa quella ragazza stramba.

Sentivo il suo respiro agitato ma sicuro di sé. Impossibile, mi stava facendo impazzire...

Feci per togliermi la benda dagli occhi, ma lei velocemente mi fermò.

Silenziosa, sempre, silenziosa.

In una frazione di secondo la sentii avvicinarsi, non ci capivo più niente.

Mi diede un innocente bacio sulla guancia, si allontanò, si alzò dalla panchina e si mise davanti a me.

Avevo sviluppato una specie di sesto senso, riuscivo a captare qualsiasi suo movimento.

Allungò le mani verso di me e mi tolse, piano, la benda.

 

 

-         ..Rebbi.. –

 

Mi sorrise, contenta. Era così bella. Bellissima. E i suoi occhi, non li avevo mai trovati occhi così... di quel colore.

 

-         Ciao.. –

 

In quel momento sentii che avrei fatto di tutto per lei. Avrei sfidato il mondo, quella discarica di sogni, pur di star con lei, di averla sempre con me.

 

Mi alzai e l’abbracciai forte.

Ci abbracciammo a lungo, non volevo più lasciarla, e lei non voleva lasciare me.

 

Quando ci sciogliemmo da quell’abbraccio – forse il migliore della mia vita – vidi piccole lacrime al margine dei suoi occhi, e sorrisi.

 

       No, Reb.. –

 

Anche lei sorrise.

 

Mi persi subito in quegli occhi scuri, quel tunnel sotterraneo.

 

 


Quegli occhi,

 ti ci potevi specchiare, in quegli occhi. I suoi occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ascoltai parlare dei ragazzi con cui era stata, di come se l’era presa nel culo da uno, di come l’aveva fatta star male, di quanto l’odiasse anche ora, di come, dopo di lui, aveva pensato che i ragazzi fossero tutti uguali e di quanto aveva odiato l’intera stirpe maschile. Usò proprio queste parole.

Raccontò anche di un’altra sua fiamma più recente, che si era accesa tra i corridoi della scuola ed era finita con la fine, della scuola.

 

-         Una storiella normale, niente di che... E’ finita per noia, credo –

 

-          Tu? - mi chiese sorridendomi, quel sorriso che solo lei era capace di fare. Quel sorriso così furbo, che usava quand’era curiosa ma anche quando ti voleva fregare.

 

-         Be’, lo sai, più o meno –

 

Le raccontai di Simona, più grande di me, e di Silvia, la cugina del mio migliore amico. Le dissi di Marina, una ragazza conosciuta così, per caso, e Giulia, una compagna di classe di suo cugino.

 

-         Il solito farfallone.. – disse ridendo.

 

L’abbracciai forte, eravamo soli seduti su quella panchina deserta.

 

-         Mi sei mancata –

 

Sorriso.

 

-         ...

-         ...

-         Anche tu.

 

 

Non me l’aveva mai detto, prima.

 

Grazie alle persone che mi hanno recensito e grazie a chi mi ha detto che gli piace come scrivo... Ne sono stata molto lusingata =)

Bacio, ditemi cosa vi è sembrato questo capitolo!

 

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Keyra