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Autore: stillateardrop    02/12/2012    1 recensioni
"Continuo a fissare il cellulare abbandonato sul tavolo vuoto, cercando di darmi una spiegazione plausibile di ciò che è appena successo. Quinn, la mia ragazza dalla terza media, mi ha lasciato per telefono. Senza un motivo apparente, senza nessun chiarimento. Piego la testa di lato e mi passo la mano fra i capelli biondi. Sento il cuore stretto in una morsa pungente, e la gola che si chiude sempre di più, dandomi l'impressione fugace che la pareti del mio collo si schiaccino l'una contro l'altra. Chiudo gli occhi e piango. Sento le lacrime calde sgorgarmi fino a raggiungere il mento, e la morsa alla gola sciogliersi lentamente, fino a farmi allungare per terra il corpo scosso dai singhiozzi. Dopo un quarto d'ora passato così, inerme sul pavimento di legno, mi alzo in piedi, prendo l'iPhone e il portafoglio, li metto in tasca e mi chiudo la giacca di pelle. Esco, facendomi pungere il viso dall'aria fredda di Dicembre."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avrei mai immaginato che avrebbe fatto così male. Osservo ancora imperturbabile la schermata fredda dell'iPhone, con la sua faccia sopra. Gli occhi grigi luccicanti, il naso rosso, la bocca anche lei rossa, con il rossetto ancora lucido e perfetto, il sorriso che sembrava una caverna piena di perle bianche, i capelli mori che sfuggivano da sotto il cappellino di lana rosso. Sotto, il suo nome. “Quinn”. Diamine, era perfetta.

Continuo a fissare il cellulare abbandonato sul tavolo vuoto, cercando di darmi una spiegazione plausibile di ciò che è appena successo. Quinn, la mia ragazza dalla terza media, mi ha lasciato per telefono. Senza un motivo apparente, senza nessun chiarimento. Piego la testa di lato e mi passo la mano fra i capelli biondi. Sento il cuore stretto in una morsa pungente, e la gola che si chiude sempre di più, dandomi l'impressione fugace che la pareti del mio collo si schiaccino l'una contro l'altra. Chiudo gli occhi e piango. Sento le lacrime calde sgorgarmi fino a raggiungere il mento, e la morsa alla gola sciogliersi lentamente, fino a farmi allungare per terra il corpo scosso dai singhiozzi. Dopo un quarto d'ora passato così, inerme sul pavimento di legno, mi alzo in piedi, prendo l'iPhone e il portafoglio, li metto in tasca e mi chiudo la giacca di pelle. Esco, facendomi pungere il viso dall'aria fredda di Dicembre. Fuori nevica, e il centro di Londra è pieno di luminarie ovunque. Sembra una scena da film, con le strade buie e coperte da una spessa coltre di brina mista a neve, e l'unica fonte di luce sono le grandi decorazioni di luce sopra alle teste dei passanti, che le osservano meravigliati.

Muovo un passo dopo l'altro, incerto sul da farsi, e decido di vagare senza meta. Fino a quando le gambe non reggeranno più il mio peso, fino a quando gli occhi non mi si chiuderanno, fino a quando le mie dita non riusciranno più a muoversi dal freddo.

Grazie a Quinn vedo solo coppiette felici, ignorando tutte le altre tipologie di passanti che mi attraversano la strada. Si abbracciano, lui le scompiglia i capelli, lei ride e gli tira uno schiaffetto sul petto, lui si piega e la solleva per vendetta, lanciandole della neve addosso. Il tutto viene coronato da un bacio, di quelli dolci, che solo Natale sa regalare. Faccio una smorfia, consapevole che non posso permettermi di piangere perchè le lacrime ghiaccerebbero. Mi fermo da Mario a prendere un trancio di pizza per tamponare la fame, notando con estremo disappunto che sono già le sette di sera. Ignoro il cellulare che vibra insistente, sapendo che sicuramente è lei, che vuole dare qualche scusa presa da Yahoo Answers, dove le adolescenti belle e stupide si chiedono come mollare con delicatezza un ragazzo di cui si sono stancate.

Sfilo l'iPhone dalla tasca e osservo nuovamente la sua foto. Spingo il tasto rosso per rifiutare la chiamata e scorro la rubrica, fino ad arrivare alla H. Vedo un'altra foto, stavolta di una ragazza bionda, che guarda da un'altra parte. Una foto scattata a tradimento, perchè ad Hazel non piace essere fotografata. Hazel odia le foto, odia il suo nome, odia il suo corpo, odia i suoi capelli, odia la sua vita, Hazel si copre con enormi felponi e jeans informi, si raccoglie la lunga cascata di fili biondi in una coda, Hazel non si trucca e continua ad usare le sue Converse consunte. Hazel è una di quelle ragazze che s'innamora dei ragazzi sbagliati, che la usano e poi la mollano come spazzatura, Hazel ama il Natale ed è bellissimo andare a trovarla durante il mese di Dicembre, perchè la sua casa sembra uno di quei villaggi degli elfi. Hazel va male a scuola e poi recupera con degli otto, Hazel è una ragazza schiva e chiusa, Hazel non crede ai complimenti che le si fanno, Hazel ha un fisico perfetto anche se si vede brutta.

Hazel è la mia migliore amica da quando eravamo bambini, ed è sempre riuscita ad aiutarmi in qualunque cosa, e spero che abbia una soluzione anche per questo. La chiamo e risponde dopo due secondi. La sua voce è argentina e dolce, segno che è felice.

«Pronto Niall, hai bisogno?»

«Hazel, sei sola a casa?»

«Sì, i miei sono in Groenlandia, lo sai. Perchè?»

«È successo un casino con Quinn, posso venire?» la voce mi si spezza e la sento sospirare.

«Oh Niall, ti ha mollato? Cazzo, anvedi 'sta stronza! Vieni pure.» mi scappa una risata e sento che ne sta trattenendo una anche lei. Chiudo la chiamata e abbandono il centro per andare ad infilarmi in un vicolo illuminato a giorno da una decorazione a forma di stella cadente.

Suono al campanello e Hazel mi apre senza neanche chiedere chi io sia. Salgo le scale grigie, riflettendo su quanto Hazel tenga a me e quanto io tenga a lei.

Arrivato al terzo piano, giro a destra sul pianerottolo e trovo la porta già aperta. Il corridoio dell'ingresso è pieno di ghirlande verdi e rosse, una scritta “Merry Christmas” occupa una parete intera, e appese alle pareti trovo le foto di Hazel bambina, sempre sorridente. Come in un crescendo, si arriva anche ai 15 anni di Hazel, dove le foto sono scattate di nascosto, dove lei mostra tutta la sua perfezione, oppure dove quelle fatte quando Hazel era in posa, senza mai un briciolo di sorriso. È stato quando Hazel ha cominciato ad essere vittima di bullismo.

«Niall, sei tu? Vieni, sono in salotto!» sento la sua voce provenire dal grande salone a sinistra, e appena entro vengo abbagliato. L'intera stanza è attraversata da ghirlande di lucine intermittenti, bianche semplici che si accendono e si spengono dolcemente, un Babbo Natale danza e canta sul camino, un enorme peluche a forma di renna è abbandonato sul divano, un ramo di vischio è appeso alla parete e ovunque c'è sparsa neve finta. Il Presepe nell'angolo è fatto a perfezione, mentre Hazel sta facendo l'albero con dei pezzettini di muschio fra i capelli biondi. Mi avvicino e comincio a sfilarglieli, e lei sussulta, spaventata. Stiamo in silenzio, lei aspettando che io le racconti cos'è successo, e io occupato a toglierle i residui di muschio da dosso. L'albero di Hazel è meraviglioso anche quest'anno; è alto più di lei, interamente viola e argento, con palline e decorazioni di ogni genere.

«Allora Niall, che è successo? Si può sapere o è un segreto di stato?» si gira e mi fissa con sguardo indagatore, con il puntale a stella viola in mano.

«Quinn mi ha telefonato, e ha detto che probabilmente è meglio finirla qui.» chiudo il discorso sbrigativo, consapevole che le lacrime tornerebbero a rovinarmi il viso rosso.

«Senti Niall, io te l'ho sempre detto che Quinn era troppo per te. Oddio, forse i primi anni no, ma al liceo Quinn è diventata la reginetta, non passava mai del tempo con te a scuola, era sempre circondata da masse di cheerleader e giocatori di basket...questo Niall, perchè Quinn si vergognava di te. E probabilmente si vergogna tutt'ora di te, perchè...potresti essere popolare, sai? Hai un solo problema, tu.» si volta di nuovo, rossa in volto. Avevo sempre avuto l'impressione che Quinn mi evitasse a scuola, ma avevo cercato di allontanare quei pensieri orribili e inaccettabili per la mia mente. In effetti Hazel ha ragione, ha sempre avuto ragione.

«E qual è il mio problema, sentiamo?» le sorrido, e la costringo a girarsi facendola ruotare con le mie braccia.

«Che..stai con me. Sono la sfigata di turno, Niall. Dovresti andartene.» arrossisce di nuovo e vedo che ha gli occhi lucidi.

«Hazel, ma io non vog..»

«Ho detto di andartene Niall, ti prego! Se vuoi riavere Quinn non puoi stare con me.» mi spinge verso l'uscita, mentre io cerco di fermarla.

«Hazel, fermati, per favore.» si blocca, ormai in singhiozzi. Sorrido. Hazel è sempre stata l'unica che è sempre rimasta con me. Capisco qual è il suo problema. Io piaccio a Hazel. Gli occhi mi brillano come ad un cretino. Mi sfilo il cappotto mentre lei mi guarda dubbiosa. Poi la porto in silenzio in salotto prendendola per mano, e l'aiuto a mettere il puntale. Hazel sembra ancora più confusa di prima,e mi fissa con i suoi occhi color ghiaccio. La tiro sotto il camino, osservo il vischio, e lei sembra capire ciò che voglio fare. La avvicino a me e la bacio. All'inizio è rigida, imbarazzata e paurosa, poi appena l'abbraccio si scioglie. Non ho mai provato una sensazione del genere con Quinn, in effetti con lei i baci erano sfuggenti, veloci, nascosti, perchè doveva sempre tornare dalle sue amiche cheerleader.

 

Apro gli occhi lentamente, come a non voler svegliarmi da un bel sogno. Ci metto un po' a capire dove sono, e me ne rendo conto quando vedo Hazel che sta sfogliando un album di foto e mi dà le spalle.

«Haz..» lei butta l'album sullo scaffale e si siede a fianco a me.

«Niall, ascolta, so come farti notare da Quinn. Ci ho pensato tutta mattina. Allora dovresti andare davanti a scuola e far..» la blocco.

«Hazel.»

«Cosa?»

«Noi..lo abbiam...» gesticolo e poi taccio. Lei annuisce arrossendo.

«Lo so, è stato un errore, insomma tu ami Quinn e devo assolutamente fare in modo che vi rimettiate insieme, ho capito che comunque l'hai fatto solo per ripiego, insomma nessuno potrebbe mai innamorarsi di me, perchè dopotutto sono orribile, e sono strana, e mi picchiano, e soprattut...» la zittisco con un bacio. Deve capire che è perfetta, e non lo dico per prenderla in giro, ma perchè è la verità.

Quando ci stacchiamo lei mi guarda.

«Niall, e Quinn?» afferro il mio iPhone, vado in rubrica, prendo il numero di Quinn, e lo cancello. Lei sorride, il primo vero sorriso che le vedo addosso.

Si sdraia accanto a me, e le circondo le spalle con il braccio, mentre si accoccola come una creatura indifesa al mio fianco.

«Ti amo, Niall James Horan.»

«Ti amo anche io, Hazel Sylvia Smith.»

 

La mattina seguente entro a fatica dall'ingresso della scuola, ancora intontito dall'enorme dose di sonno che ho accumulato. Lo zaino barcolla sulle mie spalle, e mi illumino solo quando vedo Hazel nell'angolo, i capelli biondi che le scivolano sulle spalle, intenta a leggere un sms al cellulare, lo zaino viola poggiato ai suoi piedi, il cappotto che è aperto e mostra la sua maglia vintage, i pantaloni attillati militari, evidentemente imbarazzata dagli sguardi che incontra su di sé. Hazel non è abituata a vestirsi così.

Mi avvicino da dietro e le metto le mani sugli occhi. Le tasta le mie mani e poi sorride.

«Niall?» le tolgo le mani e mi metto davanti a lei. Le do un bacio veloce e le prendo lo zaino.

«Buongiorno principessa. Adesso questo lo porto io!» lei sorride, tirandosi una ciocca bionda dietro all'orecchio.

«Grazie, Niall.» camminiamo fianco a fianco, in silenzio, quasi per paura di parlare. Tossicchia, per farmi capire che ha voglia di parlare. Quando eravamo solo migliori amici, non riuscivamo a stare zitti un secondo, parlavamo di qualunque cosa, ogni istante. La nostra amicizia era fatta di parole. Forse era questa la differenza; che il nostro amore adesso era fatto di sguardi.

«Sai, Hazel...il silenzio fa più rumore di quanto pensassi.» ride e mi osserva.

«Mi sembra strano sentirmi così scombussolata dentro.» abbassa lo sguardo, e io le sorrido.

«Credimi, io dentro sono un casino. I miei organi si stanno rivoltando.» ride di nuovo, una risata che mi riempie il cervello, e che si ferma di colpo, secca, quando intravede una figura alta e magra avvicinarsi a me.

Quinn, in tutta la sua bellezza. I capelli castani che le scivolano morbidi sulle spalle, la bocca delineata da un doppio strato di rossetto rosso fuoco, gli occhi contornati da abbondante trucco nero, gli occhi grigi fumosi che scrutano il corridoio, la maglia attillata che evidenzia le sue forme, seguita dal solito codazzo di gente.

Fa di nuovo male vederla. Si blocca appena mi vede, e mi dà un bacio sulle labbra, totalmente diverso da quelli che ho dato a Hazel. È più violento.

«Ciao biondo.» mi scompiglia i capelli, ignorando Hazel che continua a torturarsi le unghie, a testa bassa. È così che si è sentita per tutto questo tempo. Sottomessa e poco considerata.

«Quinn.» mi stacco velocemente da lei, risistemandomi i capelli.

«Che c'è? Ieri ho provato a chiamarti, ma non hai risposto! Non avrai creduto davvero che ti avessi mollato? Avevo le mie cose, ero suscettibile, insomma..che c'è?»

«Vaffanculo Quinn. Mi hai trattato come una ruota di scorta per tutto questo tempo. Sei rivoltante, sul serio.» è scandalizzata. In pochi secondi ritorna alla sua espressione normale, strafottente, e osserva Hazel.

«Ah, e quindi te la fai con questa sfigata, Niall? Sei caduto in basso.» sogghigna, Hazel diventa rossa, io dentro sto ribollendo di rabbia e le sputo in faccia tutto il mio risentimento.

«Almeno lei il sabato sera non è sulla tangenziale, Quinn.» lei inorridisce e le sorrido, vittorioso. Prendo per mano Hazel e mi allontano, cercando di rassicurarla.

Lei sorride e mi fissa.

«Niall, chi ti dice che io il sabato sera non sia sulla tangenziale?» la guardo con una faccia sorpresa, poi le si mette a ridere e faccio altrettanto.

 

blblblbl space.

Buonsalve! Eccoci alla prima one shot che devo dire che fa un po' cagare ma pazienza, vi accontenterete. Detto questo, io che sto scrivendo sono Desireè, la sorella di Luca, che si vergogna a parlarvi, anche se è con un semplice computer. Comunque, questa one shot era bloccata a metà, ieri sera eravamo in crisi, e siamo riusciti a ultimarla con l'aiuto di una ragazza blblblosa, la migliore amica di mio fratello, Reby, che è su EFP anche lei, e vi consiglio vivamente le sue storie, sono meravigliose *-*

Lei è becklovesmalik, fate un salto sul suo profilo!

Comunque, questa one shot ci è venuta in mente l'altro giorno mentre passeggiavamo in piazza sotto le luci, e da lì abbiamo scritto di getto!

Spero vi piaccia, e vi prego di recensire, per farci sapere un po' se questo tipo di storie possono interessarvi!

LOVE U.

Des e Luca.

  
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