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Autore: Little_Lotte    02/12/2012    4 recensioni
In un fastidiosissimo momento di blocco dello scrittore, mi sono ritrovata a pensare a quanto la vita nel fandom sia riuscita a cambiarmi e, quasi senza pensarci troppo su, mi sono messa a buttare giù tutti i miei pensieri del momento.
Questo è il mio speciale ringraziamento a tutti voi, che da quasi due anni avete reso la mia vita così speciale.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.... For it all,
I thank you.






Sono passati anni da quando, per la prima volta, ho preso in mano una penna e ho deciso di mettere per iscritto le mie sensazioni.

Non so bene che cosa mi abbia spinto a farlo: curiosità, voglia di mettermi in gioco, puro e semplice bisogno di sfogarmi e dare libera espressione ai miei pensieri, forse solo la necessità di ritrovare me stessa e avere la sensazione che, una volta impresse su carta, le mie emozioni avrebbero continuato a vivere in eterno, anche quando io non ci sarei stata più; persino quando, dopo troppo tempo, la mia memoria avrebbe inevitabilmente rimosso tutto ciò che, per anni, aveva trovato un caldo e tranquillo rifugio nella mia testa.

Ricordo che mio padre, da quando imparai a scrivere ed iniziai a fare i primi temi in classe, mi dava ogni settimana una nuova traccia da sviluppare, un compito a casa con il quale poter esercitare le mie abilità di scrittura, padroneggiare la lingua e le sue forme, rendere più scorrevole l'uso delle preposizioni ed imparare - perchè infondo, si sa, nella vita queste cose possono esserci sempre utili - ad esprimermi correttamente, in modo tale da diventare - almeno, questo era ciò che lui avrebbe sperato - la piccola, imperfetta riproduzione di una scrittrice. In un certo senso, penso che tutto ciò mi sia stato utile: ho imparato ad amare la letteratura, l'arte della lettura e della scrittura, non ho mai preso un'insufficienza ad un tema - tranne quando, per pigrizia, non studiavo con la giusta attenzione e scrupolosità un autore... ma andiamo, quanti di noi hanno mai studiato con particolare interesse poeti come Petrarca o D' Annunzio? - e ho capito che, se volevo veramente dare piena voce alle mie emozioni, il modo migliore era quello di metterle per iscritto.

Così, quando avevo all'incirca otto anni, inizia a scrivere un diario segreto; lo abbiamo fatto più o meno tutti nella nostra vita, dico bene? Era un po' come avere un amico speciale, un confidente discreto e silenzioso, che avrebbe custodito i miei segreti con cura e mi avrebbe sempre rispettato, senza prendermi in giro o farmi sentire un'emarginata, come facevano spesso i miei compagni di scuola.

Era come una sorta di nido, un rifugio nel quale avrei potuto nascondermi dalle mie paure e dalla cattiveria di chi, molto spesso, si prendeva gioco di me perchè - ai loro occhi - apparivo forse troppo fragile, troppo piccola ed insicura, troppo strana per meritare rispetto o attenzione; iniziai a vivere di fantasia, perchè spesso la fantasia può essere molto più felice e soddisfacente della stessa realtà.

Ho continuato a farlo per anni, anche quando approdai alla scuola media e le cose, con i compagni di classe, migliorarono notevolmente; era una sorta di magico complemento, in grado di appagarmi totalmente e dare alla mia vita un senso di completezza: avevo i miei amici, la scuola, la mia famiglia e la mia fantasia, il mio estro creativo che prendeva vita pressocchè in qualsiasi momento ed occasione, in un gioco di ruolo, una storia inventata, una canzone storpiata o improvvisata; qualsiasi cosa, pur di avere - anche solo per pochi istanti -  la sensazione che la mia vita potesse raggiungere quei massimi livelli di perfezione che avevo sempre sognato.

Ma la vita, si sa, non è mai perfetta per nessuno.

Per questo ho continuato a scrivere: ho continuato quando il passaggio dalle scuole medie alle superiori avrebbe segnato il definitivo cambiamento della mia vita; ho continuando quando i miei vecchi amici di sempre hanno preso strade diverse, allontanandosi rapidamente da me ed uscendo, inevitabilmente, dalla mia vita; ho continuato persino quando, a tredici anni, trovai nel canto la mia vera passione e ragione di vita, un qualcosa al quale non avrei mai potuto rinunciare e senza il quale non avrei potuto essere realmente me stessa.

Per tutta la mia vita, non ho mai smesso di scrivere.

Che si fosse trattato di un diario segreto, di racconti senza nè capo nè coda, temi in classi o semplici sfoghi di rabbia o tristezza - generalmente accompagnati da lacrime a fiotti, mai troppo silenziose - questo non aveva importanza: la scrittura era ormai diventata una parte di me, dalla quale non avrei mai potuto distaccarmi.

Vi starete chiedendo, con tutta probabilità, che cosa mi abbia spinto oggi a scrivere questi pensieri, e per quale assurdo motivo io abbia anche solo lontatamente pensato che a qualcuno di voi potessero effettivamente interessare! E' una domanda legittima e, se devo essere sincera, non sono del tutto sicura di avere fra le mani la risposta esatta a questo interrogativo.  

Forse, molto semplicemente, sento solo il bisogno di ringraziarvi.

Non sono mai stata, da piccola, una persona comunicativa: ero fragile, insicura, timida, incapace di essere spontanea e realmente me stessa nella maggior parte delle occasioni. Per chi mi conosce adesso, immagino che possa essere piuttosto difficile da immaginare.

Ero una bambina sola e ho continuato a sentirmi sola fino ai 17 anni, quando veramente ho capito di avere al mio fianco delle persone che mi volevano bene veramente e che, anche se i miei compagni di classe facevano di tutto per farmi credere il contrario, ero veramente una persona speciale, che meritava di essere felice esattamente quanto gli altri. Fino ad allora ho sempre continuato a scrivere e a cantare, per amore e quasi per puro istinto di sopravvivenza, ma non ho mai avuto il coraggio di mostrare realmente agli altri ciò di cui fossi capace, un po' per vergogna e per paura di essere presa in giro.

Beh, più per la scrittura che per il canto, a dire il vero! In effetti, ho sempre tirato fuori la grinta e l'autostima che solitamente mi mancava, solamente quando mi trovavo su di un palco: la musica, il microfono stretto fra le mie mani, il pubblico che aspetta e pende letteralmente dalle mie labbra per ogni singola nota, ogni sfumatura ed emozione che riuscivo a trasmettere grazie alla mia voce, erano come aria pura nei mie polmoni! Sapevo che, stando sopra quel palco, niente al mondo avrebbe mai potuto ferirmi o lasciarmi inerme di fronte al pericolo.

Per dirla da brava fan di Glee quale sono, ero come una specie di piccola Blaine Anderson: un fragile concentrato di paura ed insicurezza, ben celato dietro ad una maschera di spavalderia ed egocentrismo, che solèa manifestarsi con maggior frequenza ogni qualvolta mi ritrovavo con in mano un microfono, la musica alle mie spalle ed un pubblico di fronte ai miei occhi, in attesa che mi rivelassi interamente ad esso, solamente grazie alle semplici note di una banalissima canzone.

Non so quante cose siano cambiate da allora, ma di certo ho smesso di sentirmi sola.

Certo, a volte continuo ad avere la sensazione che qualcosa manchi nella mia vita, altre ancora vivo con addosso il continuo terrore di essere abbandonata dalle persone a me care; ma il più delle volte, si tratta solo di un istante, un lampo inatteso che si consuma nell'attimo stesso in cui si presenta dinnanzi ai miei occhi, atto più a spaventarmi per pochi istanti, che per tutta la vita.  Forse la scrittura non c'entra, forse sentirmi una specie di piccola artista non è sufficiente a darmi la sicurezza di cui ho bisogno per andare avanti; ma le persone che mi sono vicine, quelle che grazie alla scrittura e a tutto ciò che ruota attorno ad essa sono entrate nella mia vita, sono forse la più grande ed inesauribile fonte di gioia e di consapevolezza della quale ho sempre sentito la necessità.

Mi sono spesso sentita chiedere che cosa ci sia di tanto speciale in un fandom: Perchè scrivi storie su personaggi che, in realtà, non ti appartengono neanche? Perchè provi così tanto gusto nell'affezionarti a persone che neanche esistono, a gioire con loro, soffrire con loro, sperare per la loro felicità come se fossero da sempre presenti nella tua vita? Perchè scrivi di emozioni così distorte, malsane, artificiali? Che cosa c'è di tanto speciale in questo fandom, da non riuscire più a separarti da esso?

Non credo di essere in grado di dare una risposta soddifacente, ma dentro di me so bene perchè faccio tutto questo: perchè, in fin dei conti, è grazie a questo fandom che adesso esiste la persona speciale che in molti vedono in me. Perchè adesso, grazie al fandom di Glee, ho imparato a voler veramente bene a me stessa, a non ascoltare le cattiverie ed i pregiudizi della gente e a vivere esclusivamente secondo le mie regole, i miei principi, i miei desideri ed i sogni che, da sempre, ho custodito gelosamente dentro al mio cassetto.

E forse non diventerò mai una scrittrice, nè una cantante di successo, nè le persone si ricorderanno di me per essere stata una grande fonte di ispirazione per qualcuno, ma non importa! Ciò che conta davvero, adesso, è che ho imparato realmente a volermi bene, ad aver fiducia nelle mie capacità - sebbene, molto spesso, la mia autostima continui a vacillare pericolosamente - e a credere di poter essere veramente speciale per qualcuno.

Immagino che non sarei mai riuscita a raggiungere questo traguardo senza questo fandom e sento il dovere di ringraziarvi tutti, ad uno ad uno, per aver fatto di me la persona che da sempre ho tanto faticato a diventare. Come ho già detto, non ambisco a raggiungere la perfezione, poichè so che essa non è neanche alla portata delle persone più audaci e coraggiose; ma spero, con tutto il mio cuore, di continuare a migliorare, ed essere per qualcuno ciò che le persone realmente importanti della mia vita sono state per me.

Lo dico qui, senza alcuna vergogna o alcun genere di remora o esitazione: a chi per puro caso è incappato in una delle mie storie, a chi mi legge con affetto e costanza, facendomi spesso sentire fin troppo importante, molto più di quanto effettivamente meriti; alle persone che sono entrate nella mia vita anche solo per un breve tempo, ma soprattutto a quelle - e sì, in questo fandom ce ne sono parecchie - che mi conoscono da così poco tempo eppure sanno già tutto di me, a quelle persone per cui anche solo pochi mesi valgono quasi come una vita intera, io dico grazie.

Perchè è soprattutto grazie a voi che, anche nei momenti più bui, io riesco ancora a sentirmi sempre così viva.

 
  
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